Myanmar, gli Stati Uniti chiedono il ripristino della democrazia
Mentre si sono svolti i funerali di una donna uccisa a seguito degli scontri con la Polizia, gli USA minacciano l'imposizione di sanzioni in caso di reiterata repressione militare
AGI - Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, rompe il silenzio e a sei giorni dall'attacco di Mario Draghi, che lo aveva definito un "dittatore", serve al presidente del Consiglio la classica vendetta fredda. Erdogan ha definito Draghi "maleducato e impertinente" e ha avvertito: "Le sue parole hanno colpito come un'ascia le relazioni tra Italia e Turchia". Dichiarazioni durissime che riaprono la ferita nei rapporti tra Roma e Ankara quando l'incidente diplomatico sembrava ormai archiviato, dopo la convocazione dell'ambasciatore italiano. Finora Ankara aveva affidato la sua risposta al ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, che giovedì scorso aveva subito "condannato con forza" le parole di Draghi, chiedendo al presidente del Consiglio di ritirarle. Oggi, Erdogan ha avuto un incontro in una biblioteca con giovani e giornalisti, sul faraonico progetto "Kanal Istanbul" per collegare il Mar di Marmara al Mar Nero, suik cui si erano concentrate tutte le domande dei giornalisti. Il presidente ha parlato poi dell'uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. Ad accendere il presidente turco è stata una delle ultime domande dei giornalisti presenti, sulle parole di Draghi: "Non è stato neanche eletto e danneggia le relazioni tra Turchia e Italia. L'uscita del presidente del consiglio Italiano denota una totale mancanza di equilibrio, assoluta impertinenza e volgarità. Le sue parole hanno colpito come un'ascia le relazioni tra Italia e Turchia, che erano giunte a un livello assai buono fino a quando il signor Draghi non ha parlato in questo modo. Prima di parlare di Erdogan in questi termini tenga bene a mente la propria storia", l'affondo del 'Sultano', poi pubblicato in un video su Twitter. Giovedì scorso Draghi si era scagliato contro Erdogan, che aveva ospitato un vertice con i vertici dell'Ue, in cui la presidente dell'Unione europea, Ursula von der Leyen era rimasta senza una sedia. I funzionari turchi hanno subito respinto ogni responsabilita' per l'incidente, affermando che stavano applicando le istruzioni del protocollo ricevute da Bruxelles. Ma l'accaduto, etichettato come 'sofagate', e' diventato l'argomento principale del primo vertice Turchia-Ue dell'ultimo anno mettendo in ombra i tentativi di entrambe le parti di riparare a mesi di relazioni turbolente. Draghi si e' detto "dispiaciuto per l'umiliazione subita da von der Leyen con questi, chiamiamoli per quello che sono, dittatori". Erdogan ha anche esortato Draghi a guardare indietro alla storia dell'Italia, in un apparente riferimento a Benito Mussolini. "Dovresti prima di tutto essere consapevole della tua storia per fare un commento del genere su Tayyip Erdogan, ma vediamo che non lo sei", ha detto il leader turco. L'incidente avvenuto ad Ankara ha anche creato uno scandalo a Bruxelles, dove il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e' stato aspramente criticato per essersi seduto su una delle due sedie e relegato von der Leyen su un divano vicino. Michel ha passato gran parte della scorsa settimana a scusarsi, dicendo di aver passato notti insonni a pensare a come avrebbe potuto gestire meglio le cose.
