Berlusconi a sorpresa: "Tifo un po' l'Inter.."
Il patron del Monza in vista del derby di Milano.
AGI - "Bisogna sempre pensare che quel che fa Bergoglio ha sempre alle spalle una serie di passaggi compiuti da altri Pontefici prima di lui, compreso Benedetto XVI": a parlare è il professor Enzo Pace, ordinario di Sociologia generale e docente di Sociologia delle Religioni all'Università degli studi di Padova, nell'analizzare con l'AGI la visita del Papa in Iraq. "Si tratta di un viaggio molto rilevante", sottolinea. "La cosa importante è che questo incontro arriva dopo il documento sulla 'Fratellanza umana per la pace nel mondo', siglato ad Abu Dhabi con il rappresentante dell'università di Al-Azhar al Cairo. Questa volta Bergoglio ha invece incontrato, non a caso, un personaggio come Al Sistani, che invece rappresenta lo sciismo. Dal punto di vista geopolitico, con l'Iran lo sciismo entra nei conflitti, ed è come se il Papa avesse voluto dare un segnale e dire 'Siete divisi, si', però per me siete persone con cui si puo' dialogare. Ovviamente Bergoglio lo ha fatto selezionando accuratamente gli interlocutori". "Non è andato in Iran a cercarsi uno degli Ayatollah molto conservatori che ormai sono al potere", prosegue Pace. "Al Sistani rappresenta quella corrente dello sciismo che ritiene che andare al potere è tradire la visione anche teologico-escatologica dello sciismo. Lo sciismo si definisce nella sua concezione teologica verso il X secolo quando un teologo elaborò la teoria per cui l'Ultimo Imam - il dodicesimo non era morto ma era solamente scomparso agli occhi visibili - tornerà. E tornerà per rendere giustizia. Ma nel frattempo cosa si fa? Nel frattempo, si cerca di leggere i segni dei tempi di questo ritorno ma senza prefigurare un sistema politico che in qualche modo anticipi la giustizia, la quale verrà invece ristabilita in terra". Sistani, continua il professore Enzo Pace, rappresenta proprio "questa visione tradizionale, ma anche molto chiara, una visione alternativa a quella di Khomeini. Come al solito, in quel quadrante geografico, ogni questione teologica se viene usata politicamente ha dei risvolti sorprendenti. Khomeini cosa dice? Anticipiamo noi l'arrivo del Regno di Giustizia, tant'è che a un certo punto si farà chiamare persino 'imam', che nel linguaggio corrente e nel simbolismo religioso è un'appropriazione indebita di un titolo che spetterà a questo Salvatore destinato a ritornare in terra a rendere giustizia". In sintesi, dunque, l'incontro del Papa è il frutto di una selezione molto accurata del suo interlocutore: seleziona personaggi come Al Sistani, non va invece a parlare con altri sciiti molto più irruenti, per esempio, in Libano, Hassan Nasrallah, che ha una sua milizia perchè pensa che bisogna andare al potere e accelerare i tempi del ritorno del Salvatore. Per il professor Enzo Pace, Papa Bergoglio sta facendo perciò un'operazione politica: "Molto, ma molto politica. E anche coraggiosa, perché sa che va ad individuare un interlocutore nel mondo sciita che probabilmente non piace a Khamenei e a tutto l'establishment iraniano". Ma Papa Francesco, in verità, fa un'operazione che unifica o che distingue il grano dal loglio? "Intanto lui dice: 'che voi siate divisi tra sciiti e sunniti, a me basta che lavoriate per la pace, per uscire da questa logica terribile dei conflitto'. Non dimentichiamoci che Al-Sistani è d'origine iraniana ma vive in Iraq e ha visto sotto i suoi occhi quella terribile vicenda che non si è ancora chiusa, la lunghissima guerra irakena e poi la nascita dell'Isis. Bergoglio va lì e dice: 'Io sono con voi, vorrei lavorare per la pace e non mi interessa stare lì a distinguere tra sciiti e sunniti, purché mi diate la garanzia che non volete fare politica'. Quel che Francesco capisce, da politico, è che più le religioni si intromettono negli affari politici più diventano fonte loro stesse di conflitto politico. Finiscono per alimentare il conflitto". "Ovviamente lo scopo secondario, però importante - prosegue Pace - è quello di riuscire a salvare quel poco di comunità cristiane che esistono in loco. L'idea che lui ha - e questo è