Fonseca su Zaniolo: "A Trigoria è un professionista"
Il tecnico sottolinea: "Non entro nella vita privata degli atleti"
Si intensificano le vendite a Piazza Affari così come sulle altre principali Borse UE. N mattinata indicazioni negative sono arrivate dall'indice Ifo tedesco, sceso a gennaio e risultato peggiore delle attese nel primo mese dell'anno complici le nuove misure restrittive messe in atto per contrastare il Covid. Le vendite sui mercati sono poi aumentate con la notizia dello stop della sperimentazione sui vaccini anti Covid da parte del colosso Merck. A Piazza Affari, dove l'indice cede l'1,3% scivolando sotto i 22 mila punti, si segnala la debolezza delle banche. In particolare, Unicredit è arrivata a cedere il 3,46% a 7,48 euro. Oltre -3% anche per Intesa Sanpaolo, -2,89% per Bper mentre Banco Bpm contiene i cali a -2,19%; su quest'ultima sono tornate le indiscrezioni stampa circa una possibile fusione con Bper a cui potrebbero lavorare di comune accordo i due patti di consultazione creati negli ultimi mesi tra soci della banca che rappresentano oltre il 12% del capitale. Focus degli investitori anche sugli sviluppi della crisi di governo con le voci stampa di oggi che indicano il premier Conte pronto a dimettersi già domani e poi lavorare a un nuovo governo con un appoggio più ampio (possibile il rientro di Italia Viva e anche il coinvolgimento di alcuni deputati e senatori di Forza Italia).
Ritorno a scuola per gli studenti lombardi delle scuole superiori. Grazie al passaggio della Regione in zona arancione, è consentito il rientro in classe per il 50% degli alunni. Ogni scuola si è organizzata al meglio per prevenire possibili contagi. Il liceo scientifico “Alessandro Volta” di Milano, per esempio, ha deciso scaglionare l’ingresso degli studenti attraverso due campanelle e utilizzando tre diversi ingressi. Gli alunni hanno trovato un kit di mascherine sul banco. SFOGLIA LA GALLERY
AGI - Fermare lo sviluppo delle metastasi ossee nel tumore al seno grazie a un anticorpo monoclonale. È il risultato raggiunto da un innovativo studio internazionale multicentrico, pubblicato sulla rivista Oncogene, condotto da Francesco Pantano dell'Unità di Oncologia medica del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, in collaborazione con l'Inserm di Lione, l'Institut Curie di Parigi e l'Università di Amburgo. Grazie a uno screening esteso effettuato sul genoma di pazienti affetti da tumore della mammella, il team di ricerca ha identificato la proteina integrina alfa5 come uno dei fattori maggiormente coinvolti nei processi di metastatizzazione ossea. Questi processi possono essere responsabili della comparsa di recidiva anche a distanza di anni dalla fine dei trattamenti chirurgici e adiuvanti. La scoperta apre la strada a una prospettiva terapeutica nuova che colpisce un aspetto del processo di metastatizzazione fino ad oggi mai esplorato. "Questo studio ci mostra che nella ricerca oncologica - afferma Pantano - emerge sempre di più come ogni tumore agisca secondo strategie specifiche: il nostro sforzo è quello di comprendere sempre meglio i diversi meccanismi biologici per offrire ai pazienti trattamenti sempre più mirati". L'equipe internazionale ha poi studiato il ruolo effettivo dell'integrina alfa5 nel processo di metastatizzazione bloccandone la sua azione attraverso l'utilizzo dell'anticorpo monoclonale Volociximab. L'elevata efficacia del Volociximab nell'inibire la formazione di metastasi ossee è stata dimostrata prima su modelli in vitro e poi in vivo nei laboratori di Oncologia Traslazionale dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e dell'Inserm di Lione. "La proteina integrina alfa 5 - spiega Pantano - è il 'gancio' con cui la cellula tumorale si lega alla fibronectina, che è altamente presente nel microambiente osseo. Questo "aggancio", il primo evento che porta allo sviluppo delle metastasi, viene bloccato dal Volocixamab che si frappone alle due molecole e ferma la propagazione del tumore nell'osso. Il risultato è molto promettente anche perché il farmaco è sicuro, è già stato testato e non è tossico". Volociximab era stato studiato senza fortuna in passato come farmaco anti angiogenetico per inibire fenomeni connessi alla crescita del tumore causati dall'integrina alfa5 come la creazione di nuovi vasi sanguigni (necessaria alle cellule tumorali per alimentarsi). Avere a disposizione un farmaco che ha già superato le prime fasi di sviluppo clinico ridurrebbe notevolmente l'iter di sperimentazione sull'uomo permettendo una vera e propria operazione di "Drug repurposing", ossia il riposizionamento terapeutico di un farmaco sulla base di nuove conoscenze scientifiche. Nel 2020 il tumore al seno ha colpito in Italia quasi 55.000 persone. Sebbene la mortalità per tumore al seno sia in costante calo (-0,8 ogni anno) e la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi abbia raggiunto l'87 per cento, secondo i dati Aiom si stimano ancora nel 2020 circa 12.300 decessi per questa malattia. "Nonostante i successi degli ultimi anni nella lotta ai tumori, ascrivibili soprattutto alla diagnosi precoce e ai trattamenti adiuvanti, nelle forme avanzate o in casi di particolare aggressività della malattia il tumore al seno resta curabile, ma non sempre guaribile", osserva Pantano. "In questo senso le metastasi ossee possono presentarsi anche a distanza di anni dalla fine delle cure perché una chirurgia precoce non garantisce assenza di recidiva al 100 %. Bloccare la possibilità di una diffusione a livello osseo della malattia significherebbe, non solo ridurre il dolore o le fratture che peggiorano di molto il benessere della persona, ma anche migliorare l'aspettativa di vita", conclude.
Il 26 gennaio 2020 il tragico incidente in elicottero in cui l'ex stella Nba morì insieme alla figlia
Appello del presidente del Coni per intervento politico che sani il vulnus denunciato dal Cio
Addio soliti ignoti.
Il Dow Jones perde lo 0,26% a 30.915 punti circa; il Nasdaq balza di oltre +1,2% a 13.712 punti, mentre lo S&P 500 avanza dello 0,26% a 3.852 punti. Si apre con oggi la settimana più intensa delle trimestrali della corporate America. Saranno ben 111 le società americane scambiate sullo S&P 500 che riporteranno questa settimana i risultati di bilancio relativi all'ultimo trimestre dell'anno. Tra questi, si mettono in evidenza mega cap come Apple, Microsoft, Tesla, McDonald’s, Honeywell, Caterpillar e Boeing. In evidenza i rialzi che i titoli Apple e Tesla riportano in attesa della diffusione delle rispettive trimestrali. "Wall Street sta anticipando risultati solidi di Apple (che saranno diffusi dopodomani, mercoledì 27 gennaio, dopo la fine delle contrattazioni) e migliori delle attese - ha scritto in una nota Dan Ives of Wedbush, che ha rivisto il target price a 12 mesi di Apple a $175. "Sebbene il consensus sia per 220 milioni di iPhone (per il 2021), riteniamo sulla base del trend attuale e nello scenario bullish che Cupertino abbia il potenziale di vendere fino a 240 milioni di unità". Wall Street ha concluso la sessione di venerdì scorso in modo contrastato, con lo S&P 500 e il Dow Jones in rosso, a fronte del valore record di