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Dopo l’embargo russo la Moldova punta sull’export via mare

L’ultima speranza per l’annaspante economia della Moldova si trova nel porto di Giurgiulesti. Il Paese più povero d’Europa, colpevole di aver firmato accordi di libero scambio con l’Unione europea, subisce oggi la rappresaglia economica della Russia, che ha imposto un embargo sui suoi prodotti. La soluzione non poteva essere che una: allargare i propri orizzonti: “A causa dell’embargo l’anno scorso abbiamo visto per la prima volta le mele partire verso altre destinazioni”, spiega Thomas Moser, amministratore delegato della società di gestione olandese. “Idem per il vino: registriamo una crescita costante dell’export con i container diretti verso mercati lontani come Stati Uniti e Cina. Siamo felici di aiutare gli esportatori moldavi in tempi di difficoltà”, conclude Moser. Priva di sbocchi sul mare, la Moldova ha ottenuto tramite scambio di territori con l’Ucraina una striscia di terra di 450 metri che affaccia sul Danubio. La costruzione del porto è stata finanziata da un gruppo olandese, Easeur, e dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. “Tutte le nostre esportazioni come i cereali, la frutta e il bestiame – afferma il ministro per l’Agricoltura Ion Sula – possono ora partire dal nostro nuovo porto di Giurgiulesti in direzione del Mar Nero e degli altri continenti“. Oltre 40 i Paesi raggiunti finora. Per la gioia degli esportatori, che notano anche quanto sia più economico trasportare le merci via mare piuttosto che su gomma. Ma ci vorrà tempo per riprendersi dalla batosta: nei primi due mesi del 2015 le esportazioni sono crollate del 21% rispetto allo scorso anno.