Del Piero palleggia anche in ufficio
L'amore di Del Piero per il pallone non si ferma neanche in ufficio. Ecco come passa il tempo l'ex campione del mondo durante le telefonate di lavoro negli Stati Uniti.
Roberto Cingolani indica i capisaldi del suo programma. "Siamo a fine partita, come possiamo uscirne"
In attesa di un responso ufficiale, i fan alzano la voce e lanciano un appello ai Big: "Dimostrate di amare la musica e di non essere lì solo per vincere”
Intervista al Dem: "Conte non può essere più federatore. E Orlando resti vicesegretario"
Il direttore artistico, dopo un leggero calo di ascolti, prova a risollevare il Festival. Senza Ibra, occhi puntati sul tributo a Ennio Morricone e il ritorno (senza Morgan) di Bugo
Neanche il tempo di iniziare che il Festival di Sanremo potrebbe già essere finito per Filippo Maria Fanti, in arte Irama.
''Potenziare le forme associative della medicina generale sul territorio vuol dire aprire la strada ad un reale cambio di passo nella programmazione dell’assistenza sanitaria in Piemonte, puntando a un modello di medicina che non è più di attesa, ma di iniziativa, per consentire, nel medio-lungo periodo, una gestione ottimale delle patologie croniche e, nel breve periodo, la tempestiva intercettazione sul territorio dei pazienti sospetti Covid, con conseguente riduzione dell’impatto sugli ospedali''. Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, ha commentato oggi, in Consiglio regionale, l’approvazione della nuova legge sullo sviluppo delle forme associative della medicina generale ''E’ un risultato strategico importante - ha aggiunto - soprattutto perché rilancia e potenzia i provvedimenti già attivati in questi mesi con le medesime finalità, dalla telemedicina alla farmacia dei servizi, dall’accordo quadro sulle cure domiciliari, al nuovo portale salutepiemonte.it sui servizi sanitari digitali della Regione Piemonte. Il tutto con il comune obiettivo di garantire l’uniformità assistenziale a tutti i cittadini piemontesi, superando le differenze territoriali e organizzative'' ''L’emergenza sanitaria – ha proseguito Icardi - ha reso drammaticamente evidente quanto sia necessario riportare al centro il ruolo della medicina generale sul territorio. Un obiettivo al quale abbiamo dedicato fin da subito la massima attenzione, fino ad attivare in piena pandemia un apposito gruppo di lavoro coordinato dal professor Ferruccio Fazio che ha prodotto un ventaglio di soluzioni concrete raccolte nella nuova legge''. ''L’investimento di 10 milioni all’anno messo in campo dalla Regione, oltre ai 17,3 milioni di euro già destinati dalla stessa Regione alle attrezzature sanitarie di diagnostica di primo livello a favore dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta e all’investimento regionale di 7 milioni di euro stanziati per la telemedicina, dimostra chiaramente che si sta facendo sul serio e che la svolta c’è stata'', ha concluso Icardi. In dettaglio, la nuova legge riconosce all’assistenza primaria il ruolo cardine dell’assistenza territoriale, potenziando le attuali forme associative di medicina 'di gruppo' e medicina 'di rete' della medicina generale. I medici che sceglieranno di lavorare in una di queste due modalità associative potranno essere supportati da personale di studio. In particolare, la modalità di lavoro in gruppo consente le maggiori sinergie ed economicità di scala (per esempio permette di sommare i singoli rimborsi per personale di studio e infermiere e di suddividere le varie spese) e nel contempo offre ai cittadini proposte di medicina proattiva e un medico disponibile per più ore, mattino e pomeriggio. La modalità di medicina in rete, invece, potrà essere preferibilmente attivata nei territori molto ampi, con popolazione scarsa e ambulatori medici più dispersi, in quanto non prevede l’obbligo di una sede unica, ma consente ai medici di mantenere i loro ambulatori, per non compromettere la capillarità dell’assistenza e favorire l’accessibilità agli assistiti. Il provvedimento, approvato dall'Aula prevede, per il biennio 2021-2022 uno stanziamento di 10 milioni di euro annui per potenziare le attuali forme associative e Imedici che sceglieranno di lavorare in una di queste due modalità associative potranno essere supportati da