Il rinnovo di contratto di Dragusin ancora non arriva: le sirene di mercato in arrivo dall'estero bloccano la trattativa.
Timori di boomerang dopo lo stop all'export di vaccini AstraZeneca. Parigi con l'Italia, Berlino tace, Londra protesta
Lo sfogo social del cantautore: "Non sono il più intonato di tutti, ma di certo sono più sincero di molti"
AGI - "Il Pd è il mio partito e non faccio parte di alcuna corrente. Con Nicola Zingaretti ci frequentiamo fin da ragazzi, ho votato per lui all'ultimo congresso, mi ha sostenuto nella mia rielezione a presidente dell'Emilia Romagna: la mia fiducia personale c'è sempre stata e c'è, immutata. Tale resta sia quando siamo d'accordo, sia quando non lo siamo, e gli ho sempre detto come la penso. Ogni scelta va rispettata, ma credo che dimettersi sia una scelta sbagliata. La stima rimarrà sia se deciderà di rimanere segretario, come spero, sia se confermerà le sue dimissioni". Con queste parole Stefano Bonaccini ha commentato su Facebook per la prima volta le dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd. "Un partito serve non se discute di se stesso, ma se affronta i problemi dei cittadini. E una classe dirigente è tale se non si divide in gruppi, ma si unisce per assumere decisioni. Tanto più in tempo di pandemia. Basta con le discussioni interne, acceleriamo su quelle per il Paese. Serve questo" afferma Bonaccini, "Il punto, per me è questo: in tempo di pandemia il Pd non puo' parlare di se stesso. Non può - argomenta Bonaccini su Fb - perché stanno arrivando meno vaccini del previsto, mentre i contagi crescono più del previsto; perché abbiamo bambini, ragazzi e ragazze a casa da scuola e le famiglie in difficoltà; perché ci sono persone che perdono il lavoro e imprese che rischiano di non riaprire più. Ogni giorno mi arrivano centinaia di mail e messaggi che parlano di questi drammi, non dei problemi del Pd", conclude il governatore. "Un partito serve non se discute di se stesso, ma se affronta i problemi dei cittadini" ha infine esortato: "basta con le discussioni interne, acceleriamo su quelle per il Paese. Serve questo".
Decreto Sostegno: intervento sulle cartelle fiscali: stop pagamenti fino 30/4, ma torna la notifica, 10 mld sul lavoro
Il numero uno della FIFA ha parlato di alcune possibili modifiche del regolamento per aumentare lo spettacolo in campo.
AGI - La pandemia ha esacerbato le disparità esistenti tra donne e uomini in quasi tutti gli ambiti della vita, sia in Europa che nel resto del mondo, segnando un arretramento rispetto alle faticose conquiste del passato. E' quanto risulta dalla relazione 2021 della Commissione europea sulla parità di genere nell'Ue, pubblicata in vista della Giornata internazionale della donna. "Allo stesso tempo la parità di genere non è mai stata così importante nell'agenda politica dell'Ue e la Commissione ha profuso un grande impegno per attuare la strategia per la parità di genere adottata un anno fa", dichiara la Commissione. Per meglio monitorare e fare il punto dei progressi compiuti in ciascuno dei 27 Stati membri, la Commissione inaugura oggi anche un portale per il monitoraggio della strategia per la parità di genere. "Le donne sono in prima linea nella pandemia e ne sono maggiormente colpite. Non possiamo permettere un arretramento, dobbiamo continuare a promuovere l'equità e l'uguaglianza. Per questo motivo l'Ue ha posto le donne al centro della ripresa e ha obbligato gli Stati membri a includere la dimensione della parità di genere negli investimenti finanziati dal dispositivo per la ripresa e la resilienza", conferma Vera Jourová, vice presidente della Commissione con delega per i Valori e la trasparenza. "Nonostante l'impatto sproporzionato della crisi di Covid-19 sulla vita delle donne, dobbiamo trasformare questa situazione in un'opportunità. Siamo determinati a intensificare il nostro impegno, a continuare a progredire e a non consentire alcun arretramento rispetto a tutti i progressi compiuti in materia di parità di genere", ha insistito Helena Dalli, commissaria per l'Uguaglianza.
