Pirlo: "Io e Agnelli ci siamo abbracciati"
Il tecnico dei campioni d'Italia dopo il pareggio contro l'Inter che vale l'accesso alla finale di Coppa Italia spiega:: "C'è grande euforia per aver conquistato questo risultato"
La campagna vaccinale in inghilterra sta portando importanti risultati. Il calo dei contagi tra gli anziani è diminuito dell’80%.
Dopo Angelo Borrelli via anche Domenico Arcuri, mentre il premier Mario Draghi lima il nuovo Dpcm con le misure per limitare la diffusione del Covid e delle sue varianti e prepara la 'battaglia vaccini'. Arcuri arriva a Palazzo Chigi attorno all'ora di pranzo, va via in auto dall'uscita alle spalle della sede della presidenza del Consiglio dopo mezz'ora appena. La sabbia nella clessidra sembra aver terminato la sua corsa per il numero uno di Invitalia: "dead man walk", ironizza un ministro rispondendo a chi chiede se Arcuri, dopo Borrelli, sia prossimo all'uscita. Da Palazzo Chigi tacciono, non è dato sapere se l'ormai ex super commissario abbia visto Draghi, se sia stato il premier in persona a dargli il benservito. Che arriva a pochi minuti dalla chiusura del giuramento dei sottosegretari, un messaggino dello staff del premier avvisa la stampa che il generale Francesco Paolo Figliuolo è il nuovo commissario straordinario per l'emergenza Covid, con tanto di ringraziamenti del governo per "l'impegno e lo spirito di dedizione" con cui Arcuri ha svolto il compito affidatogli nel pieno dell'emergenza, quando di mascherine e respiratori non ce n'erano, le terapie intensive erano in affanno e il bollettino dei morti non arrestava la sua corsa. Come per Fabrizio Curcio, Draghi decide in solitaria. Ma a differenza dell'uscita di scena di Borrelli, quella di Arcuri era nell'aria. Oggi a chiederne 'la testa' è stata anche Forza Italia, accodatasi alla richiesta di Lega, Fdi e Italia Viva. Mentre ha taciuto il Pd e in silenzio è rimasto anche il M5S, lontani i tempi in cui Luigi Di Maio chiedeva che Arcuri non venisse confermato a capo di Invitalia. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, da numero uno dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'imprese Arcuri è diventato il "commissario di tutto", come lo etichettavano i suoi tanti detrattori. Il presidente del Consiglio cambia gli 'attori protagonisti' per imprimere un nuovo corso alla strategia governativa per contrastare il Covid. Un nemico invisibile che non rallenta la sua corsa, anzi. La curva dei contagi è in risalita, lancia il grido d'allarme il ministro Roberto Speranza, "le prossime settimane non saranno facili e dobbiamo riconoscerle per quello che sono. Perché è dovere della politica e delle Istituzioni dire la verità". E la verità induce a confermare la stretta, le mosse sullo scacchiere ricalcano la strategia del governo Conte. Draghi riunisce la cabina di regia con le forze di maggioranza, al vertice prendono parte anche il coordinatore del Cts Agostino Miozzo e il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli. La bozza del Dpcm parla chiaro, di allentamenti non è tempo, fino al 6 aprile si prosegue con la linea dura, durissima. La partita che resta aperta è quella sulle scuole, una delle più delicate, con i contagi che corrono tra i ragazzi, preoccupando gli esperti. Non si esclude un ulteriore confronto con le Regioni prima della firma del decreto, che potrebbe avvenire martedì o al più tardi mercoledì. Ma se sulle misure anti-Covid lo schema di gioco resta lo stesso, sul piano vaccinale il governo, Draghi in primis, devono imprimere una accelerazione decisiva. Perché l'uscita dall'angolo per il paese passa da lì, dalla corsa per raggiungere l'immunità di gregge prima possibile. La sostituzione di Arcuri va letta in tal senso. Perché se è vero che l'ex numero uno della Bce preme per avere una risposta più incisiva dall'Europa sul numero di dosi, altrettanto vero è che ci sono fiale rimaste nei frigo, inutilizzate. Un errore che da molti viene considerato imperdonabile. E che Borrelli e Arcuri sembrano aver pagato a caro prezzo.