personale di studio. In particolare, il 60 per cento dei medici potrà disporre di personale di segreteria (oggi sono il 43%) e il 40 per cento di personale infermieristico (oggi sono il 19%). Si prevede inoltre che la Regione adotti un Piano di assistenza territoriale con la costituzione di servizi a gestione infermieristica nell’ambito distrettuale delle Asl e con il potenziamento della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità per implementare i servizi territoriali e domiciliari. Il disegno di legge ha visto oggi la discussione di 25 emendamenti presentati dall’opposizione: 16 del Pd, primo firmatario Domenico Rossi, 7 di Luv, primo firmatario Marco Grimaldi, e 2 del M5s, prima firmataria Sarah Disabato. È stato approvato all’unanimità dopo modifiche, l’emendamento presentato dal Pd, per prevedere l’applicazione della clausola valutativa al provvedimento per valutarne, con cadenza biennale, l’efficacia e l’impatto sul territorio. Durante le dichiarazioni di voto, prima della votazione finale, Rossi (Pd) ha dichiarato la non partecipazione al voto del proprio gruppo sottolineando di “non essere contrario agli obiettivi e alle finalità del provvedimento ma di ritenerlo inadeguato e incompleto. Abbiamo provato ancora oggi a migliorarlo chiedendo di includere anche i pediatri di libera scelta e implementando le borse di studio per la formazione dei medici e siamo contrari al finanziamento della legge con fondi destinati al trasporto pubblico locale”. Il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha definito la legge “un passo per rafforzare la medicina territoriale. Un risultato raggiunto grazie all’operato della Commissione e dell’assessore. La pandemia ha messo in evidenza l’anello debole del sistema sanitario regionale e consentire a medici di base e specialisti di riunirsi e confrontarsi è certamente un servizio al Piemonte. Sarà nostro impegno rimpinguare al più presto i finanziamenti al trasporto pubblico locale perché sappiamo quanto il territorio ne abbia bisogno”. Per Baolo Bongioanni, Fdi, è “quanto mai necessario rafforzare la medicina del territorio perché la pandemia ha messo in luce la necessità di un sistema territoriale in grado di convivere con quello ospedaliero, senza contare che le forme di medicina associate e in rete assicurano una maggiore efficacia ed efficienza delle prestazioni e assicura il passaggio da una medicina d’attesa a una medicina d’iniziativa”. Grimaldi (Luv) ha definito la legge “incompleta, perché esclude realtà importanti come i pediatri, le borse di studio e le Case della salute e attinge, oltretutto, fondi da voci che dovrebbero essere intoccabili”. Silvio Magliano (Moderati) ha osservato che con “la legge saniamo una mancanza di budget non disponibile quando si cominciò a parlare di Medicina. Bene l’emendamento di minoranza sugli infermieri di comunità. Preoccupa l’assenza di strategia”. Alessandra Biletta (Fi) ha sottolineato “l’impegno e l’abnegazione dimostrata da tanti medici di famiglia durante la pandemia. L’Assessorato ha svolto un grande lavoro per superare il cortocircuito che si è verificato in tutte le regioni: medicina ospedaliera e medicina territoriale devono essere le due gambe su cui si regge il sistema e la crisi ha offerto la possibilità di cambiare volto alla Sanità piemontese. Auspichiamo un provvedimento analogo anche per i pediatri e per rimediare ai vuoti lasciati dai pensionamenti dei medici di base”. Per Disabato “il M5s ha dato il proprio contributo in Commissione e in Aula per rendere il provvedimento più aderente alle necessità del territorio. Questa legge non può essere considerata un tassello importante per la riorganizzazione della medicina territoriale perché molte delle proposte fatte per migliorarla non sono state prese in considerazione. Togliere risorse al trasporto pubblico locale è un rischio”. Infine, per Francesca Frediani (M4o) “la discussione è parzialmente mancata perché la maggioranza è intervenuta poco e ha dato l’impressione che i provvedimenti siano in qualche modo già ‘scritti’ e c’è pochissimo margine per il confronto”. Al termine della seduta è iniziata la discussione degli undici atti d'indirizzo collegati. Quattro sono stati approvati, gli altri verranno votati nella prossima seduta.
