Mihajlovic: "Avete tutto in Italia, vi manca un po' di coraggio"
Il tecnico del Bologna spiega cosa apprezza dell'Italia e ammette: "A volte provo invidia per non essere italiano"
Per il direttore dell'Agenzia italiana del farmaco "meglio dare la doppia dose al numero giusto di persone piuttosto che una sola al doppio di persone”
Secondo il ministro "ha il profilo giusto per una rifondazione. Serve una fase costituente". Giallo sul vertice di Bibbona con Grillo
L’attività dello Jiangsu Fc, squadra campione in carica in Cina che festeggia il ventisettesimo compleanno, di proprietà del gruppo Suning anche proprietario dell’Inter, è sospesa con effetto immediato, anche se manca ancora un mese sino all’inizio della nuova stagione. Oggi scadevano i termini per l’ammissione del club al prossimo campionato, ma a causa delle difficoltà finanziarie la dirigenza non ha potuto far fronte all’impegno. Resta comunque ancora la speranza che qualcuno possa subentrare per onorare i pagamenti e far proseguire l’esperienza sportiva. "A causa della sovrapposizione di variabili incontrollate, lo Jiangsu non può garantire la permanenza nella Super League e nell’AFC. Negli scorsi sei mesi il club ha fatto di tutto per garantire la successione del club, senza tralasciare nessuna opportunità. Arrivati alla deadline per l’iscrizione alla stagione 2021, nonostante siamo reclutanti, dobbiamo fare un annuncio: con effetto immediato, cessiamo di gestire le operazioni del club, allo stesso tempo ci aspettiamo imprese che vogliano discutere con noi del futuro", spiega il club in una nota ufficiale.
È il terzo dopo Pfizer e Moderna, ma - a differnza degli altri due - è una monodoseView on euronews
Un post su Facebook fa discutere, il direttore sanitario dell'ospedale romano invita a studiare le varianti e vaccinare
Il vaccino russo anti Covid "Sputnik ha dati interessanti, ma andrà approvato prima dall'Ema, come Unione Europea. Se l'Italia volesse fare una decretazione d'urgenza per saltare questo passaggio sarebbe una scelta politica, non tecnica". Così Nicola Magrini, direttore dell'Agenzia italiana del farmaco, Aifa, in un'intervista al Corriere della Sera. "Sulla rivista Lancet sono stati pubblicati risultati molto interessanti cui si è aggiunto il parere positivo e isolato di un gruppo dello Spallanzani, che di fatto però non aggiunge nulla, anzi crea qualche dissonanza. Sputnik andrà approvato e soprattutto validato con una visita ispettiva sulla qualità di produzione dall'Ema. I contatti sono stati avviati, ma il dossier per la registrazione non è ancora stato consegnato". Perché aspettare se il vaccino funziona e all'Italia servono dosi? "In base allo studio su Lancet è un preparato che potremmo definire ottimo, nuovo e intelligente, con risultati di efficacia eccellenti. Altrettanto non è per quanto riguarda la trasparenza di accesso ai dati che deve essere completa. Le autorità regolatorie inoltre richiedono una documentazione aggiuntiva sulla qualità e sulla sicurezza. Solo dopo aver avuto tutte queste prove di affidabilità l'Ue darà il via libera e così anche noi", spiega Magrini. L'Italia non potrebbe ricorrere alla decretazione d'urgenza come chiede il Lazio? "Se un singolo Stato decide di aprire questo fronte emergenziale dipende dalla politica a livello nazionale. Io rappresento una agenzia tecnica sia per il livello nazionale che europeo".
Nuovi guai per Andrew Cuomo. C'è un seconda donna, anche lei un'ex assistente del governatore di New York, che lo accusa di molestie sessuali, dicendo che il governatore ha fatto diverse domande sulla sua vita sessuale e l'ha fatta sentire "orribilmente a disagio e spaventata". Charlotte Bennett, che era una consulente per le politiche sanitarie e assistente esecutivo del governatore, ha fatto le accuse in un'intervista pubblicata dal New York Times. Bennett, 25 anni, ha detto al giornale che Cuomo le ha chiesto se avesse mai avuto una relazione con un uomo più anziano e se pensava che l'età facesse la differenza nelle relazioni. Il governatore avrebbe anche detto a Bennett al culmine della pandemia di Covid-19 che era solo e in cerca di una ragazza, che era aperto alle relazioni con donne sui vent'anni. Bennett ha affermato che Cuomo non l'ha mai toccata. Ma, ha dichiarato al Times, "ho capito che il governatore voleva dormire con me... e mi chiedevo come avrei fatto a uscirne e ho pensato che fosse la fine del mio lavoro". In una dichiarazione Cuomo ha smentito tutto ed ha affermato che "la signora Bennett è stata un membro laborioso e stimato del nostro team durante il Covid. Ha tutto il diritto di parlare". "Non ho mai avuto nessun approccio nei confronti della signora Bennett né ho mai avuto intenzione di agire in alcun modo che fosse inappropriato", ha detto. "L'ultima cosa che avrei mai voluto era farle sentire le cose che vengono segnalate". Bennett ha spiegato che il suo disagio per la situazione è divampato nel tempo e ha deciso di parlare dopo aver visto un'altra ex aiutante di Cuomo, Lindsey Boylan, condividere la sua storia. Boylan, che ha lavorato come consigliere senior del governatore, ha detto che il più potente democratico di New York la toccava spesso in modo inappropriato, la metteva a disagio al lavoro e una volta l'ha baciata sulle labbra senza il suo consenso. L'ufficio di Cuomo ha definito le affermazioni "semplicemente false".
