Vladimir Luxuria: "Niente sesso senza vaccino"
Vladimir Luxuria, attivista per i diritti LGBTQ+ ed ex parlamentare, lancia un appello in favore della vaccinazione anti-Covid.
AGI - Nel 2020 sono sei i Paesi che hanno dichiarato fallimento soprattutto per 'colpa' del Covid. Si tratta di un livello record per le insolvenze sovrane. Lo rivela Standard & Poor's Global Rating, secondo la quale è capitato sette volte l'anno scorso che un governo non è stato in grado di onorare i suoi debiti. A fare default sono stati Argentina, Ecuador, Libano, Zambia, Belize e Suriname (due volte). Il precedente record delle insolvenze sovrane era stato raggiunto nel 2017, con sei fallimenti. Un default sovrano, a differenza di un fallimento privato, riguarda uno Stato e non una società. S&P nel 2020 ha decretato l'insolvenza sovrana 7 volte, a causa della pandemia e in parte anche per il crollo del prezzo delle materie prime, in primis il petrolio, che comunque sono effetti collaterali del coronavirus, che ha fatto crollare la domanda globale. Complessivamente S&P ha decretato 24 insolvenze sovrane nel corso della sua storia, metà delle quali riguardano Paesi che sono andati più volte in default. L'Argentina è fallita 5 volte, il Belize 4 volte, l'Ecuador 2 volte e il Libano, lo Zambia e il Suriname sono tutti falliti nel 2020 per la prima volta (anche se il Suriname ha esordito con una doppietta annuale). Va anche ricordato che i tagli di rating sovrani da parte di S&P nel 2020 sono stati 26, pari al livello record del 2011 e che attualmente il 60% dei Paesi emergenti hanno un indebitamento a elevato livello di rischio, e cioè 'non investment grade'. Il che significa che il record di default sovrano raggiunto nel 2020 potrebbe essere già superato quest'anno. Ecco nel dettaglio tutti i fallimenti dello scorso anno: Il Libano è l'unico default non legato al Covid L'insolvenza sovrana più drammatica nel 2020 è stata quella del Libano, che poi è anche l'unico fallimento di Stato non legato al Covid o ai suoi effetti collaterali. L'annuncio del mancato pagamento di una rata da 1,2 miliardi di euro di un eurobond da parte di Beirut è avvenuta lo scorso 7 marzo e ha fatto scattare il default. In Libano all'epoca i casi di Covid si contavano sulle dita di una mano. Il problema è dunque solo l'eccesso di indebitamento, che ha reso impossibile il pagamento degli interessi da parte dei libanesi. Nel 2016 il Libano aveva una delle economie più stabili del Medioriente, poi è iniziata una crisi economica senza precedenti: la lira libanese si è svalutata del 90%, l'inflazione è salita all'85%, metà della popolazione, secondo l'Onu, vive sotto la soglia di povertà e i rifornimenti di beni di prima necessità scarseggiano. Insomma, rimborsare ai creditori un debito di circa 90 miliardi di dollari per il Libano è diventato impossibile. E S&P non ha fatto altro che ratificare questa realtà abbassando il rating a livello 'CC'. Crollo del prezzo del petrolio e crack Ecuador Il secondo crack della storia dell'Ecuador è legato al crollo del prezzo del petrolio, ma è durato poco. Ad agosto il Paese sudamericano ha chiesto di rinviare il rimborso di una rata da 800 milioni di dollari di bond in scadenza, facendo scattare il default. Tuttavia nel corso della stessa estate il Paese ha trovato un accordo di ristrutturazione del debito coi creditori, tagliando il debito e riducendo gli interessi. Per l'Argentina è il quinto default L'Argentina è campione mondiale delle insolvenze di Stato e quella dell'aprile 2020 è stato il suo quinto default. La sua cronica incapacità di gestire i conti pubblici è stata peggiorata dalla crisi del Covid. In aprile il Paese ha mancato dei pagamenti in bond denominati in dollari e a giugno ha fatto il bis con altri bond in valuta estera. Di conseguenza il governo è tornato a trattare coi creditori, ottenendo un'insolvenza selettiva e cioè un alleggerimento del debito pubblico che ammonta a 65 miliardi di dollari. Quarto default per il piccolo Belize Lo staterello caraibico del Belize è al suo quarto default e dunque di insolvenze se ne intende. Il Paese ha mezzo milione di abitanti e vive di turismo. Il Covid ha fatto crollare del 70% la sua unica entrata consistente e ad agosto il governo ha chiesto ai creditori il rinvio del pagamento di una rata di rimborsi da 526 milioni di dollari di bond in scadenza. Il Fmi ha chiuso a marzo la sua ispezione sui conti pubblici del Belize, definendo "insostenibile" il debito. Il Suriname nel 2020 è fallito due volte Il Suriname è una piccola ex colonia olandese del Sudamerica. Il crollo delle esportazioni dell'oro, legato alla crisi Covid, l'ha fatta precipitare una crisi economica che persisteva da anni. Discutibili progetti infrastrutturali varati dall'ex dittatore Dosi Bouterse, condannato in Olanda per traffico di cocaina e accusato di omicidio, hanno costretto il Paese a saltare il pagamento di due rate obbligazionarie da 675 milioni di dollari, prima a luglio e poi ottobre. Bouterse si è dimesso e ora il paese ha chiesto al Fmi di aiutarlo a superare il default. Default dello Zambia legato ai prezzi del rame Lo Zambia è l'unico Paese africano che nel 2020 ha dichiarato l'insolvenza. La colpa è del crollo dell'export del rame, la sua principale risorsa mineraria. Anche in questo caso, come per il petrolio, si tratta di un effetto collaterale della crisi pandemica, che ha fatto crollare la domanda globale di materie prime. Lo Zambia comunque ha l'aggravante di essere uno dei Paesi africani più indebitati, in particolare con la Cina. A novembre il governo non ha rimborsato una rata da 42,5 miliardi di dollari di bond in scadenza, facendo scattare il default. Difficilmente lo Zambia riuscirà a pagare i creditori in un prossimo futuro e secondo gli esperti potrebbe essere il primo Paese africano di una lunga lista a cadere in default.
