Pirlo: "CR7 stanco? Anche senza segnare è importante"
L'allenatore bianconero ha giudicato, così, la gara del portoghese.
Con 250 casi ogni 100mila abitanti consigliata zona rossa automatica, togliendo discrezionalità ai Governatori
AGI - "È importante peregrinare verso i luoghi sacri: è il segno più bello della nostalgia del Cielo sulla Terra. Perciò amare e custodire i luoghi sacri è una necessità esistenziale, nel ricordo del nostro padre Abramo, che in diversi posti innalzò verso il cielo altari al Signore". Sono le parole di papa Francesco pronunciate nell'incontro interreligioso di Ur dei Caldei durante la sua visita storica in Iraq. Il Pontefice si è recato nella Terra di Abramo per sottolineare "l'importanza del ritorno ai luoghi sacri dopo la persecuzione" ma anche per marcare la sua apertura verso il mondo islamico. E' la sua sesta visita in un Paese musulmano dopo Egitto, Emirati, Marocco e Turchia ed è la prima in una nazione con la forte presenza della minoranza sciita. Francesco ha voluto così porgere la mano della Chiesa a tutto il mondo islamico non solo a quello maggioritario. E lo testimonia il colloquio - durato oltre cinquanta minuti - con l'ayatollah Ali al-Sistani a Najaf. Francesco ha voluto onorare i luoghi sacri dell'Iraq che in questi anni - e non solo - hanno tanto sofferto a causa di odio e violenza. Najaf Papa Francesco, al primato della visita in Iraq, ha voluto sommarne un altro: quello della più alta carica della Chiesa a visitare la città sacra di Najaf, luogo di pellegrinaggio per decine di migliaia di sciiti ogni anno. Nel mondo solo la città santa iraniana di Qom la supera per importanza agli occhi degli sciiti. Najaf accoglie il santuario dell'Imam Ali bin Abi Talib, il cugino del profeta Maometto, califfo e guida degli sciiti. La città è gioiello accademico del mondo sciita, qui si sono formati i sapienti più grandi, tra cui proprio l'ayatollah Ali al-Sistani. L'Antica città di Ur Considerata un luogo simbolico per i seguaci delle religioni monoteiste perché menzionata nei libri sacri come il luogo di nascita del profeta Abramo, il quale, secondo la narrativa religiosa, rifiutò il culto del suo popolo agli e ne uscì portando il messaggio dell'unico Dio, secondo le credenze monoteiste. Abramo è ricordato come il "padre" dei messaggi celesti, indipendentemente dai suoi seguaci. La visita del Papa nella sua città natale rientra nel quadro della sua ricerca di ciò che unisce e non ciò che divide. L'immagine dell'Iraq nei media di tutto il mondo è spesso legata a guerre, massacri e devastazioni e la visita del Papa mette in risalto il valore civile, culturale e umano di quella terra. La Mesopotamia non fu solo il luogo di nascita di molte scienze umane ma anche la prima culla dell'idea religiosa delle antiche civiltà. La terra dell'Iraq ha un posto simbolico nelle credenze dei seguaci di tutte le religioni monoteiste. Ebrei, cristiani e musulmani sono unanimi nel credere alla storia della Torre di Babele e alla buona novella del profeta Giona al popolo di Ninive, e prima di questo e quello, sulla nascita del profeta Abramo, nella piana di Ur, che nella tradizione cristiana è legata al patriarca del popolo d'Israele. Ur dei Caldei, una delle più antiche e importanti città sumeriche, conosciuta come Tell al-Muqayyar, 'collina della pace', è stata la capitale di un impero Sumerico, che alla fine del III millennio a.C. dominava su tutta la Mesopotamia. Francesco e le altre terre dell'Islam Nel 2017 Papa Bergoglio avviò dal Cairo il suo cammino di fratellanza verso il mondo islamico. Qui fece il suo discorso alla celeberrima Università di Al Azhar, da dove nel 2009 l'allora presidente americano, Barack Obama, propose il "nuovo inizio" nei rapporti tra Occidente e Islam dopo l'orrore dell'11 settembre. Al Cairo Francesco strinse il suo rapporto fraterno con l'Imam dei Al Azhar, una delle cariche più alte del mondo sunnita, Ahmad Al-Tayyib. E con lui ha