AGI - "L'Eccellenza ripartirà". Lo ha detto il presidente della Figc Gabriele Gravina dopo la riunione del Consiglio Federale sottolineando che “il nostro ruolo è quello di permettere ai ragazzi di riprendere a giocare nel rispetto delle norme legate alla tutela della salute. Non ci saranno retrocessioni dall'Eccellenza verso il campionato di Promozione. Valore al merito sportivo, invece, per quanto riguarda le promozioni verso l'Interregionale, quindi la Serie D. Valuteremo anche in base al decreto ristori che tipo di intervento possiamo dare alle società di Eccellenza che decideranno di riprendere la loro attività". Il Consiglio, dopo un'approfondita discussione in cui sono state valutate le diverse richieste pervenute dalla base, tenuto conto della posizione della LND e dell'evoluzione della pandemia, ha condiviso la volontà di far ripartire i campionati di Eccellenza maschile e femminile di calcio a 11 e i campionati maschili e femminili di Serie C-C1 di calcio a 5. Il Consiglio Federale ha dato delega al presidente federale, d'intesa con i vice presidenti, "per assumere le conseguenti decisioni una volta recepite le indicazioni specifiche della LND sui format a valle della riunione del Consiglio Direttivo del prossimo 10 marzo". Inoltre, "il Consiglio ha ribadito che l'obiettivo principale resta sempre la tutela della salute di tutti gli addetti ai lavori".
AGI - Le forze armate israeliane hanno costruito un muro di cemento sotterraneo al confine con la Striscia di Gaza per impedire a eventuali terroristi di entrare in Israele attraverso i tunnel transfrontalieri. Secondo quanto riporta il Jerusalem Post, il muro di cemento è solo uno dei componenti della barriera lunga 60 km, che comprende anche una recinzione fuori terra, sensori avanzati sia sopra che sotto terra e tecnologie all'avanguardia pensate per affrontare la minaccia dei tunnel e fermare le infiltrazioni terroristiche. Fonti delle forze armate sentite dal quotidiano israeliano hanno affermato che quasi il 95% della barriera è stato completato e che a breve sarà operativo. Lo stato maggiore israeliano ritiene che Hamas abbia un complesso sistema di tunnel sotterranei in tutta la Striscia di Gaza, che potrebbe essere utilizzato per attaccare i soldati israeliani in una potenziale battaglia nella Striscia. Di conseguenza, i militari israeliani si stanno preparando per una guerra in superficie e sotto terra. Il "libro viola" Secondo il Jerusalem Post, Yahalom, l'unità di élite del genio, e altri reparti hanno imparato dalle esperienze passate e si ritiene che padroneggino le abilità necessarie per controllare la sfera sotterranea. Questa notizia arriva quando il comando meridionale e la 162a divisione israeliana hanno completato i preparativi e una serie di esercitazioni in vista di un possibile confronto con Hamas e la Jihad islamica palestinese nella Striscia di Gaza. Negli ultimi anni, sia il comando meridionale sia la 162a divisione hanno lavorato per comprendere e analizzare le caratteristiche di un futuro confronto a Gaza sulla base dell'esperienza delle sue unità nell'operazione "Piombo fuso" nel 2009, nell'operazione "Margine protettivo" nel 2014 e nell'intelligence che viene costantemente raccolto a Gaza. Tutti questi sono stati assemblati in un libro che è stato intitolato il "Libro viola", dal colore della Brigata Givati , una delle unità principali del Comando meridionale che ha svolto un ruolo significativo nelle operazioni passate nella Striscia di Gaza. Il "libro" è un manuale di istruzioni per i comandanti che serve come base per operare in guerra e quali strumenti dovrebbero essere utilizzati per superare le sfide previste.
