Sara Tommasi si è sposata: le parole del marito
Sara Tommasi ha sposato il suo manager Antonio Orso nel Comune di Massa Martana, in provincia di Perugia. Dopo le nozze la coppia ha voluto mandare un messaggio di ringraziamento.
Era fra i 19 ricercati più pericolosi per reati sessuali
AGI - Amazon annuncia il nuovo programma di visite virtuali gratuite dei centri di distribuzione presenti in Italia. A partire da oggi è possibile registrarsi alle visite virtuali ai centri di distribuzione Amazon e scoprire realmente tutto ciò che accade dall'acquisto sul sito Amazon.it fino alla consegna a casa. Le guide dei tour, informa una nota, saranno collegate in diretta da diversi siti e accompagneranno i visitatori alla scoperta dei centri mostrando loro i vari processi e le postazioni attraverso cui vengono preparati gli ordini dei clienti. Partecipare è semplicissimo, basta accedere al sito https://it.amazonfctours.com/virtualtours , registrarsi ed essere pronti a lasciarsi stupire. Grazie a questo nuovo programma i partecipanti prenderanno parte a un'esperienza unica nel corso della quale potranno rivolgere le proprie domande e interagire in diretta con le tour leader. Per molti anni, Amazon ha aperto le porte dei suoi centri di distribuzione italiani a comunità locali, studenti, clienti e a chiunque fosse interessato a conoscere cosa avvenga dietro le quinte. Solo nel corso del 2019, oltre 20.000 persone hanno partecipato al programma che ha ricevuto riscontri estremamente positivi da parte dei visitatori ma, nel corso dell'emergenza sanitaria del Covid-19, è stato interrotto temporaneamente per tutelare la salute e la sicurezza di dipendenti e ospiti. ( Per continuare a offrire a tutti gli interessati informazioni autentiche in merito alle attività logistiche di Amazon, è stata individuata questa alternativa altrettanto interessante e coinvolgente. Infatti, durante i virtual tour, i visitatori, oltre a muoversi all'interno del centro di distribuzione, potranno utilizzare la funzione chat per porre alle guide qualsiasi ulteriore domanda, proprio come accadeva durante le visite in presenza. "Siamo molto felici di lanciare il nuovo programma di tour virtuali. A partire da oggi, potenzialmente milioni di visitatori potranno scoprire come lavoriamo, vedere con i loro occhi come funzionano le attività logistiche e approfondire le curiosità e gli aspetti che più gli interessano - ha dichiarato Salvatore Schembri Volpe, Amministratore Delegato di Amazon Italia Logistica. "Dal momento che a causa dell'attuale situazione di emergenza sanitaria non possiamo aprire fisicamente le nostre porte, abbiamo ideato questa soluzione alternativa e innovativa per continuare ad accogliere le persone nei nostri centri consentendo loro di farsi un'idea autentica su Amazon e capire realmente cosa accade all'interno dei nostri centri". I tour virtuali live permettono ai partecipanti di scoprire tutti i processi necessari fino al momento della spedizione dell'ordine, a partire dall'arrivo dei prodotti in magazzino, al loro stoccaggio fino all'uscita, dove vengono prelevati, imballati e caricati sui camion.
