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Regno Unito: i ristoranti di curry minacciati dalla Brexit

La Brexit mette a rischio i ristoranti di curry, per lo più indiani, nel Regno Unito. I proprietari di curry houses sono stati fra i sostenitori della Brexit e ora si sentono traditi, perché la promessa di un maggior afflusso di persone dall’Asia non è stata finora mantenuta. Secondo una legge recente, un cuoco non europeo deve guadagnare almeno 35.000 sterline l’anno per poter lavorare nel Regno Unito, ben oltre la media del settore. “Ci avevano promesso che se avessimo sostenuto la Brexit allora ci avrebbero garantito più immigrati dall’Asia meridionale, ma non sta avvenendo”, sostiene Oli Khan, vice-presidente dell’associazione dei ristoranti di cucina del Bangladesh. Già in crisi per la carenza di cuochi, queste strutture chiudono anche perché perdono dipendenti, in gran parte europei dell’est, con l’uscita del Paese dall’Unione Europea. “Le persone che lavorano per noi, romeni o polacchi, stanno andando via quindi ci ritroveremo senza dipendenti”, afferma Enam Ali, proprietario del ristorante Le Raj. “E così saremo costretti a chiudere il ristorante”. Aga Pozniak viene dalla Polonia e fa parte dei 5000 europei dell’Est che lavorano in ristoranti asiatici: “Adesso molte persone che come me sono arrivate qui da non molto tempo si chiedono, devono restare? Devo investire tutto qui o devo tornare indietro? Forse devo spostarmi altrove”. Le circa 12.000 curry houses impiegano in totale 150.000 persone nel Regno Unito e registrano vendite annue pari a circa 5 miliardi di euro.