Nel nuovo appuntamento della rubrica dell'Italpress "Primo Piano", Claudio Brachino intervista il direttore del TG2 Gennaro Sangiuliano, autore di un libro dedicato a "Reagan". mrv/abr/red
Lo stile utility, spiegato dalla giacca di Martina
Da Luna Rossa a una casa fastosa a Lisbona: ecco il giro di boa (di news) della settimana appena passataFrom ELLE Decor
AGI - All'indomani della pubblicazione del rapporto Usa che inchioda il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman per l'omicidio di Jamal Khashoggi, i Paesi del Golfo persico hanno serrato le fila attorno all'Arabia Saudita, condannando qualsiasi "interferenza" nella sovranità del regno ultraconservatore wahabita. I Paesi del Golfo Persico, ma anche il Parlamento della Lega araba, si sono schierati al fianco delle autorità del Regno che già ieri avevano definito "false e inaccettabili" le conclusioni del rapporto. Ad Abu Dhabi, il ministero degli Esteri ha espresso "fiducia e sostegno" alla magistratura saudita; una posizione simile è stata espressa dal ministero degli Esteri kuwaitiano. E anche Bahrein e Yemen hanno diffuso note, attraverso i ministeri degli Esteri, per condannare "qualsiasi tentativo di sfruttare" l'assassinio di Khashoggi, o di "interferire nelle questioni interne del regno". Il governo di Manama si è spinto oltre e ha parlato dell'"importanza della leadership di Mohammed bin Salman", l'uomo forte e leader de facto saudita. Il rapporto "non è altro che un parere senza prove conclusive", ha aggiunto Nayef Falah al Hajraf, segretario generale del Consiglio di cooperazione del golfo, l'ente regionale che riunisce le sei maggiori potenze nell'area; l'organizzazione, che peraltro ha sede a Riad, ha anche espresso il suo sostegno "per tutti i Passi che il regno intraprenderà per preservare i suoi diritti, promuovere i suoi obiettivi e sostenere il suo ruolo moderato". Il documento dell'intelligence Usa, desecretato e divulgato da Biden dopo che Donald Trump aveva preferito tenerlo riservato per preservare l'alleanza strategica con Riad in chiave anti-Iran, sostiene che MbS fu complice nell'operazione per uccidere il giornalista; e non poteva non essere che così, visto -fa notare il rapporto- il controllo di Bin Salman su tutti i gangli vitali nel regno, nonché il coinvolgimento diretto di alcuni suoi strettissimi collaboratori nell'assassinio dell'editorialista del Washington Post. Dopo la pubblicazione del documento, Washington ha annunciato sanzioni e restrizioni ai visti per 76 sauditi, ma tra questi non c'è il principe ereditario. Biden ha evidentemente deciso che il costo diplomatico di penalizzare direttamente MbS è troppo alto. Il principe finora non ha parlato ma in un'intervista su CBS 60 Minutes nel 2019 aveva negato categoricamente il suo coinvolgimento. Proprio questa è stata la linea adottata dalla stampa saudita, che nei suoi editoriali ha difeso l'innocenza di bin Salman e ha viralizzato su Twitter l'hashtag "Siamo tutti Mohamed bin Salman", divenuta "trend" del giorno. Ma la pubblicazione del rapporto rappresenta un duro colpo all'immagine e al prestigio di uno degli uomini più potenti del Medio Oriente; potrebbe avere ricadute nei rapporti tra Occidente e Riad e sicuramente renderà imbarazzante per i leader occidentali continuare ad associare il proprio nome a quello del principe saudita.