firmato il documento sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, il 4 febbraio 2019 al Founder's Memorial di Abu Dhabi. Terra solcata per la prima volta da un Papa. Bergoglio visitò l'Università, per secoli faro invece della sapienza sunnita, il 28 aprile 2017. L'Università, il più grande istituto accademico religioso del mondo islamico, ha sede nella moschea di al-Azhar "'al-Giāmi' al-azhar 'la moschea splendida' del Cairo, fondata nel 970. E' una delle più note moschee di tutto il mondo islamico. Meno di due mesi dopo Francesco è stato accolto in Marocco, porta d'Africa e ponte con l'Europa. Qui con il re Mohammed VI, ritenuto emiro dei fedeli, ha visitato l'istituto degli Imam, predicatori e predicatrici. Qui si formano centinaia di imam provenienti dall'Africa e dall'Europa. In modo che possano tornare nei loro Paesi a predicare il messaggio della fratellanza, contro ogni estremismo. Il 26 maggio 2014, il pontefice incontrò il Muftì di Gerusalemme sulla Spianata delle Moschee (Monte del Tempio in ebraico), luogo sacro fondamentale sia per i musulmani che per gli ebrei che sorge su una collina all'interno della città vecchia. Per i musulmani è il 'luogo più vicino al Paradiso', per gli ebrei è la fonte dell'ebraismo. Pochi mesi dopo, il 29 novembre, il Papa ha visitato la basilica di Santa Sofia (non ancora moschea, prima della riconversione decisa a luglio dell'anno scorso) a Istanbul. Nella metropoli sul Bosforo, Bergoglio ha visitato anche la Moschea Blu, inaugurata nel 1617 durante il mandato di Mustafa I e il cui nome in lingua turca è Sultanahmet Camii, ovvero Moschea del Sultano Ahmed I. Bergoglio era accompagnato dalla massima autorità islamica turca, il Gran Muftì. Il 2 ottobre 2016, il Papa ha visitato la moschea di Baku, con lo sceicco capo dei musulmani nella regione e rappresentanti ebrei ed ortodossi. Dall'Azerbaigian, Paese musulmano dove vivono poche centinaia di cattolici, Francesco ha lanciato un appello: "Mai più violenza nel nome di Dio". Dio, ha ammonito, "non può essere invocato per interessi di parte e per fini egoistici, non può giustificare alcuna forma di fondamentalismo, imperialismo o colonialismo”.
I giovani americani sono imputati per concorso in omicidio. Il vicebrigadier fu ucciso a Roma nell'estate del 2019
Capiamo perché Ronaldo straveda per lei...
Sono 185 i contagi da coronavirus resi noti oggi, 6 marzo, in Basilicata, secondo il bollettino diffuso dalla regione. Da ieri vengono registrati altri 2 morti: un residente a Senise e un cittadino della Calabria. In base ai dati, tra i nuovi casi sono 177 quelli che riguardano i residenti. In totale, nelle ultime 24 ore, sono stati eseguiti 1.800 tamponi molecolari. I lucani guariti o negativizzati sono 26 a cui si aggiungono altre 71 guarigioni ''a seguito - riferisce la task force regionale- di verifica e riallineamento tra piattaforme Covid-19 della Regione Basilicata e dell'Istituto superiore di sanità''. Nel bollettino di oggi i Comuni con più casi di nuovi contagi sono Matera (25), Francavilla in Sinni (18), Potenza (15), Senise, Lauria e Melfi (10). Aggiornando i dati complessivi, i lucani attualmente positivi salgono a 3.734 (+79), di cui 3.627 in isolamento domiciliare, mentre sono 11.906 le persone residenti in Basilicata guarite dall'inizio dell'emergenza sanitaria e 365 quelle decedute. Le persone attualmente ricoverate nelle strutture ospedaliere lucane sono 107 (invariato): al San Carlo di Potenza 29 nel reparto di Malattie infettive, 18 in Pneumologia, 9 in Medicina d'urgenza e 5 in Terapia intensiva; all'ospedale Madonna delle Grazie di Matera 27 nel reparto di Malattie infettive, 11 in Pneumologia e 8 in Terapia intensiva. In lieve aumento il numero dei posti letto occupati in terapia intensiva, passato da 12 a 13. Dall'inizio dell'emergenza sanitaria sono stati analizzati 248.566 tamponi molecolari, di cui 229.747 sono risultati negativi, e sono state testate 152.047 persone.
