A Cortina 2021 Canon protagonista tra innovazione e sostenibilità
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Theramex, società mondiale specializzata nella salute femminile, oggi ha annunciato l'approvazione della Procedura decentralizzata in diversi paesi dell'Unione europea e nel Regno Unito per BIJUVA® (1 mg estradiolo / 100 mg progesterone) in capsule come terapia ormonale sostitutiva (TOS) continuativa combinata indicata per i sintomi di carenza di estrogeni nelle donne in post menopausa, con utero intatto e dopo almeno 12 mesi dall'ultimo ciclo.
Amadeus si fa il segno della croce prima dell'inizio del Festival di Sanremo 2021. A qualcuno il gesto non piace. In particolare, all'Uaar, l'Unione atei agnostici razionalisti. "Era un po’ tutto concordato. Amadeus, che è un professionista, non il primo che capita, e la regia del Festival di Sanremo, hanno voluto inserire quel gesto, e in questo senso a me sembra davvero poco opportuno. Mi chiedo: come sarebbe stata presentata la stessa situazione se anziché fare il segno della croce, Amadeus avesse esposto la nostra tessera in mondovisione? Probabilmente ci sarebbero state delle proteste, dicendo che Amadeus aveva occupato lo spazio pubblico promuovendo la sua concezione del mondo. E questo è ciò è successo", dice all'Adnkronos il segretario nazionale dell'Uaar, Roberto Grendene, commentando il segno della croce che ieri Amadeus si è fatto all'inizio della prima puntata del Festival di Sanremo, un attimo prima di scendere le scale del Teatro Ariston. Subito dopo il segretario dell’Uaar spiega: "Diverso è se fosse stato un gesto un po’ scaramantico, come i giocatori di calcio quando entrano in campo, ma se è stato concordato, allora cambia molto. In ogni caso, la mia lettura del gesto di Amadeus si rifà anche alla conduttrice Rai che si presenta sempre in favore di telecamere leggendo il Tg con il Rosario al collo, un Rosario bello evidente. Si è parlato, anche al nostro interno, di libertà di espressione, ma sappiamo benissimo come funziona, sono scelte della regia. Non è che è un conduttore di una trasmissione o addirittura un giornalista che legge le notizie, può scegliere il tipo di abbigliamento, gli ornamenti, le spille che mette. Per cui è ovvio che c’è una scelta dell’emittente, in questo caso del servizio pubblico", aggiunge. "Non mi sento di dire che Amadeus ha sbagliato, rispettiamo ogni gesto individuale che viene dal profondo del proprio credo, però, a meno che non si sia trattato di un gesto spontaneo, lavorando in una televisione pubblica e sapendo che si parla anche a una platea di laici, atei, ebrei, musulmani, forse avrebbe dovuto tenerne conto", dichiara all'AdnKronos Foad Aodi, presidente Co-Mai, Comunità del mondo Arabo in Italia. "Oggi per gli italiani vale più la serenità, quindi bisognerebbe lasciare da parte ogni episodio che possa essere strumentalizzato o essere fonte di provocazione", aggiunge. "E come un calciatore che entra nel campo di calcio e si fa il segno della croce. Se uno crede…il credo è un valore aggiunto", dice l'imam di Firenze Izzedin Elzir. "Capisco che nella realtà italiana ed europea ci sia troppa paura, per motivi storici comprensibili, delle fedi religiose e dei loro simboli, ma non credo dobbiamo soffermarci su questo, dobbiamo riconciliarci col passato. Ognuno ha la sua fede, il suo credo, il suo pensiero, e anche se non condividiamo dobbiamo considerare la differenza una risorsa, una ricchezza. Un gesto come quello di Amadeus, che credo lui abbia fatto in maniera naturale, non mi deve fare preoccupare o sentire che la mia fede è minacciata", afferma.
