Gattuso: "Ripartiamo da questa prestazione"
Il tecnico del Napoli aggiunge: "Non meritavamo la sconfitta"
GPD Companies, Inc., società affiliata di One Rock Capital Partners, LLC ("One Rock"), oggi ha annunciato di essere entrata in un accordo definitivo per l'acquisizione di Distrupol, azienda controllata di Univar Solutions Inc. (NYSE: UNVR) e un importante distributore europeo di termoplastiche al settore della lavorazione dei polimeri. I termini dell'operazione, la cui chusura è prevista per la prima metà del 2021, non sono stati divulgati.
La chiamano "blackout challenge" ed è un pericolo, ca**o!
Tutto o quasi tutto il mercato dell'Inter passa inevitabilmente dal futuro di Christian Eriksen...
AGI - "Tanti americani soffrono, dobbiamo agire ora. È un'emergenza nazionale e dobbiamo trattarla come tale": con queste parole, seduto alla scrivania dello Studio Ovale alla Casa Bianca, affiancato dalla vicepresidente, Kamala Harris, il presidente Usa, Joe Biden, ha firmato due ordini esecutivi per dare aiuti economici immediati agli americani messi in ginocchio dalla pandemia da Covid. "Non possiamo, non vogliamo, lasciare che le persone soffrano la fame. Non possiamo permettere che le persone vengano sfrattate per qualcosa di cui non sono responsabili. Non possiamo guardare le persone perdere il lavoro e restare immobili. Dobbiamo agire ora. Non è solo un obbligo morale il trattare i nostri concittadini americani con la dignità e il rispetto che meritano". "Dobbiamo agire con decisione e audacia per far crescere l'economia per tutti gli americani. Non solo per domani, ma per il futuro". Un ordine esecutivo dà alle famiglie e alle persone a basso reddito un accesso più efficiente ai programmi di assistenza alimentare; l'altro rende obbligatorio per le aziende appaltatrici federali un salario minimo obbligatorio di 15 dollari l'ora ai dipendenti. Il principale consigliere economico del presidente, il direttore del National Economic Council della Casa Bianca, Brian Deese, aveva spiegato comunque poco prima della firma che i provvedimenti "non sono sono sostitutivi della legislazione sugli aiuti", ovvero il maxi-pacchetto di incentivi da 1900 miliardi di dollari che e' all'esame del Congresso.
Kyriakides: "Stati membri insoddisfatti per i ritardi annunciati"
AGI - Non serve la seconda dose di richiamo per chi è risultato contagiato dal Covid dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino. Lo sottolinea l'Aifa nelle Faq sui vaccini pubblicate sul suo sito. "Nella maggioranza della popolazione - ricorda l'Aifa - la prima dose di vaccino evoca un'iniziale risposta immunitaria che conferisce una protezione solo parziale. Questa inizia, a seconda del tipo di vaccino, dopo circa 2-3 settimane dalla prima dose, mantenendo quindi il rischio di COVID-19 ancora consistente, seppur ridotto". "La seconda dose di vaccino è necessaria - si lege ancora - per incrementare la risposta immunitaria e ottenere la protezione vaccinale ottimale. Nel caso di infezione da SARS-CoV-2 dopo la prima dose di vaccino, l'infezione stessa rappresenta un potente stimolo per il sistema immunitario che si somma a quello fornito dalla prima dose di vaccino". Alla luce di questo e del fatto che l'infezione naturale conferisce una risposta immunitaria specifica per il virus, scrive l'Agenzia del Farmaco, "non è indicato somministrare a queste persone la seconda dose vaccinale". "La vaccinazione parziale e la successiva infezione - conclude il testo - non precludono un eventuale richiamo della vaccinazione anti COVID-19 nel futuro, se i dati sulla durata della protezione immunitaria indicheranno questa necessità".
Nel sondaggio BlackRock condotto su 185 Family Office in tutto il mondo le intenzioni di investimento sono orientate soprattutto su private equity, hedge fund, infrastrutture e criteri ESG
La sua fama è legata a indimenticabili immagini sul Brasile, ma fu anche la fotografa ufficiale di Eleanor Roosevelt...