Scuole chiuse in Toscana per Covid. Da lunedì 8 marzo e per tutta la prossima settimana, le scuole di 40 dei 273 comuni della regione rimarranno chiuse. E' quanto disciplinato con ordinanze dal presidente della Regione, Eugenio Giani, a seguito della sessione di lavoro con il il comitato toscano per l’emergenza e la prevenzione scolastica (Ceps), conclusa in nottata con i sindaci dei territori interessati. E’ prevista la “sospensione delle attività dei servizi educativi dell’infanzia, mentre le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado si svolgeranno esclusivamente con modalità a distanza”. “Nella zona rossa, come nel caso dei 20 comuni della provincia di Pistoia, la chiusura è un fatto automatico secondo l’ultimo Dpcm; a questi si sono aggiunti i comuni di Cecina e Castellina Marittima, appartenenti a province diverse e territorialmente contigui” spiega il presidente Giani, che preannuncia una sola deroga per le Terme di Montecatini: “Rimarranno aperte, perché in questo caso c’è un aspetto di prevenzione sanitaria”. Nella Toscana arancione, dunque, ai 22 comuni rossi se ne aggiungo ora altri 18: in 15 la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado è interamente disciplinata da ordinanza regionale; in altri 3 – Siena, Arezzo e Follonica - la disposizione sarà presa dai sindaci ma in condivisione con Giani, con specifico richiamo nell’ordinanza regionale: “Essendo comuni più grandi occorreva un’ordinanza più calibrata sulla specificità locale”, spiega il presidente Giani. “Con ciascuno dei comuni c’è stata un’analisi approfondita sulla presenza di focolai nelle scuole - sottolinea Giani - Laddove il numero alto di contagi, secondo l’opinione del sindaco, non originava dalle scuole non si è disposto alcun intervento di chiusura; in altri casi, quando lo stesso primo cittadino ha fatto presente che poteva esserci una pericolosità di contagio, allora si è proceduto”. “Ringrazio di cuore il lavoro del Ceps, che con me ha valutato la situazione epidemiologica soprattutto nelle scuole toscane” afferma Giani, ricordando che il confronto è stato portato avanti direttamente con i sindaci dei 76 comuni toscani che a ieri, venerdì 5 marzo, risultavano sotto osservazione per il loro alto valore di contagio come indicato dal Dpcm Draghi (ovvero oltre l’indice di 250 su 100mila abitanti). Oltre ai 20 comuni della provincia di Pistoia, dunque, con Cecina (Li) e Castellina Marittima (Pi), le ordinanze regionali disciplinano la chiusura delle scuole in ulteriori 15 comuni. Sono questi: Anghiari, Castelfranco Piandiscò, Lucignano, Marciano della Chiana, Monterchi, Sansepolcro per la provincia di Arezzo. Per la Provincia di Siena Castelnuovo Berardenga, Asciano, Chiusdino, Monteroni d'Arbia, Monticiano, San Gimignano. Certaldo (Firenze), Civitella Paganico (Grosseto), Bientina (Pisa).
Weston McKennie è stato riscattato dalla Juventus che ora pensa all'adeguamento del contratto.