chiusura testato dal Nasdaq Composite. Tutti e tre gli indici hanno riportato un guadagno su base settimanale: il Dow Jones è salito per la quinta settimana positiva in sei, mentre lo S&P 500 è avanzato in tre settimane su quattro. Il Nasdaq è salito la scorsa settimana del 4,19%, riportando la migliore performance su base settimanale da novembre, la quinta settimana in rialzo su sei, grazie ai nomi delle Big Tech, che hanno spinto l'indice a valori massimi di sempre. Stando ai dati riportati da Bank of America, delle società quotate scambiate sullo S&P 500 che hanno riportato già i risultati di bilancio, il 73% ha battuto le stime sia sul fatturato che sull'utile per azione (eps): un trend simile a quello dell'ultimo trimestre del 2020, quando il numero delle società che hanno fatto meglio delle previsioni ha testato un record. Dal fronte macroeconomico, occhio alle previsioni sul Pil Usa che sono state snocciolate da Jan Hatzius, responsabile economista presso Goldman Sachs, in una nota ai clienti diffusa nel fine settimana. "Continuiamo a prevedere che la riduzione del rischio legato al virus a causa delle vaccinazioni di massa, unita a un sostegno fiscale per le spese per i consumi, porterà a un boom dei consumi verso la metà dell'anno e a una crescita molto forte nel 2021". Hatzius comunica che la divisione di ricerca di Goldman Sachs prevede "una crescita del 6,6% per l'intero anno, 2,5 punti base al di sopra del consensus". La motivazione di tanto ottimismo è lo tsunami di stimoli economici in arrivo, sia grazie all'imminente nuovo piano anti-Covid che sarà sfornato dall'amministrazione di Joe Biden (il target è di un pacchetto del valore di $1,9 trilioni), che per un altrettanto nuovo programma di infrastrutture, valutato trilioni di dollari, che dovrebbe essere presentato verso la fine dell'anno.
Escale à Venise è l'ultima collezione Chanel Haute Joaillerie e questa è la cartolina degli anelli da sogno.From Marie Claire
La giornalista 91enne si chiede su Repubblica quando toccherà a lei sottoporsi all'iniezione per il sier contro il coronavirus
Fitte vendite oggi sul settore bancario e anche Banco BPM cade nella rete delle vendite segnando una flessione del 2% a 1,79 euro. Il titolo non cavalca le nuove voci di M&A. Il Corriere della Sera ha riferito che i due patti di consultazione recentemente stipulati tra gli azionisti di Banco BPM vano a coprire oltre il 12% del capitale del gruppo bancario di piazza Meda e andranno ad agire da principali interlocutori al fine di valutare la fusione con BPER nei prossimi mesi. A gennaio Giorgio Girondi, imprenditore leader nel settore dei filtri con Ggg, Sandro Veronesi (Calzedonia) e Dario Tommasi hanno concordato un patto di consultazione del valore del 6,7% del capitale in Banco BPM. Ciò fa seguito a un patto di consultazione del 5,5% del capitale di Banco concordato a dicembre da cinque fondazioni (Fondazione Enpam con l'1,95%, Fondazione Crt con l'1,8%, Fondazione CariLucca con l'1,24%, Fondazione con lo 0,5% e Fondazione di Trento e Rovereto). Il Corriere rimarca come i due patti non sono in contrasto. Come sottolinea oggi Mediobanca Securities, Banco BPM è stata molto esplicita nell'esprimere la propria disponibilità a partecipare al processo di M&A a brevissimo termine. "Crediamo che il miglior candidato in questa fase può essere Bper per sfruttare appieno le sinergie industriali (impronta geografica, AM e assicurativo), upside finanziario e benefici fiscali legati a DTA", asseriscono gli esperti di piazzetta Cuccia che hanno giudizio neutral su Banco BPM con tp a 2,25 euro.