AGI - A due anni di distanza dall'incendio Notre-Dame smette di guardare indietro e si prepara a rinascere grazie un cuore pulsante di acciaio e uomini. La cattedrale di Parigi, curata dalle ferite inferte dalle fiamme, punta con speranza al futuro, al 2024, quando tornerà a essere visitabile. Ma se tutto questo è stato possibile, si deve anche ai super esperti chiamati al suo capezzale, tra i quali spicca la presenza di Carlo Blasi, architetto fiorentino, tra i migliori al mondo in fatto di messa in sicurezza e stabilità degli edifici monumentali. “A dicembre abbiamo terminato la fase di stabilizzazione e con l'anno nuovo è partita la ricostruzione” racconta all'AGI Blasi, 71 anni, chiamato dal team di lavoro parigino per occuparsi della messa in sicurezza della cattedrale. "I lavori hanno subito un'accelerazione e adesso c'è grande entusiasmo. Quando abbiamo smontato i ponteggi esterni che coprivano l'edificio - prosegue - abbiamo brindato, la fine della fase più difficile. Siamo rientrati all'interno della chiesa: adesso ci sono impalcature alte 90 metri e persone che lavorano per riportare tutto allo splendore di un tempo”. La road map, anticipa Blasi, è già definita e non prevede ritardi: “Quest'anno verranno ricostruite le volte, nel 2022 sarà il turno delle coperture del tetto e nel 2023 spazio alle pulizie interne e allo smontaggio delle strutture. Nei primi mesi del 2024 verranno limati gli ultimi dettagli e ad aprile Notre-Dame riaprirà per visite e funzioni religiose”. Fino ad oggi la rinascita della cattedrale parigina è stata rallentata dalle impegnative operazioni di messa in sicurezza e dalle limitazioni connesse all'emergenza sanitaria. “C'era la necessità di demolire questo grosso ponteggio in cima alla chiesa che impediva l'avanzamento dei lavori – spiega l'architetto – è stato smontato tagliandolo a pezzi con gli operai sospesi e spostando i pezzi con la gru. Un lavoro molto delicato”. Senza i tubi di acciaio a frenarla, Notre-Dame rialza la testa e torna a mostrarsi come un tempo, con le due torri che corrono verso il cielo. Manca solo la guglia di legno dell'800 crollata durante l'incendio. Ma la cattedrale, garantisce Blasi, tornerà uguale al passato: “Abbiamo tutti i disegni del progetto della guglia, anche i giornali dei lavori con tutti i dettagli, la ricostruiremo identica. Ci vuole legno di quercia, notoriamente resistente, stanno tagliando gli alberi in queste settimane”. Sono un migliaio le querce secolari scelte dalla foresta 'Domaine de Berce', vicino a Le Mans, che saranno abbattuti. Una volta essiccati e intagliati saranno utilizzati per ricomporre il puzzle sul tetto della cattedrale, da sempre definito ‘la foresta' proprio in virtù del corposo rivestimento in legno, e per ricostruire le navate danneggiate. All'interno della chiesa centinaia di operai al momento lavorano con la maschera di sicurezza per sistemare le vetrate, affumicate dalla fiamme e dal piombo sciolto. “I vetri non hanno subito gravi danni – chiarisce Blasi - ma devono essere ripuliti e sistemati, sono andati perduti solo due rosoni sulla volta, il resto è in buone condizioni. Finora abbiamo tolto le vetrate della navata e del coro”. I lavori di ristrutturazione hanno avuto un cambio di passo nel 2021, sottolinea l'architetto fiorentino che ogni settimana fa la spola tra Firenze e Parigi per seguire i lavori sul campo: “C'è orgoglio e speranza, tutti hanno la sensazione di partecipare a un'operazione di rilevanza storica per un'opera percepita come patrimonio mondiale”. E per il team di lavoro e tutti i francesi, la rinascita di Notre-Dame può diventare un segnale di buon auspicio per il superamento dell'emergenza sanitaria. “Come per il Covid – conclude Blasi - siamo in un momento particolare d'attesa, c'è la vaccinazione che va avanti e la ricostruzione della cattedrale, appena una volta dell'edificio sarà ricostruita, sarà un segno allo stesso tempo di ripartenza e di ritorno a una vita passata”.