AGI - Individuato il meccanismo responsabile delle complicanze trombotiche nei pazienti affetti da Covid-19. Lo ha annunciato un gruppo di ricercatori del Centro Cardiologico Monzino e dell'Università degli StuI di di Milano, guidati da Marina Camera, responsabile dell'Unità di Ricerca di Biologia Cellulare e Molecolare Cardiovascolare del Monzino e professore associato di Farmacologia presso l'ateneo milanese, in collaborazione con Gianfranco Parati e Martino Pengo dell'Istituto Auxologico Italiano di Milano e dell'Università di Milano Bicocca. I risultati, pubblicati sul Journal of the American College of Cardiology: Basic to Translational Science, aprono la strada all'uso dei farmaci in grado di bloccare i trombi arteriosi, come la comune aspirina. Lo studio ha analizzato in 46 pazienti affetti da Covid-19, ricoverati presso l'Ospedale S.Luca, IRCCS Istituto Auxologico Italiano di Milano, lo stato di attivazione delle cellule del sangue, mediante analisi citofluorimetrica, e lo ha confrontato con quello di soggetti sani e di soggetti cardiopatici. "I pazienti con forme gravi di polmonite da SARS-CoV-2 - spiega Camera - soffrono di ipossiemia non solo per l'infiammazione degli alveoli polmonari, ma anche per la presenza di micro e macro trombi nel sangue, che possono occludere i vasi polmonari. Nella prima fase del nostro studio abbiamo evidenziato come l'attivazione piastrinica presente in questi pazienti possa essere responsabile della formazione di questi trombi. Quando l'organismo viene attaccato da agenti patogeni, come il SARS-CoV-2, attiva la sua risposta immunitaria rilasciando nel sangue delle proteine chiamate citochine infiammatorie, tra cui l'Interleukina-6. A volte, tuttavia, questa reazione può essere esageratamente violenta, e il rilascio di citochine eccessivo, tanto da dare luogo alla cosiddetta 'tempesta citochinica'. In queste circostanze l'endotelio dei vasi sanguigni si attiva e, riducendo la produzione di prostaciclina e ossido nitrico, due importanti fattori anti-aggreganti, perde il controllo sulle piastrine. Anche i monociti e i granulociti circolanti si attivano e ognuna di queste cellule rilascia nel flusso sanguigno delle microvescicole che hanno un elevato potenziale protrombotico. In questo contesto le numerose piastrine attivate si aggregano con i granulociti e monociti circolanti e, insieme con le microvescicole, concorrono alla formazione dei microaggregati che possono ostruire il microcircolo polmonare". Parati aggiunge che "queste alterazioni possono tra l'altro contribuire alle importanti alterazioni della emodinamica polmonare che il gruppo di ricerca di Auxologico, in collaborazione con l'Ospedale Papa Giovanni XIII di Bergamo, ha recentemente descritto nei pazienti con gravi forme di Covid-19 (Sergio Caravita e coll.- European Journal of Heart Failure 2021)". Paola Canzano e Marta Brambilla, ricercatrici del Monzino e coautrici dello studio, osservano: "Nella seconda parte dello studio abbiamo riprodotto la massiccia attivazione piastrinica documentata nei pazienti Covid-19, mettendo in contatto cellule del sangue di soggetti sani con il plasma dei pazienti Covid-19. Abbiamo così dimostrato che le anomalie emostatiche causate dal SARS-CoV-2 non sono una conseguenza diretta del virus, ma hanno origine dalla tempesta di citochine, in particolare dell'eccesso interleukina-6". "Questo risultato - continua Camera - spiega perché il Tocilizumab, un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore dell'interleukina-6, è in grado di evitare l'attivazione piastrinica. Pertanto, in un'epoca in cui si persegue il concetto di medicina personalizzata, il suo impiego è da riservare per quei pazienti che presentano elevati livelli di interleukina-6". "Il messaggio clinico più forte della nostra ricerca - conclude la ricercatrice - è che per tutti i casi di Covid-19 la terapia può essere ottimizzata inserendo l'anti-aggregante più noto e diffuso: l'acido acetilsalicilico, cioe' l'Aspirina. I protocolli terapeutici attualmente in uso prevedono l'uso di Eparina, che è un anticoagulante, tipicamente indicato per il trattamento dei trombi venosi, derivanti per lo più dall'allettamento o dalla mancanza di movimento fisico. L'attivazione piastrinica che abbiamo documentato nel nostro studio, e che è stata confermata anche in altri studi internazionali, suggerisce l'utilizzo specifico di un antiaggregante. L'analisi osservazionale pubblicata oggi si pone come razionale scientifico dei trial clinici attualmente in corso che stanno valutando l'efficacia degli antiaggreganti nel trattamento delle temibili complicazioni trombotiche dell'infezione da SARS-CoV-2".