AGI - Amadeus non sarà il direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo del prossimo anno. Lo ha annunciato lo stesso Amadeus nel corso della conferenza stampa al Casino'. "Se in futuro la Rai mi vorrà chiamare e ci sarà un progetto, ne parleremo. Ma non ci sarà un Amadeus ter di fila". "Trovo Sanremo un motivo di gioia ed orgoglio, un grande premio, apice all'interno della carriera da conduttore", ha aggiunto Amadeus. "Sono grato alla Rai, alla direttrice De Santis (era a capo di Rai1, ndr) per avermelo affidato lo scorso anno, grato quest'anno quando Coletta mi ha chiesto di andare avanti. Ringrazio l'amministratore delegato Rai1, Salini. Si parte da un progetto, ha aggiunto il conduttore, e non c'è per il prossimo anno con la stessa forza dei primi due anni. "Siamo orgogliosi di questo Festival, abbiamo fatto - ha aggiunto Amadeus - quello che desideravamo fare e non speravamo in questi risultati. Eravamo consapevoli di cosa stessimo andando a fare. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato senza risparmiarsi a questo progetto e a questo grande sforzo". Ieri il picco di spettatori si è avuto ale 21:34 con oltre 12,6 milioni con Annalisa; il picco di share alle 00:30 con le immagini della performance di Irama durante le prove generali (fanno testo queste per la gara, l'artista non è in presenza in quanto in isolamento cautelare perché due suoi collaboratori sono risultati positivi al coronavirus) ed è stato pari al 45%.
AGI - È polemica dopo le rivelazioni di un collaboratore di giustizia - di cui ha dato conto oggi Repubblica - che ha raccontato di rapporti tra esponenti di Fratelli d'Italia e organizzazioni criminali di Latina con presunti pagamenti nel 2013 al clan Travali (di recente oggetto di misure cautelari) per la campagna elettorale di Pasquale Maietta (eletto deputato in quell'anno). Non si è fatta attendere la replica della leader di Fdi, Giorgia Meloni, tirata in ballo in modo particolare dal pentito Agostino Riccardo per una dazione da 35mila euro che avrebbe materialmente consegnato il suo segretario dell'epoca. "È partita la macchina del fango contro l'unico partito di opposizione. Non ci facciamo intimidire", ha esordito la parlamentare commentando la vicenda sulla sua pagina Facebook. "In Italia piacciono le persone serve e ricattabili - ha aggiunto la leader Fdi -. Noi siamo persone libere e non abbiamo paura, perché non abbiamo fatto del male. Potete prenderci tutti casa per casa, ma continueremo a dire la nostra. Ovviamente annuncio querela". Giorgia Meloni, che parla di "metodi di regime", è anche entrata nel dettaglio dell'articolo contestato: "Repubblica scrive che nel 2013, otto anni fa, per la campagna elettorale per le politiche io avrei dato 35 mila euro a un clan di nomadi per attaccare manifesti a Latina. Io non faccio affari con i rom. Non dò soldi in contanti in una busta di carta in un distributore di benzina. Non ho mai avuto un segretario maschio né una Volkswagen nera. La notizia è inventata. Se gli inquirenti avessero voluto chiedermelo, non avrei avuto problemi a rispondere. Penso che gli inquirenti abbiano considerato questa notizia infondata, altrimenti mi avrebbero chiesto conto di questa notizia che mi infanga. Come è possibile che una rivelazione del genere sia finita su Repubblica, senza che nessuno mi abbia chiesto una versione? Immagino che siano notizie coperte dal segreto istruttorio, che i giudici hanno ritenute infondate". Giorgia Meloni è un fiume in piena: "Non è strano che Repubblica pubblichi a tutta pagina una notizia del genere, che infanghi l'unico partito di opposizione, senza che nessuno mi abbia chiamato per chiedere una dichiarazione? Quali verifiche ha fatto Repubblica prima di pubblicare questa rivelazione di un pentito di un clan mafioso di nomadi? Non è curioso che il circuito dei media di sinistra abbia fatto la stessa scelta di non ascoltare la sottoscritta? L'obiettivo è dare una notizia o buttare fango sulla Meloni, perché la crescita di FdI nei sondaggi dà fastidio? Non è curioso che una rivelazione su fatti di 8 anni fa esca solo adesso? La stessa accusa di frode è stata elevata per Aung San Suu Kyi. I regimi fanno cosi'... La differenza e' che Aung San Suu Kyi ha vinto le elezioni e FdI nel 2013 prese l'1,95%. Vedere metodi che ricordano il Myanmar non promette bene per la nostra democrazia". "Fdi - è la conclusione di Meloni - continuerà a fare le sue battaglie. Potete venire a prenderci casa per casa e sbatterci in galera. Ma noi non ci facciamo intimidire. L'Italia è una democrazia e le regole vanno rispettate. In Italia non piacciono le persone libere. In Italia piacciono le persone serve e ricattabili".