AGI - Il film romeno 'Bad luck, banging or loony porn', una satira sulla doppia morale in tempi di video intimi che diventano virali a insaputa degli interessati, si è aggiudicato l'Orso d'oro alla settantunesima edizione, solo virtuale, del festival del cinema di Berlino. La pellicola di Radu Jude ha al centro una maestra di Bucarest che subisce le conseguenze della pubblicazione online, suo malgrado, di un video dove fa sesso. La Romania conquista così di nuovo il trofeo più prestigioso della Berlinale dopo averlo portato a casa nel 2018 con 'Touch me not' di Adinia Pintilie, presente tra i giurati di questa edizione. I trofei verranno assegnati a giugno in una cerimonia dove i premiati saranno presenti in persona.Il Premio Speciale della Giuria è andato invece a 'Wheel of Fortune and Fantasy' del giapponese Ryusuke Hamaguchi. Secondo Orso d'argento in tre anni per il messicano Alonso Ruizpalacios, in corsa con "Una película de policías", lodata per "l'uso magistrale del montaggio". L'Orso d'argento per la migliore sceneggiatura vai invece al sudcoreano Hong Sang-Soo, il cui "Introduction" era partito come favorito. I padroni di casa tedeschi, con quattro pellicole in concorso su quindici, portano a casa l'Orso d'argento per la migliore attrice (Maren Eggert in 'I'm your Man" di Maria Schrader) e un premio della giuria per il documentario "Herr Bachmann und seine Klasse", dedicato a un anziano maestro alle prese con alunni immigrati. A bocca asciutta i cineasti francesi, presenti con Celine Sciamma ("Petite Maman") e Xavier Beauvois ("Albatros") in un'edizione che ha visto in grande spolvero il cinema dell'Europa dell'Est. Altri due Orsi d'argento sono infatti andati alla rappresentanza ungherese: Denes Nagy per la miglior regia con "Natural Light" e Lilla Kizlinger come migliore attrice non protagonista per "Forest" di Bence Fliegauf.
AGI - La Cina avverte Hong Kong e Taiwan che non tollererà la loro collusione con forze esterne, né tentativi indipendentisti dell'isola, su cui rivendica la sovranità. All'apertura dei lavori del Congresso nazionale del popolo, l'organo legislativo del Parlamento cinese, il primo ministro Li Keqiang ha lanciato avvertimenti precisi all'ex colonia britannica e all'isola che si auto-governa, e ha annunciato un aumento delle spese militari del 6,8% nel 2021, a un ritmo lievemente maggiore del 2020, quando venne fissato al 6,6%. Li Keqiang ha ribadito l'adesione di Pechino al principio "un Paese, due sistemi", con cui la Cina si rapporta a Hong Kong dopo la fine dell'era coloniale britannica, e che gran parte della comunità internazionale ritiene ormai ampiamente deteriorato dopo l'introduzione della legge sulla sicurezza nazionale nella città; il premier ha anche avvertito che Pechino "scoraggerà le interferenze di forze esterne". Su Taiwan, il primo ministro ha sottolineato che Pechino intende promuovere una "pacifica crescita di relazioni" con Taipei. In base alla propria interpretazione del "principio dell'unica Cina", non riconosciuto da Taiwan, la Cina rivendica la sovranità sull'isola che si auto-governa, e Li Keqiang ha ribadito la volontà di arrivare alla "riunificazione" di Taipei con la Repubblica Popolare Cinese, aggiungendo che "saremo molto attenti e scoraggeremo con risolutezza ogni attività separatista per l'indipendenza". Il rapporto con Taiwan e Hong Kong è da tempo sotto osservazione degli Stati Uniti, che hanno criticato la repressione degli attivisti pro-democrazia nell'ex colonia britannica, il cui riavvicinamento con l'isola, soprattutto con la precedente amministrazione Usa guidata da Donald Trump, ha fortemente innervosito Pechino. Con Washington, nonostante i rapporti rimangano freddi anche nelle prime settimane dell'amministrazione Biden, la Cina vuole una relazione economica e commerciale fondata sul "rispetto reciproco", ha dichiarato il premier. In fase di discussione in questi giorni a Pechino c'è anche la modifica del sistema elettorale di Hong Kong, per fare in modo che "solo i patrioti" governino la città.La bozza di legge che uscirà dal Congresso nazionale del popolo è un ultimo tassello alla repressione in corso contro i gruppi pro-democrazia, già duramente colpiti dalla legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino lo scorso anno. Il testo della legge non è ancora noto, ma secondo quanto anticipato dal vice presidente del Congresso Nazionale del Popolo, Wang Chen, Pechino aumenterà i poteri della commissione elettorale, per colmare le "carenze" attuali ed evitare che elementi "destabilizzanti e anti-Cina" minaccino la sovranità della Cina su Hong Kong. Secondo alcune indiscrezioni, l'iter di approvazione della legge potrebbe fare slittare di un altro anno, al 2022, l'appuntamento con le urne nella città per il rinnovo del Consiglio Legislativo, il parlamento di Hong Kong. Inoltre, la nuova legge prevederebbe un ampliamento sia della commissione elettorale (dal 1.200 a 1.500 membri) e l'aumento del numero di parlamentari (novanta, dai settanta attuali) con una proporzione maggiore rispetto a oggi di membri del Consiglio Legislativo scelti direttamente dalla Commissione Elettorale.