AGI - Si chiama Peggy, è un cane pastore diventato sordo e abbandonato alla Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (RSPCA), un ente di beneficenza che opera in Inghilterra e nel Galles promuovendo il benessere degli animali, e che ha imparato a reagire alla lingua dei segni. Descritto in un approfondimento su BBC news, il caso di Peggy dimostra le doti intellettive dei cani anche in caso insorgano difficoltà fisiche. La cagnolina è un collie che nel 2018, dopo aver perso l'udito, è stata consegnata all'ente di beneficenza, dove lavorava Chloe Shorten, che l'ha adottata e portata al proprio terreno. “Sapevamo che Peggy voleva lavorare – afferma Shorten – abbiamo iniziato a insegnarle il linguaggio dei segni e a introdurla agli altri due cani da pastore che avevamo”. Gli educatori hanno iniziato insegnando alla cagnolina a guardare le mani. “Abbiamo usato rinforzi ripetitivi e positivi, e invece di abbinare un comando verbale a un'azione – continua l'esperta – usavamo un gesto”. Con l'aiuto di un addestratore di cani da pastore, Peggy ha imparato a comprendere le indicazioni e a capire l'affetto e il riconoscimento dei nuovi padroni, manifestati tramite una serie di gesti. La cagnolina ha ora dieci anni e spesso si lancia in corse forsennate per il terreno degli Shorten, tanto che i proprietari le fanno indossare un localizzatore GPS perché, non sentendo i richiami, tende lasciarsi trasportare dall'euforia. “È incredibile vederla con questa nuova prospettiva di vita – conclude Chloe Shorten – è la dimostrazione che si possono insegnare nuove nozioni a un cane nonostante la sua età o le sue difficoltà fisiche”. (Valentina Di Paola)
AGI - Il governo si appresta a chiedere al Parlamento il via libera allo scostamento di bilancio dal quale arriveranno le risorse per il decreto Imprese ma anche i finanziamenti che serviranno per i progetti fuori dal Recovery plan. Il Consiglio dei ministri di mercoledì 14 aprile ha avviato la discussione e rinviato, contestualmente al Def, il semaforo verde. Parte dello scostamento servirà dunque a costituire un fondo di 20 miliardi da spalmare in 8 anni. Come utilizzare questi fondi sarà oggetto degli incontri che il premier avvierà con le forze politiche. Il piano prevede, tra l'altro, la realizzazione di infrastrutture, la maggior parte delle quali – spiegano fonti interessate al dossier – erano già state indicate durante l'esecutivo Conte. Ma su questi lavori i partiti della maggioranza si confronteranno per definire la lista. Il timore, spiega una fonte ministeriale, è che si dia il là ad una sorta di assalto alla diligenza. Il presidente del Consiglio incontrerà oggi Lega e 5 stelle, venerdi FI e Pd, lunedi Iv e FdI. Il calendario fissato nell'ordine di grandezza parlamentare è stato aggiornato con Leu. Il partito rappresentato da Speranza sarà a palazzo Chigi martedì 20 aprile alle dieci. Negli incontri con Draghi si parleraà del ‘Recovery' plan e della bozza del nuovo decreto Sostegni 2. La prossima settimana sono previste due distinte riunioni del Consiglio dei ministri. Il governo ha intenzione di accelerare sul Recovery che dovrà essere inviato a Bruxelles entro fine mese. A dettare i tempi è l'Unione europea, chi arriverà in ritardo rischia di aspettare i fondi. Sul ‘Recovery' intanto l'esecutivo ha iniziato un ‘tour' di incontri con le Regioni. Oggi è stata la volta di Colao e Brunetta (il ministro della Pubblica amministrazione ha annunciato che il nuovo reclutamento sarà principalmente digitale e avrebbe - spiegano fonti presenti all'incontro - avanzato la proposta di un portale sul modello Linkedin), domani Giovannini, Bianchi, Carfagna, Messa, poi sarà la volta di Franceschini, Speranza e degli altri esponenti del governo. Ma i partiti notano il cambio di passo del premier che – spiega un ‘big' della maggioranza – finora non ci ha consultato sui temi più importanti. “Non è come nel governo Conte quando discutevamo anche dei provvedimenti piu' inutili”, sottolinea la stessa fonte. La maggioranza teme che il ‘Recovery' sia frutto del lavoro dei ministri tecnici e che non ci siano margini di intervento. Da qui per esempio l'intenzione di difendere i propri provvedimenti di bandiera come fa il Movimento 5 stelle con il Superbonus al 110%. La maggior parte dei progetti saranno sul ‘green' e sull'economia sostenibile. Vincoli dettati dall'Europa, anche se un ‘big' della Lega osserva come, invece, la maggior parte degli investimenti andrebbe riservata alle infrastrutture e per creare lavoro e non sulla transizione. Ma il partito di via Bellerio è soddisfatto sia per l'entità dello scostamento di bilancio che per l'avvio del dialogo sul dl imprese. Lo ha ribadito lo stesso Salvini che oggi ha incontrato i parlamentari lombardi per fare il punto della situazione nella Regione. L'ex ministro dell'Interno ha avuto parole di elogio nei confronti del presidente del Consiglio. Appoggio pieno al premier arriva anche dal segretario dem Letta: “Il governo Draghi annuncia uno scostamento di 40 miliardi per interventi su imprese, lavoro, professioni. Scelta importante che verrà incontro alle tante categorie economiche che chiudendo hanno garantito la salute di tutti. Passo decisivo in vista delle prossime riaperture", ha scritto su twitter.