Una visita che ha "un'importanza particolare", che "significa grande speranza per tutto il popolo iracheno", per un Iraq ferito dalla guerra, dal terrorismo, dall'Isis, che fa i conti con la pandemia di coronavirus. Raid Michael, iracheno della comunità siro cattolica, attende a Erbil l'arrivo di Papa Francesco, aspetta la messa di domenica nello stadio di Erbil. "Andrò sicuramente", dice ad Aki - Adnkronos International. E' originario della zona di Ninive, la sua famiglia vive a Qaraqosh, e lui spera di poter andare anche lì. "Il Papa viene per tutti, tutti guardano a questa visita come una speranza", dice Michael, Country Director in Iraq di Un Ponte Per, l'ong nata nel 1991, che promuove pace, diritti umani, solidarietà tra i popoli. A Erbil, racconta, tutti parlano della visita del Papa "con entusiasmo", qui "vive quasi la metà dei cristiani rimasti in Iraq, non ci sono dati precisi, ma la Chiesa parla 300, 400, 500.000 persone in tutto il Paese rispetto agli oltre 1,5 milioni prima del 2003". E a Erbil fervono i preparativi, dalla sicurezza alle "bandiere del Vaticano" che sventolano. "Il problema - continua - è che a causa della pandemia di coronavirus sarà ridotto il numero di persone che potrà partecipare alla messa, già tutte registrate, altrimenti non si può andare". Michael, che racconta di essere stato lui stesso costretto tanti anni fa ad abbandonare Baghdad, ricorda le sofferenze degli iracheni, dei cristiani, degli anni passati, "la guerra, al-Qaeda, Daesh (o Isis), i cristiani costretti a lasciare le case, le città", a fare i conti con la "distruzione". Il governo di Baghdad ha annunciato nel dicembre del 2017 la "vittoria" sull'Isis. E Michael racconta di come Upp abbia lavorato con altre organizzazioni umanitarie per aiutare chi "ha sofferto durante quel periodo, per dare loro un po' di speranza", per ricostruire dalle macerie e per ricostruire "anche la pace". Di come Upp lavori per "la coesione sociale, la costruzione della pace, anche tramite i vari partner locali attivi in tutto l'Iraq, per tutti gli iracheni, sia per il popolo che ha sofferto per la guerra che per le minoranze". Michael si sente prima di tutto "iracheno" e rimarca che "c'è sempre speranza". "Un Iraq per tutti gli iracheni", un Iraq da cui anche oggi è arrivata notizia di una pioggia di razzi contro una base aerea usata dalle forze internazionali e dove anche nei giorni scorsi si sono registrate proteste, e scontri finiti nel sangue, a Nassiriya.