Sul rapporto trasporti-Covid non è emersa la verità: ne è convinto Andrea Gibelli, presidente nazionale di Asstra intervistato da Claudio Brachino per la rubrica "Primo Piano" dell'agenzia Italpress. abr/mrv/red
AGI - "Mi rivolgo a tutti voi, Fratelli della Comunita' Ebraica italiana, per esprimervi la mia sincera amicizia e trasmettervi tutto il mio affetto nel solenne 'Giorno della Memoria": Inizia così la lettera inviata da Emanuele Filiberto di Savoia alle Comunità Ebraiche Italiane Scrivo a voi, Fratelli Ebrei, nell'anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, data simbolo scelta nel 2000 dal Parlamento della Repubblica Italiana, a memoria perpetua di una tragedia che ha visto perire per mano della follia nazi-fascista 6 milioni di ebrei europei, di cui 7500 nostri fratelli italiani". "È nel ricordo di quelle sacre vittime italiane che desidero chiedere ufficialmente e solennemente perdono a nome di tutta la mia famiglia. Ho deciso di fare questo passo, per me doveroso, perché la memoria di quanto accaduto resti viva, perché il ricordo sia sempre presente", si legge ancora. "Condanno le leggi razziali del 1938, di cui ancor oggi sento tutto il peso sulle mie spalle e con me tutta la Real Casa di Savoia e dichiaro solennemente che non ci riconosciamo in ciò che fece Re Vittorio Emanuele III: una firma sofferta, dalla quale ci dissociamo fermamente, un documento inaccettabile, un'ombra indelebile per la mia famiglia, una ferita ancora aperta per l'Italia intera". Questo è un altro passaggio importante all'interno del testo. "Condanno la firma delle leggi razziali nel ricordo della visita alla nuova Sinagoga di Roma che proprio mio bisnonno Vittorio Emanuele III fece nel 1904, dopo che il 13 gennaio dello stesso anno si disse addirittura favorevole alla nascita dello stato ebraico e cosi' si espresse: 'gli ebrei, per noi, sono italiani, in tutto e per tutto".
AGI - Sfruttare una terapia genica per rigenerare i nervi nel midollo spinale danneggiati e consentire ai muscoli paralizzati di recuperare le funzionalità. Questo l'obiettivo di un team di esperti dell'Università della Ruhr di Bochum in Germania, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Nature Communications per rendere noti i risultati del loro studio, condotto su una serie di topolini che hanno ripreso a camminare a seguito di una completa paralisi dopo poche settimane di terapia genica. "Questo lavoro - dichiara Dietmar Fischer dell'Universita' della Ruhr di Bochum - rappresenta una speranza per i 5,4 milioni di persone in tutto il mondo affette da paralisi". Il team ha sviluppato un metodo in grado di stimolare i nervi danneggiati del midollo spinale, che si basa sull'iniezione di virus geneticamente modificati per fornire il modello di produzione della proteina alle specifiche cellule nervose. "I roditori avevano perso la mobilita' delle zampe posteriori - spiega l'esperto - abbiamo stimolato le cellule nervose della corteccia motoria sensoriale per produrre iper-interleuchina-6, che agisce assumendo una caratteristica chiave delle lesioni del midollo spinale che producono disabilità, ovvero il danno alle fibre nervose note come assoni". Le fibre, continua lo scienziato, inviano segnali tra il cervello, la pelle e i muscoli e consentono il movimento delle parti del corpo, ma se si interrompe la comunicazione, possono insorgere paralisi o intorpidimento. "Abbiamo utilizzato la terapia per stimolare le cellule nervose che producono l'iper-interleuchina-6 e per il suo trasporto attraverso il cervello - prosegue l'autore - studi precedenti utilizzavano una metodologia simile per rigenerare le cellule nervose nel sistema visivo, ma il nostro lavoro si concentra sulle cellule nella corteccia motoria sensoriale per produrre la proteina specifica". I ricercatori sottolineano che il trattamento di poche cellule ha stimolato la rigenerazione assonale di varie unita' biologiche nel cervello e in diversi tratti del midollo spinale contemporaneamente, il che ha permesso agli animali precedentemente paralizzati di camminare dopo solo due o tre settimane. "Non era mai stato dimostrato che fosse possibile recuperare le funzioni motorie dopo paraplegia completa - afferma l'esperto - siamo stati davvero sorpresi di questi incoraggianti risultati". Il team sta ora valutando modi per migliorare la somministrazione dell'iper-interleuchina-6, con l'obiettivo di ottenere ulteriori miglioramenti funzionali. "Stiamo verificando la possibilita' che la proteina produca effetti positivi anche se la lesione si e' verificata diverse settimane prima della somministrazione - conclude Fischer - sarebbe un aspetto particolarmente rilevante per l'applicazione sugli esseri umani. Stiamo aprendo un nuovo terreno scientifico che potrebbe rivoluzionare il trattamento delle paralisi".
