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La Nigeria – in recessione – dichiara guerra all’evasione fiscale

Il fisco nigeriano dà la caccia a 700.000 aziende. Il giro di vite riguarda però anche le persone fisiche: il governo di Abuja ha infatti creato una rete di esattori per spiegare le procedure e avviare la tracciabilità dei pagamenti delle imposte. L’obiettivo è quello di raggiungere, entro la fine dell’anno, 10 milioni di persone. Il traguardo è lontanissimo, nella nazione più popolosa dell’Africa con 180 milioni di abitanti, l’80% della forza lavoro non paga le tasse. “Stiamo pensando di concedere una rinuncia agli interessi e alle sanzioni per un periodo di tre anni, tra il 2012 e il 2015 – spiega Tunde Fowler, presidente esecutivo dell’Agenzia Federale delle Entrate nigeriana – Chiediamo solo di pagare le tasse dovute e offriremo una finestra di 45 giorni per farsi avanti e registrarsi. Chi lo farà, non pagherà multe o interessi”. La Nigeria porterà in tribunale anche alcune tra la maggiori compagnie petrolifere mondiali, con l’accusa di aver esportato illegalmente greggio per 12,7 miliardi di dollari. La guerra all’evasione è dovuta al crollo del prezzo del petrolio, dal quale dipende circa il 70% delle entrate dello Stato. Una crisi che ha spinto la più grande economia dell’Africa nella sua prima recessione in più di 20 anni. Nigeria: aumenta la produzione di petrolio https://t.co/qZRaqcYrJ7— Agi_Africa (@Agi_Africa) September 21, 2016