Nella bozza del dl Sostegno, spunta il rifinanziamento della cassa integrazione Covid, non più per tranche settimanali ma a scadenza annuale. Ecco come funziona la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga e chi la può richiedere
Le varianti covid e le impennate di contagio da coronavirus fanno paura e gli italiani per il secondo anno di seguito sono pronti a rinunciare ai festeggiamenti per Pasqua. Sette su dieci si dicono favorevoli a evitare il pranzo con i parenti e le tradizionali scampagnate di Pasquetta. È quanto emerge da un sondaggio Emg-Different per Adnkronos. Alla domanda 'vista l'attuale situazione dei contagi, lei è favorevole o contrario a passare la Pasqua e la Pasquetta in casa?', il 70% degli intervistati risponde sì, solo il 21% si dice contrario (mentre il 9% preferisce non rispondere). Per quanto riguarda le risposte in base al genere, tra i favorevoli prevalgono le donne con il 75% rispetto agli uomini (62%). Diversificata la risposta in base alle fasce d'età. Tra chi si dice favorevole a rinunciare alla socialità tipica delle festività pasquali il 63% ha meno di 35 anni, il 59% è tra i 35 e i 54 anni, mentre il 78% è over 55. Qualche differenza si registra nella 'composizione geografica' dei favorevoli: sopra il dato nazionale il Nordest (77%) e il Nordovest (76%); appena al di sotto il dato delle Isole (69%), mentre in controtendenza vanno il Centro (63%) e il Sud (60%). Il sondaggio, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne per sesso, età, regione, classe d'ampiezza demografica dei comuni, è stato realizzato il 2 marzo 2021 con il metodo della rilevazione telematica su panel, su un campione di 1.463 casi (universo: popolazione italiana maggiorenne), e presenta un intervallo fiduciario positivo/negativo del 2,3%. Totale contatti: 2.000, tasso di risposta 73%; rifiuti/sostituzioni 537 (tasso di rifiuti 27%).
Quattro vaccini contro il coronavirus sviluppati in tempi record a Cuba e giunti in fase 3 di sperimentazione, finanziati al 100% dallo Stato e che una volta approvati saranno distribuiti gratuitamente alla popolazione e ai Paesi più poveri. "Cuba dà una lezione al mondo, ci offre un esempio meraviglioso di solidarietà e collaborazione ma anche una testimonianza di come un Paese in difficoltà per l'insensato embargo pluridecennale, stia affrontando e reagendo all'emergenza". Lo dice il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, commentando in un'intervista all'Adnkronos, la sperimentazione dei 4 vaccini anti-covid cubani con l'avvio della somministrazione di uno di essi alla popolazione dell'isola. "Per i Paesi poveri del Centro America e dell'Africa - ha sottolineato Fratoianni - non era una novità; ora anche noi italiani, nel periodo più difficile del Covid, abbiamo imparato ad apprezzare il contributo generoso e disinteressato della Brigata medica cubana, che per mesi ha lavorato in diversi ospedali del Nord, il cui personale era allo stremo delle forze per il dilagare dell'epidemia". Per Fratoianni si tratta di "una testimonianza che ripropone la necessità che i Paesi europei facciano pressione e si impegnino per rimuovere l'assurdo e antistorico embargo statunitense, che va avanti da un sessantennio e che infligge a Cuba e ai cubani enormi sofferenze". Ma non è tutto: "Io credo che una volta ultimata la sperimentazione e le procedure di omologazione dei 4 vaccini cubani, l'Europa dovrebbe prevedere una collaborazione e un'interscambio più diretto. Oggi l'ambasciatore in Italia Josè Carlos Rodriguez Ruiz, ha ricordato efficacemente l'aiuto che Cuba sa sempre dare ai Paesi poveri e deboli, in rapporto con la riluttanza e le resistenze di tante potenze economiche", ha concluso Fratoianni.
Ir Top Consulting ha ricevuto il Cribis Prime Company, riconoscimento che premia le aziende con la massima affidabilità commerciale. L'attestato, si legge nella nota, è riconosciuto da Cribis alle imprese italiane con il massimo livello di valutazione dell’affidabilità commerciale ed è rilasciato solo ed esclusivamente ad aziende che mantengono costantemente un’elevata affidabilità economico-commerciale e una solida reputazione verso i fornitori. Secondo quanto emerge dall’analisi sulle Cribis Prime Company realizzata da Cribis, la società del Gruppo Crif specializzata nella fornitura di informazioni commerciali, si attesta all’8% la percentuale di imprese italiane sul totale a meritare il titolo di Cribis Prime Company, ovvero le aziende a cui viene riconosciuto il massimo livello di affidabilità dal punto di vista delle relazioni commerciali. Nell’analisi vengono analizzate numerose variabili come indici di bilancio, esperienze di pagamento, dati anagrafici e relativi alla forma giuridica, all’area geografica di appartenenza, alla dimensione, al settore e all’anzianità aziendale. "Sono molto fiera di questo riconoscimento così importante che attesta il valore del percorso compiuto dalla nostra società in questi anni in termini di serietà e correttezza verso i nostri clienti, fornitori e collaboratori - commenta Anna Lambiase, amministratore delegato e fondatore di Ir Top Consulting -. È la conferma della nostra solidità economico-commerciale ed è una garanzia per tutte le aziende che ci hanno scelto e continuano a sceglierci come Partner. Il rating “IR Top prime company” assume un valore ancora più importante alla luce delle condizioni legate alla situazione attuale che ci sta portando a compiere scelte strategiche e di sviluppo aziendali sempre più selettive e determinate e ad investire in practice di consulenza sempre più avanzate nel campo della finanza alternativa per le Pmi, permettendoci di mantenere invariato il nostro livello di affidabilità".
