Meteo sabato 10 - domenica 11 Aprile
Il mese di aprile entra nel vivo, ma dopo il colpo di coda dell'inverno, potremo finalmente godere del clima primaverile? Scopriamolo con le previsioni meteo per il weekend di sabato 10 e domenica 11 aprile
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Un reagente innovativo e totalmente made in Italy, per isolare l'Rna virale di Sars-CoV-2 dopo il tampone molecolare. E' 'Leasy Kit', lanciato da Menarini Diagnostics, azienda del Gruppo Menarini. I vantaggi del Leasy kit sono "un risparmio notevole di tempo, lavoro e risorse mantenendo alto il livello delle prestazioni", spiega una nota. "Mentre le metodiche tradizionali prevedono l''estrazione e purificazione dell'Rna' virale dal campione prelevato al paziente, con tempi lunghi e costi maggiori - si legge - i team di ricerca e sviluppo Menarini hanno sviluppato una metodica innovativa. Con Leasy Kit la membrana esterna del virus che racchiude l'Rna viene dissolta rapidamente liberando l'Rna in soluzione con grande velocità, rendendolo disponibile per l'amplificazione con i test molecolari Covid-19". "Per semplificare - chiarisce Menarini - immaginiamo che l'Rna sia una pallina all'interno di una bottiglia dal collo stretto: con il metodo tradizionale bisogna estrarla, mentre con questa nuova tecnica la bottiglia viene semplicemente rotta". Il nuovo reagente, nato dalla ricerca di Menarini Silicon Biosystems a Bologna, è già in produzione nei laboratori, appositamente realizzati, a Pisa. "I nostri team di ricerca e sviluppo e manufacturing - ha spiegato Fabio Piazzalunga, Gm di Menarini Diagnostics e presidente di Menarini Silicon Biosystems - hanno lavorato con determinazione in questi mesi per portare a disposizione dei laboratori una soluzione innovativa in grado di minimizzare tempi e costi delle routine molecolari, garantendo al contempo risultati accurati e ampia flessibilità. Si tratta del primo prodotto Menarini in diagnostica molecolare interamente sviluppato e prodotto in Italia. Grazie agli importanti investimenti fatti, siamo in grado di offrire soluzioni innovative che consentono di velocizzare i tempi e ridurre i costi". Il Leasy, essendo un kit che può essere utilizzato in combinazione con vari test di amplificazione, è indicato come Research Use Only - si evidenzia nella nota - e richiede una semplice validazione del laboratorio per essere utilizzato nell'ambito delle proprie routine.
Secondo un’indagine condotta da Bhave, per valutare l'impatto sociale del Covid19 sulle persone con emofilia, su 142 intervistati, il 73% ha dichiarato di aver deciso di non effettuare o di posticipare le visite programmate urgenti, il 37% di non aver svolto le attività riabilitative e il 22% di non aver rispettato le indicazioni per la terapia ricevute dal proprio centro. Il 60% degli intervistati ha anche riferito che il proprio medico, durante il lockdown, ha fornito suggerimenti specifici in merito alla gestione di emofilia e coronavirus, come farmaci e protezioni, per la maggior parte in remoto: tramite telefono (63%), WhatsApp (60%) e posta elettronica (30%). “Da questa indagine emerge come la telemedicina possa soddisfare i pazienti in questo contesto di pandemia, ma anche come possa rappresentare una soluzione per semplificare la vita delle persone con emofilia in generale, migliorando l'accesso alle cure e riducendo al contempo l'onere per le strutture sanitarie, in modo che possano dedicare più attenzioni ai pazienti con maggiori criticità o acuti. In senso più generale, l'implementazione diffusa della telemedicina potrebbe non solo migliorare l'assistenza diretta dei pazienti con emofilia, ma assicurare un’adeguata assistenza domiciliare e consentire a più persone, specialmente quelle che vivono in aree svantaggiate, di ricevere cure ematologiche specialistiche”, commenta Lucio Corsaro, Founder & Advisor Bhave. E per migliorare la vita delle persone con emofilia, Novo Nordisk promuove un programma di sostegno infermieristico e fisioterapico sia domiciliare sia a distanza, che è stato intensificato già dall’anno scorso per portare un aiuto concreto durante l’emergenza coronavirus. Grazie a questo programma, viene aiutato anche lo specialista nella gestione dei propri pazienti, attraverso una piattaforma web che permette di monitorare l’andamento del paziente tramite una documentazione delle attività domiciliari.