La consorte di Alberto II di Monaco alla rivista francese Point de Vue: "Anche mio marito ha capito la scelta e gli piace"
AGI - Altroconsumo ha notificato al colosso americano Apple l'atto di citazione con il quale ha dato il via alla class action dinanzi al Tribunale di Milano, chiedendo un risarcimento di 60 milioni di euro, "per tutti i consumatori italiani ingannati dalle pratiche di obsolescenza programmata riconosciute anche dalle autorità italiane". La class action - spiega una nota - interesserà i proprietari di iPhone 6, 6 Plus, 6S e 6S Plus, prodotti che corrispondono a oltre 1 milione di unità vendute in Italia fra il 2014 e il 2020. Il risarcimento richiesto corrisponde alla cifra pagata dai consumatori per la sostituzione della batteria del dispositivo, che oscilla fra i 29 e gli 89 euro (con una media di circa 60 euro per consumatore), a seconda che abbiano beneficiato o meno del prezzo promozionale offerto durante la campagna di sostituzione delle batterie realizzata dall'azienda. La battaglia di Altroconsumo contro Apple ha origine nel 2014, quando l'Organizzazione ha raccolto numerosi casi di consumatori che riscontravano problemi a livello di performance dei propri smartphone dopo aver acconsentito all'aggiornamento obbligatorio del software. A seguito delle segnalazioni inviate all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nel 2018 il colosso californiano ha ricevuto una sanzione di 10 milioni euro per pratiche commerciali scorrette e aggressive. Nel maggio del 2020 il TAR Lazio ha respinto il ricorso effettuato da Apple. Il Tribunale ha quindi confermato che la società di Cupertino ha rilasciato gli aggiornamenti del firmware iOS 10 e 10.1.2 per gli iPhone 6/6Plus/6s/6sPlus, senza offrire ai consumatori informazioni adeguate e complete in merito all'incisiva riduzione delle performance dei dispositivi. Per limitare i danni, Apple ha avviato una campagna di sostituzione della batteria a prezzo ridotto, un intervento che non corrisponde tuttavia - secondo Altroconsumo - ad un equo risarcimento dei consumatori italiani danneggiati. "Grazie alla class action avviata negli Stati Uniti - fa notare Altroconsumo - i consumatori americani sono riusciti a ottenere 500 milioni di dollari dalla big tech della Silicon Valley. Poche settimane fa, inoltre, Apple ha accettato di pagare 113 milioni di dollari per porre fine alle accuse di 33 stati americani e del Distretto di Columbia, per aver agito in modo ingannevole, aver danneggiato i modelli di iPhone 6 e indotto gli utenti ad acquistare nuovi dispositivi. Anche i consumatori europei meritano giustizia e per questo motivo Euroconsumers ha deciso di dare il via ad una class action per ottenere il giusto risarcimento anche in Italia, Belgio, Spagna e Portogallo. La causa di Altroconsumo si aggiunge alle due già avviate nel dicembre 2020, da parte dei membri di Euroconsumers Test-Achats in Belgio e OCU in Spagna, a cui seguirà anche Deco in Portogallo". Ivo Tarantino, Responsabile Relazione Esterne di Altroconsumo ha dichiarato: "I consumatori hanno bisogno di fidarsi delle marche che scelgono, per questo comportamenti lesivi come quello tenuto da Apple non sono accettabili. Con l'avvio di questa class action ci auguriamo di arrivare all'obiettivo che perseguiamo da anni: il risarcimento dei consumatori caduti vittima di queste pratiche scorrette che hanno causato innumerevoli problemi sia a livello pratico che finanziario e ambientale. Speriamo che questo sia l'ultimo step per porre rimedio ai danni causati fino ad oggi dall'azienda ma che sia anche un primo passo verso una maggiore correttezza di Apple verso i suoi consumatori." La class action lanciata da Altroconsumo nei confronti di Apple riaccende una la polemica sull'obsolescenza programmata dei