Le riaperture in Italia dal 26 aprile fanno infuriare Massimo Galli. "Il premier Draghi sul Covid non ne ha azzeccata una", dice l'infettivologo del Sacco di Milano in un'intervista a Il Fatto Quotidiano. La preoccupazione di Galli è che possano tornare a salire i contagi. "Ci saranno un milione di infezioni attive in Italia o pensate che tutti i positivi si fanno il tampone e vengono a saperlo?", domanda il direttore del reparto di Malattie infettive del Sacco e docente alla Statale. "Sotto casa mia qui a Milano c'è un mercatino all'aperto, poco fa (ieri mattina, ndr) ci sono passato ed era strapieno come non succedeva da mesi. Il punto è che con l'annuncio di venerdì è stato dato un messaggio di 'liberi-tutti' che proprio non ci potremmo ancora permettere. Almeno fino a una migliore copertura dei settantenni con la prima dose e degli ottantenni con la seconda. Mi sembrano obiettivi ancora lontani". Galli fa poi l'esempio di quanto accade in altri Paesi: "La Francia, che con le vaccinazioni è messa più o meno come noi, le scuole le ha chiuse. Nel Regno Unito hanno fatto un lockdown duro e stanno riaprendo solo ora. Anthony Fauci ha affermato che gli Stati Uniti sono ancora ben lontani dall'avere il problema sotto controllo. A me piacerebbe tantissimo far parte della schiera che pensa l'Italia sia messa benissimo, ma purtroppo non è così". Si aspettava la vittoria della linea-Salvini? "Se devo essere franco non avrei pensato prevalesse così velocemente -risponde Galli-. Ma sono in profondo disaccordo con tutta la strategia adottata dall'Italia. Mi duole dirlo, perché su Mario Draghi, come milioni di italiani, riponevo molte aspettative, ma sulla pandemia non ne ha azzeccata ancora una". Altri errori, secondo l'esperto, sono stati commessi nella gestione del caso del vaccino AstraZeneca e il rischio trombosi: "Sul vaccino AstraZeneca abbiamo avuto un allineamento passivo su posizioni internazionali che non ci potevamo permettere visto lo stato della diffusione del contagio in Italia. Inutile dire, come fa Maurizio Crozza che è un attento osservatore, come sia più facile essere colpiti da un fulmine che da una trombosi dopo il vaccino. Troppe concessioni sono state fatte anche al partito trasversale pro riapertura delle scuole".
AGI - Lo sport in Italia in termini di pubblico presente negli impianti ha trovato un punto di partenza: il via libera di almeno il 25% della capienza dello Stadio Olimpico di Roma in occasione degli Europei di calcio. Già sul tavolo anche la possibilità di ammettere un numero contingentato per assistere alla serie A. Per la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali le prossime ‘stoccate' da mettere a segno nella sua tradizione di atleta vincente non saranno semplici. Nelle prossime settimane, numeri della pandemia di Covid permettendo, ci sarà da dare risposte al mondo che vive lo sport, ovvero il pubblico che freme per ritornare ad animare stadi, palazzetti e impianti all'aperto. L'Italia è Paese ad alta vocazione e passione sportiva che storicamente ha dato affidabilità di organizzazione. Esempio più lampante è l'assegnazione dei Giochi invernali di Milano-Cortina del 2026. Le federazioni internazionali sono consapevoli delle capacità italiane, ne fanno tesoro e, nei limiti del possibili, sono propense ad assegnare eventi anche di un certo spessore. Nel 2021, anno che sarà caratterizzato dalla prima Olimpiade posticipata della storia, quella di Tokyo 2020 (23 luglio-8 agosto), in Italia si svolgeranno almeno una ventina di eventi di rilevanza internazionale. Manifestazioni che stanno attendono lumi sulla presenza di pubblico. Il concetto delle ‘bolle anti-Covid' sta funzionando, atleti e staff da una parte, organizzazione dall'altra e giornalisti da un'altra ancora. Il comune denominatore per tutti è tamponi su tamponi, ogni due-tre giorni, e severi protocolli. A maggio ci sarà il Giro d'Italia. La Corsa Rosa che quest'anno compirà 104 anni è, dopo il mondo del pallone, la manifestazione più popolare del Bel Paese. Per tre settimane sport, cultura, tradizioni e popolo delle varie regioni italiane, si fondono in un evento che va oltre alle lunghe fughe, agli emozionati sprint o alle cavalcate magari solitarie su e giù dai passi alpini. Per il momento le tribune per gli spettatori agli arrivi delle singole tappe non sono contemplate. Più possibile, anche perché difficile da limitare, la presenza lungo le strade. Il giorno dopo l'inizio del Giro, ovvero il 9 maggio, via agli Internazionali d'Italia di tennis ma, ad oggi, sugli spalti degli impianti del Foro Italico difficilmente ci saranno spettatori. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri preferisce restare cauto sulla presenza di pubblico sulle tribune del ‘Centrale' e degli altri campi ("Il 9 maggio è presto", ha detto a 'Un giorno da pecora'). Nel secondo fine settimana di maggio presso lo stadio della Canoa di Ivrea andranno di scena gli Europei di canoa slalom che saranno anche tappa di qualificazione olimpica lungo il cammino verso Tokyo 2020. A fine maggio il popolo delle due ruote è pronto ad affollare – concetto per il momento effettivamente non più possibile – le tribune dell'una o dell'altra curva del circuito del Mugello. Tutti e due eventi che, al momento, non prevedono l'apertura dei cancelli al pubblico. Giugno sarà il mese del calcio, dell'atletica leggera e della Nations League di pallavolo. Con almeno il 25% della capienza dell'Olimpico (circa 16-18 mila persone saranno ammesse) che ospiterà i tre incontri dell'Italia (l'11 contro la Turchia, il 16 con la Svizzera, il 20 con il Galles), il 10 giugno le stelle dell'atletica leggera animeranno lo stadio ‘Ridolfi' di Firenze ma potranno essere applaudite solo dagli addetti ai lavori. Non sono ancora contemplati spettatori alla Nations League di Volley maschile e femminile assegnata alla Riviera Adriatica, nello specifico alla città di Rimini. La località romagnola dal 25 maggio al 27 giugno vedrà impegnate ben 32 nazionali di cui 16 femminili e 16 maschili. Le 248 partite saranno a porte chiuse. A fine giugno, a meno di un mese dalle Olimpiadi di Tokyo, il Friuli Venezia-Giulia e la città di Trieste ospiteranno gli Europei di softball. Per le azzurre sarà un test importante in vista del torneo olimpico. Ai primi di luglio, dal 2 all'11, è previsto il Giro d'Italia femminile. Nella seconda parte di stagione l'Italia ospiterà altre manifestazioni internazionali che hanno sempre richiamato tanti spettatori e, essendo più lontane, c'è speranza che potranno avere la presenza di pubblico. Si tratta del Mondiale di mountain bike a fine agosto (25-29) in Val di Sole in Trentino, territorio dove il turismo proprio in questo periodo è molto forte. Meno di due settimane dopo la città di Trento sarà sede dell'Europeo di ciclismo su strada. Torino, Avigliana e Settimo Torinese dall'11 al 19 settembre formeranno la capitale europea del baseball. Sui diamanti del Piemonte si giocheranno le partite valide per il Campionato europeo. Domenica 12 settembre è in agenda un altro evento che richiama migliaia di persone: il Gran Premio di Formula 1 a Monza. Prima del grande inverno, l'ultimo prestigioso evento sportivo dell'anno 2021 in Italia sarà la finale dell'Atp Tour al Pala Alpitour di Torino dal 14 al 21 novembre.
Una tisana a base di spirea ulmaria che aiuta a eliminare la sensazione di gonfiore. Ce ne parla Angelica Amodei nel nuovo numero della rubrica Sorsi di Benessere. vbo/
La duchessa di Sussex, Meghan Markle, non ha potuto recarsi a Londra per il funerale del principe Filippo ma ha seguito le esequie dalla California.
AGI - Nuova violenta aggressione a Colleferro, comune della città metropolitana di Roma dove, nel settembre scorso, venne picchiato a morte il cuoco di origine capoverdiana Willy Monteiro. Un 17enne della zona è stato pestato con calci e pugni da un gruppo di ragazzi che gli hanno fratturato la mascella e il setto nasale e poi sono fuggiti facendo perdere le proprie tracce. Due giovani sarebbero stati portati in commissariato dalla Polizia e la loro posizione è al vaglio degli inquirenti. L'aggressione è avvenuta in strada nel centro cittadino nel tardo pomeriggio, davanti a diversi passanti: tre giovani sono arrivati in macchina e hanno aggredito il ragazzo. La denuncia è arrivata dal sindaco Pierluigi Sanna con un post su Facebook: "Un fatto gravissimo e inaccettabile, che fa venire i brividi alla nostra comunità", ha commentato, "giovani che picchiano un giovane minorenne, di giorno, su Corso Turati e scappano, non possono rimanere impuniti". "Le nostre ferite sono ancora troppo aperte su queste questioni", ha aggiunto, alludendo al caso Willy.