Italiani più informati sui farmaci, più coscienti dell'importanza del loro uso corretto e più attenti alle controindicazioni. E' l''effetto collaterale', positivo, dell'attenzione che la pandemia ha concentrato sulla salute e, in particolare, sulle cure e sui vaccini, con le preoccupazioni legate alle vicende di AstraZeneca e J&J, secondo il quadro tracciato per l'Adnkronos Salute da Roberto Tobia, segretario nazionale Federfarma, dall'osservatorio delle farmacie, luogo privilegiato dai cittadini per le informazioni su medicinali. "Registriamo una maggiore consapevolezza, domande più mirate alle interazioni, agli effetti avversi. Ma il ricorso a 'doctor Google' resta sempre troppo alto, a mio avviso", dice Tobia. "L'allarme mediatico sui vaccini, in relazione alle reazioni avverse, aggiunto ai dati sui decessi da Covid - ha aggiunto - hanno fatto crescere, in media, la consapevolezza degli italiani sul fatto che il farmaco non è un prodotto qualsiasi e non va banalizzato. Va assunto quando è necessario e va prescritto da un medico". Ovviamente "questo non riguarda proprio tutti gli utenti: è un processo lungo, di crescita culturale. Ma qualche segnale si vede". "Molti farmaci - aggiunge - sono spesso considerati 'banali'. Ci sono casi in cui viene utilizzato con leggerezza l'antidolorifico che si ha nell'armadietto di casa. O, peggio, l'antibiotico, con il rischio di aumentare le resistenze, problema per il quale siamo tra i primi in Europa. Ma sono ottimista su questo principio di presa di coscienza sul fatto che i farmaci non sono caramelle. Vediamo in farmacie persone più attente. Internet, però, è sempre utilizzato troppo in questo campo. E' uno strumento fantastico ma viene usato male, il più delle volte, ed è difficile difendersi dai fake news".
Doppia buona notizia per le persone con sclerosi multipla (Sm). Con la Gazzetta Ufficiale n. 88 l'Aifa ha autorizzato la rimborsabilità di siponimod, prima terapia orale indicata per la sclerosi multipla secondariamente progressiva (Smsp) con malattia con segni di attività, informa Novartis. Un traguardo che, sottolinea il gruppo farmaceutico svizzero, arriva poco dopo l'approvazione da parte dell'Ema di ofatumumab, trattamento mirato alle cellule B, indicato per pazienti adulti con sclerosi multipla recidivante (Smr). "Due approvazioni importanti - evidenzia la compagnia - che testimoniamo l'impegno di Novartis nello sviluppo di terapie in grado di rispondere alle esigenze ancora insoddisfatte delle persone con Sm nelle diverse forme di malattia e stadio di disabilità". La sclerosi multipla - ricorda Novartis in una nota - è una malattia cronica che colpisce il sistema nervoso centrale e può causare l'interruzione dei segnali tra il cervello, il midollo spinale e i nervi ottici, portando a una vasta gamma di sintomi. Secondo un’indagine della Federazione internazionale sclerosi multipla (Msif), le malattie neurologiche, fra cui la Sm, sono tra le più impattanti nella popolazione italiana: rappresentano la terza causa di morte dopo le patologie cardiovascolari e i tumori, e la terza causa di disabilità. Secondo il Barometro della Sm in Italia, redatto dall'Associazione italiana sclerosi multipla (Aism), oltre 126mila persone nel nostro Paese sono costrette a convivere con il decorso cronico della patologia. L'obiettivo è un percorso terapeutico adeguato e specifico per le diverse forme di Sm, per rallentarne la progressione e ridurre la disabilità, migliorando la qualità di vita. Non solo: il rallentamento della progressione della malattia e la riduzione della disabilità associata rappresentano anche uno sgravio del peso socio-economico della sclerosi multipla, oggi quantificato mediamente in 45mila euro annui per