Meteo weekend 20 - 21 febbraio
Anche il mese di febbraio si avvicina alla fine e già si guarda a marzo sperando in una ventata di primavera. Chissà se le previsioni per il weekend del 20 e 21 febbraio saranno clementi...
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Per la prima volta in Italia è stata registrata la presenza nelle acque di scarico di alcune varianti del Covid-19
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Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Granada su un gruppo di 15 uomini di circa 32 anni ha mostrato come coloro che avevano bevuto caffè mezz'ora prima di sottoporsi ad un allenamento aerobico, hanno bruciato più grassi. Crediti foto@Kikapress, @Shutterstock Music: «Summer» from Bensound.com
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Myanmar: oscurati account social collegati alla giunta militare e intanto continua la mobilitazione dei cittadini contro il golpe del 1° febbario scorsoView on euronews
Sono 2.092 i nuovi contagi da Coronavirus in Emilia Romagna secondo il bollettino reso noto oggi. Da ieri sono stati registrati altri 33 morti. I tamponi fatti sono stati 40.804. La percentuale dei nuovi positivi è del 5,1%. Da ieri i guariti sono stati 1.121 per un totale di 204.763 nella Regione. I 33 nuovi decessi sono così distribuiti a livello territoriale: uno a Piacenza; due nella provincia di Parma; sette nella provincia di Modena; nove in provincia di Bologna e tre nel ferrarese. Sei in provincia di Reggio Emilia; due in provincia di Forlì-Cesena e due nel riminese. Infine, si segnala il decesso di una donna di 95 anni, diagnosticata dall’Ausl di Bologna, ma residente in provincia di Roma. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.459. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 386 nuovi casi e Modena con 379; poi Rimini (289) e Reggio Emilia (247), quindi Ravenna (196), Parma (164) e Ferrara (139). Seguono Cesena (94), Forlì (72), Imola (69) e Piacenza (55). I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 203, tre in più rispetto a ieri, 2.058 quelli negli altri reparti Covid. Sul territorio i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: nove a Piacenza, 12 a Parma, 17 a Reggio Emilia, 44 a Modena, 51 a Bologna, 16 a Imola, 23 a Ferrara, 6 a Ravenna, 3 a Forlì, 6 a Cesena e 16 a Rimini.
"Basta parlare dei banchi a rotelle, per quale motivo dovrei rinnegarli?". Lo dice l'ex ministra dell'Istruzione del governo Conte 2, Lucia Azzolina, ospite della trasmissione 'Tagadà' su La7. "Possono criticare quanto vogliono, adesso spieghiamo una volta per tutte la questione -prosegue Azzolina-. Innanzi tutto i banchi a rotelle sono 400mila su 2,4 milioni. Poi sono costati 119 milioni e li hanno scelti i dirigenti scolastici, persone molto più preparate rispetto a chi ha fatto una becera e squallida campagna elettorale sulla scuola. Li hanno scelti perché il ministro Azzolina non può sapere in 40mila plessi scolastici di quanti banchi c'è bisogno, quindi ha chiesto ai diretti interessanti". Azzolina sottolinea che "il Cts a giugno ci ha detto: se volete riaprire la scuola, dovete mantenere il metro di distanza, le strutture sono vecchie e i banchi sono quelli di cinquant'anni fa dei vostri nonni, quindi ci vogliono banchi nuovi, singoli. Quei banchi esistono da tempo, li faceva vedere Piero Angela e andavano bene, li propone il Conte 2 e non vanno più bene. Si trovano in tutta Europa e si trovano anche nelle scuole dei gesuiti, quelle frequentate da Draghi". "E allora -conclude- basta con i banchi a rotelle. Abbiamo anche ricavato 40mila aule quest'estate, che significa lavoro alle imprese. Quando troveranno qualcuno che farà di meglio rispetto a noi ne riparleremo".