device esplosa soprattutto dopo il boom degli smartphone. Ma cos'è l'obsolescenza programmata? CHE COS'È L'OBSOLESCENZA PROGRAMMATA Nota anche come 'obsolescenza pianificatà, si tratta di una pratica commerciale di cui si parla già da molti anni ma che è diventata oggetto di aspre critiche negli ultimi 10-15 anni. La critica principale è rivolta ai produttori, ritenuti colpevoli di preordinare, programmare, la scadenza dei loro prodotti in modo che i consumatori siano costretti a sostituirli comprandone di nuovi. Una prassi criticata dai gruppi di consumatori in tutto il mondo perché non etica. Spesso denunciata, ma dimostrata solo nel 2017, il sospetto è che sia particolarmente diffusa nel settore dell'elettronica, producendo cosi' montagne di rifiuti non riciclabili ogni anno. FRANCIA, NEL 2015 LA LEGGE HAMON A muovere i primi passi contro questa pratica è stata la Francia, che nel 2015 approvo' una norma, la cosiddetta "legge Hamon", che la rese illegale e - almeno sulla carta- fisso' l'obbligo per i venditori a fornire pezzi di ricambio se disponibili. La legge prese il nome dall'ex ministro socialista Benoit Hamon e stabili' inoltre che una società ritenuta colpevole di programmare l'obsolescenza dei propri prodotti avrebbe potuto subire una multa fino al cinque per cento delle sue vendite annuali. Nel 2018 la Procura di Parigi avvio' anche un'indagine su Apple per verificare l'estensione di tale pratica. LA MULTA ANTITRUST IN ITALIA NEL 2018 Altroconsumo accese i fari sull'obsolescenza programmata dei prodotti Apple già nel 2014. Ma solo nel 2018 il tema divento' popolare, quando il 24 ottobre l'Antitrust decise di multare per 10 milioni Apple e per 5 milioni Samsung per aver rilasciato alcuni aggiornamenti del firmware dei cellulari colpevoli di provocare "gravi disfunzioni" e di ridurre in modo significativo le prestazioni accelerando il processo di sostituzione degli stessi. Le due società, scrisse allora il garante in una nota, inducevano i consumatori "mediante l'insistente richiesta di effettuare il download e anche in ragione dell'asimmetria informativa esistente rispetto ai produttori ad installare aggiornamenti su dispositivi non in grado di supportarli adeguatamente, senza fornire adeguate informazioni, nè alcun mezzo di ripristino delle originarie funzionalità dei prodotti". L'AMMISSIONE DI APPLE NEL 2017 Di obsolescenza si è spesso parlato, ma per lunghi anni senza mai portare prove. Poi Apple nel 2017 ammise per la prima volta di aver regolato al ribasso la velocità dei processori man mano che la batteria dell'iPhone si deteriorava, in modo da mantenere gli smartphone funzionanti. Un'ammissione indiretta dell'esistenza di una programmazione dell'obsolescenza dei propri prodotti. In quell'occasione Cupertino sottolineo' che l'obiettivo della riduzione delle prestazioni era per tutelare i clienti ed evitare l'arresto improvviso dei device. Ma di averlo fatto 'dimenticando' di avvisare gli utenti dell'esistenza di un software che gestiva i picchi energetici della batteria.
Cosa pensano e cosa sognano?
Il programma prevede sei appuntamenti in diretta streaming. Interverranno ospiti di altissimo profilo: si potrà seguire su pc e mobile (tablet e smartphone) ma anche su smart tv tramite app
La Commissione Europea ha multato editori come Valve, Namco e Capcom per aver limitato le vendite transfrontaliere di alcuni giochi
Caso Navalnyj: l'Ue verso le sanzioni contro la Russia? Ne discutono i ministri degli esteri dell'Unione europeaView on euronews