AGI - Il campo sportivo di San Benedetto Val di Sambro, vicino a Bologna, nelle ultime 72 ore, ha ‘ospitato' un serpentone di auto. Passeggeri in fila, anche per ore, in attesa di sottoporsi al tampone. Nell'Appennino bolognese c'è un intero Paese che lotta contro il virus e vuole scongiurare la ‘zona rossa'. E lo ha fatto aderendo ad uno screening di massa con lo scopo di individuare, tempestivamente e poi isolare, eventuali asintomatici al Covid. “La nostra comunità ha completamente abbandonato il concetto dell'individualismo. È stata la più bella soddisfazione che ho avuto nei miei due mandati da amministratore”, ha detto all'AGI il sindaco Alessandro Santoni. In tre giorni sono stati fatti 2.057 tamponi, di cui mille nella ultime 24 ore. Oltre 2000 abitanti hanno aderito alla campagna di screening Alla campagna hanno aderito, dunque, la metà dei cittadini del comune montano che conta poco più di 4mila abitanti. È stato lo stesso sindaco ad anticipare le misure oggetto dell'ordinanza del governatore Bonaccini che ha disposto la zona ‘arancione scuro' prima per il circondario dell'Imolese e poi anche per la Città Metropolitana di Bologna. San Benedetto Val di Sambro, infatti, è stato il primo territorio della regione a stringere i bulloni: da lunedì scorso sono chiuse le scuole e sono vietati gli spostamenti non necessari. “Sono contento - spiega Santoni - che il nostro esempio sia stato utile anche per tutti gli altri Comuni. Le ordinanze regionali richiamano gli stessi nostri provvedimenti. Fa piacere che il lavoro di San Benedetto diventi replicabile sul territorio”. Ad inizio settimana, per il Comune dell'Appennino c'era il rischio concreto di ulteriori restrizioni. Ma in accordo con le autorità sanitarie il sindaco ha ‘chiamato' i cittadini ad una mobilitazione collettiva contro il virus. Non solo tamponi, anche vaccini Tamponi a tutti e una accelerazione delle vaccinazioni per il personale della scuola e per gli anziani: queste le armi utilizzate per 'congelare' la casacca rossa. La macchina comunale si è così fermata per tre giorni per dedicarsi completamente all'attività di screening. La risposta dei residenti è stata positiva: al campo sportivo, infatti, gli ingorghi per sottoporsi ai tamponi in modalità 'drive through' non sono stati un'eccezione. Ad accogliere i cittadini, oltre al personale dell'Ausl, c'erano i volontari della pubblica assistenza Val Sambro, della protezione civile oltre alle forze dell'ordine. “Ora attendiamo i risultati. Il primo obiettivo, ovvero, una adesione massiccia è stato raggiunto”, commenta il sindaco. “Spero che si eviti la zona rossa perché andrebbe a penalizzare attività economiche che hanno già sofferto molto”. Con il fiato sospeso, in attesa dei risultati dello screening, rimangono alcuni negozi al dettaglio (una ventina considerando le 12 frazioni di San Benedetto) e cinque aziende (con una quarantina di dipendenti) che si occupano di meccanica, serigrafia, stampaggio di materiale plastico. “Una chiusura localizzata avrebbe fatto perdere a queste azienda le commesse”, osserva il primo cittadino. Intanto, concluso ieri lo screening di massa nel Comune dell'Appennino bolognese si partirà con la registrazione dei dati. Il virus ha scosso anche questa comunità che fino a dicembre scorso era rimasta immune al Covid. I primi casi si erano registrati, a fine anno, in due case di riposo fino al ‘picco' degli ultimi giorni.