"Dichiaro solennemente che non ci riconosciamo in ciò che fece Re Vittorio Emanuele III nel 1938".
Lo Shanghai Shenhua ha aperto alla cessione gratuita (con bonus) di El Shaarawy.
AGI - Le tensioni politiche e l'impennata dello spread affondano la Borsa di Milano nella giornata di venerdì 22 gennaio 2021. Milano è maglia nera europea in una giornata di debolezza complessiva. A rendere volatili e nervosi i mercati è stato il timore che la recrudescenza della pandemia di coronavirus finisca per cancellare le speranze di ripresa. Paure riaccese dall'indebolimento dei Pmi, gli indici anticipatori del ciclo, di Germania ed Eurozona. Ma agli investitori non sono piaciute neanche le parole della presidente della Bce, Christine Lagarde, che nella giornata di giovedì 21 ha chiarito come la parola d'ordine nell'utilizzo del Pepp, il programma di acquisto per l'emergenza pandemica da 1.850 miliardi di euro, debba essere "flessibilità", senza alcun obbligo a utilizzare l'intera dotazione se non sara' necessario. L'impatto è stato particolarmente negativo per il rendimento dei titoli di Stato dei Paesi periferici, Italia in primis, con il differenziale tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi che è risalito a quota 125 punti, sui massimi da due mesi. L'aumento dello spread, aggravato dal timore di un avvitarsi della crisi politica, ha travolto piazza Affari che ha chiuso la seduta in calo dell'1,52%. Un risultato nettamente peggiore rispetto a quello di tutti gli altri listini del vecchio continente, dove Francoforte è arretrata dello 0,23%, Londra dello 0,33% e Parigi dello 0,69%. Anche Moody's non ha nascosto le sue preoccupazioni per le tensioni all'interno della maggioranza che sostiene il governo Conte. Un esecutivo indebolito, ha sottolineato l'agenzia di rating, "intensifica le sfide delle politiche post-pandemiche". E soprattutto rischia di ritardare l'attivazione del Next generation Eu. In ballo ci sono 200 miliardi di euro, cruciali per la ripresa. C'è tempo fino alla fine di aprile per presentare alla Commissione Ue i piani dettagliati per l'utilizzo dei fondi, ha osservato Moody's, "ma ci sono alcune grandi questioni da risolvere per il governo, inclusa quella su quanto sarà centralizzata la gestione dei fondi e a quali priorità economiche andranno".
AGI - La variante inglese del virus "sembra causare un innalzamento della mortalità". Lo ha detto il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson, parlando in una conferenza stampa a Downing Street. "Il numero dei decessi continuerà a essere alto per un po'" motivo per il quale "vi chiedo di rimanere a casa, salvando cosi' il sistema sanitario e le vite", ha aggiunto. Non è invece certo che i vaccini siano efficaci sulle varianti sudafricana e brasiliana. Lo ha ventilato Sir Patrick Vallance, consigliere scientifico del governo britannico. nel corso di una conferenza stampa a Downing Street, con il premier Boris Johnson. "Siamo adesso più fiduciosi che i vaccini saranno efficaci sia contro la nuova variante inglese che contro quella vecchia". Nonostante ciò vi è una "maggiore preoccupazione" circa l'efficacia che può avere il vaccino sulle varianti sudafricana e brasiliana. Vallance ha anche precisato che sia con il vaccino della Pfizer che con quello di Astrazeneca "riteniamo che la protezione più importante venga assicurata con la prima dose, mentre la seconda dose la incrementa e la estende nel tempo".