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Il settore beauty è sempre più green. Circa un italiano su due (46%) ritiene estremamente importante l’aspetto della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente quando si tratta di scegliere il salone in cui prenotare il proprio trattamento. E' quanto emerge da un sondaggio, condotto ad aprile 2021 su oltre 200 rispondenti italiani da Treatwell e Uala, attivi in Europa nella prenotazione online di servizi beauty e wellness, che in occasione dell’Earth Day hanno voluto indagare il legame tra bellezza e sostenibilità. La fotografia che emerge è quella di una bellezza sempre più etica: oltre la metà degli italiani (53%) dichiara infatti di affidarsi ad un salone che utilizza prodotti amici dell’ambiente per almeno uno dei trattamenti che prenota. A conferma dell’apprezzamento da parte degli utenti di quei saloni che strizzano l’occhio alla sostenibilità, il fatto che dopo il costo dei servizi l’aspetto che più guida i consumatori nella scelta del proprio indirizzo di fiducia è proprio l’utilizzo da parte di quest’ultimo di prodotti biologici, aspetto che nella valutazione personale supera la posizione del centro e le recensioni degli altri utenti. Questo nonostante il prezzo da pagare sia ancora leggermente superiore a quello dei trattamenti tradizionali, con un +15% da investire in media in un servizio di bellezza green. A una domanda crescente di trattamenti rispettosi dell’ambiente rispondono i saloni che offrono sempre più frequentemente un ventaglio di servizi green: +48% rispetto al 2018 e +25% solo nell’ultimo anno. Guardando ai trattamenti amici dell’ambiente più richiesti, 4 rispondenti su 10 dichiarano che tra i must have dei trattamenti bio non può mancare la colorazione dei capelli. Un desiderata confermato anche dalle prenotazioni, che vedono in testa ai servizi green più richiesti proprio il colore bio. Completano la top 5 dei più prenotati il massaggio bio rilassante, la pedicure e manicure bio e il trattamento capillare vegano. Nonostante l’offerta di servizi che hanno a cuore il pianeta sia in costante aumento, tra il 46% dei rispondenti che ritiene importante l’aspetto green nella scelta del proprio salone, solo poco più della metà riesce poi a compiere scelte veramente eco-friendly. Uno su tre dichiara infatti che riuscire a tradurre il desiderio di sostenibilità in ambito beauty in azioni concrete sia ancora estremamente difficile, a differenza di quanto avviene, ad esempio, nella vita di tutti i giorni, dove chi ha difficoltà a condurre uno stile di vita sostenibile è appena il 18%.
AGI - "È fondamentale continuare a rispettare le regole. Se questo verrà inteso come un liberi tutti è evidente che la situazione da metà maggio in poi cambierà. Mai come adesso deve emergere il concetto di alleanza tra politica, servizi sanitari e comportamenti dei cittadini perché questa è una fase molto delicata. Se dovesse ripartire la curva rischiamo di giocarci la stagione estiva". Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo ai microfoni della trasmissione "L'Italia s'è desta" su Radio Cusano Campus. Per Cartabellotta, "tra rischio ragionato e calcolato c'è una sostanziale differenza: il rischio ragionato è una valutazione di tipo politico. Draghi ha sottolineato che questo rischio si fonda su un presupposto fondamentale: il rispetto delle regole, mascherine, distanziamento, deve continuare. È giusto che la politica faccia la sintesi tra l'andamento della pandemia, il diritto alla salute e la libertà dei cittadini". Il presidente della Fondazione Gimbe ha sostenuto inoltre che "il quadro oggettivo è abbastanza netto. La circolazione del virus è ancora molto rilevante, i ricoveri stanno scendendo, si sono ridotti quasi del 20% in 11 giorni, però in area critica e in terapia intensiva la discesa è più lenta e abbiamo ancora regioni che sono oltre la soglia critica. Dobbiamo essere consapevoli che le riaperture stanno avvenendo sul filo del rasoio". E proprio in merito alla situazione dell'epidemia, per Cartabellotta "almeno per le prossime tre settimane avremo una riduzione dei nuovi casi e delle ospedalizzazioni. Poi però, quando torneremo al colore giallo, se da un lato ci può essere un pizzico di ottimismo per l'arrivo della stagione estiva, è altrettanto chiaro che aumentando i contatti sociali si rischia di far risalire la curva. Con questo numero di positivi, immaginare di arrivare in poco tempo alla soglia di 50 casi per 100 mila abitanti come incidenza settimanale è sostanzialmente impossibile. Sicuramente entro la metà di giugno riusciremo a mettere in sicurezza anziani e fragili, ma questo avrà un aspetto prevalente sulle ospedalizzazioni, non sulla circolazione del virus. Quello del governo è stato anche un gesto di fiducia nei confronti degli italiani, l'importante è sottolineare che non è un liberi tutti".