un altro elemento molto interessante - non è quella che i cattolici portano in giro per il mondo la verità, ma che invece laddove esiste una pluralità di comunità religiose questo è un valore aggiunto, anche per i cattolici. Quindi Bergoglio ha l'idea di salvare questo patrimonio culturale in Siria, in Iraq, Libano, Giordania perchè è come se si stesse perdendo un patrimonio culturale dell'umanità. Queste società sono state abituate per secoli a vedere cristiani, musulmani, sciiti, sunniti, ortodossi, maroniti e padre Dall'Oglio.... Sono abituati a considerare il pluralismo non come un'eccezione ma come la vita quotidiana. Questo è il punto. Il disastro, oggi, è che le guerre - prima in Iraq, poi la guerra civile in Siria, quindi la ciliegina avvelenata dell'Isis- hanno fatto collassare questa realtà quotidiana. La gente normale -con cui parlo normalmente, siriani, irakeni...- non riesce a rendersi conto di come siano spuntati fuori personaggi che dicevano: 'O siete musulmani come noi o vi facciamo fuori'". Di qui l'importanza di questo viaggio: "è come se questo viaggio volesse anche dire: 'Noi capiamo che i problemi sono molto complicati, pero' siamo qua anche per dire: salviamo questo tessuto plurale in cui cristiani e cattolici hanno un ruolo'. In Siria sappiamo tutti che fine ha fatto padre Dall'Oglio Ma ci sono anche tante altre figure di secondo ordine, tanti vescovi, abituati a svolgere un ruolo politico, per i quali il Papa teme. Per loro e per la loro sorte".
Cambio di colore delle regioni da domani, lunedì 8 marzo: Campania in zona rossa, Friuli Venezia Giulia e Veneto in zona arancione. L'epidemia di coronavirus non frena anzi accelera e la situazione in Italia peggiora con l'indice Rt che sale a 1,06, come evidenzia il report Iss, superando la soglia di 1 dopo 7 settimane. La Lombardia nel frattempo è entrata in zona arancione rafforzata, come buona parte del Piemonte. L'Emilia Romagna è in zona arancione, ma la zona rossa già adottata per le province di Bologna e Modena è destinata ad estendersi anche altre province. Lazio e Liguria rimangono in zona gialla. Il quadro è complesso: "Dieci regioni e province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1". Si tratta di Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Trento, Toscana, Valle d'Aosta e Veneto. "Si osserva un peggioramento anche nel numero di Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e aree mediche sopra la soglia critica: sono 9, erano 8 la settimana precedente", evidenzia ancora l'Iss sottolineando: "Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento (26% rispetto al 24% della scorsa settimana). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in netto aumento da 2.146 (23 febbraio) a 2.327 (02 marzo). Il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 18.295 a 19.570". Zona rossa: Campania, Molise, Basilicata. Zona arancione: Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Abruzzo, Piemonte, Emilia Romagna, Piemonte, Umbria, Toscana, province autonome di Bolzano e Trento. Zona gialla: Lazio, Liguria, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d'Aosta. Zona bianca: Sardegna. Campania zona rossa da domani dunque con il bollettino di sabato 6 marzo che registra 2.842 contagi e 13 decessi. Il tasso di positività nella regione è dell'11,22%. "Come era ampiamente prevedibile ormai siamo in zona rossa perché questo livello di contagio non si può più reggere, perché la ricaduta sulla rete ospedaliera diventa grande e alla lunga insostenibile", ha detto il governatore Vincenzo De Luca. Il Veneto passa in zona arancione con un bollettino quotidiano, per quanto riguarda sabato 6 marzo, di 1.505 nuovi contagi e 25 morti. "Siamo zona arancione. Il dato fa comprendere quanto corra velocemente l'infezione. Le proiezioni sono preoccupanti. Siamo davanti ad una mutazione del virus che è dal 43% al 100% più contagioso. Speriamo sia l'ultima", le parole del governatore Luca Zaia. Per il Friuli Venezia Giulia, il passaggio dal giallo alla zona arancione si concretizza mentre vengono registrati 12 morti e 823 nuovi contagi. "L'ingresso in zona arancione dall'8 marzo -dice