AGI - Dopo le tensioni che hanno scosso la Borsa brasiliana a seguito del cambio al vertice di Petrobras, il presidente Jair Bolsonaro ha provato a calmare le acque difendendo il ministro delle Finanze. Secondo molti osservatori, scrive il Financial Times, la mossa su Petrobras era diretta in realtà contro il ministro Paulo Guedes, ex banchiere, sostenitore del libero mercato e contrario a interventi del governo nell'economia. "Paulo Guedes è un'àncora del nostro governo", ha detto Bolsonaro ieri proprio per dissipare le speculazioni. Inoltre, la decisione sul cambio al vertice della compagnia petrolifera - che ha fatto crollare le azioni Pertobras e il real brasiliano - ha sollevato molti dubbi sull'impegno del presidente per portare avanti l'agenda di riforme economiche liberali, marchio di fabbrica di Guedes. "L'incidente Petrobras ha spaventato diversi investitori", ha spiegato Eduardo Figueiredo analista di Aberdeen Standard Investments. In vista della campagna per la sua rielezione l'anno prossimo, alcuni osservatori temono che Bolsonaro possa perseguire un'agenda populista che potrebbe minare le già stressate finanze pubbliche. Con diversi funzionari riformisti che hanno già lasciato il governo, molti si chiedono se Guedes li seguirà. "Nei prossimi mesi c'è da attendersi cambi nel governo. In cima alla lista di quelli che potrebbero uscire c'è proprio Paulo Guedes", ha detto Jimena Blanco della società di consulenza Verisk Maplecroft. "L'uscita di Guedes rappresenterebbe a tutti gli effetti una definitiva inversione a U della politica economica brasiliana verso il populismo". Con la nomina alle finanze, infatti, Guedes si è impegnato a realizzare importanti riforme strutturali per rilanciare la più grande economia dell'America Latina dopo anni di crescita fiacca. Tuttavia, a parte la legge sulle pensioni che dovrebbe far risparmiare le casse dello stato, il ministro ha finora fallito i suoi obiettivi. La promessa riforma fiscale, la revisione dell'amministrazione e la privatizzazione di diverse grandi aziende pubbliche non si sono finora viste. "Quando Bolsonaro era candidato" alla presidenza "il mercato ha sempre pensato che Paulo Guedes avrebbe avuto una grande influenza su di lui", ha detto Cristiano Oliveira, capo economista del Banco Fibra. Purtroppo "abbiamo realizzato che tutto ciò non è avvenuto". Nonostante i lenti progressi e la controversia Petrobras di questa settimana, coloro che sono vicini al ministro delle finanze assicurano che non abbia nessuna intenzione di fare un passo indietro. Guedes è impegnato "come mai prima d'ora", ha detto un assistente, aggiungendo che il ministro è completamente concentrato su un emendamento fiscale chiave da votare al Congresso la prossima settimana che mira a tagliare le spese del settore pubblico. "Continueremo a lavorare", ha detto un altro funzionario del ministero delle Finanze. "Paulo Guedes sta guidando le nostre riunioni e abbiamo avuto una grande vittoria con Eletrobras", ha aggiunto, riferendosi a un disegno di legge di questa settimana per privatizzare il fornitore di energia pubblico. Guedes finora non ha commentato la vicenda Petrobras e il 'licenziamento' del ceo Robero Castello Branco a causa di una disputa sui prezzi del carburante da allineare alle tariffe internazionali. Gli analisti notano inoltre che molti politici brasiliani e generali dell'esercito non condividono l'attivismo del ministro delle Finanze che punta a ridurre la presenza dello stato nell'economia. D'altra parte il nuovo presidente di Petrobras, Joaquim Silva e Luna, scelto da Bolsonaro è un generale dell'esercito senza esperienza nel settore oil&gas. Lo stesso Bolsonaro in passato non ha nascosto la sua visione statalista che per molti sta tornando alla ribalta. "Sembra esserci un disallineamento tra la squadra economica e il cuore del governo. Questa è un'amministrazione che non ha il capitale politico per portare avanti cambiamenti impopolari", ha detto Camila Abdelmalack, capo economista della societa' di consulenza Veedha Investimentos. Per gli investitori stranieri, la questione è se la questione Petrobras sia foriera di un approccio più interventista del governo o se Guedes possa guidare Bolsonaro a un approccio più liberista e a una maggiore attenzione verso la spesa pubblica. Il debito del Brasile è superiore al 90% del Pil, un rapporto maggiore di qualsiasi altra grande economia in via di sviluppo a parte la Cina. Un test chiave sarà il passaggio del cosiddetto emendamento costituzionale sul fisco nelle prossime settimane che porterebbe un po' di sollievo alle casse del Brasile limitando le spese del settore pubblico. Il governo intende anche andare avanti con riforme piu' sostanziali. Paulo Uebel, che ha lavorato con Guedes ma ha lasciato il governo l'anno scorso, ha detto che il suo ex capo manterrà la rotta. "Non credo che voglia dimettersi. Credo che voglia approvare le riforme strutturali", ha detto. "La sua credibilità è in gioco, quindi ha bisogno di dimostrare che è valsa la pena di metterci tempo ed energia".