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Un reagente innovativo e totalmente made in Italy, per isolare l'Rna virale di Sars-CoV-2 dopo il tampone molecolare. E' 'Leasy Kit', lanciato da Menarini Diagnostics, azienda del Gruppo Menarini. I vantaggi del Leasy kit sono "un risparmio notevole di tempo, lavoro e risorse mantenendo alto il livello delle prestazioni", spiega una nota. "Mentre le metodiche tradizionali prevedono l''estrazione e purificazione dell'Rna' virale dal campione prelevato al paziente, con tempi lunghi e costi maggiori - si legge - i team di ricerca e sviluppo Menarini hanno sviluppato una metodica innovativa. Con Leasy Kit la membrana esterna del virus che racchiude l'Rna viene dissolta rapidamente liberando l'Rna in soluzione con grande velocità, rendendolo disponibile per l'amplificazione con i test molecolari Covid-19". "Per semplificare - chiarisce Menarini - immaginiamo che l'Rna sia una pallina all'interno di una bottiglia dal collo stretto: con il metodo tradizionale bisogna estrarla, mentre con questa nuova tecnica la bottiglia viene semplicemente rotta". Il nuovo reagente, nato dalla ricerca di Menarini Silicon Biosystems a Bologna, è già in produzione nei laboratori, appositamente realizzati, a Pisa. "I nostri team di ricerca e sviluppo e manufacturing - ha spiegato Fabio Piazzalunga, Gm di Menarini Diagnostics e presidente di Menarini Silicon Biosystems - hanno lavorato con determinazione in questi mesi per portare a disposizione dei laboratori una soluzione innovativa in grado di minimizzare tempi e costi delle routine molecolari, garantendo al contempo risultati accurati e ampia flessibilità. Si tratta del primo prodotto Menarini in diagnostica molecolare interamente sviluppato e prodotto in Italia. Grazie agli importanti investimenti fatti, siamo in grado di offrire soluzioni innovative che consentono di velocizzare i tempi e ridurre i costi". Il Leasy, essendo un kit che può essere utilizzato in combinazione con vari test di amplificazione, è indicato come Research Use Only - si evidenzia nella nota - e richiede una semplice validazione del laboratorio per essere utilizzato nell'ambito delle proprie routine.
Secondo un’indagine condotta da Bhave, per valutare l'impatto sociale del Covid19 sulle persone con emofilia, su 142 intervistati, il 73% ha dichiarato di aver deciso di non effettuare o di posticipare le visite programmate urgenti, il 37% di non aver svolto le attività riabilitative e il 22% di non aver rispettato le indicazioni per la terapia ricevute dal proprio centro. Il 60% degli intervistati ha anche riferito che il proprio medico, durante il lockdown, ha fornito suggerimenti specifici in merito alla gestione di emofilia e coronavirus, come farmaci e protezioni, per la maggior parte in remoto: tramite telefono (63%), WhatsApp (60%) e posta elettronica (30%). “Da questa indagine emerge come la telemedicina possa soddisfare i pazienti in questo contesto di pandemia, ma anche come possa rappresentare una soluzione per semplificare la vita delle persone con emofilia in generale, migliorando l'accesso alle cure e riducendo al contempo l'onere per le strutture sanitarie, in modo che possano dedicare più attenzioni ai pazienti con maggiori criticità o acuti. In senso più generale, l'implementazione diffusa della telemedicina potrebbe non solo migliorare l'assistenza diretta dei pazienti con emofilia, ma assicurare un’adeguata assistenza domiciliare e consentire a più persone, specialmente quelle che vivono in aree svantaggiate, di ricevere cure ematologiche specialistiche”, commenta Lucio Corsaro, Founder & Advisor Bhave. E per migliorare la vita delle persone con emofilia, Novo Nordisk promuove un programma di sostegno infermieristico e fisioterapico sia domiciliare sia a distanza, che è stato intensificato già dall’anno scorso per portare un aiuto concreto durante l’emergenza coronavirus. Grazie a questo programma, viene aiutato anche lo specialista nella gestione dei propri pazienti, attraverso una piattaforma web che permette di monitorare l’andamento del paziente tramite una documentazione delle attività domiciliari.
