Rosarno, sindaco ai domiciliari. La DDA: "Eletto coi voti della cosca Pisano"
AI domiciliari anche un consigliere comunale. Voti in cambio di nomine e favori
"Votate tutti Fede e Francesca mandando un sms al 4754751 con il codice 11". A lanciare l'appello è Chiara Ferragni che su Instagram posta anche un video per il marito, in gara a Sanremo 2021 con Francesca Michielin: "Fede è sul podio. Votate tutti 02". La 'mossa' della influencer, che conta quasi 23 milioni di follower, non è piaciuta al web oltre che al Codacons, secondo il quale "l'appello viola la par condicio" e annuncia che "vigilerà sull'andamento del televoto e chiederà alla Rai di avere tutti i dati relativi ai voti provenienti dal pubblico da casa". "Chiara Ferragni ha pubblicato letteralmente diciannove stories e tre post, di cui uno con Leone, in cui invita a votare Fedez. Ogni nostro tentativo di far salire qualcun altro sul podio sarà inutile", scrive un utente. "Devono vincere le canzoni migliori, non quelle che hanno più follower!", si legge in un altro post. "Ho buttato 50 centesimi. La Ferragni ha detto ai suoi followers di votare suo marito. Ciaaaao", scrive un'altra. Ma c'è anche chi difende l'imprenditrice digitale: "Non capisco la polemica: non dovrebbe invitare i followers a votare per il marito?", scrive qualcuno. Ferragni stamattina ringrazia chi ha raccolto l'appello: "Che notte, sono andata al letto alle 4. Pazzesco il potere della condivisione, cosa avete fatto tutti voi", dice.
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La serata finale della finale della 71esima edizione del Festival di Sanremo si apre con dei militari sul palco, hanno scoperto chi ha minacciato Random per cantare? Prima ospite della serata Serena Rossi, non sappiamo chi sia esattamente ma viene presentata come attrice, poi annuncia la conduzione di un nuovo programma di RaiUno e alla fine canta Jovanotti; l'impressione è che il palinsesto Rai è più o meno come il gioco del fazzoletto ma con un microfono, chi primo arriva, prende lo prende e ci fa quello che vuole. Finalmente un superospite degno di questo nome, arranca dalle scale dell'Ariston Ornella Vanoni, la vera ragazzaccia della nostra musica. “Pubblico in sala non ce n'è – sbiascica entrando - ma di pubblico ce n'è molto di là”, credeva di essere a “C'è posta per te”. Quando apre bocca per cantare stende tutti, è talmente intensa, giovane e sveglia che meriterebbe di vincere la categoria Nuove Proposte. È magnifica, ingestibile, inattaccabile, puro punk, classe innata, stordita, superiore. Non rappresenta niente che c'è o ci siamo lasciati alle spalle, è avanti, è oltre. Achille Lauro prenda appunti se vuole far saltare gli schemi, se vuole spiazzarci, studi la differenza tra fare qualcosa ed essere qualcosa. Anche Zlatan Ibrahimovic si prende la soddisfazione di un monologo, forse anche il migliore di tutti quelli che ci siamo dovuti sorbire questa settimana; Achille Lauro infatti lo intercetta dietro le quinte per fargli i complimenti: “Ma quinni, chi tte fà dizzzione?”. Anche Giovanna Botteri si prende il suo momento per un monologo, più che Sanremo sembra un TedX. Il dialogo con Amadeus è surreale, la parte in cui fa chiudere gli occhi al conduttore chiedendogli di immaginare il pubblico a casa è tratta da “Paura e Delirio a Las Vegas”. Achille Lauro per il suo ultimo “quadro” canta sobriamente la sua “C'est la vie” in un palco invaso dal fumo, “Ornella! Chiudi la porta del camerino!”. Non resiste e conclude la canzone in ginocchio, sanguinante suicida con una rosa infilzata nel petto…mi spiace, troppo tardi. Divertente il medley di Umberto Tozzi, del quale ci ricordiamo solo quando siamo all'estero in vacanza e il dj passa “Gloria”, allora avviciniamo in pista una straniera che balla e attacchiamo “Davvero conosci Umberto Tozzi??”