AGI - Il primo a lasciare il seggio a Montecitorio, a un anno esatto dall'avvio della legislatura, era stato Guido Crosetto. Al terzo tentativo, il 13 marzo del 2019, era riuscito a far accettare all'Aula le sue dimissioni da deputato di Fratelli d'Italia. Sulla stessa strada, negli ultimi mesi lo hanno seguito Pier Carlo Padoan e Maurizio Martina. E ora la 'fuga di cervelli' dal Parlamento prosegue con Marco Minniti. L'ex ministro dell'Interno del governo Gentiloni, si trasferisce a Leonardo, dove dirigerà, secondo la notizia anticipata da Repubblica, la fondazione Med-or. Tra cambi di casacca, responsabili, costruttori e parlamentari in lite con i loro partiti l'assetto dei gruppi di Camera e Senato varia continuamente, e non solo in questa legislatura. Ma a modificarlo non sono sempre questioni politiche. Pier Carlo Padoan ha lasciato la Camera (dove era stato eletto come indipendente) il 4 novembre scorso dopo due anni di mandato e dopo l'esperienza come titolare del Mef nei governi Renzi e Gentiloni, per tornare ad occuparsi direttamente di economia. Siede nel consiglio di amministrazione di Unicredit dove ha portato le sue capacita' maturate al Fondo monetario e all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo internazionale. Anche Maurizio Martina è rimasto alla Camera per meno di una legislatura, ma la sua esperienza politica data dalla gioventù. Lombardo, a settembre ha compiuto 42 anni, Martina ha affiancato alla passione per la politica quella per i temi dell'ambiente e dell'agricoltura. È stato segretario del partito democratico dal marzo al novembre del 2018 e ministro delle Politiche agricole nei governi Renzi e Gentiloni. Alle ultime primarie dem è arrivato secondo con il 22% delle preferenze dietro al Nicola Zingaretti e davanti a Roberto Giachetti. Il 20 gennaio ha ufficializzato le dimissioni da deputato per accettare l'incarico di vicedirettore della Fao. Politico di lungo corso, Marco Minniti si sposta dalle aule del Parlamento agli uffici di Leonardo. Eletto per cinque legislature, è stato per quattro volte deputato e per una senatore. È stato sottosegretario alla presidenza del consiglio con Massimo D'Alema dal 1998 al dicembre del 1999, sottosegretario alla Difesa con Amato, vice ministro dell'Interno con Prodi e nuovamente sottosegretario a Palazzo Chigi prima con Enrico Letta e poi con Matteo Renzi. Paolo Gentiloni lo ha voluto ministro dell'Interno del suo governo. Anche per lui, quando l'Aula di Montecitorio accetterà le sue dimissioni, le dispute interne al Pd e gli scontri in Parlamento saranno un ricordo.
AGI - "Non ho paura della morte e la immagino a Roma", "come Papa in carica o emerito". Lo afferma Papa Francesco in una intervista anticipata dal quotidiano argentino La Nacion. Si tratta di un colloquio avvenuto due anni fa, il 16 febbraio 2019, con il giornalista e medico Nelson Castro per un suo libro sulla salute dei Papi. Il Pontefice oltre a parlare del tema della morte, dialoga sull'operazione al polmone e sulle ansie nel periodo della dittatura quando nascondeva i perseguitati. Ma anche della psichiatra alla quale, sempre in quel periodo della dittatura, raccontava cosa gli succedeva e gli aiuti che riceveva per i test per i novizi. Francesco afferma di sentirsi bene e pieno di energia, grazie a Dio. Ricorda il "difficile momento", nel 1957, a 21 anni, quando ha subito l'asportazione del lobo superiore del polmone destro a causa di tre cisti. "Quando mi sono ripreso dall'anestesia, il dolore che sentivo era molto intenso". "Non è che non fossi preoccupato, ma ho sempre avuto la convinzione che sarei guarito". Sottolinea che il recupero è stato completo: "Non ho mai sentito alcuna limitazione nelle mie attività". Anche nei diversi viaggi internazionali - spiega - "non ho mai dovuto limitare o cancellare" nessuna delle attività programmate: "Non ho mai provato affaticamento o mancanza di respiro (dispnea). Come mi hanno spiegato i medici, il polmone destro si è espanso e ha coperto tutto l'emitorace omolaterale". Il giornalista chiede al Papa se sia stato mai psicanalizzato: "Ti dico come sono andate le cose. Non mi sono mai psicanalizzato. Quando ero provinciale dei Gesuiti, durante i giorni terribili della dittatura, in cui ho dovuto portare le persone in clandestinita' per farle uscire dal Paese e salvare le loro vite, ho dovuto gestire situazioni che non sapevo come affrontare. Sono andato a trovare una signora - una grande donna - che mi aveva aiutato a leggere alcuni test psicologici per i novizi. Così, per sei mesi, l'ho consultata una volta alla settimana". Era una psichiatra: "Durante quei sei mesi, mi ha aiutato a orientarmi su come affrontare le paure di quel tempo. Immaginate cosa sia stato trasportare una persona nascosta nell'auto - solo da una coperta - e passare tre posti di blocco militari nella zona di Campo de Mayo. La tensione che generava in me era enorme". Il Pontefice spiega anche che il colloquio con la psichiatra lo ha anche aiutato a imparare a gestire l'ansia e a evitare di prendere decisioni affrettate. Parla dell'importanza dello studio della psicologia per un prete: "Sono convinto che ogni sacerdote deve conoscere la psicologia umana". Quindi parla delle nevrosi: "Alle nevrosi bisogna preparare il mate. Non solo, bisogna anche accarezzarle. Sono compagne della persona durante tutta la sua vita". Francesco, come aveva già detto una volta, ricorda di aver letto un libro che lo ha interessato molto e lo ha fatto ridere di gusto: "Rejoice in Being Neurotic" (Rallegrati di essere nevrotico) dello psichiatra americano Louis E. Bisch: "È molto importante essere in grado di sapere dove le ossa cigolano. Dove sono e quali sono i nostri mali spirituali. Con il tempo, si impara a conoscere le proprie nevrosi". Francesco parla dell'ansia di voler fare tutto e subito. Cita il famoso proverbio attribuito a Napoleone Bonaparte: "Vestitemi lentamente, ho fretta". Parla della necessità di saper rallentare. Uno dei suoi metodi è ascoltare Bach: "Mi calma e mi aiuta ad analizzare meglio i problemi". Alla fine dell'intervista, il giornalista chiede se pensa alla morte: "Sì", risponde il Papa. Se ha paura: "No, niente affatto". E come immagina la sua morte: "Come Papa, in carica o emerito. E a Roma. Non tornerò in Argentina".