Programmi per il weekend? Binge REwatching, tornando sulle tracce di Dawson, Joey, Jen e Pacey
Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto nei confronti di Tik Tok il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica.
AGI - Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto nei confronti di TikTok "il blocco immediato dell'uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l'età anagrafica". L'Autorità ha deciso di intervenire "in via d'urgenza a seguito della terribile vicenda della bambina di 10 anni di Palermo". "Il Garante - spiega l'Authority - già a dicembre aveva contestato a TikTok una serie di violazioni: scarsa attenzione alla tutela dei minori; facilita' con la quale è aggirabile il divieto, previsto dalla stessa piattaforma, di iscriversi per i minori sotto i 13 anni; poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti; uso di impostazioni predefinite non rispettose della privacy. In attesa di ricevere il riscontro richiesto con l'atto di contestazione, l'Autorità ha deciso comunque l'ulteriore intervento odierno al fine di assicurare immediata tutela ai minori iscritti al social network presenti in Italia". Il Garante della privacy ha dunque vietato a TikTok l'ulteriore trattamento dei dati degli utenti "per i quali non vi sia assoluta certezza dell'eta' e, conseguentemente, del rispetto delle disposizioni collegate al requisito anagrafico". Il divieto durerà per il momento fino al 15 febbraio, data entro la quale il Garante si e' riservato "ulteriori valutazioni". Il provvedimento di blocco verrà portato all'attenzione dell'Autorita' irlandese, considerato che recentemente TikTok ha comunicato di avere fissato il proprio stabilimento principale in Irlanda.
Il lottatore verso la fine di carriera: "Pronto per Royal Rumble"
AGI - L'avvocato Cesare Sessa, lo studente universitario Giuseppe Berti, il professor Alberto Albanese, il ragioniere Lilibeo Bilardello, l'affittacamere Filippo Greco. Erano questi, e pochi altri, i siciliani presenti al Congresso di Livorno, da cui il 21 gennaio del 1921 nacque il Partito comunista d'Italia. Furono tra quelli che insieme ad Amadeo Bordiga e a Antonio Gramsci abbandonarono il teatro Goldoni per recarsi al all'allora Teatro Carlo Lodovico, poi rinominato Teatro San Marco, dove fondarono quello che sarebbe divenuto il piu' grande partito comunista dell'Occidente. C'era anche Francesco Lo Sardo, di Naso, che quel giorno rimase nel Psi: avrebbe aderito al PCd'I piu' tardi, diventando il primo onorevole comunista siciliano nel 1924. Fin dalla nascita, nel 1892-93, il Partito socialista aveva tenuto in Sicilia posizioni riformiste "Riformisti - spiega all'AGI lo storico ragusano Giuseppe Micciche', autore del volume "Il partito comunista in Sicilia, le origini" (edizioni Teti, ormai introvabile) - erano Rosario Garibaldi Bosco, Bernardino Verro, Giacomo Montalto, Nicola Petrina, Giuseppe De Felice Giuffrida, Luigi Macchi, Eduardo Di Giovanni, che ne erano i maggiori rappresentanti. Alcuni di questi esponenti aderirono nel 1912 al PSRI, nato dalla scissione dei "bissolatiani". Nel partito (come nell'isola) gli operai erano pochi, ed erano invece assolutamente prevalenti i braccianti agricoli e i piccoli coltivatori". A Caltanissetta e Catania esistevano gruppi che si autodefinivano "socialisti rivoluzionari". "La repressione crispina e dirudiniana degli anni 90 dell'800 - prosegue Micciche' - l'emigrazione dei primi del '900, la scissione "bissolatiana" del '12 e poi la prima Guerra mondiale provarono fortemente il partito, la cui presenza nell'isola si ridusse a poche sezioni con qualche centinaio di iscritti. All'indomani della guerra esistevano solo 37 sezioni aderenti al PSI con 