AGI - Il leader della Lega Salvini chiede le prime riaperture da lunedì, "già oggi 13 Regioni sarebbero in giallo", osserva. Il ministro Franceschini invoca lo stesso trattamento per la Cultura riservato al calcio, con l'ok arrivato agli Europei a Roma con la capienza del 25% del pubblico negli stadi. Iv chiede la riaperture delle scuole secondarie di secondo grado (è una priorità anche per il ministro Speranza e per il premier Draghi), Forza Italia giovedì presenterà le sue proposte puntando sulle categorie e soprattutto sulle attività di ristorazione, affinchè possano riaprire subito quelle che hanno a disposizione spazi all'aperto. Insomma tutte le forze politiche della maggioranza dibattono sul tema della ripartenza. Venerdi' durante la cabina di regia fissata questa mattina dal presidente del Consiglio Draghi si valuteranno i dati e sulla base dei ‘report' del Cts si organizzerà un cronoprogramma ad hoc. Dovrebbero ritornare le zone gialle come previsto ma sulla data dell'allentamento delle misure nessuno si pronuncia apertamente, nè i governatori nè i ministri. La ‘querelle' è ora sulle modalità. I ‘rigoristi' spingono per un processo graduale, mentre chi vuole un cambio di rotta chiede un allentamento generale delle misure che comprenda anche per esempio lo stop al divieto degli spostamenti tra le Regioni. E sono proprio i ‘governatori' ad invocare una svolta. Giovedì approderà sul tavolo della Conferenza delle Regioni il piano messo a punto da una commissione tecnica composta dagli assessori di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Campania e che sarà sottoposto all'attenzione dell'esecutivo. Il piano ricalca quello disegnato l'anno scorso ma aggiornato al criterio della vaccinazione come parametro da considerare. Riapertura delle attività all'aperto, sfruttamento degli spazi interni di bar e ristoranti affinchè le saracinesche restino alzate anche la sera, aumentando il distanziamento e prevedendo una capienza limitata. Le Regioni propongono anche di eliminare il coprifuoco, fermo restando che non sarà permesso alcun assembramento. Nelle linee guida anche le indicazioni per palestre, teatri e cinema. La novità piu' rilevante oggi arriva dal fronte delle vaccinazioni. “Mi ha chiamato – ha annunciato il generale Figliuolo - il presidente Draghi per comunicarmi che, grazie alle pressioni europee, all'Ue arriveranno 50 milioni di dosi Pfizer in piu' per il trimestre aprile, maggio, giugno". "La percentuale italiana, circa il 13,46% di queste 50 milioni di dosi", ha proseguito Figliuolo, "ci portera' ad avere a fine aprile, data ancora da confermare, 670.000 dosi in piu', per maggio 2,15 milioni di dosi in piu', e per giugno quattro milioni di dosi in più. E' il presidente del Consiglio dunque a spendersi in prima persona per ovviare ai ritardi di AstraZeneca e Johnson & Johnson. Ora gli under 60 potrebbero essere vaccinati con Pfizer, quelli over con AstraZeneca e Johnson & Johnson. L'imperativo del governo e della struttura commissariale è portare avanti il piano vaccinale secondo gli obiettivi prefissati.
AGI - Aprire le finestre e far circolare l'aria all'interno degli spazi chiusi è più importante che disinfettare le superfici per prevenire la diffusione del Covid-19. Arriva un altro studio sui meccanismi e sul ruolo di trasmissione in aria del Covid-19, secondo cui è più probabile che il virus si diffonda attraverso l'inalazione a distanza ravvicinata piuttosto che con il contatto con superfici o a lungo raggio. Quest'ultima ricerca è stata pubblicata sulla rivista medica 'Bmj' e gli autori lamentano che nonostante vi siano prove crescenti dell'alta trasmissibilità del virus negli ambienti chiusi, la necessità di arieggiare i locali sia "solo un accenno superficiale in alcune linee guida per il controllo delle infezioni". "Le persone hanno molte più probabilità di essere infettate in una stanza con finestre che non possono essere aperte o priva di qualsiasi sistema di ventilazione", scrivono gli autori, tra cui Julian Tang dell'Università di Leicester e Linsey Marr della Virginia Tech, affermando che parte del problema è stata la mancanza di chiarezza nella definizione di termini come "droplet" ("gocciolina") e "airborne" (ovvero tramite aerosol, particelle sotto il micron di grandezza e quindi molto più piccole dei classici