…quanti ricordi, grazie Umbertone. Prima di entrare in scena passa a fare un salutino a Ornella Vanoni, entra nel suo camerino Umberto Tozzi ed esce Flavio Briatore. Annunciata a tempo di record la classifica definitiva fino al quarto posto, quindi quelli fuori dalla corsa alla vincita. Il risultato è scandaloso: 20esimi i Coma_Cose, 17esimo Max Gazzè, 16esimo Fulminacci, 15esima Malika Ayane, 14esima Noemi, 11esimi La Rappresentante di Lista, ottava Madame, sesto Willie Peyote, quarti Colapesce e Dimartino. Ci meritiamo Al Bano e trap, chiusi in una stanza, h24, a pane e acqua per un mese intero, così magari impariamo. Al televoto finale dunque Ermal Meta, Maneskin e la coppia Francesca Michielin/Fedez, a testimonianza che ci accartocciamo sempre su noi stessi. Prima però dell'annuncio del vincitore c'è spazio per Fausto Leali, Michele Zarrillo e Paolo Vallesi, nei videogame vintage si chiamava “mostro finale”. Alla fine la spuntano i Maneskin, salvando questo festival in calcio d'angolo; noi li avremmo piazzati in una posizione dignitosa, probabilmente anche lontani dal podio, ma considerato cosa abbiamo rischiato, la loro proclamazione ci fa tirare un sospiro di sollievo. Ghemon – “Momento perfetto” – Voto 6 : Entra in scena acconciato come il gangster di un film di Scorsese che si compra il suo primo vestito elegante negli anni '50, e solitamente è anche il primo a tirare le cuoia. Confermiamo che la canzone è buona, ma serve di più per arrivare dove può arrivare. Gaia – “Cuore amaro” – Voto 4,5: Chissà chi è che il giorno dopo la prima esibizione le ha detto “Che figo quel balletto!”. La canzone è cosa povera, ben lontana da quel che è capace di fare, che non sarà cantautorato impegnato, ma non è nemmeno questa roba così poco congeniata. Irama – “La genesi del tuo colore” - Voto 7: è la terza volta che guardiamo questo video di Irama, sta diventando come il rigore di Baggio ai mondiali del '94, lo puoi vedere un milione di volte ma ogni volta speri che la metta dentro. Ecco, noi speriamo che succeda qualcosa di diverso da quanto già visto, ma niente…canta anche stavolta. Gio Evan – “Arnica” - Voto 4,5: Deve aver letto le critiche della stampa specializzata riguardo i completini sfoggiati in queste serate, così si presenta vestito da cameriere…ottima idea. Ermal Meta – “Un milione di cose da dirti” – Voto 6: Troviamo sia un bene che Ermal “Mani di forbice” Meta, com'è stato ribattezzato sul web negli ultimi giorni, non sia andato oltre il terzo posto; non perché Ermal Meta, persona deliziosa tra l'altro, ci abbia fatto qualcosa, ma perché la sua canzone è semplice, troppo semplice, e non è il caso che il Festival della Canzone Italiana avalli la produzione di altra musica semplice, perché è una valanga incontrollabile che già ci ha sommersi. Fulminacci – “Santa Marinella” – Voto 9: L'amore raccontato con una poetica agile e impegnata sullo sfondo di una Roma ridotta alla propria bellezza più schietta. Non c'è nessuno che all'età di Fulminacci scrive come Fulminacci, ce ne sono pochini anche tra i più grandicelli. Francesco Renga – “Quando trovo te” – Voto 5: La canzone è scritta da Dardust, una volta finita l'incisione lascia lo studio e fuori ad aspettarlo c'è Mahmood: “E quindi? Dai, raccontami, c'ha creduto veramente??” Extraliscio feat. Davide Toffolo – “Bianca luce nera” – Voto 7: è evidente che gli Extraliscio siano stati invitati da Amadeus dopo una bottiglia di limoncello. La telecamera infatti coglie chiaramente il labiale di Davide Toffolo che da dietro la maschera, prima di cominciare a suonare, rivolto a Mirco Mariani, chiede: “Ma me lo fai vedere questo messaggio che ti avrebbe mandato Amadeus?”