La Roma è tornata. Soprattutto nei cuori. E’ tornata la vela e con essa la voglia di inebriarsi di vento, di essere padroni del proprio destino. “La Roma è solo l’apripista di tutte le regate che verranno – commenta soddisfatto il presidente del CNRT Alessandro Farassino - a cominciare dalla Lunga Bolina che parte qui da Riva, fino a La Duecento che risveglia Caorle e l’alto adriatico. E torneremo in acqua anche noi, con la Roma-Giraglia di Settembre. Un calendario FIV fittissimo che speriamo venga rispettato. Sembra che ci stiamo mettendo alle spalle questo maledetto covid e ricominciamo a guardare avanti. La Roma è tornata non solo nelle barche che l'hanno corsa, ma anche nei cuori di coloro che hanno partecipato. Io, da romano acquisito, mi ritrovo in una famosa canzone di Venditti… ‘certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano’. Ecco… questo amore l’ho letto negli occhi di tanti che conosco benissimo, come Tullio Picciolini o France sco Mengucci o Pietro D’Alì, ma anche in marinai che approcciavano alla Roma per la prima volta e che hanno scoperto quanta bellezza e quanto Oceano abbiamo nel nostro piccolo e splendido Mar Mediterraneo.” ROMA PER TUTTI La "Garmin Marine Roma per tutti" è stata avvincente. Kuka3, Cookson 50 svizzero condotto da Franco Niggeler, Pietro D’Alì e Mitch Booth, ha dominato la competizione difendendosi bene dagli attacchi e mettendo così in bacheca la prestigiosa Coppa Don Carlo. Era scesa in acqua per vincere ed ha vinto. Ma onore al merito va anche a Scheggia, Swan 42 di Nino Merola, che si è battuto come un leone coadiuvato da Alberto Bona e Cecilia Zorzi, ed aveva accarezzato, per un breve periodo, anche l’idea della vittoria overall. Lipari è sempre un crocevia di emozioni, dove facilmente si entra Papi e si esce Cardinali. Ma così non è stato. Dopo una discesa imperiosa ma non facile con tanto vento contro, la ‘petole’ di Lipari ha colpito, anche se i venti non sono stati assenti come in altre occasioni. Ma il giro impazzito delle ariette intorno a quest'isola mette sempre in difficoltà le barche. Una cima incattivita ha fatto perdere tempo a Kuka3 nel passaggio, ma poi a bordo hanno innestato il turbo arrivando per primi nel vento che li ha sospinti fino a Riva di Traiano. "E' stato impegnativo - ha commentato Franco Niggeler - anche perché era la prima regata dopo un anno e mezzo. Poi è stata tutta bolina. Bolina ad andar giù e bolina a tornare. A Lipari il vento è calato ma, una volta passata l'isola, abbiamo avuto la fortuna di entrare dentro al fronte che arrivava e poter poi prendere una rotta diretta verso Riva di Traiano. L'equipaggio è stato eccezionale. Dei ragazzi bravissimi, un team di amici, di persone che stimo, molto bravi e sono davvero felice di lavorare con loro". Dietro di lei il secondo posto non è stato mai in discussione. C’era Scheggia e poi, molto dietro, la flotta che battagliava. Muzika2 e Sir Biss se le sono sportivamente suonate di santa ragione. Ha prevalso l’X442 di Simone Taiuti che, in compensato, ha preceduto di circa un’ora e trenta il Sydney 39 di Giuliano Perego. Queste le classifiche finali IN TEMPO REALE - 1) Kuka3 2) Scheggia 3) Muzyka2 IRC -1) Kuka3 2) Muzyka2 3) Sir Biss ORC -1) Kuka3 2) Scheggia 3) Muzika2 ROMA PER 2 Il vincitore che non ti aspetti è lui, Davide Paioletti, una rabbia di vela sempre composta che è però montata nel tempo fino a questo eccellente risultato. Sul traguardo è stato si preceduto da MIA, che ha conquistato la Line Honours, ma trattavasi di uno Swan 48 contro un Sunfast 3600. Le alchimie dei rating che l’Uvai maneggia con la delicatezza di una fragile porcellana, hanno rimesso tutte le barche in riga, secondo le loro effettive performance. "Questa vittoria parte già da terra - dichiara Davide Paioletti - con la preparazione della barca e un'attenta preparazione fisica. Poi siamo stati molto veloci, abbiamo azzeccato la tattica e quindi è stata una regata tutta davanti, a parte qualche momento prima di Lipari, quando abbiamo deciso di passare ad est di Salina. Poi la risalita è stata estremamente veloce". Andrea Caracci: "Con il nostro Swan 48 anche questa regata dura è stata alla fine abbastanza facile, proprio perché lo Swan si presta molto ad affrontare condizioni meteo impegnative. Viceversa sarebbe stato molto svantaggiato in caso di meteo leggero e infatti nel giro di Lipari abbiamo un po' sofferto" E queste sono le classifiche generali. MIA (Luigi Stoppani e Andrea Caracci) porta comunque a casa il Trofeo più ambito, il Trofeo dell’Ammiraglio che, da due anni era nelle mani di Libertine (Marco Paolucci e Lorenzo Zichichi) che hanno perso il siluro del bulbo mentre erano in testa alla corsa. Per Loli Fast (Davide Paioletti e Giovanni Bonzio) una discesa verso Lipari sempre “core a core” con JK Sail (Luca Davoli e Vincenzo Race) e, dopo un passaggio a Lipari fatto quasi in contemporanea, si assisteva alla ripartenza immediata del Sunfast 3600, che si metteva nella scia dello Swan 48 e non lo mollava di un miglio fino alla fine. JK Sail con qualche miglio da recuperare, faceva scelte diverse cercando arie sotto costa. Opzione che era pagante ma non fino in fondo. Alla fine doveva accodarsi al duo di testa ed accontentarsi di un comunque splendido terzo posto overall. In IRC e ORC a conquistare il terzo gradino del podio, è stato invece il Sunfast 3200 Mima, di Enrico Fossati e Diego Tisci. In IRC il secondo gradino del podio è stato conquistato dalla stacanovista Andrea Barbera che dopo aver fatto su e giù per il Tirreno (è partito da Agrigento per partecipare alla Roma) ha conquistato questo splendido secondo posto insieme al decano dei ministi italiani Stefano Paltrinieri. In ORC