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Air France, ira dei dipendenti contro i tagli. Dirigenti costretti alla fuga

Alta tensione lunedì quando centinaia di dipendenti hanno preso d’assalto la sede di Air France. L’obiettivo era il vertice del comitato d’impresa nel quale la compagnia aerea ha delineato ai sindacati il suo piano di tagli. A rischiare il posto sono 2.900 persone: 300 piloti, 900 assistenti di volo e 1.700 impiegati nel personale di terra. Vittima di cori e percosse è stato, in particolare, il capo delle Risorse Umane Xavier Broseta, rimasto a torso nudo e costretto a scavalcare i cancelli per mettersi in salvo. .@AirFranceFR va porter plainte après l’agression de deux directeurs, chemises arrachées par des salariés en colère https://t.co/z9gCRsgQN0— iTELE (@itele) 5 Ottobre 2015 La compagnia ha già fatto sapere che sporgerà querela. L’annuncio dei tagli segue la rottura dei negoziati con i sindacati della settimana scorsa. Nodo principale: il piano di ristrutturazione “Perform 2020” con cui Air France punta a far risalire di quota i conti. Peccato che ai piloti l’idea di lavorare più ore per la stessa paga proprio non piaccia. Così come l’anno scorso non era piaciuta l’idea di un vettore low-cost delocalizzato fuori dalla Francia: gli scioperi erano costati alla compagnia 500 milioni di euro. Il governo, dal canto suo, chiede con forza alle parti di tornare a sedersi al tavolo per evitare i primi licenziamenti coatti dall’inizio degli anni 90.