Cosa c’è stasera in tv? La programmazione completa di sabato 6 marzo 2021.
E' una stazione mobile di vaccinazione anti-Covid quella predisposta da Daimler Buses che - con il contributo del Gruppo Huber a Mühlhausen - ha 'riattrezzato' un Setra S 415 LE secondo un concept che consentirebbe operazioni completamente digitalizzate. Il mezzo Setra MultiClass - si sottolinea da Stoccarda - può così offrire anche a chi non vive nei pressi di un centro di vaccinazione un accesso semplice alla campagna di immunizzazione contro il coronavirus, allentando la pressione sui centri di vaccinazione centralizzati. Il bus interurbano a ingresso ribassato sta completando i relativi lavori di trasformazione presso lo stabilimento di Neu-Ulm con soluzioni 'durature' e strutturate per essere trasferite ad altri mezzi. Grazie al contributo di medici specializzati, specialisti in vaccinazioni e personale medico qualificato, i processi di vaccinazione sono stati analizzati e poi integrati nel concept del veicolo, che ha visto anche un potenziamento degli elementi atti alla connettività. Tra le dotazioni aggiuntive, un lettore di tessere per tessere sanitarie e uno scanner per la lettura dei codici sulle iniezioni. Nella zona anteriore del veicolo - lungo 12,3 metri - sono presenti quattro cabine di vaccinazione dotate di appositi sedili e di una protezione per la privacy. Tra le cabine sono state poste console appositamente adattate alla procedura di vaccinazione. Il bagagliaio può essere utilizzato per lo stivaggio delle vaccinazioni preparate, con supporti di carico codificati per colore così da differenziare le varie tipologie. In alternativa, possono essere utilizzati anche per trasportare altri materiali medici. L'area registrazione è situata nella zona imbarco posteriore, dietro la quale si trovano alcuni posti a sedere per chiarimenti e consulti medici, oltre a un banco angolare con deposito documenti per il medico di bordo. Nella zona posteriore dell'autobus c'è anche una posizione per la preparazione e la messa in servizio delle dosi di vaccinazione, oltre a un guardaroba e un frigorifero per la conservazione delle dosi. Grande attenzione infine alle soluzioni digitalizzate per il controllo dei processi e della documentazione, con procedure semplificate di registrazione e coordinamento degli appuntamenti, anche per la seconda dose. Il processo viene effettuato digitalmente tramite una piattaforma web sicura. L'entrata in servizio del bus di vaccinazione Setra è programmata per la fine di marzo.
Il rinnovo di Simone Inzaghi con la Lazio non arriva: e allora attenzione alla Juventus.
"Stasera chiudiamo con un brano che fa parte della mia carriera 'Se la vie', che è un omaggio all'orchestra classica e spero vi piacerà". Achille Lauro partecipa alla conferenza stampa dell'organizzazione di Sanremo 2021 a poche ore dalla finale e spiega cosa farà stasera ma anche cosa ha fatto nei giorni scorsi. "Quando Amadeus mi ha fatto l'omaggio di chiamarmi al Festival - racconta - ho voluto pensare ad un progetto molto più ampio della mia zona di comfort, di venire qui a fare l'ospite. Così ho pensato di fare un viaggio nei generi musicali attraverso delle rappresentazioni, incarnando non un personaggio questa volta ma l'essenza del genere. Quindi siamo partiti dal Glam Rock, che è uno dei miei preferiti perché porta il messaggio importante di avere il coraggio di essere. Poi siamo passati per il rock'n'roll e volevamo portare la leggerezza, la spensieratezza: anche il bacio di Claudio Santamaria e Francesca Barra in questo momento storico è qualcosa di forte. Poi siamo passati per il pop, con un omaggio agli incompresi, che era uno dei punti che preferivo, perché il pop in Italia è un genere banalizzato, ridotto a qualcosa di frivolo, di poco artistico, invece noi volevamo portare un'esibizione teatrale, che facesse capire la costruzione che c'è dietro anche ad un genere così: sono stato onorato della presenza della Guerritore e di Emma. Ieri abbiamo portato il punk senza regole, Fiorello era perfetto per legittimare questo genere su un palco così importante e poi ho voluto portare il mio chitarrista di sempre Boss Doms, con cui ho affrontato il Sanremo che ci ha reso quelli che siamo, e la mia band". "Un progetto che è costato notti di lavoro, di riunioni e di creatività. Un progetto che non è vengo qua e mi metto un costume, c'è dietro molto di più. Non ci sono personaggi quest'anno, non c'è la voglia di fare scalpore. C'è la voglia di portare qualcosa che sia di più di una semplice canzone. Per me scrivere una canzone e interpretarla hanno lo stesso valore. La musica oggi si guarda anche", sottolinea. E a chi gli chiede se vorrebbe condurre il festival, risponde: "No grazie, non sarei in grado". Mentre sulla possibilità di tornare in gara al festival, conclude: "Non escludo niente".