il secondo posto premia un equipaggio "di casa", composto da Francesco Mengucci e Stefano Greco a bordo del Sunfast 3200 UMA Fast. IN TEMPO REALE -1) MIA 2) Loli Fast 3) JKSail IRC - 1) Loli Fast 2) Firstissimo 3) Mima ORC - 1) Loli Fast 2) UMA Fast 3) Mima RIVA PER TUTTI La Riva per tutti, corta (si fa per dire) di 218 miglia fino a Ventotene e ritorno, ha avuto il pregio sportivo (e la sfiga) di prendersi tutto il maltempo di questi giorni. Mentre la flotta della Roma, infatti, proseguiva verso Lipari mettendosi alle spalle il maltempo, il giro di boa dell’isola riportava gli equipaggi della Riva nel pieno della perturbazione. E siccome i guai non vengono mai da soli, un bel giro di vento faceva si che la loro corsa fosse ancora più bagnata (e con il vento di nuovo in faccia). La parte del leone l’ha fatta Gianluca Lamaro con il suo J99 Palinuro, che ha raccontato così la sua corsa: “Da un punto di vista tattico è andata bene. Nella discesa verso Ventotene siamo stati gli unici a lasciare Ponza alla nostra sinistra e questa è stata una delle scelte più redditizie della nostra regata. La risalita è andata altrettanto bene. Siamo passati tra Ponza e Zannone, mentre gli altri sono passati fuori Ponza Abbiamo fatto molta meno strada”. Di strada ne ha fatta, invece, tantissima e velocemente il giovanissimo Daniele Spiridigliozzi che ha gestito con consumata maestria il timone dell’Elan E5 Nimbus 2000 e con un finale di regata strepitoso ha conquistato il secondo posto. Il terzo posto è andato ad Allegro e Appassionato, First 41S5 di Maurizio Gambini. In tutto ciò dobbiamo raccontare anche del secondo posto in tempo reale dell’unico equipaggio in doppio rimasto in gara, ovvero Podracer, un bellissimo GS 34 Race condotto da Giovanni Manni e Riccardo Macchi.
Uno non esclude l’altro, ma dipenderà da una serie di situazioni. Il Milan monitora da...
AGI - Il presidente Joe Biden ha giocato a golf per la prima volta nella sua presidenza, calcando i fairway di Wilmington, la sua città natale. Il corteo del prediente dem è arrivato al Wilmington Country Club non annunciato, verso l'ora di pranzo. Sorpresi, i soci del lussuoso club privato sono fermati e alcuni hanno tirato fuori i cellulari per filmare lo spettacolo. I giornalisti che viaggiavano con Biden non sono stati in grado di vedere il presidente giocare. La Casa Bianca ha detto che i partner di gioco di Biden erano Ron Olivere, suocero del defunto figlio di Biden, Beau, e il consigliere senior Steve Ricchetti. Questa non è stata solo la prima volta che Biden ha dedicato una giornata al golf da quando ha preso il posto di Trump a gennaio, ma probabilmente la prima volta che molti americani hanno capito che gioca. Biden ha mantenuto il silenzio sulle sue abilità golfistiche, in contrasto con l'apertamente vanaglorioso Trump, che ha giocato il più spesso possibile durante il mandato. "Ama il gioco, gioca e lo rispetta", ha detto l'architetto di golf Robert Trent Jones, che ha progettato il campo di Wilmington, a Morning Read. Quando era vice presidente sotto Barack Obama, Golf Digest scrisse che aveva un impressionante handicap di sei. Il ritorno di Biden al gioco arriva alla fine di una settimana frenetica in cui ha annunciato sanzioni contro la Russia, ha incontrato il primo ministro del Giappone alla Casa Bianca e ha causato polemiche con un caotico tentativo di definire la sua politica sull'accettazione dei rifugiati negli Stati Uniti. Ma con il lancio del vaccino contro il coronavirus che va a gonfie vele e un sondaggio Pew che gli dà un indice di gradimento del 59%, Biden potrebbe aver sentito che era il momento di rilassarsi.
Un ragazzo di 17 anni è stato aggredito dal branco a Colleferro: le forze dell’ordine stanno indagando per arrestare gli artefici del gesto.
AGI - L'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica (Aiea), che è responsabile del monitoraggio del programma nucleare iraniano, ha "verificato" che l'Iran ha iniziato la produzione di UF6 arricchito al 60% di U235 nell'impianto pilota di Natanz di arricchimento del combustibile". "Secondo l'Iran, il livello di arricchimento dell'UF6 prodotto era del 55,3% di U235. L'Agenzia ha preso un campione dell'UF6 prodotto per verificare in modo indipendente il livello di arricchimento dichiarato dall'Iran. I risultati di questa analisi saranno comunicati dall'Agenzia agli Stati membri a tempo debito", sostiene l'Aiea in una dichiarazione. I progressi a Vienna Intanto, l'Ue, la Russia e l'Iran parlano di progressi nei colloqui ripresi a Vienna. L'inviato dell'Unione Europea Enrique Mora ha detto che "sono stati fatti progressi in un compito tutt'altro che facile. Abbiamo bisogno ora di un lavoro più dettagliato". L'ambasciatore russo a Vienna Mikhail Ulyanov ha aggiunto che "i partecipanti hanno preso nota con soddisfazione dei progressi fatti finora e hanno espresso la determinazione a continuare i negoziati al fine di completare con successo il processo il più presto possibile". I negoziati servono a determinare quali sanzioni gli Stati Uniti dovrebbero eliminare e le misure che l'Iran dovrebbe prendere per contenere il programma proprio nucleare. Il capo della delegazione iraniana Abbas Araghchi ha osservato su Telegram che "una buona discussione ha avuto luogo all'interno della commissione congiunta". "Sembra che un nuovo accordo stia prendendo forma e c'è ora un obiettivo finale comune tra tutti", ha aggiunto. Pur notando che tutte le parti sembrano essere d'accordo sul percorso da seguire, Araghchi ha messo in guardia: "Questo non sarà un percorso facile. Non è che i disaccordi siano stati risolti. Ci sono ancora gravi disaccordi che devono essere ridotti durante i futuri negoziati".
