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Regionali francesi, il ruolo dell’economia e della disoccupazione

Senza dubbio il governo di Parigi avrà tirato un sospiro di sollievo dopo il secondo turno delle elezioni regionali francesi. Il Front National è rimasto a bocca asciutta. Ma la quantità record di voti incassati dal partito di di Marine Le Pen è emblematica di un malessere diffuso che, dicono gli studi, trae origine soprattutto dalla situazione economica. Ignorare tale fatto, spiegano gli analisti, sarebbe un grave errore per l’esecutivo socialista, il quale deve ora concentrarsi sulla ripresa. “Davanti al risultato di questo weekend, che ha segnato la disfatta della Le Pen e delle sue prospettive per un qualsiasi ruolo di governo serio nel prossimo futuro, gli investitori si sentiranno, a mio avviso, sollevati”, commenta Matthew Beesley di Henderson Global Investors. “Perché la Francia sembra avviarsi verso un sentiero più moderato proprio ora che cerca di rivitalizzare le sue prospettive economiche per l’anno prossimo”, aggiunge. Secondo la Commissione europea nel 2016 la crescita francese si fermerà all’1,4%. Deficit a parte (Parigi ha chiesto flessibilità in ragione di spese aumentate per la sicurezza), il vero problema è rappresentato però dalla disoccupazione. Il prossimo anno il tasso dovrebbe rimanere al di sopra del 10%, dopo che nel terzo trimestre del 2015 l’istituto nazionale di statistica aveva certificato l’ennesimo aumento. Il governo sembra aver capito la lezione, con i bene informati che danno il primo ministro Manuell Valls in procinto di lanciare nuove misure per l’impiego. Le quali, sottolineano gli analisti, dovranno avere come bersaglio i giovani, specialmente quelli delle banlieue. Odio e radicalizzazione nascono spesso là dove lo Stato non riesce a fornire delle prospettive per il futuro.