il governatore Massimiliano Fedriga - è riconducibile non tanto all'indice Rt quanto al repentino e vistoso aumento dei contagi nel nostro territorio regionale che ci colloca a rischio alto". La Sardegna, unica regione in zona bianca, da domani vara controlli anti Covid 19. Tutti coloro che vogliono raggiungere l’Isola, prima di imbarcarsi su linee aeree o marittime, devono registrarsi nel sito della Regione e presentare copia della ricevuta di avvenuta registrazione con la carta d’imbarco e il documento d’identità in corso di validità. Nella piattaforma istituzionale, i passeggeri in arrivo possono dimostrare l'avvenuta vaccinazione (prima e seconda dose) o di essersi sottoposti a tampone molecolare, con esito negativo, eseguito non oltre le 48 ore dalla partenza. Chi arriva senza aver fatto il test né il vaccino, una volta sbarcato dovrà sottoporsi al tampone rapido nelle aree che saranno predisposte nei porti e negli aeroporti. In caso di risultato negativo, il passeggero dovrà ripetere l’antigenico dopo 5 giorni, mentre nel caso risultasse positivo, dovrà sottoporsi a tampone molecolare, a proprie spese e ha l’obbligo di isolamento fiduciario, dall’ingresso in Sardegna per i successivi dieci giorni. L’ordinanza resterà in vigore fino al 24 marzo. Sempre in serata, il presidente Solinas ha firmato anche una seconda ordinanza che mantiene immutate le disposizioni sulla didattica a distanza per le scuole Superiori e sul contingentamento dei posti sui mezzi pubblici regionali.
E' il rock dei Måneskin con il brano "Zitti e buoni" a trionfare nella 71esima edizione del Festival di Sanremo. Il gruppo lanciato da X Factor batte in finale la coppia formata da Francesca Michielin e Fedez, secondi con "Chiamami per nome", ed Ermal Meta, super favorito della vigilia, terzo con "Un milione di cose da dirti".
Il premier Mario Draghi ha scelto la società americana McKinsey come consulente per il Recovery Plan: la decisione ha generato polemiche tra i politici.
E alla fine i Maneskin ha vinto questa 71esima edizione del Festival, ma già si guarda alla prossima edizione, si spera libera da restrizioni, mentre sul fronte "fanta sanremo" sono partite le scommesse sul post Amadeus
I Maneskin hanno vinto il Festival di Sanremo 2021: il secondo e il terzo posto.
La band trionfatrice della 71esima edizione della kermesse canora
Perché una cosa è certa: i teatri pieni, i palazzetti brulicanti, i parterre saltellanti ci mancano da impazzire. Come è mancata la platea al Festival di Sanremo 2021
Colapesce e Dimartino con 'Musica Leggerissima' conquistano il Premio Lucio Dalla
Brillare e rinascere
Nelle scorse ore, Chiara Ferragni aveva invitato i suoi follower a votare per il marito Fedez
La giuria degli adolescenti del Festival di Sanremo, organizzata per il terzo anno consecutivo da Radioimmaginaria, assegna il primo posto alla band romana dei Maneskin e alla loro "Zitti e buoni" con il 33%. mgg/red
I Maneskin hanno vinto il Festival di Sanremo 2021. Al secondo posto Fedez e Francesca Michielin, al terzo posto Ermal Meta. Il gruppo ha trionfato con il brano 'Zitti e buoni'. Willie Peyote con il brano 'Mai dire mai (la locura)' ha vinto il Premio della Critica - Sezione Campioni intitolato a Mia Martini attribuito dalla Sala Stampa del Festival. Ha ottenuto 21 voti su 64 testate chiamate a esprimersi. Secondi Colapesce e Dimartino con 13 preferenze, terzi Extraliscio feat. Davide Toffolo con 6. Colapesce Dimartino con il brano 'Musica Leggerissima' si sono aggiudicati il Premio Lucio Dalla, assegnato dalla Sala Stampa Radio-Tv-Web, con 21 preferenze su 98 votanti. Secondo Ermal Meta con 12 voti, terza Annalisa con 8. La classifica finale del Festival: 1 - Maneskin; 2 - Fedez e Francesca Michielin 3 - Ermal Meta 4 - Colapesce Dimartino; 5 - Irama; 6 - Wille Peyote; 7 - Annalisa; 8 - Madame; 9 - Orietta Berti; 10 - Arisa; 11 - La Rappresentate di Lista; 12 - Extraliscio feat Davide Toffolo; 13 - Lo Stato Sociale; 14 -Noemi; 15 - Malika Ayane; 16 - Fulminacci; 17 - Max Gazzè; 18 - Fasma; 19 - Gaia; 20 - Coma_Cose; 21 - Ghemon 22 - Francesco Renga; 23 - Gio Evan; 24 - Bugo; 25 - Aiello; 26 - Random.
