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Nuovo governo in Portogallo, i rischi per la ripresa di una “deriva greca”

Addio austerità. Col giuramento del governo socialista sostenuto dall’estrema sinistra, il Portogallo volta pagina. Almeno stando al nuovo premier Costa, che ha parlato di rispetto delle regole europee ma anche di “un consolidamento dei conti pubblici più salutare”. Dopo anni di misure draconiane e proteste il Paese si trova a un bivio, dicono gli analisti. Un percorso simile a quello greco, una marcia indietro su tagli alla spesa e tasse, rischia di far esplodere un debito pubblico molto alto e di mettere in pericolo la nascente ripresa. Contro tale deriva si è schierato però il Presidente della Repubblica Anibal Cavaco Silva, che ha avvertito: fino al termine del mio mandato (marzo 2016) non esiterò ad utilizzare tutti i miei poteri. Il primo banco di prova per il nuovo esecutivo sarà la presentazione (urgente, visto il ritardo accumulato) del bilancio per l’anno prossimo: tutti gli occhi sono puntati sul disavanzo previsto, dato che il governo ha promesso di cancellare i tagli agli stipendi pubblici, alzare le pensioni minime e abbassare l’Iva sul settore della ristorazione.