AGI - "Capiamo assolutamente la decisione" del governo italiano di bloccare l'export di 250mila dosi di vaccino AstraZeneca dirette in Australia. Così, in un'intervista a ClassCnbc, Lorenzo Wittum, amministratore delegato di AstraZeneca Italia. "Capiamo la decisione che ha preso l'Europa e il governo italiano in questo momento", ha sottolineato Wittum aggiungendo che "non è qualcosa che compete a noi. Sono le autorità che decidono se fare o no queste esportazioni". Poi ha continuato: "Il nostro impegno rimane quello di fornire per l'Italia 5 milioni di dosi nel primo trimestre e 230 milioni nel secondo trimestre". Quello "che posso dire è che noi siamo totalmente focalizzati nel rispettare i nostri impegni con l'Ue nell'arrivare nel minor tempo possibile a consegnare tutte le dosi possibile", ha concluso. "C'è una riduzione importante dei ricoveri, del 94%. E funziona in tutte le fasce di età. In Inghilterra specialmente i dati sugli over 70 confermano che l'efficacia di riduzione dei ricoveri è sopra l'80%", ha poi detto l'ad di AstraZeneca. "Il vaccino - ha aggiunto - ricordo che è approvato dall'Ema sopra i 18 anni, i dati del Regno Unito ci dicono che funziona ottimamente anche per i 70enni e 80enni. Sono sicuro che l'Aifa farà le sue valutazioni, come AstraZeneca siamo a disposizione per qualsiasi chiarimento sui dati".
"Un ripensamento non c’è e non ci sarà". Nicola Zingaretti ha messo la parola fine alla sua segreteria e il Pd reagisce allo shock delle dimissioni del segretario, che oggi ha formalizzato la sua decisione con la consegna della lettera alla presidente del partito Valentina Cuppi. Così, al di là delle dichiarazioni ufficiali, le varie componenti dem sono già al lavoro per cercare un accordo su come gestire la nuova fase. A quanto apprende l'Adnkronos, sono in corso interlocuzioni tra i dirigenti delle varie anime del Pd. Le opzioni sul tavolo sono due: eleggere in Assemblea un segretario o indire il Congresso affidando a un reggente la gestione del partito. Su questo stanno ragionando le aree interne, ognuno con sue posizioni. Base riformista e i Giovani Turchi (di Matteo Orfini) sarebbero per perimetrare il mandato della nuova leadership con i tempi di un Congresso anticipato. E la sensazione è che anche le altre aree del Pd, a partire da AreaDem di Dario Franceschini, vedano come inevitabile una scadenza anticipata rispetto al 2023. 'Fianco a Fianco' con Matteo Mauri ha chiesto di "scegliere subito in modo unitario una figura autorevole che ci guidi verso una fase costituente". Ma se la strada fosse questa, non manca chi intravede diverse incognite. Di fatto, per il Congresso sarebbe disponibile una finestra non larghissima a cavallo tra le prossime amministrative e l'inizio del nuovo anno. Un timing che nei vari colloqui avrebbe preso forma. Ma questo 'slot' sarebbe un po' angusto per un vero Congresso e, soprattutto, verrebbe chiuso senza possibilità di proroghe dall'elezione del nuovo capo dello Stato. E infatti oggi c'è anche chi sostiene che si stia ragionando su un congresso dopo il voto sul Colle. "E se, come oggi appare, il Parlamento indicherà Draghi la legislatura finisce e si andrà subito al voto e ci sarebbe una campagna elettorale durissima", ammette 'off the record' un dirigente che sta lavorando dietro le quinte. Insomma, tutti appuntamenti che il Pd non può rischiare di affrontare da comparsa, con una leadership depotenziata. Il tutto, con il governo Draghi da presidiare giorno per giorno per non lasciarlo nelle mani del centrodestra. In questo contesto emergerebbe l'identikit di una 'figura di garanzia', un traghettatore davvero di alto profilo, capace di mettere pace tra le varie anime del partito e garantire tutti. Figura che si potrebbe pescare nel Pantheon dei democratici, per esempio tra gli ex segretari, in una short list che conta il solo Walter Veltroni. Un nome che circola "anche se -ammette uno dei pontieri- ancora nessuno l'ha proposto al diretto interessato". Tra i nomi degli altri ex, anche quello di Pier Luigi Castagnetti. E anche quello di Romano Prodi. Altra opzione, quella 'rosa'. In questo caso, si