Italiani più informati sui farmaci, più coscienti dell'importanza del loro uso corretto e più attenti alle controindicazioni. E' l''effetto collaterale', positivo, dell'attenzione che la pandemia ha concentrato sulla salute e, in particolare, sulle cure e sui vaccini, con le preoccupazioni legate alle vicende di AstraZeneca e J&J, secondo il quadro tracciato per l'Adnkronos Salute da Roberto Tobia, segretario nazionale Federfarma, dall'osservatorio delle farmacie, luogo privilegiato dai cittadini per le informazioni su medicinali. "Registriamo una maggiore consapevolezza, domande più mirate alle interazioni, agli effetti avversi. Ma il ricorso a 'doctor Google' resta sempre troppo alto, a mio avviso", dice Tobia. "L'allarme mediatico sui vaccini, in relazione alle reazioni avverse, aggiunto ai dati sui decessi da Covid - ha aggiunto - hanno fatto crescere, in media, la consapevolezza degli italiani sul fatto che il farmaco non è un prodotto qualsiasi e non va banalizzato. Va assunto quando è necessario e va prescritto da un medico". Ovviamente "questo non riguarda proprio tutti gli utenti: è un processo lungo, di crescita culturale. Ma qualche segnale si vede". "Molti farmaci - aggiunge - sono spesso considerati 'banali'. Ci sono casi in cui viene utilizzato con leggerezza l'antidolorifico che si ha nell'armadietto di casa. O, peggio, l'antibiotico, con il rischio di aumentare le resistenze, problema per il quale siamo tra i primi in Europa. Ma sono ottimista su questo principio di presa di coscienza sul fatto che i farmaci non sono caramelle. Vediamo in farmacie persone più attente. Internet, però, è sempre utilizzato troppo in questo campo. E' uno strumento fantastico ma viene usato male, il più delle volte, ed è difficile difendersi dai fake news".
Doppia buona notizia per le persone con sclerosi multipla (Sm). Con la Gazzetta Ufficiale n. 88 l'Aifa ha autorizzato la rimborsabilità di siponimod, prima terapia orale indicata per la sclerosi multipla secondariamente progressiva (Smsp) con malattia con segni di attività, informa Novartis. Un traguardo che, sottolinea il gruppo farmaceutico svizzero, arriva poco dopo l'approvazione da parte dell'Ema di ofatumumab, trattamento mirato alle cellule B, indicato per pazienti adulti con sclerosi multipla recidivante (Smr). "Due approvazioni importanti - evidenzia la compagnia - che testimoniamo l'impegno di Novartis nello sviluppo di terapie in grado di rispondere alle esigenze ancora insoddisfatte delle persone con Sm nelle diverse forme di malattia e stadio di disabilità". La sclerosi multipla - ricorda Novartis in una nota - è una malattia cronica che colpisce il sistema nervoso centrale e può causare l'interruzione dei segnali tra il cervello, il midollo spinale e i nervi ottici, portando a una vasta gamma di sintomi. Secondo un’indagine della Federazione internazionale sclerosi multipla (Msif), le malattie neurologiche, fra cui la Sm, sono tra le più impattanti nella popolazione italiana: rappresentano la terza causa di morte dopo le patologie cardiovascolari e i tumori, e la terza causa di disabilità. Secondo il Barometro della Sm in Italia, redatto dall'Associazione italiana sclerosi multipla (Aism), oltre 126mila persone nel nostro Paese sono costrette a convivere con il decorso cronico della patologia. L'obiettivo è un percorso terapeutico adeguato e specifico per le diverse forme di Sm, per rallentarne la progressione e ridurre la disabilità, migliorando la qualità di vita. Non solo: il rallentamento della progressione della malattia e la riduzione della disabilità associata rappresentano anche uno sgravio del peso socio-economico della sclerosi multipla, oggi quantificato mediamente in 45mila euro annui per