1.400 iscritti e 17 circoli giovanili". La fine della prima Guerra mondiale, che aveva visto la partecipazione al conflitto di tanti giovani dal sud, segno' una svolta nella ricerca del consenso per le forze che sognavano la Rivoluzione. "Le difficolta' economiche - sottolinea lo storico - radicalizzarono sempre piu' la situazione politica. Il Psi crebbe discretamente, specie nel siracusano-ragusano. Qua e la' assorbi' molti ex socialriformisti del PSRI. Ebbe allora inizio una stagione di lotte: occupazioni di terre, scioperi per aumenti salariali e per la riduzione dei prezzi delle derrate alimentari, per riduzione tasse". Gli scioperi si susseguivano senza sosta, ma la Rivoluzione non arrivava mai. E' in questo clima di attese deluse che matura, come altrove, la scissione. "Espellere i riformisti, preparare i lavoratori all'evento rivoluzionario, evitare ogni contatto coi gruppi borghesi, disinteressarsi delle elezioni, occupare le terre e difenderle con le armi, conquistare i comuni solo per 'sabotarli dall'interno', non abbandonare le fabbriche occupate", era il programma che, avvicinandosi l'appuntamento di Livorno, veniva diffuso in conferenze e comizi nell'isola. "Nei congressi provinciali del PSI tenuti tra il dicembre del '20 e i primi di gennaio del '21 manco' il dibattito, preoccupandosi i delegati solamente di registrare la forza numerica della frazione rappresentata", spiega Micciche'. "Prevalsero - dice - i massimalisti, che in alcune province raccolsero i voti di molti centristi e riformisti: Massimalisti 1968, comunisti 1.260, riformisti 135. Le province con un maggior numero di voti comunisti furono nell'ordine: Messina 292, Girgenti 218, Siracusa 206, Catania 182, Palermo 177, Trapani 157, Caltanissetta 57. Chi si era detto 'socialista rivoluzionario' si disse massimalista o comunista; gran parte dei giovani si dissero comunisti, divisi in astensionisti (che erano la maggioranza assoluta) ed elezionisti". Tra i primi vi era Concetto Marchesi, il grande latinista, ma non e' chiaro se fosse presente o meno nella citta' toscana. Fu "ultrabordighiano", in questa prima fase, il PCd'I in Sicilia. "Il dottrinarismo, le chiusure settarie nei confronti delle altre forze politiche, l'attesa dell'evento rivoluzionario appesantirono gravemente il partito. Un grande peso ebbero anche le sopravvenute violenze nazionalfasciste. Per conseguenza il partito rimase dovunque in fasce". Il partito aveva i propri fogli di informazione e propaganda: "Clarte'" a Palermo,"Il Vespro rosso" a Girgenti, "La Voce dei comunisti" a Messina, "Il Proletario" a Trapani. "Nel siracusano e ragusano - aggiunge lo storico - dove le violenze fascista furono estremamente violente e distrussero sezioni e circoli dei lavoratori, molti di coloro che si erano detti comunisti non aderirono al nuovo partito e si allontanarono dalla politica". I congressi provinciali si tennero a Messina il 12 febbraio, presente Concetto Marchesi, a Trapani il 20 febbraio, a Girgenti il 20 febbraio e poi a Catania, a Siracusa e a Palermo, dove le adesioni furono numerose tra i giovani. Per i primi anni, pero', il Partito comunista d'Italia fu in Sicilia cosa modesta, in polemica con tutti e paralizzato. "Solo dopo il 1924 e l'adesione dei "terzini" (terzinternazionalisti) con Lo Sardo il partito comincio' a trasformarsi e assumere i caratteri di una vera organizzazione politica. "Ma era ormai troppo tardi. Dovunque - conclude Micciche' - il fascismo aveva trionfato. Qualche tempo dopo ebbe inizio la cospirazione e gruppi comunisti qua e la' si distinsero nella propaganda sotterranea, che la polizia cerco' di contrastare ed eliminare in ogni modo". Come accadde con lo Sardo, che mori' in carcere nel 1931.