AGI - Venticinque operatori umanitari si sono rifugiati in un bunker in una base Onu a Dikwa, nel Nord-Est della Nigeria e sono assediati da jihadisti dello Stato Islamico dell'Africa occidentale (Iswap). Lo hanno riferito fonti della sicurezza e delle Ong, aggiungendo che il campo "è stato completamente dato alle fiamme dai miliziani e finora nessuno staff è stato colpito". L'Iswap è una costola di Boko Haram, il sanguinario gruppo jihadista che insanguina la Nigeria dal 2002. A sferrare l'attacco sono stati jihadisti legati all'Isis nel Nord-Est della Nigeria gli autori dell'attacco a una base Onu nella città di Dikwa: hanno cercato di entrare in uno spazio sicuro dove si erano rifugiati 25 operatori umanitari. "La base è stata incendiata dai combattenti ma finora nessun dipendente è stato colpito", ha detto una delle fonti, che ha preferito restare anonima. "Chiusi nel bunker" "Abbiamo 25 dipendenti che si sono rifugiati in un bunker, in cui gli insorti stanno ora cercando di penetrare", ha aggiunto la fonte, confermando le informazioni di un ufficiale dell'esercito. "I terroristi Iswap hanno lanciato un attacco simultaneo contro una base militare e una base umanitaria dell'Onu", ha riferito una fonte militare. Rinforzi militari con base nella città di Marte (Stato di Borno), a 40 chilometri di distanza, sono stati inviati per aiutare a respingere l'attacco, ha riferito una fonte di una Ong, aggiungendo che "due aerei e un elicottero stano fornendo supporto aereo. Tre anni fa, il 1 marzo 2018, i combattenti dell'Iswap hanno attaccato una base delle Nazioni Unite nella città di Rann, nel Nord-Est della Nigeria, uccidendo tre operatori umanitari e rapendone un altro.
Il Milan continua a lavorare per il colpo Otavio a parametro zero. Il jolly offensivo classe 1995,...
Andrea Zelletta è stato protagonista di una sorpresa particolarmente emozionante. Ecco cosa è successo.
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Eroe in Occidente, era meno amato in patria nonostante il suo ruolo decisivo che portò alla fine del regime sovietico. Gorby compie 90 anni, voi lo ricordate? Ricordate qualcosa di particolare? View on euronews
GF Vip Andrea Zelletta, al televoto con Tommaso Zorzi, è stato eliminato nel corso della finalissima.
AGI - Guido Bertolaso non sarà il candidato sindaco di Roma per il centrodestra. A spiegarlo è lo stesso ex capo della Protezione civile, ora consulente della Lombardia per il piano vaccinale, ospite di Quarta Repubblica su Rete 4. "Lavoro volontario per la Regione Lombardia e non posso pensare di usare questo ruolo per fare campagna elettorale. Dunque, per la mia candidatura a sindaco di Roma, con rammarico, dico che dovranno trovarne un altro", spiega Bertolaso, che ricorda: "L'idea di Roma è stata una suggestione dello scorso autunno, lavorando in Lombardia non posso essere più candidato. Non faccio campagna elettorale con il lavoro che sto facendo". "L'idea di Roma è stata una suggestione dello scorso autunno - ha detto Bertolaso - quando mi hanno chiamato Attilio Fontana e Letizia Moratti alla fine di gennaio chiedendomi divenire a dare una mano ho detto loro 'guardate c'è qualcuno che mi vorrebbe candidare a fare il sindaco di Roma; parlate con questo qualcuno o questa qualcuna perché se io vengo a lavorare in Lombardia io non posso più essere candidato'".
La situazione in Emilia-Romagna è sempre più preoccupante. Bologna si sta avviando verso la zona rossa.
L'Inter ha raggiunto un accordo con Georginio Wijnaldum: il centrocampista lascerà il Liverpool.
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Fico spende parole di lode per Conte: "Positivo che sia lui a disegnare il progetto rifondativo del M5s".
A poche ore dal fischio d'inizio, regna ancora l'incertezza sulla regolare disputa di Lazio-Torino,...
Il governo Draghi sta lavorando alle misure che dovrebbero essere contenute all'interno del nuovo dpcm, in vigore da sabato 6 marzo. Scopriamo per punti i provvedimenti allo studio su scuole, spostamenti tra Regioni, seconde case, ristoranti, shopping e sport...
