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Budapest, i taxi ora accettano i Bitcoin. Pro e contro della moneta virtuale

Se siete in Ungheria e avete confidenza con i Bitcoin, buone notizie: Budapest Taxi, flotta da oltre 500 auto gialle, ha cominciato ad accettare la famosa criptovaluta. Qualcuno direbbe “famigerata” e non solo per la sua ben nota volatilità (oggi un Bitcoin vale circa 350 euro). Pur essendo transazioni elettroniche i pagamenti Bitcoin sono anonimi, il che impedisce ai malintenzionati di rubare i dati dei conti degli utenti, ma impedisce anche alle autorità di fare luce su flussi di denaro poco chiari. “Il nostro scopo è spingere le persone a pagare coi bitcoin servizi e persino prodotti in negozi in carne e ossa. Ci guadagniamo tutti: le aziende che li accettano, le quali accrescono le loro entrate, e noi che li aiutiamo a utilizzarli”: a parlare così è András Lőwy, fondatore della startup COinPAY che ha predisposto il sistema di pagamento. Come funziona? A fine corsa il tassista genera un codice a barre QR e il viaggiatore, munito di smartphone e portafoglio virtuale, fa lo scan. Riuscirà questa modalità di pagamento a sfondare nonostante la poca familiarità degli ungheresi con i Bitcoin? “È importante cogliere le opportunità per innovare”, risponde il capo di Budapest Taxi Csaba Horváth. Il quale (pur non prevedendo crescite da capogiro) aggiunge: “Se una di queste riscuote un successo, possiamo dire di essere stati i primi a metterla in atto”. Pur essendo in pochi, gli ungheresi convertitisi alla criptomoneta non hanno lesinato: nel Paese sono presenti Bitcoin per un controvalore di 25 milioni di euro. “A Budapest sono già stati lanciati dei bancomat per ritirare Bitcoin”, racconta la nostra corrispondente Andrea Hajagos. “Tanti criticano questo tipo di pagamenti, dicendo che sono legati indissolubilmente all’economia sommersa. In pochi, però, rifiutano di ammettere quanto l’idea sia innovativa”, conclude.