Lo storico volto di Sanremo, Beppe Vessicchio, non è stato direttore d’orchestra di nessuno dei Big in gara ma soltanto della giovane Elena Faggi.
Per la finale i Maneskin hanno messo a nudo (letteralmente) il loro animo glam rock
La polizia è intervenuta per bloccare un corteo di trenta persone intento a protestare all’ingresso dell’Ariston, intonando cori per chiedere lavoro.
Chiara Ferragni su Instagram chiede aiuto ai suoi 23 milioni di followers per votare il marito Fedez, in gara a Sanremo 2021 con Francesca Michielin. Sul web monta la polemica: molti utenti protestano a gran voce, facendo notare che nessuno degli altri concorrenti in gara può contare su un bacino così vasto di voti cui attingere. "Chiara Ferragni ha pubblicato letteralmente diciannove stories e tre post, di cui uno con Leone, in cui invita a votare Fedez. Ogni nostro tentativo di far salire qualcun altro sul podio sarà inutile", scrive un utente. "Devono vincere le canzoni migliori, non quelle che hanno più follower!", scrive qualcuno. "Ho buttato 50 centesimi. La Ferragni ha detto ai suoi followers di votare suo marito. Ciaaaao", scrive un'altra. Le fa eco un altro utente: "Dall'alto dei miei 128 followers, faccio un appello ai 23 milioni di seguaci della Ferragni: toglietele il follow", invita. "Certo che se votano i fan di Chiara Ferragni sappiamo già chi sarà il vincitore, potevamo risparmiarci l'esibizione di Renga e Bugo", sdrammatizza qualcun altro. Ma c'è anche chi difende l'imprenditrice digitale: "Non capisco la polemica: non dovrebbe invitare i followers a votare per il marito?", scrive qualcuno. Codacons - Il Codacons "vigilerà sull'andamento del televoto e chiederà alla Rai di avere tutti i dati relativi ai voti provenienti dal pubblico da casa", per verificare se l'appello di Chiara Ferragni a votare il marito Fedez in gara a Sanremo con Francesca Michielin possa incorrere in qualche violazione. Lo afferma l'associazione all'Adnkronos, e spiega: "Il regolamento del festival prevede la par condicio per tutti gli artisti in gara, e se questa viene violata da interventi esterni atti ad alterare la classifica finale della kermesse, la stessa classifica rischia di essere annullata". Utilizzare dunque "un bacino di utenza di 23 milioni di follower per favorire un artista a discapito degli altri potrebbe determinare una violazione sia del regolamento del festival che delle delibere Agcom, ed in tal senso, in caso di votazioni anomale attraverso il televoto il Codacons avvierà le dovute azioni legale per annullare la classifica finale di Sanremo 2021".
Per noi Madame è un grande, emozionato, "lo voglio"
Fiorello ringrazia: "È un bellissimo premio, il più importante ricevuto in carriera”
Perle e cristalli si fanno magia in un abito azzurro che porta la primavera sul palco di Sanremo