5 trend alimentari del 2020
I trend alimentari del 2020 sono molto innovativi. Alcuni sono davvero curiosi, e ci sono anche molte iniziative sostenibili.
Senza alcun cenno alla crisi di Governo, Conte incontra Confindustria e le altre associazioni, che smontano l'impianto del Recovery Plan
Cosa ne pensate, girls?
Se sei felice hai ottime probabilità di sconfiggere il virus.Lo riporta un articolo pubblicato su New Scientist in cui si legge che gli stati d’animo positivi e i buoni amici aumentano l’effetto del vaccino.
L'istituto di ricerca ha annunciato che il progetto è stato fermato perché i primi test hanno mostrato poca efficacia
Eni gas e luce, società controllata al 100% da Eni, entra nel mercato iberico dell’energia attraverso l’acquisizione di Aldro Energía. L’operazione è stata perfezionata oggi con la firma di un accordo tra Eni gas e luce e Grupo Pitma per l’acquisizione del 100% di Aldro Energía Y Soluciones, attiva nel mercato della vendita di energia elettrica, gas e servizi a clienti residenziali, piccole e medie imprese e grandi aziende. L’accordo prevede inoltre l’acquisizione del 100% della società di servizi Instalaciones Martìnez Dìaz S.L.U. Lo si apprende in una nota di Eni. “Quest’operazione permette a Eni gas e luce di ampliare la sua presenza nel mercato europeo, che sarà centrale nella strategia di sviluppo delle proprie attività. La società ha infatti l’obiettivo di accrescere il proprio portafoglio, raggiungendo gli 11 milioni di clienti al 2023 a cui offrire non solo gas ed energia elettrica, ma tutta la propria gamma di servizi legati alla casa e all'energia", ha dichiarato Alberto Chiarini, amministratore delegato Eni gas e luce.
La ricerca di responsabili langue: il premier non demorde, sa che dimettendosi le possibilità di rientrare a P. Chigi non sono affatto scontate
La campagna Primavera Estate 2021 di Furla è il concentrato di un invitation au voyage da compiere a occhi chiusi (e braccia aperte),
Giornata positiva per il Bitcoin, con i prezzi che balzano di oltre il 5% a $34.250. Ma per gli analisti di JP Morgan chi spera di veder tornare il Bitcoin oltre quota $40.000, almeno nel breve termine, potrebbe rimanere deluso, in quanto la criptovaluta numero uno al mondo potrebbe scontare il calo della domanda nei confronti del più grande fondo che la replica, ovvero il Grayscale Bitcoin Trust. Già in una nota di qualche settimana fa JP Morgan aveva lanciato un avvertimento sui prezzi del Bitcoin. L'ETF Grayscale Bitcoin Trust ha rappresentato finora il principale strumento che gli investitori istituzionali hanno utilizzato per fare incetta del Bitcoin, e gode praticamente di una sorta di monopolio nel canalizzare i flussi degli investitori istituzionali verso l'asset digitale: la sua leadership permette al fondo anche di applicare un grande premio alle criptovalute che replica. Ma proprio quest'anno la Sec (Securities and Exchange Commission) dovrebbe approvare un ETF sul Bitcoin, fattore che nuocerà ovviamente al monopolio fino a questo momento goduto da GBTC. E gli strategist di JP Morgan che fanno capo a Nikolaos Panigirtzoglou hanno scritto che sembra che i flussi in entrata nel fondo abbiano testato il loro massimo. Il fondo, di fatto, è sceso del 22% nelle ultime due settimane, facendo anche peggio del Bitcoin, capitolato del 17% nello stesso arco temporale. Di conseguenza, nella nota degli esperti del colosso bancario Usa si legge che "al momento, l'impulso dei flussi istituzionali nel Grayscale Bitcoin Trust non è forte in modo sufficiente da consentire che il Bitcoin torni al di sopra della soglia di $40.000", aggiungendo che "il rischio è che i traders che puntano momentum continuino a smobilizzare le posizioni accumulate sui futures sul Bitcoin".
Capello semi raccolto, addominali di marmo, JLo oggi è come 20 anni fa
Il presidente russo nega le accuse e sulle proteste dice, quello che è illegale è pericoloso
AGI - Huawei si prepara a vendere i propri gioielli, gli smartphone di fascia premium 'Mate' e 'P', a un consorzio guidato da società di investimento sostenute dal governo di Shanghai. Secondo Reuters, che cita fonti a conoscenza del negoziato, i colloqui sono ancora in una fase iniziale e se andassero in poro significherebbero l'uscita del colosso cinese dal business degli smartphone di fascia alta. Huawei ha iniziato a esplorare già lo scorso settembre la possibilità di vendere i due marchi il cui mercato è stato di 39,7 miliardi di dollari tra il terzo trimestre del 2019 e il terzo trimestre del 2020. L'esito del negoziato è incerto: secondo le fonti Huawei sta ancora cercando di produrre in proprio i chip proprietari Kirin che alimentano le serie P e Mate. La casa si è affrettata a smentire le voci definendole "infondate". Anche agli albori della trattativa per la vendita del sub-brand Honor il colosso aveva smentito qualunque fondatezza della notizia. Il governo di Shanghai, da parte sua, ha rifiutato di commentare. La potenziale vendita delle linee di smartphone premium di Huawei suggerisce che la società ripone poche speranze nella possibilità che l'amministrazione Biden riveda le restrizioni alle fornitura imposte a Huawei da maggio 2019, su tutti la possibilità di utilizzare i Google mobile services (Gms) fondamentali per usare Gmail, Maps, Drive e innumerevoli applicazioni.