. Colapesce e Dimartino – “Musica leggerissima” – Voto 9: Più la ascolti e più ti piace. È un labirinto di suoni e parole cui significato si mimetizza nei meandri di un ritmo andante e certamente vintage. Erano favoriti ma mancano il podio di pochissimo, vincono la serata in cui vota la sala stampa ma vengono superati in volata da Willie Peyote per il Mia Martini. Peccato, si, ma il loro è stato un grande Sanremo e la loro “Musica leggerissima” la sentiremo spessissimo. Malika Ayane – “Ti piaci così” – Voto 8: La dimostrazione che si può avere classe, cantare da gran signora, senza per forza annoiare a morte. Poi la Ayane con questa canzone ci fa proprio l'amore, si diverte da matti a cantarla e lo spettacolo è assolutamente coinvolgente. Francesca Michielin / Fedez – “Chiamami per nome” – Voto 5: La Michielin per l'occasione ha tirato fuori il vestitino della recita delle elementari di Biancaneve, Fedez prova a distrarci dalla sua interpretazione vestendosi come Willy il Principe di Bel-Air. Lasciando il palco il rapper e influencer dice: “è stato importante per tutti, credo”, assolutamente, abbiamo imparato la lezione, non si può andare così vicini a vincere Sanremo con una canzone così debole e così male interpretata. Il mondo sta cambiando e noi, lo ammettiamo, spesso facciamo fatica a stargli dietro, ma non si possono risolvere tutte le cose della vita con una manciata di follower. Willie Peyote – “Mai dire mai (La Locura)” – Voto 10: Dipinto illuminato del nostro decadentismo, che scioglie in un groove quasi danzereccio, ma il cocktail che ci serve, attenzione, è avvelenato dal lume di una ragione. Nuoce gravemente al problema, tenere lontano dalla portata dei cretini. Vince il Premio della Critica, il minimo. Orietta Berti – “Quando ti sei innamorato” – Voto 6: Entra in scena poco dopo Ornella Vanoni, le due si incrociano dietro le quinte “Ci vediamo al bar, per me un Negroni”. Anellazzi alle mani, inseguimenti con la polizia, dichiarazioni scomode su presunti futuri duetti con naziskin…un Sanremo così rock manco i Placebo. Arisa – “Potevi fare di più” – Voto 5,5: Avete presente quando vostra moglie vuole rimproverarvi ma non vuole darvi la soddisfazione di rivolgervi la parola? Ecco, i suoni che sentite provenire dalla stanza vi sembrano inutili borbottii, in realtà sta cantando la canzone di Arisa. Bugo – “E invece si” – Voto 6: Canta come se avesse il taxi che lo aspetta fuori dall'Ariston, come se ci stesse facendo un favore, continua a lagnarsi delle prese in giro per la questione Morgan, allora per distrarci (o punirci, non sappiamo scegliere) si presenta con un cappottone inguardabile; non vincerà Sanremo, ma almeno la sua contrada ha vinto il Palio. Maneskin – “Zitti e buoni” – Voto 8: Si, ok, più si ascoltano e più si trovano riferimenti al rock più classico, ma in fondo chissenefrega, la verità è che ascolti il brano, magari anche mentre fai altro, e cominci istintivamente a fare “si” con la testa. Vincono e tutto sommato va bene così, perché vince una certa idea di fare musica, che non è quella che strizza l'occhio al mercato, non è quella con un computer. Questi ragazzi suonano degli strumenti e si divertono un sacco a suonarli; sono giovani e fighi, credono tanto nei loro mezzi, affrontano ogni situazione con spregiudicatezza. Va bene così. Madame – “Voce” – Voto 9: Una finestra sul futuro, grande interpretazione di un grande pezzo. Domina il palco con una tale naturalezza che non ha nemmeno paura a mostrare due occhi meravigliosi e impauriti, tutto funzionale ad una narrazione struggente. La Rappresentante di Lista – “Amare” – Voto 9: Semplicemente magnifici, talmente magnifici che lei fa show anche immersa dentro un'enorme meringa. La canzone è solo l'antipasto di un'esplosione che ci illuminerà tutti presto. Annalisa – “Dieci” - Voto 5,5: Come le altre esibizioni, tutto molto pulito, intonato, ma senza alcuna personalità. Piccolo test: voltatevi verso la persona che avete più vicino e chiedetele all'improvviso che ne pensa di Annalisa; vedrete che farà un prudente passo indietro e vi dirà “Ehm…bene…si…e questa Annalisa è qui con noi adesso?”