Sono 194 i nuovi contagi da coronavirus in Calabria secondo il bollettino di oggi. Registrati inoltre altri 3 morti. Nella Regione ad oggi sono stati sottoposti a test 544.654 soggetti per un totale di tamponi eseguiti 576.682 (allo stesso soggetto possono essere effettuati più test). Le persone risultate positive al Coronavirus sono 37.292 (+194 rispetto a ieri), quelle negative 507.362. Sono questi i dati giornalieri relativi all'epidemia da Covid-19 comunicati dal dipartimento Tutela della Salute, che fanno inoltre registrare -2 terapie intensive, 226 guariti/dimessi. Territorialmente, dall’inizio dell’epidemia, i casi positivi sono così distribuiti: Cosenza: casi attivi 2.310 (38 in reparto Azienda ospedaliera di Cosenza; 10 in reparto al presidio di Rossano;1 al presidio ospedaliero di Acri; 4 al presidio ospedaliero di Cetraro; 4 all'ospedale da Campo; 4 in terapia intensiva, 2.249 in isolamento domiciliare); casi chiusi 8.505 (8.220 guariti, 285 deceduti). Catanzaro: casi attivi 1.495 (14 in reparto all'Azienda ospedaliera di Catanzaro; 3 in reparto al presidio di Lamezia Terme; 3 in reparto all'Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini; 4 in terapia intensiva; 1471 in isolamento domiciliare); casi chiusi 3.747 (3.650 guariti, 97 deceduti). Crotone: casi attivi 143 (8 in reparto; 135 in isolamento domiciliare); casi chiusi 2.658 (2.615 guariti, 43 deceduti). Vibo Valentia: casi attivi 504 (16 ricoverati, 488 in isolamento domiciliare); casi chiusi 2.965 (2.911 guariti, 54 deceduti). Reggio Calabria: casi attivi 1.632 (76 in reparto all'Azienda ospedaliera di Reggio Calabria; 9 in reparto al presidio ospedaliero di Gioia Tauro; 9 in terapia intensiva; 1.538 in isolamento domiciliare); casi chiusi 12.974 (12.779 guariti, 195 deceduti). Altra Regione o stato estero: casi attivi 50 (50 in isolamento domiciliare); casi chiusi 309 (309 guariti). I casi confermati oggi sono così suddivisi: Cosenza 46, Catanzaro 15, Crotone 16, Vibo Valentia 39, Reggio Calabria 72. Altra Regione o stato estero 0. Dall’ultima rilevazione, le persone che si sono registrate sul portale della Regione Calabria per comunicare la loro presenza sul territorio regionale sono in totale 105. Nel conteggio sono compresi anche i due pazienti di Bergamo trasferiti a Catanzaro, mentre non sono compresi i numeri del contagio pervenuti dopo la comunicazione dei dati alla Protezione civile. Un deceduto inserito nell’Asp di Catanzaro è stato inserito tra i decessi dell’Asp di Vibo Valentia.
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AGI - La bozza del prossimo Dpcm anti-Covid sarà comunicata con largo anticipo alle Regioni: lo ha assicurato il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini: "Il governo sta lavorando intensamente in queste ore sul nuovo provvedimento anti-Covid. Sono naturalmente in costante contatto con Palazzo Chigi e contiamo di farvi avere, nella giornata di domani, con grande anticipo rispetto alla scadenza del 5 marzo, una prima bozza del Dpcm" avrebbe assicurato il ministro durante l'incontro con le Regioni. "Per l'esecutivo Draghi - avrebbe aggiunto - è fondamentale il confronto costante con le Regioni e anticipare le decisioni, in modo da lasciare ai cittadini il tempo necessario per poter organizzare la propria vita". "Il sistema a fasce verrà mantenuto. Finora è stato scongiurato un lockdown generalizzato e questo deve essere l'obiettivo principale anche per le prossime settimane e per i prossimi mesi" ha aggiunto Gelmini alle Regioni: "State certamente notando un cambio di metodo. Ci siamo visti domenica e ci stiamo rivedendo oggi. Gli incontri saranno sempre più frequenti e costanti" ha aggiunto. "Prima importante novità", ha proseguito il ministro, è che "le nuove eventuali misure di chiusura non scatteranno più dalla domenica, ma dal lunedì successivo. Questo avevano chiesto le Regioni, e lo avevo condiviso, questo abbiamo ottenuto. Così aiutiamo anche le attività economiche che non perderanno il week end di lavoro". "Il ministro Franceschini - ha aggiunto Gelmini - ha avviato un confronto con il Cts per far in modo che, superato il mese di marzo, si possano immaginare riaperture con misure di sicurezza adeguate. E' un percorso, non è un risultato ancora acquisito. Ma è un segnale che va nella giusta direzione. E che speriamo possa presto coinvolgere anche altre attività economiche. Non dobbiamo correre il rischio di dare un messaggio sbagliato ai cittadini, bisogna assolutamente scongiurare la terza ondata. Ma lavoriamo, con fiducia, per un graduale, responsabile e attento ritorno alla normalità", ha concluso. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha accolto con cauto favore le novità: "Prosegue l'interlocuzione con il Governo. A fronte del documento presentato dalle Regioni la scorsa settimana, stamattina sono arrivate alcune prime risposte positive, ma su altri temi - ha precisato - occorrono ulteriori riscontri. In particolare, occorre una decisa accelerazione sul piano vaccini, una revisione dei criteri per l'assegnazione delle fasce e una valutazione preventiva sull'impatto delle varianti". Intanto, la Regione Emilia Romagna sta valutando anche per la Città Metropolitana di Bologna misure più restrittive come quelle in atto dal 25 febbraio in 14 Comuni del circondario Imolese in 'arancione scuro':
AGI - Via alle vaccinazioni a tappeto negli otto comuni in zona ‘arancione rafforzata' ma nella provincia di Brescia i sindaci faticano a contenere un contagio in continua espansione, con la popolazione “esasperata, che non rispetta più le regole per proteggersi e si riversa nei parchi”. Marco Ghitti, sindaco di Iseo dove ha sede un hub che ha una potenzialità di oltre un migliaio di vaccinazioni, spiega all'AGI che “abbiamo iniziato le vaccinazioni a tappeto disposte dalla Regione. Cosa cambia? Che prima avremmo vaccinato gli over 80 due volte a settimana, invece ora vaccineremo tutte le persone di questi comuni, prima gli over 80 e poi le persone dai 60 ai 79 anni con un ritmo più sostenuto. In sostanza, come avevamo fatto per la meningite nell'era pre-Covid. Si è iniziato con un numero basso, di 200 persone, da domani ne faremo più di mille al giorno. Contiamo di finire in 10 - 12 giorni in questi 8 comuni, poi riprenderemo il ciclo normale della vaccinazioni". La rabbia del sindaco escluso del primo Comune con la variante Ghitti individua una differenza fondamentale con la prima ondata che pure nel Bresciano era stata cruenta: "Se vediamo la stratificazione dei nuovi casi positivi, constatiamo il crollo dell'età, con bimbi positivi anche di 4 anni, un abbassamento importante dovuto alla variante inglese che sta scalzando quella vecchia. I bambini sono quasi sempre paucisintomatici, poi però infettano i nonni che possono finire in rianimazione. Nelle rsa, dove gli ospiti sono stati vaccinati, non abbiamo casi". A livello di numeri, Ghitti dice che "a Iseo la situazione non è per ora preoccupante, abbiamo lo 0,3% di positivi nella popolazione. Nella prima ondata avevamo contato 150 positivi e 20 decessi, numeri che, come tutti sappiamo vanno moltiplicati per cinque". Secondo il sindaco al momento non c'è bisogno di aggravare le restrizioni, "la zona arancione è sufficiente". C'è chi, pur in zona arancione rafforzata, è rimasto escluso dagli otto e ora, senza giri di parole, si definisce “furioso”. E' Giovanni Aldi, sindaco di Castrezzato, il primo Comune del Bresciano colpito dalla variante inglese e messo in zona rossa il 17 febbraio, poi revocata ieri con l'ingresso nella 'arancione rafforzata'. "Sono furioso perché non siamo stati inseriti tra gli otto Comuni della provincia in cui si faranno vaccinazioni a tappeto. L'ho detto al presidente Fontana che mi ha risposto che non ci sono abbastanza vaccini e che ha chiesto in una lettera al Ministero della Salute di rafforzare la consegna dei vaccini nella nostra zona. Mi ha promesso che saremo i prossimi, stiamo a vedere. Qui abbiamo dimostrato che con misure tempestive siamo riusciti a contenere il contagio, ma nei paesi delle zone limitrofe i numeri sono in crescita, sarebbe logico vaccinare anche noi”. "Chiudo i parchi, la gente