Gianluca Scamacca rimane il principale obiettivo dell'attacco della Juventus: Paratici a lavoro.
Mercoledì la pubblicazione dei conti dell’ultimo trimestre 2020, gli analisti vedono utili e ricavi in crescita per i titoli che hanno trainato Wall Street negli ultimi mesi: la loro corsa continuerà?
Le sue accuse al regista Rob Cohen sono in prima pagina praticamente ovunque
TIM annuncia la nascita di Noovle, la nuova società interamente controllata dal gruppo, che si propone sul mercato come centro di eccellenza italiano per il Cloud e l’edge computing, con l’obiettivo di potenziare l’offerta di servizi innovativi TIM di public, private e hybrid cloud alle imprese e alla Pubblica Amministrazione, accelerando la trasformazione digitale del Paese. Noovle parte oggi con circa 1.000 professionisti e stima di raggiungere 1 miliardo di euro di fatturato nel 2024 con una crescita media annua di circa il 20% e un EBITDA atteso di circa 400 milioni di euro. La cloud company, frutto dell’esperienza e delle competenze digitali del gruppo TIM, dei suoi Data Center che vi confluiscono e delle professionalità specialistiche di Noovle (società acquisita da TIM lo scorso maggio e tra i principali partner di Google Cloud nel mercato italiano) si focalizzerà sulla fornitura di servizi e soluzioni Multicloud innovativi e su misura per i clienti TIM, che vanno dalla gestione nei propri Data Center delle infrastrutture di rete, ai servizi di progettazione e assistenza, alla migrazione verso il cloud e al supporto delle attività di gestione collegate, utilizzando le più evolute tecnologie basate sull’intelligenza artificiale e l’Internet of Things.
Borsa Italiana e Finlombarda, società finanziaria di Regione Lombardia, hanno sottoscritto un protocollo di intesa volto a promuovere e sviluppare le opportunità di crescita offerte dal mercato ExtraMOT PRO3 di Borsa Italiana e di quelle di finanziamento offerte da Finlombarda Spa con i prodotti dell’area Corporate Banking con particolare riferimento allo strumento dei minibond. L’accordo prevede diverse attività tra cui momenti formativi congiunti nei confronti delle società e dei principali stakeholder sul territorio di riferimento. ExtraMOT PRO3 è il segmento obbligazionario di Borsa Italiana nato nel settembre 2019 e dedicato a società non quotate con ambiziosi piani di crescita. Tra i suoi principali obiettivi, quello di aumentare la visibilità delle imprese e facilitarne l’accesso ai mercati dei capitali. Ad oggi il segmento professionale conta 452 strumenti quotati da 269 emittenti, appartenenti a 10 diversi settori e provenienti da tutte le regioni italiane, con una raccolta complessiva di oltre 41 miliardi di euro. Finlombarda, attraverso l’area Corporate Banking, finanzia la crescita delle imprese lombarde in Italia e all’estero attraverso la sottoscrizione di minibond in partnership con investitori istituzionali nell’ambito dell’iniziativa Minibond, che prevede un plafond di 120 milioni di euro della finanziaria regionale.
Finlogic ha chiuso l’esercizio 2020 con ricavi pari a 42,8 milioni di euro e registrano un incremento pari al +30% rispetto al 31 dicembre 2019 (32,9 milioni). L’analisi dei ricavi per linee di prodotto evidenzia che l’incremento è principalmente attribuibile alla positiva performance della divisione “Etichette”, core business del Gruppo, che registra una significativa crescita del +42% grazie anche al contributo dato da Staf, società acquisita a gennaio 2020. Dino Natale, Presidente e Amministratore Delegato di Finlogic: “Chiudere il 2020 con questi risultati ci rende particolarmente soddisfatti e conferma la bontà del nostro percorso di crescita e sviluppo, che ha interessato tutte le divisioni di prodotto. Abbiamo dimostrato di avere un modello di business resiliente in un anno sfidante come quello trascorso. Abbiamo ottimizzato al meglio i nostri processi per consolidare la nostra leadership di riferimento sul mercato a copertura dell’intera catena dei prodotti per l’identificazione automatica e dei sistemi di etichettatura”.
Come sfoggiare la tua anima da ribelle: lezione 1.