droplet. ndr.) quando si descrive la trasmissione. "In sostanza, se puoi inalare particelle, indipendentemente dalla loro dimensione o nome, stai respirando aerosol", hanno spiegato. "Questo può accadere a lungo raggio, è più probabile quando si è vicini a qualcuno, poiché gli aerosol tra due persone sono molto più concentrati a breve distanza, piuttosto come essere vicini a qualcuno che sta fumando". All'inizio della pandemia, le autorità sanitarie, compresa l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), scartarono la possibilità che semplicemente respirando potesse inviare micro-goccioline infettive nell'aria. Ma hanno fatto un'inversione di marcia, mentre gli esperti accumulavano pressioni e raccoglievano più prove. Lo studio di Bmj afferma che precauzioni come indossare mascherine, mantenere le distanze e ridurre l'affollamento negli spazi interni aiuterebbero a frenare la diffusione virale, sia che si tratti di particelle inalate o di contatto diretto con le superfici. Ma ha sottolineato che una differenza cruciale è "la necessità di enfatizzare ulteriormente la ventilazione perché le più piccole particelle sospese possono rimanere nell'aria per ore e queste costituiscono un'importante via di trasmissione". A marzo, l'Oms ha pubblicato un documento di orientamento che incoraggia una migliore ventilazione negli edifici. E afferma che mentre rimangono "lacune nella conoscenza", la trasmissione del virus che causa il Covid-19 è particolarmente forte in spazi interni affollati e ristretti, dove c'è scarsa o nessuna ventilazione.
Francia, aumentano i decessi Covid. Meno tesa la situazione in Belgio e Grecia, che allentano le restrizioni View on euronews
GenScript Biotech (Paesi Bassi) BV, controllata di GenScript Biotech Corporation ("GenScript", codice azionario: 1548.HK), società leader mondiale nel settore della biotecnologia, e IES Diagnostics, la divisione Life Science di IES Medical, società con sede in Spagna, hanno annunciato di aver firmato un accordo per la distribuzione esclusiva del kit cPass™ di GenScript per la rilevazione degli anticorpi neutralizzanti SARS-CoV-2 in Spagna, Portogallo e Andorra.
Calcagni (Besana): impegnati a fare nostra parte per limitare danni
AGI - Una vendita di opere digitali dell'artista Pak con il marchio "Nft", dal nome della nuova tecnologia di autenticazione, ha raggiunto i 16,8 milioni di dollari, un successo per la casa d'aste di Sotheby's, che aveva organizzato l'evento. Un mese dopo la vendita di 'Everydays: The First 5000 Days' dell'artista digitale Beeple, per 69,3 milioni di dollari da Christie's, la rivale Sotheby's si è lanciata, per la prima volta, nell'avventura 'Nft'. Acronimo che sta per 'Non-Fungible Token', i token crittografici su una blockchain che costituiscono informazioni uniche, non intercambiabili, inalterabili, che consentono all'acquirente di un oggetto digitale (disegno, animazione, video, foto, musica) di essere certo di essere il proprietario. Per la sua prima, Sotheby's aveva scelto un formato completamente diverso da quello di Christie's. Piuttosto che giocare sulla scarsità, ha messo in vendita in quantità illimitate, tramite la piattaforma specializzata Nifty Gateway, "cubes", creata da Pak. Circa 23.598 di queste animazioni di un parallelepipedo rettangolare rotante hanno trovato acquirenti durante la tre giorni di vendite, per un totale di 14 milioni di dollari. L'idea dell'artista era di mettere in discussione le nozioni di valore e rarità non limitando il numero di pezzi venduti. Secondo Sotheby's, circa 3.080 collezionisti hanno acquistato almeno un cubo. Oltre a questi cubi, Pak ha donato anche due opere uniche, una delle quali che rappresenta un singolo pixel è stata acquistata per 1,36 milioni di dollari dal collezionista digitale Eric Young. L'altra, una forma geometrica rotante, è stata venduta per 1,44 milioni di dollari. Chi acquistava più cubi riceveva un'ulteriore opera unica, intitolata 'Il Cubo', una sorta di bonus, diverso dagli altri "cubi". La maxi-vendita testimonia la vitalità del mercato "Nft", che genera, quotidianamente, più di 10 milioni di dollari di transazioni su piattaforme digitali come Nifty Gateway o OpenSea. Secondo il sito specializzato NonFungible.com, due miliardi di dollari sono passati di mano in questo mercato, solo nel primo trimestre del 2021.
