Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 5 hours 37 minutes
  • FTSE MIB

    33.730,72
    -150,78 (-0,45%)
     
  • Dow Jones

    37.775,38
    +22,07 (+0,06%)
     
  • Nasdaq

    15.601,50
    -81,87 (-0,52%)
     
  • Nikkei 225

    37.068,35
    -1.011,35 (-2,66%)
     
  • Petrolio

    83,13
    +0,40 (+0,48%)
     
  • Bitcoin EUR

    60.919,45
    +3.205,61 (+5,55%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.333,13
    +20,50 (+1,59%)
     
  • Oro

    2.397,70
    -0,30 (-0,01%)
     
  • EUR/USD

    1,0664
    +0,0018 (+0,17%)
     
  • S&P 500

    5.011,12
    -11,09 (-0,22%)
     
  • HANG SENG

    16.224,14
    -161,73 (-0,99%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.912,12
    -24,45 (-0,50%)
     
  • EUR/GBP

    0,8561
    +0,0006 (+0,07%)
     
  • EUR/CHF

    0,9683
    -0,0028 (-0,28%)
     
  • EUR/CAD

    1,4665
    +0,0015 (+0,10%)
     

Moldova: la Cina investe nel porto di Giurgiulesti

La Moldova si affida alla Cina per rilanciare l’economia, colpita dall’embargo russo. La China Shipping Container Lines ha firmato una partnership con il porto di Giurgiulesti,sul Danubio. Per Pechino la decisione fa parte del programma di costruzione di una cintura economica lungo i Paesi dell’antica Via della Seta. “La Cina offrirà un servizio diretto agli esportatori cinesi verso la Moldova”, afferma Thomas Moser, direttore generale dell’olandese Danube Logistics, operatore del porto. “Per la Moldova la cosa più importante è fornire un servizio a Paesi come la Cina, ma anche altri Paesi asiatici e mediorientali”. Il 57% dei container che arriva nel porto di Giurgiulesti è cinese. Ma l’accordo aprirà anche nuove rotte ai prodotti della Moldova, Paese più povero d’Europa. “Adesso si aprono le porte per l’Asia”, dice Valeriu Lazar,direttore dell’agenzia nazionale per il Commercio e per l’Industria. “I nostri produttori non hanno più motivi per lamentarsi, ma possono cominciare a consegnare prodotti competitivi. Ora la cosa importante è avere prodotti da esportare”. L’economia moldava è stata danneggiata dall’embargo russo sui prodotti alimentari dell’ex repubblica sovietica, firmataria dell’Accordo di Associazione con Bruxelles.