non ha più voglia di stare in casa" Il problema per i primi cittadini è anche evitare che il contagio si estenda con una popolazione che appare sempre più riottosa al rispetto delle regole. “Oggi chiudo i parchi, la situazione è drammatica. La gente non risponde più, è esasperata, vuole stare fuori", annuncia all'AGI Luigi Vezzoli, sindaco di Capriolo. "Nel giro di dieci giorni siamo passati da 9 a 48 positivi, con un decesso. I numeri sono preoccupanti - prosegue - oggi chiudo i parchi, con questa primavera prematura è normale che le persone vogliano stare fuori, soprattutto i ragazzi. Col paradosso che abbiamo chiuso le scuole com'è giusto che sia, rese sicure spendendo un sacco di soldi, e gli studenti ora vanno al parco. I genitori non riescono più a tenerli. E se chiudo i parchi, andranno in strada". Il sindaco confida nei vaccini: "In tanti mi hanno già chiamato per sapere come fare, la volontà della popolazione di vaccinarsi c'è". Ci vorrebbe una `zona rossa'? "Non lo so, non sono un indovino ma bisogna comunque trovare un equilibrio tra il contenimento dei contagi e il lavoro. Abbiamo bar, ristoranti e agriturismi in sofferenza mostruosa. E stringere di più, ribadisco, forse non serve perché la gente non ti segue". Intanto, sono 95 su 105 disponibili i posti letto occupati da pazienti Covid nell'ospedale `Mellini' di Chiari, uno dei luoghi simbolo di quella che Guido Bertolaso, incaricato della gestione del piano vaccinale in Lombardia, ha definito la "terza ondata" in un territorio peraltro già molto provata dalla prima, un anno fa. Lo riferisce all'AGI una fonte qualificata spiegando che "nel giro di 3- 4 giorni i ricoveri sono raddoppiati". Un terzo dei pazienti lombardi col coronavirus in tutti gli ospedali lombardi si trova nella provincia di Brescia.
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E’ una Emma Bovary sensuale, che ama abbandonarsi alle passioni più primordiali. Un'eroina moderna che veste all’orientale e dalla femminilità spiccata, quella tratteggiata da Maison Celestino, rinomata azienda tessile calabrese -tra le eccellenze del panorama internazionale-, che per la nuova collezione autunno-inverno 2021-2022 ha deciso di rendere omaggio a uno personaggi letterari più controversi e amati di sempre: la Madame Bovary uscita dalla penna di Gustave Flaubert. “Abbiamo pensato a una donna sensuale, volutamente non molto scoperta, con lacci e abiti paletot che guardano all’Oriente - racconta all'Adnkronos Caterina Celestino, quinta generazione e portavoce della maison -. Siamo partiti dallo sfarzo della Russia degli zar per arrivare verso l’Oriente estremo. Madame Bovary cercava l’amore vero ma anche infedele, e questa sua ricerca spasmodica verso il concetto massimo di amore la porta alla scelta estrema del suicidio”. I tormenti e le passioni di Emma Bovary rivivono nei colori della collezione, presentata nella suggestiva cornice di palazzo Cherubini a Rossano: dal rosso porpora al viola ametista dei kimno fino al verde giada del tailleur gonna e del tubino a motivi geometrici. Capi preziosi, perfetti per il daywear ma ideali anche per la sera. Le linee sono fluide e avvolgenti ed esaltano la sensualità del corpo femminile. Vera chicca della maison il nuovo disegno ‘mistery’, svelato in anteprima, che ricorda la fessura di una porta, simbolo, neanche troppo velato, dell’infedeltà. Ogni abito è realizzato con tessuti lavorati su telai a mano tradizionali in speciali intrecci di fili di lana e pura seta. Ad completare la collezione in passerella le creazioni orafe di uno dei più rinomati brand nel settore del gioiello, tributando un sentito ricordo a Giovan Battista Spadafora, da poco scomparso, tra i maggiori protagonisti dell’arte orafa dal Novecento ai giorni nostri. Nonostante la pandemia, Maison Celestino è riuscita a tenere alto il suo nome e guarda già al futuro: “La nostra è una clientela di nicchia - spiega Caterina Celestino - abbiamo mantenuto i livelli di acquisto filati e teniamo duro. Ora stiamo lavorando sulla linea costumi con i nostri tessuti che uscirà prossimamente”.
