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Spagna, Pil +0,8% nel 3° trimestre. Ma la ripresa è incompleta

I venti della ripresa continuano a soffiare sulla Spagna. Nel terzo trimestre il Prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,8%: meno che nel secondo (1%), ma pur sempre un ritmo di espansione molto più rapido della media dell’Eurozona (0,3%). El crecimiento trimestral de la #economía en el 3T/2015 es 0,8%, dos décimas menos que en el trimestre anterior #INE pic.twitter.com/mPF2TQraSx— INE España (@es_INE) 26 Novembre 2015 Le speranze di rielezione dell’esecutivo a guida popolare di Mariano Rajoy in vista delle elezioni politiche del 20 dicembre sono legate proprio agli sforzi fatti per risollevare l’economia. “Continuo a ripetere che stiamo uscendo dalla recessione. Abbiamo avuto due anni e mezzo di crescita positiva”, dice il ministro dell’Economia Luis de Guindos. “Non siamo ancora tornati ai livelli di reddito pre-crisi. Quelli li raggiungeremo, se manterremo questi ritmi di crescita, alla fine dell’anno prossimo”. Ma è la qualità di questa ripresa che fa storcere il naso agli osservatori. Seppur in fase calante il tasso di disoccupazione rimane al 21%, tra i più alti dell’Eurozona. Le riforme per la competitività, che hanno rilanciato le esportazioni, hanno come effetto anche quello di pesare sulla crescita dei salari. Il che, a sua volta, frena la ripartenza dei consumi. Altro capitolo il turismo, che rappresenta l’11% del Pil e che sta beneficiando di un’annata record come numero di arrivi. I posti di lavoro in hotel e ristoranti di tutto il Paese non mancano, ma la stragrande maggioranza sono contratti stagionali. Le riforme del governo, spiegano gli esperti, non sono riuscite a frenare l’abuso di contratti a tempo determinato. Nel frattempo le disuguaglianze aumentano, con un gap sempre più grosso tra chi guadagna di più e chi guadagna di meno.