. La facessero gareggiare ogni anno tra le Nuove Proposte non se ne accorgerebbe nessuno. Coma_Cose – “Fiamme negli occhi” – Voto 10: L'amore per come dovrebbe essere raccontato, l'amore per come dovrebbe brillare tra due persone, l'amore su cosa si dovrebbe basare, la vita di tutti i giorni, fatto di tostapane e basilico in balcone, ma tutto preso con poesia, con luce. L'amore per come chiunque lo vorrebbe vivere, l'amore come spesso non riesce, l'amore che può essere tutto e il contrario di tutto, l'amore per come dovrebbe essere tradotto in uno sguardo. L'amore per come andrebbe cantato, soprattutto. Che importa quante persone capiranno e ameranno questa canzone? Chi la capisce è fortunato e se la terrà stretta come un tesoro. Lo Stato Sociale – “Combat Pop” – Voto 6,5: “Combat pop” non funziona come una “Vita in vacanza”, eppure noi preferiamo di gran lunga “Combat pop”, perché ci riconosciamo Lo Stato Sociale che ci piace, quel contenitore colorato dove dentro ci puoi trovare di tutto. Random – “Torno a te” – Voto 2: Ha prestato la macchina ad Amadeus, gliel'ha rigata, ora canta a Sanremo. Così, buttiamo ipotesi… Max Gazzè – “Il farmacista” – Voto 9: Un calendario di parole, un dipinto di Pollock, la vita presa per fondelli e messa in musica, provando sempre a stiracchiare i limiti del pensabile. Noemi – “Glicine” – Voto 7,5: Una canzone che le calza a pennello sulla quale può far danzare la sua voce. Noemi è certamente una delle sorprese di questo festival, bentrovata. Fasma – “Parlami” – Voto 5: Tutto molto debole, più Festivalbar che Sanremo, più ospitata tv che club, tutto troppo superficiale. Sta andando forte su Spotify, gli auguriamo il meglio, ma è tempo di farsi le ossa in contesti più consoni. Aiello – “Ora” – Voto 6: Avete presente quando state al bancone di un bar e un tizio più avanti di voi nella sbronza vi attacca bottone per raccontarvi i fatti suoi e a te non frega niente?
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"Tutti con la stessa carne debole, la stessa rosa che ci trafigge il petto. Insieme, inginocchiati davanti al sipario della vita”: ultimo quadro di Achille Lauro, a completare il viaggio musicale che ha accompagnato ogni sera del festival. Introdotto dal ballerino Giacomo Castellana dell'Opera di Roma, l'artista romano ha cantato la sua "C'est la vie", in un omaggio all'orchestra. Nel suo monologo conclusivo - dopo aver ascoltato gli audio originali con gli insulti che gli sono stati rivolti nel tempo da Red Ronnie, Matteo Salvini, Maurizio Gasparri, Valerio Staffelli - a petto nudo e con delle rose infilzate nel petto sanguinante (le parole che feriscono), la consueta benedizione è: "Dio benedica solo noi essere umani".
La finale di Sanremo 2021, che ha visto trionfare i Maneskin seguiti da Fedez-Michielin ed Ermal Meta, ha fatto registrare un ascolto medio di 10.715.000 spettatori con il 53,5% di share. La media dell'ultima serata dell'edizione 2020 era stata di 11.477.000 spettatori con il 60,6% di share. In termini di ascolto medio, ieri sera gli Amarello hanno fatto però meglio del festival di Claudio Baglioni del 2019 (che ebbe un ascolto medio in finale di 10.622.000 e si chiuse all'1.34). In termini di share, invece la media di ieri è la peggiore degli ultimi cinque anni, visto che a fare peggio fu la finale del festival di Conti del 2016 con il 52,52% di share. La prima parte della finale è stata vista da 13.203.000 spettatori, pari al 49,9% di share: l'anno scorso era stata seguita da 13.638.000 spettatori con il 56,8% di share. La seconda parte del Festival 2021 (rilevata nei dati di oggi fino all'1.59 di notte) è stata invece seguita da 7.730.000 spettatori con il 62,5% di share: l'anno scorso la seconda parte era invece stata vista da 8.969.000 spettatori con il 68,8% di share.