Nei nove mesi di chiusura delle scuole nella contea ci sono stati 18 suicidi, il doppio di quelli dell’intero anno precedente
AGI - Nel mondo i 10 uomini più ricchi hanno visto la loro ricchezza aumentare di 540 miliardi di dollari dall'inizio della pandemia: "Si tratta di una somma che sarebbe più che sufficiente a pagare il vaccino per tutti gli abitanti del pianeta e ad assicurare che nessuno cada in povertà a causa del virus". Lo scrive l'organizzazione Oxfam, che oggi ha pubblicato un rapporto su 'Il virus della diseguaglianza', in occasione dell'apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos. La recessione è finita per i super-ricchi, si legge nel report. "Basti pensare che tra marzo e dicembre 2020 mentre la pandemia innescava la più grave crisi occupazionale degli ultimi 90 anni, lasciando centinaia di milioni di persone disoccupate o sottooccupate, il valore netto del patrimonio di Jeff Bezos è aumentato di 78,2 miliardi di dollari. In Italia da marzo la ricchezza di 36 miliardari italiani è aumentata di oltre 45,7 miliardi di euro: una somma che equivale a 7.570 euro per ognuno dei 6 milioni di italiani facenti parte del 10% più povero". Le mille persone più ricche del mondo hanno recuperato in appena nove mesi tutte le perdite che avevano accumulato per l'emergenza Covid-19, mentre i più poveri per riprendersi dalle catastrofiche conseguenze economiche della pandemia potrebbero impiegare più di 10 anni. Per la prima volta in un secolo, sostiene Oxfam, si potrebbe registrare un aumento della disuguaglianza economica in quasi tutti i paesi contemporaneamente. Un sondaggio globale svolto da Oxfam tra 295 economisti in 79 paesi - tra cui Jeffrey Sachs, Jayati Ghosh e Gabriel Zucman - rafforza tali previsioni, con l'87% degli intervistati che si aspetta "un aumento" o "un significativo aumento" della disuguaglianza di reddito nel proprio paese, a causa della pandemia. In assenza di un'azione adeguata e coerente da parte dei Governi, la Banca Mondiale prevede inoltre che entro il 2030 oltre mezzo miliardo di persone in più vivranno in povertà, con un reddito inferiore a 5,50 dollari al giorno. "Il virus della disuguaglianza mostra come la pandemia abbia acuito le disuguaglianze economiche e sociali, razziali e di genere preesistenti: grazie a un sistema economico iniquo un'e'lite di miliardari ha continuato a accumulare ricchezza nel corso della più grave crisi dai tempi della Grande Depressione, mentre miliardi di persone sono state spinte sull'orlo della povertà", si legge in una nota. Con la ripresa dei mercati azionari le fortune dei miliardari hanno raggiunto i massimi storici: a dicembre la loro ricchezza totale aveva raggiunto gli 11.950 miliardi di dollari, l'equivalente delle risorse stanziate da tutti i Paesi del G20 per rispondere agli effetti della pandemia. "La ripresa per chi era in difficoltà già prima del Covid sarà dura e lunga", si legga ancora nel rapporto Oxfam. "Prima che il virus colpisse, la metà dei lavoratori nei Paesi piu' vulnerabili versava in condizione di povertà e i tre quarti della forza lavoro non godeva di alcuna forma di protezione sociale, come l'indennità di malattia e i sussidi di disoccupazione". Le donne più colpite Le donne, ancora una volta, le più colpite, scrive Oxfam nel rapporto. "A livello globale, le donne sono maggiormente impiegate proprio nei settori professionali più duramente colpiti dalla pandemia. Se il livello di occupazione tra uomini e donne fosse uguale in questi settori, 112 milioni di donne non correrebbero più il rischio di perdere il proprio lavoro e quindi il proprio reddito. Ciò è evidente in Medioriente e Africa del nord, dove le donne rappresentano solo il 20% della forza lavoro ma le perdite di posti di lavoro dovute al Covid-19, secondo le stime, incideranno sull'occupazione femminile per il 40%". In generale, le donne rappresentano oltre il 70% della forza lavoro impiegata in professioni sanitarie o lavori sociali e di cura. Questo le espone a maggiori rischi in tempo di pandemia - sanitari ma anche collegati alla tutela del reddito. In Italia oggi un'infermiera dovrebbe lavorare 127 anni per guadagnare quanto un amministratore delegato di una grande azienda in un anno. La pandemia uccide in modo diseguale "I brasiliani di ascendenza africana hanno il 40% di probabilità in più di morire di Covid-19 rispetto alla popolazione bianca; negli Stati Uniti, 22.000 cittadini afroamericani e latino-americani sarebbero ancora vivi se il loro tasso di mortalità fosse stato uguale a quello dei bianchi". "Potremmo assistere ad un aumento esponenziale delle disuguaglianze, come mai prima d'ora - ha detto Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International - Una distanza tanto profonda tra ricchi e poveri da rivelarsi più letale del virus stesso. Mentre un'elite di pochi miliardari ha tratto enormi profitti dalla pandemia, le piccole e medie attività stentano a resistere, e sempre più persone perdono il lavoro, finendo in povertà. Tra tutti sono le donne e le minoranze etniche a subire il peso maggiore della crisi. In molti paesi sono i primi a rischiare di soffrire la fame e ritrovarsi tagliati fuori dall'assistenza sanitaria".