Dopo la nuova generazione di Yaris - appena premiata come Auto dell'Anno 2021 - e la Yaris Cross in arrivo entro fine anno, Toyota produrrà un terzo modello basato sulla piattaforma GA-B destinato al segmento A, quello attualmente occupato dalla piccola Aygo. Lo conferma la casa nipponica spiegando come il nuovo modello "confermerà il ruolo d'ingresso al brand e manterrà l’aspetto chiave di essere accessibile". In totale i tre modelli di questa famiglia dovrebbero permettere a Toyota di portare la produzione annuale di veicoli basati sulla piattaforma GA-B a oltre 500.000 unità in Europa. In questo modo non solo verrebbero sfruttate le potenzialità di una piattaforma a struttura modulare - che consente quindi di modificare passo, carreggiata e altezza da terra - ma anche garantite "le economie di scala che sono necessarie per assicurare l'elemento chiave dell'accessibilità" - ovvero un listino competitivo e dotazioni interessanti - che i clienti del segmento A richiedono. Per questa nuova versione Toyota sembra escludere - sempre nel nome del contenimento dei listini - soluzioni motoristiche onerose come quelle ad 'elevata elettrificazione', mantenendosi in un trend che - si spiega - vede "il segmento A fortemente dominato da prodotti con motori a combustione interna". Per la futura city-car, quindi, si preannuncia un motore tradizionale anche se verosimilmente, per il contenimento delle emissioni, sostenuto da una ibridizzazione leggera.
Il governatore: "Situazione in peggioramento. Il nostro Rt è dello 0,97 e tutto fa pensare che non calerà".
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Tempo una decina di giorni o un paio di settimane e il numero delle vittime per il Covid salirà dai circa 280 decessi quotidiani a una media di 340 morti al giorno. E' la previsione che Giovanni Sebastiani, matematico dell'istituto applicazioni calcolo del Cnr, il Centro nazionale delle ricerche, intervistato dalla AdnKronos, fa "in base ai calcoli effettuati sulle curve delle terapie intensive e dell'incidenza dei decessi, sempre che le condizioni epidemiologiche non cambino: fra 10-14 giorni, avremo un'incidenza media della mortalità uguale a circa 340 decessi al giorno a fronte dei 280 decessi in media calcolati ieri". Spiega a questo proposito Sebastiani: "La curva dei decessi è la cosa più facile da prevedere, perché in qualche modo i numeri sono già 'scritti', essendo eventi finali di fatti che sono già accaduti; dalla mia analisi si può prevedere con un grado di affidabilità piuttosto alto che in questi giorni la curva media dei decessi a livello nazionale tornerà a salire, perché è quello che sta facendo ora la curva delle terapie intensive Ovviamente, la curva risalirà nella sua fase iniziale al minimo, in modo estremamente lento ma inesorabile". Il matematico del Cnr fornisce altre cifre interessanti, a partire dalla tabella con il livello medio, depurato dalle fluttuazioni giornaliere, delle terapie intensive per milione di abitante, che ieri vedeva Abruzzo a 60, Basilicata 15, Bolzano 60, Calabria 10, Campania 25, Emilia-Romagna 55, Friuli-Venezia Giulia 50, Lazio 40, Liguria 30, Lombardia 50, Marche 50, Molise 60, Piemonte 40, Puglia 40, Sardegna 10, Sicilia 25, Toscana 50, Trento 80, Umbria 90, Valle d'Aosta 20, Veneto 25. Per quanto riguarda i rispettivi trend nelle ultime settimane, l'Abruzzo mostra un andamento approssimativamente lineare con un aumento a settimana del 25% delle terapie intensive, la Basilicata del 135%, Bolzano è in discesa, la Calabria oscilla rispetto a un valore