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Cos’è il vaccino antinfluenzale?

Il vaccino antinfluenzale è uno strumento di prevenzione contro l'influenza stagionale, una patologia a carico delle vie respiratorie che, per alcune categorie "a rischio", può rivelarsi anche fatale. In Italia, da ottobre 2019 ad aprile 2020 si contano 7.595.000 casi di influenza (ISS). Nel nostro Paese è in uso il vaccino detto "trivalente" che contiene tre tipi di virus influenzali (due di tipo A e uno di tipo B) e il vaccino quadrivalente che ne contiene quattro (due virus di tipo A e due virus di tipo B). Quest'ultimo è in grado di garantire una maggior efficacia della risposta immunitaria ed è quindi indicato per soggetti di età pari o superiore ai 65 anni. I vaccini contengono una selezione di virus isolati nel corso della stagione precedente. Quindi l'efficacia del farmaco dipende dalla corrispondenza tra i virus scelti per la formulazione e quelli in circolazione. Ciò significa che è possibile contrarre un virus diverso da quello vaccinale e ammalarsi comunque. Prima della sua diffusione, il vaccino viene sottoposto a una serie di controlli ed è per questo ritenuto "sicuro". La vaccinazione avviene con un’iniezione intramuscolare e a seguito della somministrazione possono manifestarsi reazioni locali come arrossamento, gonfiore e indolenzimento oltre a febbre, mal di testa, dolori muscolari o articolari. L’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) hanno il compito di autorizzare o negare l’impiego di farmaci nei Paesi membri e in Italia, compresi i vaccini. Nel nostro Paese ogni Regione decide in autonomia quale vaccino adottare per la propria campagna vaccinale.