persona con Sm, cifra che può raggiungere i 84mila in caso di patologia avanzata. Lo studio di fase III Expand, il più ampio trial randomizzato e controllato condotto ad oggi sulla Smsp - dettaglia Novartis - ha dimostrato il profilo di efficacia e di sicurezza di siponimod. I risultati hanno confermato che il rischio di progressione della disabilità confermata a 3 e a 6 mesi, nei pazienti con malattia con segni di attività, è stato significativamente ridotto, rispettivamente del 31% e del 37%, nel gruppo trattato con siponimod in confronto a placebo. Risultati significativi sono emersi anche per altri parametri come il tasso annualizzato di recidive, l'attività della malattia alla risonanza magnetica e la perdita di volume cerebrale. Ulteriori analisi esplorative hanno dimostrato che siponimod può aiutare i pazienti a ritardare in media di oltre 4 anni l'utilizzo della sedia a rotelle e determina un beneficio importante anche sulle funzioni cognitive, dimostrando effetti clinicamente rilevanti sulla velocità di elaborazione cognitiva valutata attraverso il Symbol Digit Modalities Test (Sdmt). Ofatumumab - prosegue la nota - è invece la prima terapia mirata contro i linfociti B che ha dimostrato un'efficacia superiore e un profilo di sicurezza simile a teriflunomide, a oggi uno dei trattamenti di prima linea per la Sm. I due studi gemelli di fase III Asclepios I e II, su cui si basa l'approvazione Ue, hanno dimostrato una riduzione delle ricadute annuali di oltre il 50% rispetto a teriflunomide, e una riduzione del rischio relativo di progressione della disabilità a 3 mesi superiore al 30%. Ofatumumab potrà inoltre essere autosomministrato una volta al mese direttamente a casa, quindi si candida a diventare un'opzione di trattamento di prima scelta per i pazienti con forme recidivanti di sclerosi multipla. Dopo l'approvazione Ema, che segue l'ok dell'americana Fda, si attende il via libera dell'Aifa per rendere disponibile il trattamento anche ai pazienti italiani.
I negoziati tra la Commissione Europea e la compagnia statunitense Novavax per concludere un contratto di acquisto del vaccino anti-Covid Nvx-CoV2373 "sono in corso" e un aggiornamento verrà fornito "quando avremo concluso un contratto". Lo ha riferito il portavoce della Commissione Europea per la Salute Stefan de Keersmaecker, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. La Commissione ha concluso i colloqui esplorativi con Novavax il 17 dicembre 2020, con l'intenzione di concludere un contratto di acquisto di 100 milioni di dosi del vaccino Nvx-CoV2373, che è basato sull'uso di proteine (una tecnologia diversa rispetto ai sieri a m-Rna di Pfizer/BioNTech, Moderna e CureVac, e a quelli che usano come vettore degli adenovirus, come AstraZeneca e J& J), con l'opzione per ulteriori 100 mln. Da allora, però, sono passati 4 mesi e ancora non è stato firmato il contratto per fornire all'Ue quello che sarebbe il sesto vaccino, dopo Pfizer/BioNTech, Moderna, AstraZeneca e J& J, già approvati dall'Ema, e probabilmente dopo CureVac, che dovrebbe essere il prossimo in arrivo. Finora l'Ue ha concluso contratti con Pfizer/BioNTech, primo fornitore dell'Ue, definita dalla Commissione la "spina dorsale" delle vaccinazioni in Europa, AstraZeneca, che ha largamente fallito gli obiettivi di consegna fissati negli accordi con l'Ue, Moderna e J&J. Tutti e quattro i vaccini sono stati autorizzati dall'Ema e dalla Commissione. Contratti di acquisto anticipato sono stati siglati dall'Ue, per conto degli Stati membri, anche con Sanofi/Gsk e CureVac, i cui vaccini non sono ancora stati autorizzati nell'Ue (quello di CureVac è in rolling review e potrebbe essere autorizzato entro l'estate; quello di Sanofi non si sa).