AGI - Sarà La nave di Teseo a pubblicare il primo romanzo di Quentin Tarantino, 'C'era una volta a Hollywood' che uscirà in contemporanea mondiale in 25 Paesi a giugno. Elisabetta Sgarbi, Publisher della casa editrice, si dice "felice e onorata di annunciare la pubblicazione del romanzo di Quentin Tarantino". Si tratta, precisa, di "un vero romanzo che precede il film, e che del film è stato ispirazione, con forti differenze nei personaggi e nello sviluppo drammaturgo che il lettore italiano scoprirà il prossimo giugno quando il romanzo uscirà in contemporanea mondiale. Questo romanzo - che è un grande atto d'amore nei confronti del cinema e della cultura italiana - conferma nella convinzione che ho avuto sin dagli anni 90, quando pubblicai la sceneggiatura di 'Pulp Fiction', che Quentin Tarantino è uno scrittore straordinario, oltre che il regista che conosciamo. La nave di Teseo ha chiuso un accordo con l'agenzia William Morris per il romanzo e un saggio - spiega Elisabetta Sgarbi - contestualmente alla pubblicazione del romanzo, inizieremo a riproporre le sue sceneggiature, a partire da 'Pulp Fiction', che uscirà in luglio". "Il catalogo della Nave di Teseo - aggiunge - che in questi giorni festeggia i cinque anni dalla pubblicazione del suo primo libro ('Pape Satan Aleppe' di Umberto Eco), dunque, dopo l'autobiografia di Woody Allen, 'A proposito di niente', e quella di Oliver Stone, 'Cercando la luce', si arricchisce ulteriormente di una nuova voce che dal Cinema incontra la Letteratura". Quentin Tarantino è nato nel Tennessee nel 1963 e si è trasferito in California all'età di 4 anni. Il suo amore per i film lo ha portato a lavorare in una videoteca, e durante questo periodo ha scritto le sceneggiature di Una vita al massimo e Assassini nati. Il debutto alla regia di Tarantino è avvenuto con 'Le Iene' del 1992, ma ha ricevuto ampi consensi di critica e pubblico con 'Pulp Fiction' (1994), per il quale ha vinto, tra l'altro, la Palma d'Oro a Cannes, un Premio Oscar e un Golden Globe per la migliore sceneggiatura. Tra i suoi film successivi 'Jackie Brown' (1997), 'Kill Bill Vol.1' (2003) e 'Vol.2' (2004) e 'Grindhouse' (2007). Tarantino ha ottenuto diverse nomination agli Oscar per 'Bastardi senza gloria' (2009) e 'Django Unchained' (2012), quest'ultimo gli è valso un secondo Oscar per la migliore sceneggiatura. I suoi ultimi film sono 'The Hateful Eight' (2015) e 'C'era una volta... a Hollywood' (2019).