AGI - Se qualcuno tre anni fa fosse andato a dire a Filippo Uttinacci, allora ventenne, ragazzo pacato, garbato, riflessivo, silenzioso, che quelle canzoni scritte nella sua cameretta, con l'innocente passione di chi utilizza la musica per esprimere la propria personale visione del mondo, lo avrebbero portato presto sul palco di Sanremo, da big, direttamente, senza passare dal “Via”, con una Targa Tenco già sulla mensola di casa, probabilmente lui gli avrebbe dato del matto. Invece è la realtà, Filippo, che tutti ormai conoscono come Fulminacci, è stato convocato da Amadeus tra i big del suo Sanremo-bis. Salirà su quel palco idealmente inserito in quella squadra di ragazzi provenienti dalla scena indipendente e semi-sconosciuti al largo pubblico generalista della tv di Stato, tutti artisti cui proprio la loro “provenienza” diventa significativa per la loro definizione e importanza dentro il carrozzone sanremese. Fulminacci però merita un discorso un po' diverso, parte da lì perché l'etichetta che ha puntato su di lui, la Maciste Dischi, è una realtà indipendente, tra l'altro una delle maggiori, il che ha fatto si che nella percezione del pubblico il suo posto fosse lì, da quelle parti; ma Fulminacci vale molto di più di una semplice presenza, canta la sua Roma senza appropriarsene, canta se stesso senza svendere la propria intimità, canta “La vita veramente” insomma, come si intitola il suo disco d'esordio. Non possiamo pronosticare cosa succederà a Fulminacci e alla sua “Santa Marinella” nella settimana del Festival, ma possiamo tranquillamente affermare che ci ricorderemo in futuro di quella prima apparizione al Sanremo di un giovane cantautore destinato a raccogliere un'eredità fondamentale per la cultura musicale di questo paese. Uno che ci presterà le parole per raccontare segmenti di storia contemporanea, uno che possiede la scintilla per puntare a qualcosa di più importante di una classifica, uno cui visione poetica e onesta del mondo risulterà significativa per noi, per le nostre vite, per la nostra visione della realtà. Amadeus, chiamandolo a cantare nel suo festival, non è stato solo coraggioso, c'ha fatto un gran bel regalo. Come stai? Sono stanco ma carico. Devo dire che l'assenza di tutto il circo un pò mi piace, mi hanno detto che c'è il Festival ma c'è anche tutto il delirio fantastico intorno. Per come sono fatto io sono contento che dopo l'esibizione sto tranquillo da una parte, non è una cosa che mi dispiace troppo. Cosa pensi darà Sanremo alla tua carriera? In realtà non ne ho la minima idea e potrebbe succedere qualunque cosa per quanto mi riguarda, ma spero che ci sia una svolta positiva, spero sia un modo per arrivare a più persone, non so se è per forza così ma spero questo. Come hai scelto la canzone da presentare? Per altri potevano essere scelte obbligate, ma tu hai tante armi diverse nel tuo arsenale Questa cosa non è stata per niente difficile, sono sempre stato convinto che la canzone era questa, non ho mai avuto nessun dubbio. Poi è una canzone che ho scritto due anni fa e quando era nell'aria l'ipotesi di questa candidatura a Sanremo io ho pensato solo a questa, non ho avuto alcun dubbio per fortuna. Io di solito ne ho molti, ma in questo caso no. Che ne pensi del cast di Amadeus? Contentissimo, è veramente bello che ci sia così tanta varietà nella proposta di quest'anno, con questi artisti in gara vengono rispettati i gusti di tutta Italia, forse è la prima edizione così varia, sento un sacco di gente mia coetanea che dice “Quest'anno guarderò il festival”, perché ci sono quelli snob che dicevano “Io non lo guardo”, e invece un sacco di amici miei che mi dicono “Io quest'anno lo guarderò per la prima volta”, questa è una cosa molto positiva, che abbia guadagnato un po' di appeal anche per i giovani. Questa percezione del tutto plausibile deriva forse dal fatto che il festival per la prima volta si apre finalmente ad una nuova scena cantautorale, quella che convenzionalmente ormai chiamiamo “indie”. Ma proprio a questo proposito, secondo te Sanremo arriva un po' in ritardo su una scena dai numeri così alti? Magari eravamo proprio noi