persona con Sm, cifra che può raggiungere i 84mila in caso di patologia avanzata. Lo studio di fase III Expand, il più ampio trial randomizzato e controllato condotto ad oggi sulla Smsp - dettaglia Novartis - ha dimostrato il profilo di efficacia e di sicurezza di siponimod. I risultati hanno confermato che il rischio di progressione della disabilità confermata a 3 e a 6 mesi, nei pazienti con malattia con segni di attività, è stato significativamente ridotto, rispettivamente del 31% e del 37%, nel gruppo trattato con siponimod in confronto a placebo. Risultati significativi sono emersi anche per altri parametri come il tasso annualizzato di recidive, l'attività della malattia alla risonanza magnetica e la perdita di volume cerebrale. Ulteriori analisi esplorative hanno dimostrato che siponimod può aiutare i pazienti a ritardare in media di oltre 4 anni l'utilizzo della sedia a rotelle e determina un beneficio importante anche sulle funzioni cognitive, dimostrando effetti clinicamente rilevanti sulla velocità di elaborazione cognitiva valutata attraverso il Symbol Digit Modalities Test (Sdmt). Ofatumumab - prosegue la nota - è invece la prima terapia mirata contro i linfociti B che ha dimostrato un'efficacia superiore e un profilo di sicurezza simile a teriflunomide, a oggi uno dei trattamenti di prima linea per la Sm. I due studi gemelli di fase III Asclepios I e II, su cui si basa l'approvazione Ue, hanno dimostrato una riduzione delle ricadute annuali di oltre il 50% rispetto a teriflunomide, e una riduzione del rischio relativo di progressione della disabilità a 3 mesi superiore al 30%. Ofatumumab potrà inoltre essere autosomministrato una volta al mese direttamente a casa, quindi si candida a diventare un'opzione di trattamento di prima scelta per i pazienti con forme recidivanti di sclerosi multipla. Dopo l'approvazione Ema, che segue l'ok dell'americana Fda, si attende il via libera dell'Aifa per rendere disponibile il trattamento anche ai pazienti italiani.
I negoziati tra la Commissione Europea e la compagnia statunitense Novavax per concludere un contratto di acquisto del vaccino anti-Covid Nvx-CoV2373 "sono in corso" e un aggiornamento verrà fornito "quando avremo concluso un contratto". Lo ha riferito il portavoce della Commissione Europea per la Salute Stefan de Keersmaecker, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. La Commissione ha concluso i colloqui esplorativi con Novavax il 17 dicembre 2020, con l'intenzione di concludere un contratto di acquisto di 100 milioni di dosi del vaccino Nvx-CoV2373, che è basato sull'uso di proteine (una tecnologia diversa rispetto ai sieri a m-Rna di Pfizer/BioNTech, Moderna e CureVac, e a quelli che usano come vettore degli adenovirus, come AstraZeneca e J& J), con l'opzione per ulteriori 100 mln. Da allora, però, sono passati 4 mesi e ancora non è stato firmato il contratto per fornire all'Ue quello che sarebbe il sesto vaccino, dopo Pfizer/BioNTech, Moderna, AstraZeneca e J& J, già approvati dall'Ema, e probabilmente dopo CureVac, che dovrebbe essere il prossimo in arrivo. Finora l'Ue ha concluso contratti con Pfizer/BioNTech, primo fornitore dell'Ue, definita dalla Commissione la "spina dorsale" delle vaccinazioni in Europa, AstraZeneca, che ha largamente fallito gli obiettivi di consegna fissati negli accordi con l'Ue, Moderna e J&J. Tutti e quattro i vaccini sono stati autorizzati dall'Ema e dalla Commissione. Contratti di acquisto anticipato sono stati siglati dall'Ue, per conto degli Stati membri, anche con Sanofi/Gsk e CureVac, i cui vaccini non sono ancora stati autorizzati nell'Ue (quello di CureVac è in rolling review e potrebbe essere autorizzato entro l'estate; quello di Sanofi non si sa).