costante, la Campania ha un andamento esponenziale con un tempo di raddoppio uguale a 7 giorni, ovvero l'aumento delle terapie intensive da oggi a 7 giorni raddoppia rispetto all'aumento registrato da 7 giorni fa ad oggi (esempio: se oggi siamo a 100 pazienti in terapia intensiva e sette giorni fa eravamo a 90, dunque con un aumento di dieci, fra sette giorni saremo a 120 con un aumento raddoppiato a venti e fra quattordici giorni a 160 con un aumento raddoppiato da venti a quaranta; ndr). In Emilia-Romagna il tempo di raddoppio è pari a 6 giorni, il Friuli-Venezia Giulia è ondeggiante su un trend in leggera discesa, il Lazio è in discesa come anche la Liguria, la Lombardia ha un aumento esponenziale con tempo di raddoppio di 5 giorni, le Marche sono costanti, il Molise in aumento esponenziale con 6 giorni di tempo di raddoppio delle terapie intensive, il Piemonte mostra un trend lineare con aumento a settimana del 25%, la Puglia è in stasi. La Sardegna e la Sicilia sono in discesa, la Toscana ha un trend lineare con aumento a settimana del 20%, Trento del 45%, l'Umbria da una settimana ha smesso di scendere e resta stabile ma su valori alti, la Valle d'Aosta ugualmente ma su valori bassi, il Veneto mostra un aumento esponenziale con un tempo di raddoppio di 5 giorni. Tornando al numero dei decessi, "adesso - osserva Sebastiani - siamo a un livello di poco inferiore ai trecento morti al giorno che, non dimentichiamolo, corrispondono alle vittime del terremoto dell'Aquila, ogni santo giorno... Siamo indubbiamente scesi, visto che attorno a Natale eravamo sui 500 morti al giorno; poi però c'è stata una frenata della discesa e siamo quasi piatti, per cui la curva dell'incidenza media dei decessi nazionali, ossia depurata dalle fluttuazioni giornaliere, tornerà a salire". Infatti, spiega ancora l'esponente del Cnr, "c'è un modello matematico che lega la curva delle terapie intensive a quella dell'incidenza dei decessi: c'è una relazione matematica che in prima approssimazione si può schematizzare come lineare, una retta con un 'ritardo', compreso in genere fra una e due settimane. La differenza la potranno fare i ritmi della vaccinazione: a 'effetto zero', si possono prevedere i decessi in base alle terapie intensive. Anche le varianti del virus e la loro diffusione possono far variare le previsioni sul rapporto fra contagi, terapie intensive e decessi". Tracciando la traiettoria dell'epidemia, "si vede che attorno al 10 febbraio eravamo ritornati allo stesso punto in cui ci trovavamo attorno al 20 ottobre: siamo stati miopi perché, se non avessimo aperto le scuole e avessimo messo in atto le stesse misure prese tra il Natale e l'Epifania, adesso ci troveremmo al 3% di positivi sui tamponi molecolari e avremmo ripreso il controllo dei tracciamenti, consentendoci di stare per un lungo periodo con misure restrittive meno rigide. Abbiamo deciso troppo tardi e le simulazioni lo dimostrano: il punto è convincere l'opinione pubblica del beneficio delle misure restrittive messe in atto tempestivamente", osserva Sebastiani. "Agire selettivamente è giusto, ma bisognerebbe abolire la zona gialla, non è efficace: le regioni che se la sono vista assegnata a novembre, poi hanno avuto le terapie intensive in crescita o al massimo stabili a gennaio; il che è accaduto assai meno per le altre regioni assegnate alla zona arancione oppure rossa. E ancora: chiudere tutte le scuole, anche le elementari, nonché le università". Ma si può ipotizzare un numero che ci dica che si sta uscendo definitivamente dall'emergenza? "Potremmo dire 70, come minimo: quando oltre il 70% degli italiani, diciamo tre su quattro, saranno stati vaccinati, è presumibile che si avrà un buon controllo sulla pandemia. Ma restano le incognite, legate soprattutto alla durata dell'immunità ancora ignota dei vaccini, alla loro efficacia rispetto alle varianti presenti o future e alla loro diffusività". (di Enzo Bonaiuto)