"Chi decide di indossare un'uniforme sa che ci sono dei rischi ed è pronto a pagare anche un prezzo altissimo. Sono stato a Ciampino all'arrivo dei feretri e oggi in Chiesa per i funerali, ho visto una dignità incredibile nelle famiglie, sia la moglie dell'ambasciatore che la famiglia di Vittorio sono un esempio di come si affronta una disgrazia del genere". Lo racconta all'Adnkronos Il Tenente Colonnello Gianfranco Paglia, paracadutista della Folgore ferito gravemente alla colonna vertebrale nella battaglia del pastificio a Mogadiscio, il 2 luglio 1993 e da allora costretto su una sedia a rotelle. Medaglia d'oro al valor militare, è attualmente Consigliere del Ministro della Difesa, si è sentito ancora una volta fortunato, assistendo oggi ai funerali di Stato dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in Congo. "Rispetto a quanti sono rientrati in una bara col tricolore sono stato più fortunato, l'ho sempre pensato e l'ho pensato anche oggi - ribadisce - anche in carrozzina la vita va avanti. Nessuno ci spinge a fare ciò che facciamo, sono scelte che ci sentiamo di fare. Mettiamo in conto il rischio, chi giura fedeltà alla Patria e alla Repubblica lo sa, fa parte della nostra professione, lo mette in conto la famiglia che ti cresce, quella che ti crei, ma posso dire di esser fiero e orgoglioso delle scelte fatte, non le cambierei con nulla al mondo, non mi sono mai pentito di quello che è successo, mi sono solo chiesto se è stato fatto tutto il possibile, se si poteva dare o fare di più". Oggi, nella basilica di Santa Maria degli Angeli, Paglia ha avuto modo di intrattenersi con i familiari delle vittime. "Mi sono soffermato a parlare con il fratello di Iacovacci, Dario (militare della Marina Militare e in missione anche lui, ndr) - spiega - Da tutti loro arriva una grande lezione. Per una famiglia perdere un figlio è la disgrazia più grande, ma i genitori del giovane carabiniere ucciso in Congo sono la dimostrazione di quali principi incredibili e valori non indifferenti abbiano insegnato ai loro figli. Capire cosa sia successo realmente è importante, anche se lascia il tempo che trova. Anche sull'ambasciatore ho solo visto video e foto di una persona che amava aiutare il prossimo, seppur giovane trasmetteva tanto. Vedere i suoi bambini in Chiesa è stato pesante, ora quelle famiglie si troveranno a dover lottare per andare avanti". (di Silvia Mancinelli)
Giovanna Civitillo ha spiegato perché avrebbe pensato di rinunciare alla conduzione del PrimaFestival di Sanremo 2021.
Avanti con la via europea e no a fughe in avanti dei singoli Stati sui vaccini anti covid 19. Il presidente dell'Europarlamento David Sassoli apre il Consiglio Europeo in videoconferenza lanciando un monito ai leader Ue. "Sono fortemente contrario a qualsiasi accordo bilaterale e vi chiedo di essere chiari nel rifuggire ogni tentazione di nazionalismo sui vaccini. La via europea - sottolinea Sassoli - ci ha permesso di evitare la concorrenza tra i Paesi europei e impedire che Paesi ricchi si accaparrassero la maggior parte dei vaccini. Un approccio comune consente anche di monitorare, indagare e sanzionare ogni tentativo di frode ai danni degli Stati membri", ricorda. Alcune "contraddizioni e limiti delle nostre risposte alla crisi sanitaria - chiarisce Sassoli - sono dovute in gran parte al fatto che stiamo creando, giorno dopo giorno, tali competenze in uno sforzo che dimostra una grande responsabilità politica e morale che sconta l’assenza di reali poteri", sottolinea. "Converrete con me - continua Sassoli - che non potrà essere più un tabù emendare i trattati per arricchirli e rendere efficace la risposta europea. Lo sforzo della Commissione Europea ha dimostrato coraggio e capacità di risposta. L’Unione europea si è assunta, rispettando i trattati esistenti, compiti complessi e carichi di implicazioni perché era necessario, ma nell’assenza di una vera competenza europea in materia di salute". Le competenze in materia sanitaria, cosa che spesso sfugge all'attenzione dei commentatori, sono in massima parte nazionali. "La lezione che ci offre la pandemia - prosegue Sassoli - non potrà farci tornare al punto di partenza. Sarebbe un errore, uno spreco di energie e non avremmo la possibilità di affrontare le sfide future. Siamo chiamati a costruire una politica europea della salute, radicando competenze precise in materia nelle istituzioni dell’Unione Europea". Quanto all'emergenza, sottolinea, le case farmaceutiche che producono i vaccini anti-Covid "dovrebbero onorare i loro obblighi contrattuali, ma dovremmo anche continuare ad agevolare tutte le soluzioni pratiche di concessione di licenze che permettano di accelerare la vaccinazione su grande scala dei nostri cittadini". "Tutti gli sforzi - continua Sassoli - ora devono concentrarsi sull’aumento della produzione di vaccini, esistenti e futuri, basata nell'Ue. Non abbiamo altra scelta: è la sola chiave - insiste il residente del Parlamento europeo - per realizzare il nostro obiettivo di vaccinare il 70 % della nostra popolazione adulta entro la fine dell'estate. Per aumentare in tempi rapidi la produzione è essenziale affrontare le carenze e le strozzature nella catena di approvvigionamento. La nostra ripresa economica sarà più forte se la diffusione dei vaccini sarà maggiore". E afferma: "In prospettiva, questa pandemia dovrebbe portarci a una riflessione sul rapporto tra protezione della proprietà intellettuale e il massiccio finanziamento pubblico erogato per la ricerca a livello europeo".