AstraZeneca, pressing del Commissario Ue al mercato interno e capo della task force sui vaccini, Thierry Breton, che lascia intendere come il contratto con il gruppo farmaceutico che scade il 30 giugno prossimo potrebbe anche non essere rinnovato. "Siamo pragmatici. La mia priorità in quanto responsabile dei vaccini è che le consegne avvengano esattamente nei tempi che sono stati previsti", sottolinea Breton ai microfoni di 'Bfm'. "Niente è ancora definitivo. Continueremo a discutere", aggiunge Breton. "Non è per una ragione epidemiologica o medica. Quanto guardiamo ai dati i benefici del vaccino AstraZeneca sono più importanti rispetto alla malattia". Per quanto riguarda il vaccino sviluppato in Russia Sputnik V, Breton spiega: "Ho molto rispetto per scienziati russi ma non è questa la questione. Dovevano fare la richiesta ed è stata fatta qualche giorno fa. Prenderà alcune settimane e forse qualche mese. Non ho alcun dubbio sul fatto che alla fine del processo possa arrivare l'autorizzazione".
Wait, chiamarle (solo) camicie è riduttivo!
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Nasce l'alternativa alla Champions League, con 12 big club europei, che ora rischiano l'esclusione da tutte le competizioni. Johnson, Macron e Letta si schierano controView on euronews
Il leader di Italia Viva; "Noi a processo per la Leopolda. Cosa accadrà quando gli inquirenti entreranno nel rapporto tra la Casaleggio, il Movimento, Rousseau, i gruppi parlamentari?"
Far slittare l'inizio del coprifuoco dalle 22 alle 23. E' l'ipotesi su cui si sta riflettendo secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. "Credo che una riflessione sull'allungare di un'ora" l'inizio del coprifuoco, "soprattutto consentendo la cena nei ristoranti all'aperto, possa essere una riflessione sulla quale approfondire", ha detto intervenendo a 'Buongiorno' su Sky Tg24. "Credo - ha aggiunto - che l'importante non è" se si allungherà l'orario già "dal 26 aprile o dal 1 maggio. L'importante è iniziare questa fase di riapertura, ridare speranza e fiducia ai nostri cittadini. Se l'allungamento" dell'orario in cui scatta il coprifuoco "arriverà una o 2 settimane dopo, non credo sia questo il problema. Credo che dobbiamo essere consapevoli che è iniziata una fase nuova". Costa ha spiegato che "da lunedì prossimo nel nostro Paese inizia una fase di riapertura, ovviamente graduale e con un grande senso di responsabilità che chiediamo ai cittadini. Non è un liberi tutti, ci vuole tanta consapevolezza e la convinzione che siamo all'inizio di un percorso - ha evidenziato il sottosegretario - Siamo di fronte a un percorso graduale. Il Paese ci chiedeva una discontinuità e mi pare che le scelte che il premier Draghi ha espresso siano scelte di responsabilità. Finalmente la politica si è assunta la responsabilità di decidere". Quanto ala riapertura delle scuole dal 26 aprile, quando in zona gialla e arancione tutte gli studenti saranno in presenza al 100%, Costa h assicurato che si è al lavoro per consentire un ritorno sicuro nelle aule scolastiche. "Posso comprendere i timori" dei presidi, considerato che si tratta di "passare da una situazione di scuole chiuse a un ritorno totale", afferma Costa, che tuttavia sottolinea come "far tornare i nostri ragazzi in classe sia una buona notizia, e sicuramente ci siamo assunti la responsabilità di questa scelta". "Credo che tra oggi e domani saranno giornate di intenso lavoro e piena condivisione con i sindacati e con le Regioni. Condivideremo quelle che saranno le procedure, insieme ovviamente al Cts. Certamente quello dei test salivari può essere un tema che può dare una soluzione. Siamo convinti che, nel giro di un paio di giorni, condivideremo quelle che saranno le linee guida per creare le condizioni per far tornare i nostri ragazzi nelle aule".
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L'amministratore delegato del Sassuolo Giovanni Carnevali, intervenuto alla trasmissione "Radio...
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"Per questo nasce la piattaforma 'www.madeinitaly.gov.it'"
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