Reggiseno nero, tuta nera e pancia di fuori
Una busta con dei proiettili è stata consegnata a Matteo Renzi, leader di Italia Viva, al Senato. Si apprende da fonti parlamentari. Numerose le manifestazioni di solidarietà nei confronti dell'ex premier. "A nome mio personale e di tutto il gruppo Pd del Senato esprimo grande solidarietà al senatore Renzi, vittima di un gesto folle. L’odio deve essere totalmente bandito dal linguaggio della politica", dice il capogruppo dem Andrea Marcucci dopo il ritrovamento di una lettera con due bossoli indirizzata al leader di Italia Viva. "Il clima d’odio di questi giorni contro #Renzi dimostra che siamo all’imbarbarimento della politica e del dibattito pubblico e i bossoli dimostrano che dalle parole d’odio è facile passare ai fatti. Caro Matteo, sempre a testa alta, non ci fanno paura, non ci arrenderemo mai", scrive il capogruppo di Italia Viva al Senato, Davide Faraone, su twitter. "Una busta con due bossoli recapitata a Matteo Renzi. Una minaccia spaventosa che mi auguro sia condannata con fermezza da tutti. È il momento di dire basta a questa politica intrisa di violenza e odio. Matteo, siamo al tuo fianco, con forza e orgoglio. Non ci faremo intimidire", le parole di Teresa Bellanova.
Nei Paesi Bassi i laboratori di screening sul Covid-19 sono presi di mira. Un'altra esplosione nel nord del Paese dopo quella di gennaio. Negazionisti o solo cittadini stanchi delle restrizioni? Intanto proseguono le proteste contro il coprifuocoView on euronews
Roberto Cingolani indica i capisaldi del suo programma. "Siamo a fine partita, come possiamo uscirne"
In attesa di un responso ufficiale, i fan alzano la voce e lanciano un appello ai Big: "Dimostrate di amare la musica e di non essere lì solo per vincere”
Intervista al Dem: "Conte non può essere più federatore. E Orlando resti vicesegretario"
Il direttore artistico, dopo un leggero calo di ascolti, prova a risollevare il Festival. Senza Ibra, occhi puntati sul tributo a Ennio Morricone e il ritorno (senza Morgan) di Bugo
''Subito un piano siderurgico nazionale per non perdere il treno della ripresa e dare un respiro di lungo periodo a un settore fondamentale per la seconda industria manifatturiera europea''. A chiedere al governo di intervenire con decisione e tempestività è il presidente di Federacciai Alessandro Banzato, forte del buon trend internazionale del settore agganciato dalle imprese italiane, ma stretto tra una Germania che ha appena completato il suo piano e i rischi di uno shopping estero pronto ad approfittare della mancanza di strategia e visione del sistema Paese. ''Veniamo da anni in cui i nostri governi hanno avuto un'attitudine industriale un po' debole, hanno guardato al mondo dell'industria con diffidenza e hanno preso iniziative basate sull'emergenza, come sull'Ilva. Ma ora -dice all'Adnkronos- è il momento di cambiare passo, di adottare una strategia di lungo periodo, come fa la Germania che ha appena completato il piano siderurgico e che, come mi ha spiegato il mio collega tedesco, non sarà cancellato o scritto nuovamente dal nuovo governo che arriverà''. Banzato non si riferisce a qualche esecutivo in particolare '' ma qui da noi -dice- nessuno ci ha mai chiamati per discutere di questo piano che è frutto di una collaborazione tra governo e parti sociali. Ci sono momenti particolari e questo lo è, che si deve mettere un cappello più alto su un settore super strategico per la nazione, siamo la base per la manifattura, che è, ribadisco, la