I Maneskin hanno vinto il Festival di Sanremo 2021 e hanno deciso di dedicare la loro vittoria a quel prof che diceva loro di stare zitti.
Ieri sera il padre, in un'area parcheggio, stava facendo una manovra in retromarcia e non ha visto il piccolo
Orietta Berti si è scusata con i Maneskin dopo avere involontariamente storpiato il loro nome.
Svetlana Tikhanovskaya sfida ancora una volta il regime di Lukashenko. La leader dell'opposizione, che si trova in Lituania, dice di non aver paura in un paese dell'Unione europea." Vilnius rassicura che non procederà con l'estradizioneView on euronews
Suicidio assistito in Svizzera, Roberto è morto come voleva, il 34enne sardo affetto da Sla ha deciso di morire con dignità in una struttura elvetica
Le possibili scelte dei tecnici in vista delle gare valide per la 26ª giornata del campionato di Serie A.
La prima parte vista da 13 milioni 203 mila telespettatori pari al 49.9% di share
AGI - "Il tragico ridursi dei discepoli di Cristo, qui e in tutto il Medio Oriente, è un danno incalcolabile non solo per le persone e le comunità interessate, ma per la stessa società che si lasciano alle spalle". Lo ha detto Papa Francesco nel momento di preghiera in suffragio delle vittime della guerra in Iraq, che si è svolto a Mosul. L'occupazione dell'Isis della Piana di Ninive ha svuotato della presenza cristiana questa regione. Più di 100mila cristiani sono stati costretti ad abbandonare le loro case insieme ad altre minoranze perseguitate come gli yazidi. Molte di queste famiglie hanno trovato rifugio nel Kurdistan iracheno, dove Francesco ha fatto tappa nella terza giornata del suo viaggio in Iraq. Negli ultimi anni almeno 55mila cristiani iracheni sono espatriati anche dal Kurdistan iracheno. La furia distruttrice degli jihadisti non ha risparmiato le loro chiese e proprietà, andate distrutte o gravemente danneggiate. "Un tessuto culturale e religioso così ricco di diversità è indebolito dalla perdita di uno qualsiasi dei suoi membri, per quanto piccolo. Come in uno dei vostri tappeti artistici, un piccolo filo strappato può danneggiare l'insieme", ha aggiunto. "La vera identità di questa città è quella della convivenza armoniosa tra persone di origini e culture diverse. Per questo, accolgo con grande favore" l'invito "alla comunità cristiana a tornare a Mosul e ad assumere il ruolo vitale che le è proprio nel processo di risanamento e di rinnovamento", ha sottolineato Bergoglio. "Oggi, malgrado tutto, riaffermiamo la nostra convinzione che la fraternità è più forte del fratricidio, che la speranza è più forte della morte, che la pace è più forte della guerra. Questa convinzione parla con voce più eloquente di quella dell'odio e della violenza; e mai potrà essere soffocata nel sangue versato da coloro che pervertono il nome di Dio percorrendo strade di distruzione", ha detto ancora Papa Francesco nel corso della preghiera. Poi ha chiesto oa tutti i presenti di unirsi in preghiera, senza distinzione di credo religioso, "consapevoli che agli occhi di Dio siamo tutti fratelli". "Oggi eleviamo le nostre voci in preghiera a Dio Onnipotente per tutte le vittime della guerra e dei conflitti armati", ha proseguito il Papa, "Qui a Mosul le tragiche conseguenze della guerra e delle ostilità sono fin troppo evidenti. Com'è crudele che questo Paese, culla di civiltà, sia stato colpito da una tempesta così disumana, con antichi luoghi di culto distrutti e migliaia e migliaia di persone – musulmani, cristiani, yazidi e altri – sfollati con la forza o uccisi". Da Mosul, il pontefice si è recato a Qaraqosh, una delle città cristiane più antiche e anche questa pesantemente danneggiata nel 2014 in seguito all'ascesa dell'Isis nella zona. Il Papa è atterrato questa mattina presto a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, dove comunità cristiane locali che hanno subito il dominio del 'califfato' jihadista. La terza giornata della storica visita in Iraq del Pontefice è considerata anche la più 'rischiosa' in termini di sicurezza: l'aeroporto di Erbil era stato preso di mira, poche settimane fa, da una serie di razzi che avevano ucciso due persone e il dispiegamento di forze è ingente. A Erbil, Francesco ha avuto un breve incontro con il presidente della regione autonoma del Kurdistan, Nechirvan Barzani, e suo cugino il premier, Masrour Barzani.