Un 17enne è stato vittima di un pestaggio oggi a Colleferro, il paese in provincia di Roma finito sotto i riflettori per la tragica uccisione di Willy Duarte Monteiro, il giovane cuoco di origine capoverdiana morto in circostanze analoghe dopo aver tentato di difendere un amico. Ad aggredire il 17enne, trasportato poi in ospedale in codice rosso, sarebbe stato un gruppo di tre o quattro ragazzi. "L’aggressione di oggi pomeriggio su Corso Turati è un fatto gravissimo e inaccettabile, che fa venire i brividi alla nostra Comunità", ha scritto su Facebook il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna. "Giovani che picchiano un giovane minorenne, di giorno, su Corso Turati e scappano, non possono rimanere impuniti. Sono in contatto continuo con il Pronto Soccorso per avere notizie sullo stato di salute della vittima dell’aggressione, attualmente in codice rosso", si legge nel post, dove Sanna i spiega che "attendiamo tutti notizie ufficiali dalla Polizia di Stato che chiariscano la dinamica dei fatti: sappiamo che sono vicini all’arresto dei colpevoli. Le nostre ferite sono ancora troppo aperte su queste questioni: il nostro dolore e la nostra indignazione sono particolarmente vasti".
AGI - Aleksei Navalny rischia un arresto cardiaco "da un momento all'altro": la sua salute si sta rapidamente deteriorando, avvertono i suoi medici chiedendo accesso immediato al dissidente, il più famoso detenuto della Russia. Dal 31 marzo, l'oppositore del presidente Putin è in sciopero della fame per chiedere un trattamento medico adeguato per il mal di schiena e l'intorpidimento di mani e gambe che lo affliggono in carcere. In carcere da febbraio Navalny, 44 anni, è stato incarcerato a febbraio e sta scontando due anni e mezzo, per vecchie accuse di appropriazione indebita, in una colonia penale nella città di Pokrov, circa 100 chilometri a est di Mosca. Il medico personale di Navalny, Anastasia Vasilyeva, e altri tre medici, tra cui il cardiologo Yaroslav Ashikhmin, hanno chiesto ai funzionari della prigione di concedere loro un accesso immediato. "Il nostro paziente può morire in qualsiasi momento", ha scritto Ashikhmin su Facebook, indicando gli alti livelli di potassio del politico dell'opposizione e dicendo che Navalny dovrebbe essere spostato in terapia intensiva. "L'aritmia fatale può svilupparsi in qualsiasi momento". Biden e l'ingiustizia Sul caso Navalny è intervenuto il presidente americano, Joe Biden, che ha recentemente imposto sanzioni contro Mosca per le interferenze nelle elezioni Usa e i cyber attacchi e guarda con preoccupazione all'escalation in Ucraina. "E' totalmente, totalmente ingiusto. Totalmente inappropriato", ha affermato a proposito delle condizioni in cui è detenuto l'oppositore russo. L'avvelenamento ad agosto Navalny è sopravvissuto a malapena a un avvelenamento con l'agente nervino Novichok in agosto, per il quale ha accusato il Cremlino. I suoi medici dicono che il suo sciopero della fame potrebbe aver esacerbato le sue condizioni. Avere livelli di potassio nel sangue superiori a 6,0 mmol (millimole) per litro di solito richiede un trattamento immediato. Quelli di Navalny sono a 7,1, hanno detto i medici. "Questo significa sia una funzione renale compromessa che gravi problemi di ritmo cardiaco possono accadere in qualsiasi momento", si legge sull'account Twitter della Vasilyeva. I medici hanno detto che deve essere esaminato immediatamente "tenendo conto degli esami del sangue e del suo recente avvelenamento". Situazione critica La portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, che lo ha accompagnato quando è collassato su un aereo dopo l'avvelenamento in agosto, ha detto che la situazione è di nuovo critica. "Alexei sta morendo", afferma su Facebook. "Con le sue condizioni è una questione di giorni". La partavoce ha aggiunto di sentirsi come se fosse "di nuovo su quell'aereo, solo che questa volta sta atterrando al rallentatore", sottolineando che l'accesso a Navalny sia limitato e pochi russi sappiano cosa gli accade in prigione. Più di 70 importanti scrittori, artisti e accademici internazionali, tra cui Jude Law, Vanessa Redgrave e Benedict Cumberbatch, hanno invitato Putin a garantire che Navalny riceva immediatamente un trattamento adeguato. Il loro appello è stato pubblicato ieri sera dal giornale francese Le Monde. Il team di Navalny ha annunciato in precedenza i piani per mettere in scena quella che hanno detto sarebbe stata "la più grande protesta della Russia moderna". Presto una nuova manifestazione Gli alleati di Navalny hanno detto che avrebbero fissato una data per la protesta una volta che 500.000 sostenitori si fossero registrati su un sito web. A partire da sabato, più di 440.000 persone si erano iscritte. Yarmysh ha esortato più russi a iscriversi, dicendo che una grande manifestazione potrebbe aiutare a salvare la vita di Navalny. "Putin reagisce solo alle proteste di massa", ha aggiunto. All'inizio della settimana, la moglie di Navalny, Yulia, che lo ha visitato nella colonia penale, ha detto che suo marito ora pesa 76 chilogrammi: ha perso 9 chilogrammi dall'inizio dello sciopero della fame.