Terzo via libera della FDA: in Europa forse il mese prossimo
Da domani 1 marzo l'Italia cambia colori, con regole e restrizioni su spostamenti e aperture negozi, bar e ristoranti, per contenere la diffusione del coronavirus. La nuova mappa delle Regioni vede il passaggio in zona rossa di Basilicata e Molise e in zona arancione di Marche, Lombardia e Piemonte. C'è poi un'altra novità: passa infatti in zona bianca la Sardegna. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato ieri, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di regia, cinque nuove ordinanze. Una di queste conferma per ulteriori quindici giorni per le Regioni Abruzzo, Toscana, Umbria e per la Provincia Autonoma di Trento e Bolzano, le misure disposte dall’ordinanza del 12 febbraio 2021. Queste Regioni restano quindi in area arancione. Complessivamente, quindi, la ripartizione nelle diverse aree in base ai livelli di rischio a partire dal 1 marzo 2021 è la seguente: area gialla: Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Puglia, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto; area arancione: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Umbria; area rossa: Basilicata, Molise; area bianca: Sardegna. La Regione Liguria alla scadenza dell’ordinanza del 12 febbraio 2021 passa in area gialla. La Sardegna è la prima regione a passare in zona bianca. "E' un grande risultato ottenuto grazie all'impegno di tutti i cittadini sardi, un punto di partenza piuttosto che di arrivo" ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, con estrema prudenza, sottolinea una nota. "E' il risultato dei tanti sacrifici fatti in questi mesi dai sardi, delle loro attenzioni e dello scrupolo posto nell'osservanza delle regole di sicurezza, della loro partecipazione allo screening di massa che sta entrando nella sua fase numericamente più rilevante. Per questo dobbiamo considerare questo riconoscimento come un motivo in più per mantenere alta la guardia contro il virus, affinché lo sforzo non sia vanificato da atteggiamenti imprudenti". La zona bianca, ha avvertito Solinas, non è un invito al "liberi tutti", alla mitigazione delle precauzioni e delle norme di sicurezza, ma anzi deve essere interpretata come "sprone alla massima responsabilità. Da questo risultato può scaturire una ripresa graduale di attività produttive che in questi mesi hanno sofferto danni gravissimi, fiaccando la nostra economia". Solinas ha rilanciato "il fermo intendimento di proteggere la Sardegna con tutti gli strumenti che possano garantire severi controlli sanitari per coloro che entreranno nel nostro territorio regionale, a tutela della salute, che non impedirà ma anzi faciliterà la libera circolazione delle persone. Ho già avuto interlocuzioni con il governo e con il ministro Speranza al quale ho chiesto l'intesa. Confidiamo che con il nuovo Governo Draghi possa concretizzarsi una piena condivisione nei confronti di un sistema che sarà garanzia per i sardi e per i turisti, e che farà della Sardegna una terra sicura e sempre più ospitale". In base al decreto legge approvato il 13 gennaio scorso, nella cosiddetta area “bianca” "si collocano le Regioni con uno scenario di “tipo 1”, un livello di rischio “basso” e un'incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti. In area “bianca” non si applicano le misure restrittive previste dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli. Nelle medesime aree possono comunque essere adottate, con dpcm, specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico. La giornata di ieri è stata caratterizzata da un'altra importante novità che riguarda la scuola e le zone rosse, con le indicazioni che arrivano dal Cts e che potrebbero essere inserite come nuove misure di contenimento nel prossimo dpcm, il primo del premier Mario Draghi, che entrerà in vigore il 6 marzo. Le indicazioni, contenute nel verbale che il Cts ha stilato al termine delle due riunioni che si sono tenute, venerdì sera e ieri mattina, per rispondere al quesito posto dai governatori sull'impatto della scuola sulla curva alla luce della circolazione delle varianti, prevedono la didattica a distanza nelle scuole di ogni ordine e grado, e quindi edifici scolastici chiusi, nelle regioni, province e comuni in zona rossa, nelle zone ad alta incidenza (250 casi ogni 100mila abitanti in sette giorni) e in tutte le aree dove sono state adottate misure stringenti di isolamento "in ragione della circolazione di varianti virali con alto rischio di diffusività". La durata delle chiusure delle scuole nelle zone rosse o dove si presenti alta incidenza deve essere rivalutata almeno ogni 7 giorni, sulla base dell'aggiornamento settimanale dei dati. Mentre nelle zone arancioni il Cts sottolinea l'importanza "di garantire quanto più possibile l'attività didattica in presenza". Intanto ieri il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha firmato l'ordinanza per lo stop a tutte le scuole, con il passaggio alla didattica digitale integrata. Il provvedimento avrà durata dall'1 al 5 marzo. In base al provvedimento, "le istituzioni scolastiche della scuola primaria e del primo anno della scuola secondaria di primo grado adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica ed educativa in modo che il cento per cento delle attività sia svolta mediante il ricorso alla didattica digitale integrata". Anche il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha firmato un'ordinanza che dispone la sospensione dell'attività didattica in presenza dei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché nelle Università. La misura ha decorrenza da lunedì 1° marzo e fino a domenica 14 marzo. Chiuse inoltre le scuole abruzzesi, da lunedì fino a nuove disposizioni. Dalle elementari alle superiori tutti in didattica a distanza. E' quanto prevede un'ordinanza del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, firmata a seguito della conferma ad opera della Asl e del Gruppo tecnico scientifico regionale dell'aumento dei casi di positività nella popolazione in età scolare. Al momento rimangono aperti gli asili, salvo diverse disposizioni comunali.
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