che non eravamo pronti fino all'anno scorso, magari potrebbe essere una co-responsabilità. Secondo me il new pop, quello che era indie, è andato incontro a Sanremo e Sanremo è andato incontro all'indie pop, è successo questo probabilmente, c'è stata una stretta di mano come a dire “Ok, siamo entrambi pop, quindi facciamo questa cosa insieme”. Credo che tra tutti quelli che sono nel cast e provengono dalla tua scena, quello più di tutti per cui la partecipazione a Sanremo rappresenta un'evoluzione naturale sia tu, ti aspettavi di arrivare al Festival così presto? Se fosse venuto qualcuno a dirti tre anni fa che nel 2021 saresti stato in gara a Sanremo tra i big…? Io tre anni fa avrei detto “Ma che stai dicendo?” e soprattutto avrei pensato anche “Com'è possibile fare un disco?”, forse ancora non avevo neanche firmato il contratto con la mia etichetta, però mi sembrava impossibile che le canzoni che avevo scritto in cameretta potessero uscire e potessero essere prodotte da gente che lo fa di mestiere, non avevo proprio alcuna consapevolezza di come funziona questo mondo, figurati se avessi preso come cosa possibile di andare a Sanremo, assolutamente no. Cosa penserai un attimo prima di salire sul palco? È stranissima questa cosa, perché mi rendo conto, nelle pochissime esperienze televisive che ho avuto, che quando tu sei sul palco della televisione, sembri appartenere ad un mondo alieno di personaggi mitologici. In realtà è tutto più normale, è questo che mi rassicura, è pieno di gente con facce normali, che fa lavori faticosi normali e tu sei solo uno di quelli che deve fare una cosa che, in quel momento diventa la più importante, ma quando hai finito tu sei solo uno che ha fatto tre minuti di una giornata lavorativa di mille persone che invece lavorano tutto il giorno. Per cui ti becchi in tre minuti tutto lo stress che si becca chi lavora tutto il giorno, però subito dopo sparisci. Quindi avrò sicuramente uno scambio di battute con qualcuno che lavora dietro il palco. Perché Roy Paci per la serata dedicata alle cove è piuttosto chiaro, la domanda che sorge spontanea è: perché Valerio Lundini? Roy ovviamente perché c'è una sezione di fiati molto importante nel pezzo e lui è uno dei trombettisti più grandi che abbiamo ed è fantastico averlo. Per quanto riguarda Valerio invece, io credo che lui sia uno degli intrattenitori più interessanti di questo periodo, il modo in cui fa intrattenimento è qualcosa che nel nostro paese non avevo mai visto a questo livello ed è anche un musicista, quindi sarà molto divertente fare questo featuring con lui, perché lui è una persona estremamente intelligente che ama tantissimo tante cose diverse e non può essere definito in nessun modo, per cui sarà molto divertente. È esattamente quello che avrei voluto fare, non penserei ad altro. Ci divertiremo. La scelta di “Penso positivo” di Jovanotti invece? La scelta è dovuta al fatto che è l'opposto del brano che ho scritto io che porto in gara, e rappresenta l'altra anima che ho dal punto di vista musicale, “Penso positivo” è l'opposto di “Santa Marinella”, è un pezzo estremamente allegro, con un bpm molto alto, con un groove molto importante, è una festa, volevo che il pubblico che mi conosce per la prima volta, potesse conoscere entrambe le cose che mi piacciono. Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo disco? Uscirà dopo il festival, è un disco in cui sicuramente mi sono divertito molto, a me piace, e questa è una notizia, spero piaccia anche a chi lo ascolta; ci sono le mie emozioni raccontate in maniera più onesta rispetto al primo, c'è anche molto divertimento, molta voglia di fare semplicemente musica, proprio di suonare, ci sono dei brani pensati per il live. Perché la differenza tra il primo e il secondo disco è che prima di scrivere il secondo disco ho fatto un tour per la prima volta nella mia vita, quindi so cosa vuol dire adesso scrivere pensando ad un concerto, alle parti dei singoli membri della band, quindi anche questa è stata una cosa nuova dal punto di vista prettamente musicale. Dal punto di vista testuale mi sono divertito e mi è anche scesa la lacrimuccia”.