fanno i nomi di Roberta Pinotti, Debora Serracchiani, Anna Ascani. C'è anche chi parla di Paola De Micheli e di Simona Malpezzi. Sembra, invece, in calo nel totonomi l'ipotesi di 'promuovere' (è successo in passato con Maurizio Martina) il vice segretario Andrea Orlando. Anche perché proprio il ministro del Lavoro viene dato come possibile candidato al congresso magari in alternativa a Stefano Bonaccini. Il confronto, però, è appena partito e per adesso c'è una consapevolezza diffusa del passaggio delicatissimo per la tenuta del Pd, dell'esigenza di concordare una soluzione. "C'è molta preoccupazione". Tanto che c'è anche chi mette in conto l'ipotesi che l'Assemblea del 13-14 marzo possa slittare. "Se non si trova un accordo politico, è inutile fare l'Assemblea. Secondo statuto ci sono 30 giorni dalle dimissioni formali. Quindi entro il 5 aprile", spiegano fonti parlamentari. Trovare una soluzione, visto lo stato dei rapporti nel Pd, non sarà semplicissimo. Anche perché le dimissioni di Zingaretti in qualche modo 'liberano' il blocco che si era costruito attorno alla sua candidatura e che rappresenta quasi il 70% dell'assemblea che si riunirà il 13 e 14 marzo, riconfigurandosi tra le varie aree di partenza: oltre a quella zingarettiana, Areadem di Dario Franceschini, la componente di Andrea Orlando e l'area di Gianni Cuperlo.
AGI - “Qualcosa sta succedendo, qualcosa sta cambiando”. Ne sono sicuri i Maneskin commentando con AGI la loro esperienza al Festival di Sanremo e quel terzo posto nella classifica Spotify. La classifica, che non li ha finora granché premiati, conta tanto quanto: “Noi siamo venuti qui per esibirci, per portare la nostra musica. La classifica è alquanto relativa, anche il nostro passato ci insegna che vincere è abbastanza relativo, a noi interessa quello che sta succedendo all'esterno”. Effettivamente i Maneskin sono uno di quei rari esempi che si utilizzano parlando dei talent, che affossano la maggior parte dei concorrenti che decide di percorrere quella strada, ma che in rari casi mette in moto qualcosa. Ma, come giustamente ricordano, nemmeno a X-Factor ebbero fortuna con la classifica, perché non ne uscirono vincitori. Eppure oggi sbarcano a Sanremo, forti dell'affetto di un pubblico che ha salutato con entusiasmo “Vent'anni”, il primo singolo che ha anticipato l'uscita, il prossimo 19 marzo, del loro nuovo album. “Noi in realtà speriamo semplicemente di farci vedere da un pubblico più ampio che magari prima non ci conosceva – spiega Victoria - quello che siamo e qual è il nostro percorso. Noi abbiamo scelto questo singolo per fare un po' da apripista all'album, lì c'è tutto il racconto ovviamente più dettagliato”. E si tratta di un racconto a lungo atteso, al quale in questi giorni si è aggiunto il capitolo intitolato “Zitti e buoni”, un altro urlo generazionale sulla stessa scia di “Vent'anni”, un brano portato sul palco dell'Ariston senza alcuna paura: “Ce l'hanno detto in tanti che è un palco che ha fatto cadere molte persone, questa cosa inizialmente ci aveva preoccupati, ma poi per fortuna ci stiamo approcciando bene, siamo solo contenti di suonare lì. Noi chiudiamo gli occhi e facciamo finta di essere in sala prove”. Anzi era evidentemente più la voglia di mostrarsi a Sanremo, provare a portare la loro giovane energia: “Un Festival importantissimo, soprattutto in un momento del genere in cui l'esibizione live è stata un po' messa da parte per ovvie ragioni. Per noi rappresenta un'opportunità della quale siamo molto, molto, molto grati”. Un festival in cui loro, giovanissimi, si trovano in ottima compagnia, quando hanno letto infatti la lista dei cantanti che sarebbero stati in gara con loro ne sono rimasti immediatamente entusiasti: “Siamo rimasti molto, molto, molto colpiti, credo che Amadeus si sia preso una grande responsabilità nel fare questo salto nel futuro con il festival, quindi siamo contenti perché è una grande possibilità per artisti giovani di prendersi la scena e di prendersi lo spazio che meritano”. Nota di merito per Madame, “Il nostro testo preferito”.
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