AGI - Tenera è la notte a Mar-a-Lago. Come cambia il mondo in tre ore di volo. La mattina al gelo di Washington DC, piumino, cappello, guanti, lockdown, colonne di militari con il mitragliatore in spalla. Joe Biden ha giurato, ha firmato una raffica di ordini esecutivi. Poi, il cambio di programma, chiama il direttore: "Preparati, andiamo in Florida". Quando? "Adesso, ho un appuntamento stasera con Chris Ruddy, il proprietario di Newsmax, devi scrivere un pezzo su Mar-a-Lago". Immaginate la scena, a Washington il termometro va sotto zero, a Miami arriva a 30 gradi, nella mia valigia ci sono solo maglioni e, se davvero andiamo a Mar-a-Lago.... Che cosa mi metto? Per fortuna, ho almeno un tacco alto elegante in valigia. Volo dal Dulles Airport a Miami strapieno, se Washington Dc è chiusa, nel Sunshine State è alta stagione, tutto aperto. Da una parte il lockdown della Capitale, dall'altra la movida dello Stato di Ron DeSantis, il governatore repubblicano di origini italiane. Atterriamo a Miami quando il sole è altissimo, caldo, gente in spiaggia (e in acqua), ma nessuna possibilità di godersi questo paradiso, l'occasione è di quelle irripetibili (ho scritto per anni di Mar-a-Lago, ma vedendola solo in foto o in tv. Ora pare che abbia la possibilità di entrarvi, wow), dobbiamo prepararci per andare subito a Palm Beach, la destinazione è a due ore di distanza. Giusto il tempo per una doccia, otto chili di mascara, la prova dell'unico abito non da Yeti. Considerando il nostro interlocutore e la località (ci vanno a svernare i miliardari), mi aspetto che il direttore abbia affittato come minimo una "limo". Lo raggiungo, in ritardo (di poco) e lo trovo davanti a un'improbabile Volkswagen rossa (scoprirò poi che è una Jetta fuori produzione) guidata da Javier. "Ma siamo sicuri che questa ci arriva a Palm Beach?". Passiamo così da un Boeing 737 a un Uber. In fondo, stiamo solo andando a casa di Donald Trump. In auto ripassiamo tutta la scaletta, le informazioni chiave da ottenere. Ogni 5 minuti guardiamo l'orologio e le condizioni del traffico. In America un appuntamento alle 19:30 è un appuntamento alle 19:30 non alle 19:45, non esiste nessun quarto d'ora accademico o mezz'ora romana (se va bene), non ci si vede "intorno" ma all'ora esatta. Abbiamo una sola chance per arrivare puntuali: nulla deve andare storto. E in effetti va tutto benissimo, alle 19:23 siamo davanti al ristorante Lola 41 di Palm Beach. Almeno una cosa è fatta, siamo arrivati in orario e al posto giusto. L'intervista è per dopo cena, Mar-a-Lago è un'incognita sullo sfondo. Lola 41 a Palm Beach, all'angolo tra Sunset Avenue e Bradley Place, è un ristorante dell'upper class, stile informale e glamour, affollato da gente di tutte le età, i giovani sembrano star di Hollywood, quelli più attempati, grandi capitani d'industria. Fiction. Durante la cena, attendiamo la conferma per il trasferimento a Mar-a-Lago. Arriva dopo due ore. Saliamo in macchina, si parte. Entriamo dall'ingresso secondario, lo riconosco subito, fui gentilmente cacciata dal Secret Service già due anni fa, con Trump in carica. Stasera vediamo che succede. Riecco il Secret Service. Ci chiedono i documenti e non si accontentano di vederli, inseriscono i nostri dati per incrociarli con quelli del loro database. "Clearence", possiamo passare. Da questo momento siamo dentro casa Trump, un club dove o sei socio o non sei. Dunque, entrano solo i soci. E i loro ospiti. Fino all'altro ieri, per quattro anni, è stata l'altra Casa Bianca, oggi è la residenza permanente di Trump. Lui è qui anche stasera, ha appena cenato nella terrazza, il suo tavolo è il primo a destra. Così, immagino, ha sempre sott'occhio tutti quelli che entrano e escono. Il tavolo è piccolo, massimo per quattro persone. Ora l'ex presidente è nella sua dimora, le luci sono ancora accese. Parcheggiati davanti all'ingresso ci sono i Suburban neri della sicurezza. Non è possibile nemmeno mettere un mignolo sul prato, fermezza, ma grande gentilezza, l'ordine è quasi un sussurro. Andiamo, facciamo