AGI - A oltre cinquant'anni dalla sua esecuzione a Damasco, potrebbe tornare in Israele il corpo di Eli Cohen, protagonista di una delle più famose operazioni sotto copertura del Mossad. E' la notizia che circola sulla stampa, secondo la quale i russi sono al lavoro per trovare le spoglie e Damasco sarebbe pronta a consegnarle alle autorità israeliane nell'ambito di lunghi e complessi negoziati mediati da Mosca. Come ha ricordato il Times, già dieci giorni fa c'è stato il rilascio e il ritorno in patria di una giovane israeliana arrestata dalle forze siriane dopo aver attraversato il confine sulle Alture del Golan, in cambio della liberazione di due pastori e un detenuto siriano; contestualmente, lo Stato ebraico ha anche acquistato un milione di dollari di dosi del vaccino russo Sputnik da destinare alla Siria. Il documentario sulla tv russa Un altro segnale sarebbe stata la recente diffusione sulla tv russa di un documentario sulla vita dello 007 israeliano: sono andate in onda immagini mai viste prima di Eli Cohen a Damasco, compresa la sua impiccagione nel 1965, ripresa dall'alto. Si ritiene che a filmarle sia stato un 'consigliere' sovietico, Boris Lukin, al tempo impegnato nella capitale siriana. Inoltre, l'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che nelle scorse settimane esperti russi sono stati al cimitero di Yarmouk e in cave intorno a Damasco a supervisionare le ricerche del corpo, un segnale di un rinnovato impegno. Una notizia alla quale "vorrei tanto credere, ci dà speranza e spero che non siano solo castelli per aria ma che ci sia un reale interesse a riportarlo indietro per seppellirlo in Israele", ha commentato la vedova di Eli Cohen, Nadia, lanciando un appello "ai russi affinché usino le loro capacità". Il precedente di Baumel Mosca è stata determinante già due anni fa nel ritorno in Israele dei resti del sergente Zachary Baumel, ucciso durante la battaglia di Sultan Yacoub contro le forze siriane nella guerra del Libano del 1982. Ricerche sono tuttora in corso per individuare le spoglie di Tzvi Feldman e Yehuda Katz, due soldati dispersi insieme a Baumel. Il regime siriano si è sempre opposto al ritorno in patria della salma di Cohen e la stessa localizzazione dei resti sarebbe sconosciuta, dopo essere stati spostati più volte. Nel 2008 Monjer Motsley, ex capo di gabinetto dell'ex presidente siriano Hafez Assad, sostenne che nessuno sapesse dove si trovavano: "E' difficile trovare le ossa di Cohen. Assad promise di restituirle ma quando chiese dove si trovassero, i funzionari della sicurezza gli dissero che non lo sapevano".
Guido Bertolaso candidato sindaco di Roma? "Io sono qui in Lombardia come volontario consulente del governatore Fontana. Non faccio campagna elettorale con il lavoro che sto facendo. Purtroppo, anche con rammarico, visto che sto facendo questo mestiere non posso fare campagna elettorale per fare il sindaco di Roma, dovranno trovarne un altro", ha detto oggi il consulente di Regione Lombardia per il piano vaccinale, ospite a ‘Quarta Repubblica’ su Rete4, rispondendo a chi gli chiedeva se fosse stato precettato per fare il primo cittadino della Capitale dopo l'incarico in Lombardia. "L'idea di Roma - ha spiegato Bertolaso - è stata una suggestione dello scorso autunno, quando mi hanno chiamato Moratti e Fontana a fine gennaio per dare una mano ho detto 'guardate che c’è qualcuno che mi vuole candidare a fare il sindaco di Roma, parlateci perché se lavoro in Lombardia non potrò essere candidato a Roma'". ''Sono rimasto dispiaciuto, perché poco fa Bertolaso ha detto che ha tantissimo da fare in Lombardia e quindi non pensa di candidarsi a sindaco di Roma. Io, invece, continuo a pensare che Bertolaso sia il sindaco migliore per rilanciare e far rinascere la splendida città di Roma. Gli ho mandato un messaggino durante la pubblicità e vedrò di ragionarne con lui'', è il commento di Matteo Salvini, leader della Lega, che ospite di 'Quarta Repubblica' rilancia la candidatura di Bertolaso, già sponsorizzata da Silvio Berlusconi, a sindaco di Roma.
Bruno Peres nella bufera: il terzino della Roma festeggia in spiaggia senza mascherina.
Il Collegio di Garanzia del CONI ha accettato l'istanza della Roma in merito al caso Diawara: a metà marzo la decisione