Mille bauli sono stati disposti in piazza del Popolo a Roma, per dare vita alla protesta dei lavoratori dello spettacolo, paralizzati dalla pandemia.
Un palazzo nel centro di Roma donato dal Vaticano ai senza fissa dimoraView on euronews
Sabrina Ferilli, i Ricchi e Poveri, il professor Francesco Vaia e il professore Matteo Bassetti tra gli ospiti della puntata di ‘Domenica In’, in onda domenica 18 aprile alle 14 su Rai1, in diretta dagli Studi ‘Fabrizio Frizzi’ di Roma e condotta da Mara Venier. Sabrina Ferilli si racconterà in una ampia intervista tra carriera e vita privata. I Ricchi e Poveri, invece, si esibiranno in studio cantando alcuni dei loro grandi successi oltre a raccontare alcuni episodi della loro lunga carriera artistica e Rocio Munoz Morales interverrà per presentare il suo primo romanzo ‘Un posto tutto mio’. Ancora spazio alla musica con i ‘Coma_Cose’ che presenteranno il loro nuovo album contenente il singolo ‘Fiamme negli occhi’ che si è aggiudicato il disco d’ oro. L’imitatore Vincenzo De Lucia si esibirà con alcuni dei suoi personaggi, mentre per lo spazio informativo su vaccini e Covid sarà in studio il prof. Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma mentre in collegamento il prof. Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive presso l’ospedale San Martino di Genova. E ancora Alessandro Sallusti, direttore de ‘Il Giornale’, Donatella Rettore, in attesa di essere vaccinata e Letizia Moratti, vicepresidente della Regione Lombardia e Assessore al Welfare.
Il Principe William e il Principe Harry al termine del funerale del Principe Filippo si sono rivolti la parola. Potrebbero aver fatto pace?
AGI - Un processo "politico" che si appresta ad affrontare a "testa alta" con "sopportazione cristiana". Così Matteo Salvini reagisce al rinvio a giudizio, accusato del sequestro dei migranti a bordo della Open arms per lo stop allo sbarco, nell'agosto del 2019, quando era ministro dell'Interno."Mi spiace solo per il tempo che toglierò ai miei figli", aggiunge il segretario leghista, che subito dopo attacca i giudici. "Quel che si è deciso in quest'aula ha un sapore politico più che giudiziario", sostiene incontrando i giornalisti con al fianco il suo avvocato, Giulia Bongiorno. Un colpo atteso Nella Lega si cerca di attutire un 'colpo' che comunque era atteso. "Non vado a casa preoccupato, se avessi qualcosa da temere sarei preoccupato ma ho esercitato il diritto/dovere della difesa della patria, articolo 52 della Costituzione", scandisce il capo del partito di via Bellerio. "Fortunatamente i giudici non decidono chi vince le elezioni e chi guida i partiti", continua. Per Salvini la differenza di parere mostrata dai giudici di Catania e di Palermo - per due casi a suo giudizio del tutto simili, con il gup Nunzio Sarpietro che ha chiesto il non luogo a procedere per il caso Gregoretti - dimostra l'urgenza dell'avvio di una "riforma della giustizia". Il segretario leghista annuncia che al processo potrebbe chiedere la testimonianza di Luca Palamara. E torna ad attaccare Enrico Letta per il suo incontro con Oscar Camps, fondatore dell'ong Open arms. Dal segretario del Pd non si aspetta solidarietà, dice; lui "l'ha già espressa - aggiunge -: mettendosi la felpa degli stranieri" di Open arms. Il silennzio di dem e M5s Nella maggioranza di governo, Pd e M5s scelgono il silenzio davanti alla notizia di rinvio a giudizio di Salvini. Tra i dem non si segnalano commenti mentre nei 5 stelle l'unico a parlare è il presidente della commissione Giustizia della Camera Mario Perantoni, il quale tiene a sottolineare che le basi per la riforma della giustizia sono già state avviate ma riguardano il giusto processo ("Nessuno pensi di riformare i giudici, la loro autonomia e indipendenza a garanzia dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge"). D'altronde, il 30 luglio scorso, M5s, Pd, Iv, Leu e Autonomie avevano votato a favore la richiesta di autorizzazione a procedere contro il leader della Lega Matteo Salvini, avanzata dal Tribunale dei ministri di Palermo. Non erano bastati i voti contrari del centrodestra e il Senato aveva autorizzato. La solidarietà del centrodestra Massima solidarietà, invece, dagli alleati di Forza Italia e Fratelli d'Italia. "E' scioccante che venga mandato a processo chi da ministro dell'Interno ha fatto solo quello che il suo mandato gli imponeva di fare: difendere i confini della Nazione e combattere l'immigrazione clandestina di massa. A Matteo il mio abbraccio sincero", dice la presidente di FdI Giorgia Meloni. "Perché solo Matteo Salvini è stato rinviato a giudizio per la vicenda Open Arms visto che si è trattato di una decisione condivisa da più ministri del governo Conte I?", si chiede il coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani. "Per noi la legge deve essere uguale per tutti e non soggetta a interpretazioni politiche. Siamo solidali con Matteo Salvini", aggiunge. 