La panchina del mister viola è sempre più a rischio dopo gli ultimi deludenti risultati.
Amadeus non farà un terzo festival dopo Sanremo 2021. "Non ci sarà un Ama ter, io e Fiorello lo abbiamo già deciso e ci abbiamo già scherzato", ha detto, rispondendo alla 'domanda da un milione di dollari' e rivelndoa in conferenza stampa che lui e Fiorello non hanno intenzione di ripetere per la terza volta l'esperienza sanremese. "Se un giorno la Rai deciderà di affidarci ancora il festival, magari prima dei 70 anni, sarà una grandissima gioia -ha detto il direttore artistico- Ma il terzo di seguito non ci sarà". Il conduttore ha poi voluto ringraziare la Rai "che mi ha regalato due anni che non dimenticherò mai, grazie a tutta l'azienda". Ma, ha ammesso Ama, "non vedo l'ora di tornare ai miei giochi, ai miei quiz, alla mia normalità". "Sono stati due Sanremo storici, sia l'edizione dei 70 anni che questa -ha spiegato- Ma dopo due edizioni così non ci sarà la terza". Quanto agli ascolti, Amadeus ribadisce, anche alla luce dei risultati della quarta serata, la sua soddisfazione per l'andamento di questa edizione così unica e difficile. "io e Rosario (Fiorello, ndr) siamo orgogliosi di questo festival di Sanremo. Di come è andato, di tutto, dagli ascolti, alla fruizione, alla musica, a quello che era il nostro desiderio alla vigilia. Quello che abbiamo fatto è quello che desideravamo fare, e non speravamo in questi risultati", dice. "Eravamo consapevoli di cosa stavamo andando a fare, abbiamo una discreta esperienza, e quello che ci arriva in termini di musica, di classifiche, ci rende orgogliosi. Questi risultati li sognavamo, ma non ci speravamo", aggiunge ancora Amadeus.
Il tecnico aggiunge: "Mi criticano perchè difendo la società, ma io difendo le persone"
Secondo la prestigiosa rivista scientifica Science l’emergenza Coronavirus potrebbe finire tra dieci o venti anni se ne limitiamo la diffusione.