"La scuola non chiude e non ha mai chiuso": le parole del ministro Bianchi sulla situazione attuale
Il 2021 è stato dichiarato l'Anno internazionale della frutta e della verdura, confermando ancora una volta l'importanza di questi alimenti per la salute, l’ambiente e la società. In linea con questo messaggio, Fondazione Louis Bonduelle ha scelto di dare il proprio sostegno, in collaborazione con la piattaforma di crowdfunding Ulule, lanciando Let’s Vegg’Up, un bando volto a sostenere progetti che promuovono l’accessibilità all’alimentazione vegetale e comportamenti alimentari sostenibili. Dal 2004 la Fondazione Louis Bonduelle si propone, infatti, di favorire un’evoluzione sostenibile dei comportamenti alimentari, nel rispetto dell’umanità e del pianeta, affrontando il tema dell’alimentazione in tutte le sue sfaccettature. E’ stato, dunque, naturale per la Fondazione, collaborare con Ulule per dare vita a iniziative capaci di contribuire a un cambiamento duraturo delle abitudini alimentari, in particolare promuovendo il ruolo della frutta e della verdura. Sono ora aperte le candidature per il bando di crowdfunding lanciato da Fondazione Louis Bonduelle in partnership con Ulule. La selezione dei progetti prenderà in esame diversi elementi e verrà riconosciuta la priorità alle iniziative che hanno come obiettivo la promozione di un’alimentazione vegetale, più naturale, accessibile e migliore per il benessere e la salute di tutti. Il bando è aperto a tutti coloro che desiderano sviluppare un progetto volto a migliorare l’accessibilità all’alimentazione vegetale e ad incentivare comportamenti alimentari sostenibili. E’ possibile inviare la propria candidatura collegandosi al sito di Fondazione Louis Bonduelle, o al sito Ulule, dove in entrambi i casi sarà possibile scaricare il format per condividere la documentazione richiesta. I progetti candidati saranno valutati da un Comitato di Selezione, composto dai collaboratori della Fondazione Louis Bonduelle e di Ulule, in base a specifici criteri. Saranno 5 i progetti selezionati che si aggiudicheranno la partecipazione al Pitch Pitch, l’evento online - che si terrà a maggio e sarà trasmesso sui canali social di Ulule - durante il quale i candidati potranno presentare il proprio progetto di fronte a un vasto pubblico. A fine evento saranno consegnati due premi: il Premio del Pubblico e il Premio della Fondazione Louis Bonduelle, che comprende un contributo finanziario da parte della Fondazione da investire nel proprio progetto e un coaching dedicato durante tutta la campagna di crowdfunding su Ulule. Per beneficiarne i vincitori dovranno realizzare su Ulule una campagna di crowdfunding dedicata al progetto. Per tutti i dettagli pratici relativi al bando è possibile consultare la pagina dedicata all’iniziativa sul sito della Fondazione Louis Bonduelle.
Il premier Mario Draghi firma il nuovo Dpcm, in vigore dal 6 marzo al 6 aprile 2021. Anche i giorni di Pasqua e Pasquetta sono quindi soggetti alle seguenti disposizioni.
Un master con stage, 12 weekend per imparare a comunicare con gli strumenti del futuro
Il gesto del conduttore, prima di scendere le scale dell'Ariston, non ha convinto tutti