seconda in Europa. Quando si parla di Germania si parla della sua capacità di essere pronta sui temi che sono importanti e caldi. Speriamo che il governo ci chiami, noi siamo a disposizione. Serve una strategia di lungo periodo''. Dati alla mano l'industria nazionale dell'acciaio ha fatto miracoli: ''dal crollo del 40% della produzione dovuta alla pandemia, siamo riusciti a recuperare e a scendere a -12% -sottolinea- e nel dato c'è anche la produzione ridotta dell'Ilva''. Ma non solo. Le imprese sembrano aver preso nel 2021 il giusto abbrivio: ''la situazione è buona -spiega- abbiamo agganciato pur con un aumento importantissimo del prezzo delle materie la ripresa internazionale e debbo dire che i carichi di ordini sono in generale buoni per il settore e per la filiera. Un momento positivo assolutamente da non perdere''. Anche perchè se si perde il treno ora, i pericoli sono diversi. ''se non si fa il piano siderurgico -spiega- il rischio è che qualche produzione strategica non si faccia più qui. Certo, si può andare a comprare sui mercati esteri, ma significa pagamenti anticipati, tempi di consegna più lunghi con il rischio che una certa produzione non abbia in tempi adeguati l'acciaio''. Una situazione che indebolirebbe le imprese ''e il timore è che poi dall'estero facciano shopping spostando oltreconfine alcuni tipi di produzione''. Piano siderurgico significa anche rispettare le regole del gioco europeo, senza che l'Ue si trasformi in un handicap per le aziende italiane: ''le regole europee -spiega non avvantaggiano qualche paese in particolare. Ci sono però paesi che per le loro lungaggini e difficoltà attuative, tipo il nostro, riescono a ''sfruttare' meno bene le regole europee e le possibilità che queste offrono. Un esempio sono le compensazioni sugli extra costi degli Ets che qui da noi in Italia non sono ancora arrivate, mentre i produttori degli altri paesi europei, li hanno già avuti da due, tre anni''. Poi, per la rotta europea e italiana sul green, l'industria dell'acciao è pronta a collaborare. ''abbiamo preparato un documento già consegnato sia al governo precedente che alle commissioni Industria di Senato e Camera -dice Banzato- e ora prendiamo i primi contatti con questo governo, naturalmente andremo a discuterlo con loro ed eventualmente integrarlo ove fosse necessario. Per quel che riguarda la nostra federazione, abbiamo già qualche associato che, per esempio sul campo dell'idrogeno, ha avviato delle piccole iniziative pilota per cercare di sviluppare il tema''. L'importante ''è aprire una collaborazione costruttiva senza ricominciare sempre daccapo''. Sull'Ilva ad esempio ''ho visto che neo ministro Giorgetti ha avuto un incontro sia con i sindacati sia con le autorità politiche locali, Comune e Regione Puglia e ho visto che ha riconfermato il piano: per me è la strada giusta per uscire da questa situazione''.
Amadeus ha scagliato una frecciatina contro uno spot sulla Liguria mandato in onda al Festival di Sanremo 2021.
"l'Italia si avvicina alla zona rossa": così Bertolaso commenta la situazione attuale, e chiede di andare avanti col vaccino
La sbarra multifunzione permette di mantenersi in forma a casa grazie ai vari allenamenti che si possono fare.
Neanche il tempo di iniziare che il Festival di Sanremo potrebbe già essere finito per Filippo Maria Fanti, in arte Irama.
Covid, Fedriga fa il punto della situazione del Friuli Venezia Giulia: medie e superiori chiuse, contagi in aumento e nuove zone arancioni.