Con Martina (Fao) e rappresentanti associazioni bio e ambiente
Approfondimento Informatore Agrario sui dati Ismea
Activision ha annunciato oggi il ritorno di Call of Duty®: Mobile World Championship. Presentato da Sony e, con inizio il 3 giugno 2021, i giocatori idonei in Call of Duty: Mobile Modalità classifica potranno competere per i premi in gioco e per una parte del montepremi totale di oltre 2 milioni di dollari (USD).
Perché il vincitore del GF VIP Tommaso Zorzi non frequenta il salotto di Barbara D'Urso? Sarebbe stato svelato il motivo.
Basta con AstraZeneca e Johnson & Johnson in Ue dal 2022. La Commissione Europea punta tutto sui vaccini a Rna messaggero prodotti da Pfizer/BioNTech, Moderna e CureVac, e per il prossimo anno non rinnoverà i contratti con AstraZeneca e J&J, i cui preparati anti Covid utilizzano un vettore virale con una tecnologia più tradizionale. Ad annunciare la scelta strategica a Bruxelles è stata ieri la presidente Ursula von der Leyen, all'indomani dell'annuncio della pausa anche in Europa nella distribuzione del vaccino di Janssen (J&J), dopo che Fda e Cdc negli Usa hanno deciso di mettere in stand by le somministrazioni. La decisione Usa, che ha avuto immediate ripercussioni in Europa, è arrivata in seguito alle segnalazioni di casi di trombosi inusuali, gravi e rarissime, nell'ordine di meno di uno su un milione (6 casi riferiti su 6,8 mln di vaccinazioni: calcoli attuariali stimano che il rischio di morire in un incidente d'auto ogni volta che si sale in macchina, nei Paesi più sviluppati, è nell'ordine di 1 su 5mila). In futuro, spiega von der Leyen, in Europa serviranno "richiami" per rafforzare la protezione dei vaccinati. E, se si svilupperanno "varianti resistenti" ai vaccini, "dovremo sviluppare vaccini adattati" alle nuove mutazioni, "presto e in quantità sufficienti. Tenendo questo a mente, dobbiamo focalizzarci sulle tecnologie che hanno dimostrato il loro valore: i vaccini a Rna messaggero sono un caso chiaro". Quello che von der Leyen lascia solo intuire, lo esplicita l'eurodeputato della Cdu tedesca Peter Liese, portavoce per la Salute del gruppo Ppe: "La Commissione - dice il parlamentare, che è medico - in futuro non comprerà più vaccini da Johnson & Johnson e AstraZeneca, ma si affiderà ai vaccini a m-Rna di BioNTech/Pfizer, Moderna e CureVac per combattere nel lungo termine la pandemia". La Commissione, ha spiegato von der Leyen confermando le indiscrezioni che circolano da giorni a Bruxelles, "sta entrando in un negoziato con Pfizer/BioNTech per un terzo contratto", che prevedrà "la consegna di 1,8 miliardi di dosi nel corso del periodo 2021-2023". Il contratto, che l'esecutivo Ue intende finalizzare "presto", prevedrà non solo la produzione nell'Ue dei vaccini, ma anche quella dei componenti di base. Un chiaro riconoscimento del carattere strategico della produzione di vaccini sul suolo europeo, dopo la lezione impartita all'Ue, che nella prima ondata della pandemia dovette scongiurare l'India di non lasciarla senza paracetamolo, dalla vicenda di AstraZeneca, la multinazionale anglosvedese che consegna vaccini al Regno Unito, ma continua a tagliare le dosi destinate all'Ue. Tanto da costringere la Commissione ad avviare formalmente il meccanismo di risoluzione delle controversie previsto dall'accordo di acquisto anticipato. Al contrario Pfizer/BioNTech, dove la prima è un colosso Usa ma la seconda è una pmi tedesca, è "un partner affidabile", ha sottolineato von der Leyen, che "rispetta gli impegni" e "viene incontro alle nostre necessità". Tanto affidabile che, ha annunciato ancora la presidente, "abbiamo raggiunto un accordo con Pfizer/BioNTech per accelerare, ancora una volta, la consegna dei vaccini. Nel secondo