Vecchi tormenti e nuove visioni oniriche trovano forma e sostanza in "Carnega", l'album sospeso uscito il 25 febbraio con cui Cave illumina l'oscurità del mondo di oggi
AGI - "Sosteniamo gli ulteriori sforzi della Commissione per lavorare con l'industria e gli Stati membri per aumentare la capacità dell'attuale produzione di vaccini e per adeguare i vaccini alle nuove varianti, se necessario". Così si legge nella bozza - di cui ha preso visione l'AGI - delle conclusioni del vertice Ue che si è aperto oggi. "Sosteniamo inoltre gli sforzi in corso della Commissione per accelerare la disponibilità di materie prime, facilitare gli accordi tra i produttori attraverso le catene di approvvigionamento, estendere le strutture esistenti in modo da favorire l'aumento della produzione nell'Ue e promuovere gli sforzi di ricerca e sviluppo", si legge ancora nella bozza. “La nostra strategia sui vaccini ha garantito che tutti gli Stati membri abbiano accesso ai vaccini” ma “dobbiamo accelerare con urgenza l'autorizzazione, la produzione e la distribuzione di vaccini, nonché la vaccinazione”, è scritto anche nella bozza de documento dei leader Ue, impegnati nel videosummit. Il documento sottolinea anche la necessità di “migliorare la nostra capacità di sorveglianza e rilevamento al fine di identificare le varianti il prima possibile in modo da controllarne la diffusione”. “Le aziende devono garantire la prevedibilità della loro produzione di vaccini e rispettare i termini di consegna contrattuali”, è l'appello rivolto al settore farmaceutico. Nel suo intervento, il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha detto: "È stato un gesto di lungimiranza dei nostri governi incaricare la commissione europea di acquisire vaccini da distribuire a tutti e 27 gli Stati membri. La via europea, ci ha permesso di evitare la concorrenza tra i Paesi europei e impedire che Paesi ricchi si accaparrassero la maggior parte dei vaccini". Sassoli ha sottolineato: "Sono fortemente contrario a qualsiasi accordo bilaterale e vi chiedo di essere chiari nel rifuggire ogni tentazione di nazionalismo sui vaccini. Un approccio comune consente anche di monitorare, indagare e sanzionare ogni tentativo di frode ai danni degli stati membri". Secondo il presidente dell'Eurocamera, "le case farmaceutiche dovrebbero onorare i loro obblighi contrattuali, ma dovremmo anche continuare ad agevolare tutte le soluzioni pratiche di concessione di licenze che permettano di accelerare la vaccinazione su grande scala dei nostri cittadini". Per Sassoli, "per aumentare in tempi rapidi la produzione è essenziale affrontare le carenze e le strozzature nella catena di approvvigionamento. La nostra ripresa economica sarà più forte se la diffusione dei vaccini sarà maggiore", ha aggiunto. "Più in prospettiva - ha spiegato Sassoli - questa pandemia dovrebbe portarci a una riflessione sul rapporto tra protezione della proprietà intellettuale e il massiccio finanziamento pubblico erogato per la ricerca a livello europeo". Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha aperto il vertice dell'Ue in corso con il benvenuto al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e ha espresso le sue condoglianze per l'attaco in Congo in cui hanno perso la vita l'ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista Mustapha Milambo. Michel ha rivolto un saluto di benvenuto anche alla nuova premier dell'Estonia, Kaja Kallas.