''Potenziare le forme associative della medicina generale sul territorio vuol dire aprire la strada ad un reale cambio di passo nella programmazione dell’assistenza sanitaria in Piemonte, puntando a un modello di medicina che non è più di attesa, ma di iniziativa, per consentire, nel medio-lungo periodo, una gestione ottimale delle patologie croniche e, nel breve periodo, la tempestiva intercettazione sul territorio dei pazienti sospetti Covid, con conseguente riduzione dell’impatto sugli ospedali''. Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, ha commentato oggi, in Consiglio regionale, l’approvazione della nuova legge sullo sviluppo delle forme associative della medicina generale ''E’ un risultato strategico importante - ha aggiunto - soprattutto perché rilancia e potenzia i provvedimenti già attivati in questi mesi con le medesime finalità, dalla telemedicina alla farmacia dei servizi, dall’accordo quadro sulle cure domiciliari, al nuovo portale salutepiemonte.it sui servizi sanitari digitali della Regione Piemonte. Il tutto con il comune obiettivo di garantire l’uniformità assistenziale a tutti i cittadini piemontesi, superando le differenze territoriali e organizzative'' ''L’emergenza sanitaria – ha proseguito Icardi - ha reso drammaticamente evidente quanto sia necessario riportare al centro il ruolo della medicina generale sul territorio. Un obiettivo al quale abbiamo dedicato fin da subito la massima attenzione, fino ad attivare in piena pandemia un apposito gruppo di lavoro coordinato dal professor Ferruccio Fazio che ha prodotto un ventaglio di soluzioni concrete raccolte nella nuova legge''. ''L’investimento di 10 milioni all’anno messo in campo dalla Regione, oltre ai 17,3 milioni di euro già destinati dalla stessa Regione alle attrezzature sanitarie di diagnostica di primo livello a favore dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta e all’investimento regionale di 7 milioni di euro stanziati per la telemedicina, dimostra chiaramente che si sta facendo sul serio e che la svolta c’è stata'', ha concluso Icardi. In dettaglio, la nuova legge riconosce all’assistenza primaria il ruolo cardine dell’assistenza territoriale, potenziando le attuali forme associative di medicina 'di gruppo' e medicina 'di rete' della medicina generale. I medici che sceglieranno di lavorare in una di queste due modalità associative potranno essere supportati da personale di studio. In particolare, la modalità di lavoro in gruppo consente le maggiori sinergie ed economicità di scala (per esempio permette di sommare i singoli rimborsi per personale di studio e infermiere e di suddividere le varie spese) e nel contempo offre ai cittadini proposte di medicina proattiva e un medico disponibile per più ore, mattino e pomeriggio. La modalità di medicina in rete, invece, potrà essere preferibilmente attivata nei territori molto ampi, con popolazione scarsa e ambulatori medici più dispersi, in quanto non prevede l’obbligo di una sede unica, ma consente ai medici di mantenere i loro ambulatori, per non compromettere la capillarità dell’assistenza e favorire l’accessibilità agli assistiti. Il provvedimento, approvato dall'Aula prevede, per il biennio 2021-2022 uno stanziamento di 10 milioni di euro annui per potenziare le attuali forme associative e Imedici che sceglieranno di lavorare in una di queste due modalità associative potranno essere supportati da personale di studio. In particolare, il 60 per cento dei medici potrà disporre di personale di segreteria (oggi sono il 43%) e il 40 per cento di personale infermieristico (oggi sono il 19%). Si prevede inoltre che la Regione adotti un Piano di assistenza territoriale con la costituzione di servizi a gestione infermieristica nell’ambito distrettuale delle Asl e con il potenziamento della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità per implementare i servizi territoriali e domiciliari. Il disegno di legge ha visto oggi la discussione di 25 emendamenti presentati dall’opposizione: 16 del Pd, primo firmatario Domenico Rossi, 7 di Luv, primo firmatario Marco Grimaldi, e 2 del M5s, prima firmataria Sarah Disabato. È stato approvato all’unanimità dopo modifiche, l’emendamento presentato dal Pd, per prevedere l’applicazione della clausola valutativa al provvedimento per valutarne, con cadenza biennale, l’efficacia e l’impatto sul territorio. Durante le dichiarazioni di voto, prima della votazione finale, Rossi (Pd) ha dichiarato la non partecipazione al voto del proprio gruppo sottolineando di “non essere contrario agli obiettivi e alle finalità del provvedimento ma di ritenerlo inadeguato e incompleto. Abbiamo provato ancora oggi a migliorarlo chiedendo di includere anche i pediatri di libera scelta e implementando le borse di studio per la formazione dei medici e siamo contrari al finanziamento della legge con fondi destinati al trasporto pubblico locale”. Il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha definito la legge “un passo per rafforzare la medicina territoriale. Un risultato raggiunto grazie all’operato della Commissione e dell’assessore. La pandemia ha messo in evidenza l’anello debole del sistema sanitario regionale e consentire a medici di base e specialisti di riunirsi e confrontarsi è certamente un servizio al Piemonte. Sarà nostro impegno rimpinguare al più presto i finanziamenti al trasporto pubblico locale perché sappiamo quanto il territorio ne abbia bisogno”. Per Baolo Bongioanni, Fdi, è “quanto mai necessario rafforzare la medicina del territorio perché la pandemia ha messo in luce la necessità di un sistema territoriale in grado di convivere con quello ospedaliero, senza contare che le forme di medicina associate e in rete assicurano una maggiore efficacia ed efficienza delle prestazioni e assicura il passaggio da una medicina d’attesa a una medicina d’iniziativa”. Grimaldi (Luv) ha definito la legge “incompleta, perché esclude realtà importanti come i pediatri, le borse di studio e le Case della salute e attinge, oltretutto, fondi da voci che dovrebbero essere intoccabili”. Silvio Magliano (Moderati) ha osservato che con “la legge saniamo una mancanza di budget non disponibile quando si cominciò a parlare di Medicina. Bene l’emendamento di minoranza sugli infermieri di comunità. Preoccupa l’assenza di strategia”. Alessandra Biletta (Fi) ha sottolineato “l’impegno e l’abnegazione dimostrata da tanti medici di famiglia durante la pandemia. L’Assessorato ha svolto un grande lavoro per superare il cortocircuito che si è verificato in tutte le regioni: medicina ospedaliera e medicina territoriale devono essere le due gambe su cui si regge il sistema e la crisi ha offerto la possibilità di cambiare volto alla Sanità piemontese. Auspichiamo un provvedimento analogo anche per i pediatri e per rimediare ai vuoti lasciati dai pensionamenti dei medici di base”. Per Disabato “il M5s ha dato il proprio contributo in Commissione e in Aula per rendere il provvedimento più aderente alle necessità del territorio. Questa legge non può essere considerata un tassello importante per la riorganizzazione della medicina territoriale perché molte delle proposte fatte per migliorarla non sono state prese in considerazione. Togliere risorse al trasporto pubblico locale è un rischio”. Infine, per Francesca Frediani (M4o) “la discussione è parzialmente mancata perché la maggioranza è intervenuta poco e ha dato l’impressione che i provvedimenti siano in qualche modo già ‘scritti’ e c’è pochissimo margine per il confronto”. Al termine della seduta è iniziata la discussione degli undici atti d'indirizzo collegati. Quattro sono stati approvati, gli altri verranno votati nella prossima seduta.