trimestre verranno consegnate 50 milioni di dosi aggiuntive" del vaccino anti-Covid all'Ue, "a partire da aprile". Si tratta di dosi che avrebbero dovuto essere consegnate nel quarto trimestre, ma che "saranno già disponibili nel secondo". In tutto Pfizer/BioNTech consegnerà all'Ue nel secondo trimestre 250 milioni di dosi. Finora nell'Ue sono stati effettuati "100 milioni di vaccinazioni", circa "27 milioni" delle quali sono "seconde dosi", quindi altrettanti europei immunizzati pienamente, ha spiegato ancora la presidente. I 50 milioni di dosi aggiuntive Pfizer/BioNTech annunciati ieri verranno distribuiti "in base alla popolazione" degli Stati membri dell'Ue, ha precisato von der Leyen. Probabilmente non è un caso che il quantitativo anticipato da Pfizer/BioNTech, 50 milioni di dosi, sia più o meno uguale a quello che era atteso da Johnson & Johnson nel secondo trimestre: la multinazionale Usa dovrebbe consegnare 55 milioni di dosi tra aprile e giugno, ma solo 50 milioni erano considerate del tutto sicure. Ora, quali che siano le decisioni delle autorità regolatorie in seguito alle segnalazioni di rarissimi casi di trombosi inusuali registrati negli Usa in seguito alle iniezioni del vaccino Janssen, la situazione torna quella di lunedì. Quelli che usano adenovirus come vettori, AstraZeneca e Johnson & Johnson, dice Liese, "sono vaccini validi e dobbiamo usarli per mettere la pandemia sotto controllo entro l'estate". Gli effetti collaterali molto rari osservati in seguito alle vaccinazioni con J&J sono assai "simili" a quelli visti in Europa con AstraZeneca, ha detto martedì Peter Marks dell'Fda americana, e i due vaccini, ha ricordato, sono accomunati dall'uso di adenovirus come vettore. Liese sottolinea che "gli effetti collaterali" osservati, pur rarissimi, "sono molto seri", quindi "supporto la decisione presa da molti Stati membri di non vaccinare con AstraZeneca le persone più giovani, per ora". In ogni caso, Liese si dice "convinto che i gli effetti positivi del vaccino J&J superino gli effetti collaterali". Ma è parimenti "chiaro", aggiunge, che "il futuro appartiene ai vaccini a m-Rna. Sono più efficaci di quelli a vettore virale e sembrano avere meno effetti collaterali". I vaccini a m-Rna hanno anche il vantaggio che vengono prodotti da Pfizer/BioNTech, Moderna e CureVac: su quattro aziende, due sono europee (tedesche, in particolare), cosa che ha una sua importanza, come si è visto con AstraZeneca e dato che il vaccino di Sanofi/Gsk (la prima è francese) non è disponibile. In ogni caso, aggiunge Liese, il vantaggio "più importante" dei vaccini a Rna messaggero è che possono essere adattati alle varianti del Sars-CoV2 "più rapidamente e in modo più mirato". E, se l'Ue vuole "sconfiggere la pandemia", allora probabilmente dovrà immunizzare "almeno le categorie vulnerabili" con vaccini adattati "nei prossimi anni". Per Liese, sarà importante vaccinare con i sieri a m-Rna non solo gli europei, ma anche le popolazioni degli altri Paesi del mondo. Occorrerebbe, spiega, una "partnership" con Sudafrica e India, Stati che sono in grado di produrre vaccini. Anche se "l'abolizione dell'esclusiva sui brevetti è una richiesta molto popolare", le cose non sono così semplici, dato che, osserva, produrre vaccini a m-Rna è "molto complicato". Togliendo semplicemente l'esclusiva ai titolari del brevetto, si otterrebbe molto poco nella pratica, perché occorre un "trasferimento di tecnologia". Vaccinare le persone nei Paesi "più poveri", conclude Liese, "non è solo un imperativo umanitario", ma anche "un imperativo di buon senso", dato che, finché il Sars-CoV-2 potrà circolare indisturbato da qualche parte nel mondo, permarrà il rischio che si sviluppino varianti resistenti.
