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Grecia, ora il destino delle banche greche è nelle mani della Bce

Almeno fino a nuovi negoziati, l’unica istituzione che attualmente si staglia tra la Grecia e il baratro economico è la Banca centrale europea. Non è una decisione facile quella che attende il consiglio diretto dal governatore Mario Draghi: si può tenere a galla le banche di un Paese già in mora e che ieri ha detto “No” alle condizioni poste dai creditori per nuovi aiuti? Settimana scorsa, dopo vari rialzi, l’Eurotower aveva mantenuto a 89 miliardi di euro il tetto dell’ELA, la liquidità di emergenza. Senza un programma di aiuti a fare da cornice, la questione è ora ancora più spinosa. “La Bce continuerà a coprire le sue carte. Non alzerà più i livelli della liquidità d’emergenza: non possono ridurla, ma non possono nemmeno aumentarla perché ciò costituirebbe un finanziamento dissimulato ad uno Stato”, spiega Robert Halver di Baader Bank. “E la Bce non è là per trovare fondi alternativi al posto dei creditori. Non lo faranno, diranno: ‘Attenderemo l’esito dei negoziati’”, aggiunge. Improbabile, insomma, che la Bce decida di alzare il tetto come chiesto dalla Banca centrale greca. Questo anche a causa dell’opposizione interna dei rappresentanti della Bundesbank tedesca. E se mantenere il livello inalterato metterebbe comunque in seria difficoltà gli istituti di credito ellenici (ancora chiusi e dipendenti, per i prelievi contingentati, dall’Eurotower) l’interruzione significherebbe il fallimento immediato delle 4 principali banche.