Zona euro, inflazione in calo a febbraio ma prezzi 'core' aumentano
FRANCOFORTE (Reuters) - L'inflazione della zona euro è diminuita meno del previsto il mese scorso e la crescita dei prezzi sottostante è aumentata, rafforzando l'ipotesi che la Banca centrale europea continui ad aumentare i tassi di interesse a un ritmo sostenuto.
È quanto emerge dai dati Eurostat.
L'inflazione dei prezzi al consumo nei 20 Paesi della zona euro è scesa all'8,5% a febbraio dall'8,6% del mese precedente a causa del calo dei prezzi dell'energia, ma ha comunque superato le aspettative dell'8,2% indicate in un sondaggio Reuters.
Sebbene l'inflazione di fondo sia ben al di sotto dei massimi a due cifre di ottobre, continua ad aumentare, alimentando i timori che il precedente aumento dei prezzi dell'energia sia penetrato nell'economia attraverso i cosiddetti effetti di secondo impatto, rendendo la crescita dei prezzi ancora più difficile da sradicare.
In effetti, l'inflazione 'core', che esclude le componenti più volatili ed è attentamente monitorata dalla Bce, è balzata al 5,6% dal 5,3%, superando di gran lunga le aspettative di una lettura stabile.
La Bce ha promesso un altro aumento dei tassi di mezzo punto percentuale per il 16 marzo allo scopo di combattere l'inflazione, ma i dati poco incoraggianti stanno già spostando il dibattito sulle riunioni successive, mentre i mercati continuano ad aumentare le scommesse sui rialzi della Bce.
Gli investitori vedono ora il tasso di deposito della Bce al 2,5% aumentare complessivamente di 100 punti base a marzo e maggio, per poi arrivare a circa il 4,1% a fine anno, dato che i mercati hanno prezzato ulteriori rialzi per 50 punti base nell'ultimo mese.
I prezzi di mercato sono saliti a tal punto che alcuni vedono persino il rischio che la Bce aumenti di oltre 50 punti base questo mese, nonostante le sua guidance ripetutamente confermata, da ultimo dal numero uno della Banca centrale europa Christine Lagarde, oggi.
La crescita dei prezzi dei servizi, la componente più importante dell'inflazione di fondo, ha accelerato al 4,8% dal 4,4%, un dato preoccupante poiché il settore è particolarmente sensibile alla crescita dei salari e l'aumento suggerisce un'accelerazione del costo del lavoro.
L'inflazione dei beni industriali è salita al 6,8% dal 6,7%, mentre la crescita dei prezzi dei prodotti alimentari non trasformati è salita al 13,6% dall'11,3%.
(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Andrea Mandalà)