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Debito greco, i negoziati riprendono all’ombra del possibile default di Atene

“Bisogna mettere da parte la retorica e trovare un punto di incontro”: se nel braccio di ferro tra Atene e i creditori internazionali interviene persino il Segretario del Tesoro statunitense Jack Lew vuol dire che il dramma è davvero alle porte. Nonostante il riavvio dei negoziati, questo mercoledì, fonti bene informate escludono un accordo sulle riforme entro la fine della settimana. In assenza del quale per la Grecia potrebbero schiudersi le porte della bancarotta. “Entrambe le parti giocano al gatto col topo”, commenta Robert Halver di Baader Bank. “Il governo greco ha ricevuto mandato di allentare l’austerità, mentre i suoi creditori hanno invece lo scopo di non concedergli ulteriori aiuti senza riforme. Si possono riconciliare tali posizioni sapendo già che la Grecia è insolvente?”, si chiede l’analista. Sbloccare i 7,2 miliardi di euro di aiuti ancora congelati significherebbe la salvezza, dato che la prossima scadenza del debito è fissata per il 5 giugno (300 milioni di euro e che i soldi, per ammissione stessa del governo, non ci sono. Ma le posizioni sono lontane, specialmente sulle cosiddette “linee rosse” tracciate da Atene: Iva, pensioni e salari pubblici, mercato del lavoro e un target di avanzo primario non eccessivo.