Pioli fa la conta dei disponibili in vista del match contro il Verona: la probabile formazione.
Saldo e stralcio, cosa succede se non si rispetta il pagamento? Il saldo e stralcio è di fatto un accordo tra creditore e debitore con cui il primo concede al secondo uno sconto sul complessivo debito in cambio di un pagamento celere. A volte, il saldo e stralcio si accompagna anche a un piano di rientro, ossia a una rateizzazione del residuo debito. Immaginiamo, si legge su laleggepertutti.it, allora che una persona, con un grosso debito con la propria banca, riesca ad ottenere da questa un saldo e stralcio, con riduzione del 35% del debito, pagabile in sette rate. Dopo il pagamento delle prime mensilità, il debitore smette di versare le successive perché impossibilitato a mantenere gli accordi presi. Cosa farà a questo punto la banca? È verosimile che agirà in tribunale, richiedendo nei confronti del cliente un decreto ingiuntivo. Senonché – e qui sta l’aspetto più importante da considerare – il pagamento a cui il debitore verrà condannato sarà quello inizialmente riportato nel contratto e non quello concordato con il saldo e stralcio. In buona sostanza, il successivo accordo di pagamento perde ogni efficacia nel caso di inadempimento. Ci si chiederà se questo comportamento, tenuto dall’istituto di credito, sia lecito o meno. È possibile chiedere il pagamento della maggior somma nel caso in cui non venga rispettato un piano di rientro oppure un saldo e stralcio? La risposta fino ad oggi fornita dalla giurisprudenza è affermativa. La ragione è abbastanza semplice ma richiede un po’ di attenzione sui concetti generali del diritto. L’atto di transazione – ossia l’accordo con il saldo e stralcio e/o con il piano di rientro – è un contratto come tutti gli altri: serve a porre fine a una lite tra le parti e a evitare il conflitto in tribunale. Tant’è che viene sottoscritto tramite un’ordinaria scrittura privata. Ma questo contratto, che trova causa in un precedente rapporto tra le parti – quello cioè inadempiuto – non ha “effetto novativo”, ossia non cancella il contratto precedente. Sicché, quest’ultimo ritorna in vita se la transazione non viene rispettata. Quindi, la banca – ma il discorso è valevole per qualsiasi altro creditore – ben può chiedere un decreto ingiuntivo sulla somma inizialmente dovuta dal debitore se questi non rispetta la transazione, ossia l’accordo di pagamento. Il che significa anche che, se il creditore – nelle more dell’accordo – aveva già intrapreso le azioni esecutive, con il pignoramento dei beni del debitore, in caso di inadempimento, la procedura può ben andare avanti. Questo non esclude, tuttavia, che qualche transazione possa anche avere "effetto novativo", ossia si sostituisca completamente e definitivamente al precedente contratto, decretandone la totale estinzione. Il che significa che, in caso di inadempimento della transazione, il creditore non potrà più chiedere le somme originariamente vantate in forza del primo contratto. In buona sostanza, esistono due diversi tipi di transazioni (ossia di saldo e stralcio): - La transazione novativa: comporta la definitiva cancellazione del primo accordo e la sua sostituzione con il secondo; sicché, in caso di inadempimento, il creditore può chiedere solo le somme concordate nella transazione; - La transazione non novativa (di solito, la più usata) che invece non comporta una cancellazione del precedente accodo. In tal caso, quindi, in caso di inadempimento all’accordo, rivive il precedente contratto e il creditore potrà chiedere la somma più alta.
La giornata sarà conclusa ad Erbil, in Kurdistan, con la messa allo stadio
Il Codacons si è scagliato contro Chiara Ferragni a causa di un suo appello per votare Fedez e Francesca Michielin.
Nel match d'andata nessuno dei due era stato protagonista, Gosens per infortunio, mentre Hakimi...
I Maneskin con il brano Zitti e buoni vincono il 71/o Festival di Sanremo. Al secondo posto Francesca Michielin e Fedez, al terzo Ermal Meta. Al di là delle classifiche ufficiali, come sono andate le esibizioni della serata finale? Scopri le nostre pagelle.