un giro. Ma prima, un po' di storia, perché Mar-a-Lago è un segno del destino, Trump ha realizzato senza volerlo il sogno dell'originaria proprietaria, l'ereditiera dei cereali, Marjorie Merriweather Post. Costruita nel 1927, Mar-a-Lago, con 128 stanze, disegnata dagli architetti Marion Sims Wyeth e Joseph Urban, fu donata nel 1973 da Marjorie, una delle donne piu' ricche d'America, al governo che l'avrebbe dovuta destinare all'uso di "Casa Bianca invernale". Nel 1980 la villa diventa monumento nazionale, ma nel 1981 il governo la restituisce alla fondazione dell'ereditiera a causa degli elevati costi di manutenzione. Trump resta affascinato dalla bellezza del luogo e fiuta l'affare. Compra Mar-a-Lago nel 1985 a un prezzo irrisorio rispetto all'attuale valore. Dieci anni dopo, lo trasforma in un club privato e la residenza, già sontuosa, si trumpizza. Come? Proseguiamo il nostro tour. Cominciamo dalla sala da ballo originaria, a destra della piscina, tutta stucchi bianchi e dorati, parquet che scricchiola e profuma di storia. Seppur molto bella, Trump deve averla giudicata eccessivamente raccolta. Quindi ne ha fatto costruire un'altra, enorme. Per vederla, basta spostarsi di qualche metro. Ci siamo, è sempre bianca e dorata, immensa, provate a immaginare duemila metri quadrati di marmo bianco, sembra di sentire la musica dei party sui quali molto si è scritto (confesso: dopo aver seguito tanti Maga rally, l'ho immaginato qui, camicia bianca senza cravatta, senza giacca, qualche chilo di meno, scatenato sulle note di YMCA a fare lo splendido con tutte le invitate), quello che colpisce all'ingresso è lo stemma con i leoni, dorato, un antico fregio che Trump ha fatto suo sostituendo alla base la parola "integritas" con il suo cognome. È un grande salone per le feste per il quale sembra siano stati spesi 7 milioni di dollari solo per la decorazione delle foglioline, anche queste dorate. Oro. Come nella sua penthouse a New York, è il colore dominante a Mar-a-Lago. L'altro elemento di cui s'avverte la presenza all'ingresso principale è un tocco d'Oriente, infatti il primo personaggio che mi è venuto in mente, ospitato da Trump a Mar-a-Lago, è Xi Jinping, il presidente cinese che fu ricevuto proprio qui, dove ora mi trovo. Riconosco anche il divano dove sono state scattate le foto di rito della visita. Entro nella sala da pranzo con il camino al centro (il posto preferito da Trump durante i ricevimenti ufficiali), attraverso la sala di lettura che ha tutto un altro stile, Old England, legno scuro, lucido, boiserie, una collezione di libri pregiati e poi... un volto conosciuto, un ritratto: The Donald dipinto in versione sportiva, con un maglione bianco a V, sembra un giocatore di tennis dei primi del Novecento. Il salone è il tripudio dell'immaginario trumpista: divani, stucchi, lampade e al centro della sala un gigantesco vaso di fiori che cambia ogni giorno. Sulla veranda c'è il bar, scorgiamo qualche volto noto, l'ora di cena è passata, l'atmosfera è più informale, restano solo gli ospiti che si fermeranno a dormire e i tira tardi come noi che non mancano mai. Tenera è la notte a Mar-a-Lago.
MILANO (Reuters) - Eni ha raggiunto un accordo per l'acquisizione della spagnola Aldro Energia nell'ambito di un piano per rafforzare il proprio portafoglio di clienti retail in Europa per energia e gas.Il gruppo italiano ha annuniciato che la propria divisione di gas e energia ha acquisito il 100% di Aldro Energía Y Soluciones Slu da Grupo Pitma, per inserirsi nel mercato iberico.
Von der Leyen sgrida Astrazeneca, ma nulla più. Da Roma oggi parte l'esposto contro Pfizer. Ma sulla trasparenza dei contratti, il Pd vota contro e perde pezzi a Bruxelles
"Il nuovo cucciolo è adorabile e tutta la famiglia ne è infatuata" (avevamo dubbi?)