Una visita che ha "un'importanza particolare", che "significa grande speranza per tutto il popolo iracheno", per un Iraq ferito dalla guerra, dal terrorismo, dall'Isis, che fa i conti con la pandemia di coronavirus. Raid Michael, iracheno della comunità siro cattolica, attende a Erbil l'arrivo di Papa Francesco, aspetta la messa di domenica nello stadio di Erbil. "Andrò sicuramente", dice ad Aki - Adnkronos International. E' originario della zona di Ninive, la sua famiglia vive a Qaraqosh, e lui spera di poter andare anche lì. "Il Papa viene per tutti, tutti guardano a questa visita come una speranza", dice Michael, Country Director in Iraq di Un Ponte Per, l'ong nata nel 1991, che promuove pace, diritti umani, solidarietà tra i popoli. A Erbil, racconta, tutti parlano della visita del Papa "con entusiasmo", qui "vive quasi la metà dei cristiani rimasti in Iraq, non ci sono dati precisi, ma la Chiesa parla 300, 400, 500.000 persone in tutto il Paese rispetto agli oltre 1,5 milioni prima del 2003". E a Erbil fervono i preparativi, dalla sicurezza alle "bandiere del Vaticano" che sventolano. "Il problema - continua - è che a causa della pandemia di coronavirus sarà ridotto il numero di persone che potrà partecipare alla messa, già tutte registrate, altrimenti non si può andare". Michael, che racconta di essere stato lui stesso costretto tanti anni fa ad abbandonare Baghdad, ricorda le sofferenze degli iracheni, dei cristiani, degli anni passati, "la guerra, al-Qaeda, Daesh (o Isis), i cristiani costretti a lasciare le case, le città", a fare i conti con la "distruzione". Il governo di Baghdad ha annunciato nel dicembre del 2017 la "vittoria" sull'Isis. E Michael racconta di come Upp abbia lavorato con altre organizzazioni umanitarie per aiutare chi "ha sofferto durante quel periodo, per dare loro un po' di speranza", per ricostruire dalle macerie e per ricostruire "anche la pace". Di come Upp lavori per "la coesione sociale, la costruzione della pace, anche tramite i vari partner locali attivi in tutto l'Iraq, per tutti gli iracheni, sia per il popolo che ha sofferto per la guerra che per le minoranze". Michael si sente prima di tutto "iracheno" e rimarca che "c'è sempre speranza". "Un Iraq per tutti gli iracheni", un Iraq da cui anche oggi è arrivata notizia di una pioggia di razzi contro una base aerea usata dalle forze internazionali e dove anche nei giorni scorsi si sono registrate proteste, e scontri finiti nel sangue, a Nassiriya.
Nella bozza del dl Sostegno, spunta il rifinanziamento della cassa integrazione Covid, non più per tranche settimanali ma a scadenza annuale. Ecco come funziona la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga e chi la può richiedere
Le varianti covid e le impennate di contagio da coronavirus fanno paura e gli italiani per il secondo anno di seguito sono pronti a rinunciare ai festeggiamenti per Pasqua. Sette su dieci si dicono favorevoli a evitare il pranzo con i parenti e le tradizionali scampagnate di Pasquetta. È quanto emerge da un sondaggio Emg-Different per Adnkronos. Alla domanda 'vista l'attuale situazione dei contagi, lei è favorevole o contrario a passare la Pasqua e la Pasquetta in casa?', il 70% degli intervistati risponde sì, solo il 21% si dice contrario (mentre il 9% preferisce non rispondere). Per quanto riguarda le risposte in base al genere, tra i favorevoli prevalgono le donne con il 75% rispetto agli uomini (62%). Diversificata la risposta in base alle fasce d'età. Tra chi si dice favorevole a rinunciare alla socialità tipica delle festività pasquali il 63% ha meno di 35 anni, il 59% è tra i 35 e i 54 anni, mentre il 78% è over 55. Qualche differenza si registra nella 'composizione geografica' dei favorevoli: sopra il dato nazionale il Nordest (77%) e il Nordovest (76%); appena al di sotto il dato delle Isole (69%), mentre in controtendenza vanno il Centro (63%) e il Sud (60%). Il sondaggio, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne per sesso, età, regione, classe d'ampiezza demografica dei comuni, è stato realizzato il 2 marzo 2021 con il metodo della rilevazione telematica su panel, su un campione di 1.463 casi (universo: popolazione italiana maggiorenne), e presenta un intervallo fiduciario positivo/negativo del 2,3%. Totale contatti: 2.000, tasso di risposta 73%; rifiuti/sostituzioni 537 (tasso di rifiuti 27%).
Molto probabile una proroga dello stop dei licenziamenti fino al 30 giugno, possibile finanziamento dei vaccini per due miliardi di euro.