AGI - L'attuale situazione pandemica in Italia richiederebbe subito un lockdown duro. In alternativa, l'unico compromesso possibile è quello di una zona rossa automatica nel momento esatto in cui si supera la soglia dei 250 contagi per 100 mila abitanti. Questa la posizione del Comitato tecnico scientifico che, secondo quanto apprende l'AGI, avrebbe 'caldamente' suggerito al governo di ancorare l'automatismo a questa soglia oltre la quale la gestione sanitaria diventa fuori controllo. Il limite dei 250 casi compare nel dpcm che entra in vigore oggi, ma rimette ai governatori la possibilità di decidere se attuare o meno la zona rossa. Per il Cts però il cambio colore non dovrebbe essere facoltativo alla luce della condizione di stremo in cui versa il Paese. D'altronde, i dati aggiornati del monitoraggio settimanale ieri parlavano chiaro: la situazione epidemiologica segna un peggioramento, l'Rt è in salita e si fissa a 1,06. E si tratta di dati in 'ritardo' di 15 giorni. Forse troppo vecchi, secondo gli esperti che fanno appello a una revisione del sistema. Per il Cts, dunque, la ricetta migliore sarebbe quella 'alla Ricciardi': il lockdown estremo. Alla stregua di quello di marzo. Ma c'è chi, fuori dal Comitato tecnico scientifico, sostiene che si tratti di una medicina che salva dalla malattia ma uccide il paziente. E allora bisogna ricorrere a un'altra soluzione. Quella, appunto, della zona rossa automatica al superamento della soglia. Non solo. Alla luce dell'attuale diffusione del contagio, lo stesso Cts, che molto si è speso nei mesi scorsi per mantenere la scuola aperta, avrebbe rilevato che ad oggi sospendere le lezioni in presenza è l'unica strada possibile. Questo perché poco o nulla sarebbe stato fatto in questi mesi in termini di tracciabilità e di identificazione dei cluster scolastici. Ma chiudere la scuola ha un senso solo se si sospendono anche le altre attività. Impedire ai ragazzi di frequentare le lezioni ma permettere loro di ritrovarsi nei centri commerciali, o nei luoghi della movida, significa non aver compreso la gravità della situazione.
La Campania in zona rossa a partire da lunedì 8 marzo "è una decisione che andava presa. La situazione a Napoli è delicata e importante". La pensa così Lucia Francesca Menna, assessore del Comune di Napoli con delega alla Salute, commentando all'Adnkronos il cambio di colore della Regione. "Ogni 15 giorni pubblichiamo sul sito del Comune di Napoli l'aggiornamento dell'andamento epidemiologico in città - spiega Menna - e nell'ultimo aggiornamento si può leggere che c'è un incremento del 49% dei contagi in tutte le fasce d'età, ma soprattutto nella fascia che va dai 30 ai 75 anni. Inoltre, dagli ospedali ci riferiscono che purtroppo si è abbassata l'età delle persone che vengono ricoverate con polmoniti importanti, sono aumentati i 40enni e i 50enni". Ma non solo: "Mi riferiscono dagli ospedali che iniziano ad avere delle difficoltà a ricoverare tutti, perché il numero è in aumento, e quindi stanno ricominciando a fare rete con gli altri ospedali della regione. Purtroppo la zona rossa andava fatta". Le restrizioni proprie della zona rossa però, secondo Menna, "dovrebbero andare di pari passo con l'incremento delle vaccinazioni, questa è una buona strategia per dare una botta alla diffusione del virus. Purtroppo le vaccinazioni, tra problematiche all'interno delle dinamiche commerciali che determinano delle riduzioni nella fornitura e la complessità di vaccinare la popolazione, dovrebbero andare in maniera più spedita. Ci sono poi, oltre alle fasce d'età, delle categorie molto esposte che diventano aspetti critici della diffusione del virus, come le forze dell'ordine, chi lavora in campo sociale, gli assistenti sociali, le persone che vanno nelle unità di strada", conclude. Intanto in un post su Facebook , il sindaco di Calvi Risorta (Caserta), Giovanni Lombardi, medico anestesista-rianimatore dell'Azienda ospedaliera dei Colli di Napoli, sostiene che urge un nuovo e serio lockdown perché, al momento, l'assistenza sanitaria non è più garantita". Il post, spiega Lombardi, è stato pubblicato al termine di "un turno di 12 ore nel pronto soccorso del Cotugno e da stamattina la centrale operativa regionale di smistamento non è riuscita a trovare né un posto di terapia intensiva né di sub-intensiva in nessun ospedale della Campania. Questo significa che siamo costretti a lasciare pazienti critici in reparti non intensivistici per mancanza di posti letto. La variante (soprattutto quella inglese) sembra essere più aggressiva ed in grado di colpire anche i giovani, i ventilatori scarseggiano e, per ridurre la pressione sugli ospedali, urge un nuovo e serio lockdown perché, al momento, l'assistenza sanitaria non è più garantita", conclude Lombardi.