L'Italia si interroga su modi, tempi e regole delle riaperture, tra l'ipotesi di ripristinare appena possibile la zona gialla e di allentare le misure che caratterizzano le regioni divise tra zona rossa e arancione. Palestre, piscine, ristoranti e bar sono in attesa di capire quale sarà il piano del governo per consentire al Paese, alle prese con l'emergenza Covid e le varianti che accelerano la corsa del virus, di ripartire seppur gradualmente. Riflettori puntati sulla cabina di regia che dovrebbe tenersi domani, con possibile conferenza stampa del premier Mario Draghi a seguire. Ora come ora si attendono i nuovi dati dell'Iss per assumere decisioni. Nel corso della riunione, numeri alla mano, non è escluso si stabilisca di allentare sin da subito le misure che prevedono l'Italia divisa in zona rossa e arancione fino a fine mese, ripristinando la zona gialla prima della scadenza del 30 aprile (come previsto dall'ultimo decreto covid). "Se i dati lo consentono, nulla vieta di farlo. Ma bisogna procedere con i piedi di piombo per non annullare gli sforzi fatti sinora" dice all'Adnkronos un ministro tra i più rigoristi, assicurando tuttavia che nel Cdm di mercoledì non è stato affrontato il tema. Di certo la questione verrà sollevata dalla Lega nella riunione di domani, con Fi che potrebbe accompagnare nella richiesta gli alleati di coalizione. Sullo sfondo il pressing delle regioni, che oggi presenteranno al governo le linee guida per le riaperture in sicurezza. "In questo momento non stiamo affrontando solo un tema economico e lavorativo", perché "i cittadini non vivono più come un anno fa le misure messe in campo. Dopo un anno di sacrifici, e a volte di drammi, c'è molta ritrosia a rispettare i divieti", ha detto il presidente della conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga. "E allora, io dico: non è meglio cercare di trovare delle regole, anche rigide ma per farle rispettare, piuttosto che mettere dei divieti?". Ieri intanto sono tornati a Palazzo Chigi i vertici del Cts, Franco Locatelli e Silvio Brusaferro, ma sarebbero stati ricevuti non dal presidente del Consiglio bensì dal sottosegretario Roberto Garofoli. Starebbe prendendo quota l'ipotesi di allentare le misure step by step, offrendo una serie di 'date obiettivo' per le riaperture che consentano agli italiani di tornare a guardare al futuro, espressione usata più volte dallo stesso presidente del Consiglio. E continua a farsi spazio l'idea - a partire da maggio e sempre dati permettendo - di spostare più avanti le lancette del coprifuoco, portandolo dalle 22 alla mezzanotte così da consentire l'apertura dei ristoranti con tavolini all'aperto. Idea che farebbe il paio, si ragiona nel governo, con la richiesta che sarebbe stata avanzata dal premier Draghi al Cts, ovvero mettere nero su bianco dei protocolli che non siano anti-economici, con un occhio attento ai settori più in sofferenza. E non c'è dubbio che quello dei ristoranti lo sia. Riapertura a maggio di ristoranti a pranzo e a cena sfruttando gli spazi all'aperto dunque. Ma ripartenza anche per palestre, cinema, teatri e musei secondo una bozza delle Regioni. Ripresa a maggio del le attività culturali di cinema e teatri. Quanto alla riapertura delle palestre, allo stato attuale l’ipotesi sarebbe quella di un via libera solo a lezioni individuali.
Il pullman del Real Madrid è stato preso d’assalto dai tifosi del Liverpool, in prossimità del suo arrivo ad Anfield per giocare contro la squadra inglese.
AGI - Saranno Manchester City e Real Madrid a giocarsi le semifinali di Champions League rispettivamente contro Psg e Chelsea. Nulla da fare per Borussia Dortmund e Liverpool, che non riescono a ribaltare le sconfitte dell'andata. La squadra di Guardiola vince di nuovo 2-1, mentre a quella di Zidane basta lo 0-0 ad Anfield dopo il 3-1 della settimana scorsa. Al Signal Iduna Park partenza sprint dei tedeschi che al 15' la sbloccano con il classe 2003 Bellingham, ma soffrono tanto sulle iniziative dei citizens, capaci di creare tanto senza però colpire. De Bruyne centra una traversa, Mahrez non sfonda, poi ad inizio ripresa è lo stesso algerino a firmare l'1-1 su rigore causato da un fallo di mano di Can. Il match gira e al 75': ci pensa ancora il gioiellino Foden a chiudere il discorso firmando il successo inglese. Sarà City-Psg la semifinale da brividi. Nell'altra sfida, invece, come prevedibile il Liverpool parte con il piede pigiato forte sull'acceleratore, crea tantissimo ma sotto porta manca di lucidità. Sull'altro fronte il Real coglie un palo con la deviazione di Kabak sul cross di Benzema. Nella ripresa le merengues danno la sensazione di controllare senza troppi problemi il doppio vantaggio dell'andata, respingendo molto bene ogni tentativo dei reds. I minuti scorrono, lo 0-0 non si schioda e il risultato va bene solo alla squadra di Zidane, che ora se la vedrà con il Chelsea.
Analisi e focus sugli andamenti del mercato del lavoro