'Io sto con Salvini' Diffusa la solidarietà del popolo leghista, mentre su Twitter, l'hashtag 'io sto con Salvini' è top trend italiano.Tra i leghisti più combattivi a sostegno del leader il vice presidente del Senato Roberto Calderoli. "E' veramente triste, in termini di giustizia, vedere una richiesta di archiviazione da parte del procuratore a Catania e vedere a Palermo, per fatti sostanzialmente identici, un rinvio a giudizio", dice. "Occorre ribadire il ruolo della politica che non può soggiacere a chi deve solo applicare le leggi e non deve fare valutazioni su decisioni che sono solo politiche". "Mentre Salvini va a processo per avere difeso l'Italia contro gli scafisti e la criminalità organizzata che ci sta dietro, Letta applaude i traghettatori di Open Arms e sta con i clandestini", fa notare l'ex sottosegretario Stefano Candiani. "Così come era cominciato, con un voto politico in Senato, il processo di Palermo a Matteo Salvini puzza da lontano di nuovo tentativo di spallata giudiziaria targata Pd contro la Lega e Salvini. Non dimentichiamo i retroscena del caso Palamara". "Se la magistratura dovesse essere coerente dovrebbe rinviare a giudizio con Salvini i membri del governo dell'epoca, che con lui, come si evince anche dagli atti parlamentari, hanno condiviso scelte e procedure. Se quella del Senato fu una scelta 'politica', a mio avviso in contrasto con i fatti, ma presa in una sede comunque politica, sulla base di opinabili valutazioni appunto politiche, meraviglia la valutazione della magistratura di Palermo", scrive Maurizio Gasparri, presidente della giunta immunità del Senato. "Anche qui la decisione rischia di apparire 'politica', in una sede però che dalla politica dovrebbe prescindere. Per Salvini, che nel merito ha mille ragioni, che io stesso ho argomentato in Senato da relatore, il giudizio, ingiusto, sarà un luogo per una battaglia di verità. Per il resto il libro di Sallusti sul caso Palamara ha detto parole definitive. Sulle quali il Parlamento dovrebbe riflettere e agire". "Avanti con Draghi ma risponderemo colpo su colpo" Salvini ha iniziato la conferenza stampa in Tribunale tornando a parlare della "soddisfazione" per le riaperture decise ieri dal governo. Nella Lega il via libera agli allentamenti delle restrizioni anti-Covid, per quanto riguarda soprattutto le attività all'aperto, è considerato un vittoria di partito contro la linea dei 'rigoristi' in Cdm, Roberto Speranza, Dario Franceschini e Stefano Patuanelli. Il segretario leghista è soddisfatto anche dei risultati del piano vaccinale dei quali si è complimentato - ha riferito - anche con il generale Francesco Paolo Figliuolo. Non vi sono motivi, quindi, allo stato, per mettere in discussione il sostegno della Lega - mai così convinto come finora - all'esecutivo di Mario Draghi. Anche se la 'convivenza' con forze politiche così eterogenee è sempre più difficile. E il rinvio a giudizio a Palermo rischia di complicare ulteriormente equilibri costruiti tra i bicchieri di cristallo. Salvini non ha gradito in alcun modo l'acceleratore di Enrico Letta sul ddl Zan, spinto a pochi giorni dal loro primo faccia a faccia, né tantomeno l'incontro e la foto con la felpa di Open arms alla vigilia della sua udienza palermitana. Il capo della Lega si sente 'sotto attacco' da una parte della magistratura, politicamente orientata, ed è possibile che nelle prossime settimane questo influisca sui rapporti tra i partiti di governo. Non tanto in senso veramente destabilizzante ma piuttosto attraverso un pressing salviniano nei confronti degli altri partiti sulle richieste già manifestate nei giorni scorsi: basta attacchi, provocazioni, insulti quotidiani e insistenza su temi divisivi. Il problema è che anche Leu e Pd chiedono da tempo, invano, a Salvini di sospendere gli attacchi, a intermittenza durissimi, al ministro della Salute Speranza. Per fare la 'pace', quantomeno siglare una tregua, bisogna essere in due.
Il vigile urbano Bruno Guidotti, capitano della Polizia Municipale dell’unità Operativa Infortunistica Stradale è morto dopo aver contratto il Covid.
AGI - Sebbene le riaperture siano state già definite una decina di giorni fa, le vie della Repubblica di San Marino nonostante il week end sono deserte e molte serrande sono abbassate. Sul Titano da lunedì scorso ristoranti e bar sono aperti fino alle 21.30 mentre dal 19 aprile tale orario si sposterà alle 23 e torneranno operative anche le palestre. “Non è che dal punto di vista lavorativo ci sia tutta questa corsa al ristorante - afferma lo chef Luigi Sartini, noto ristoratore sammarinese - anche perché l'orario delle 21.30 in mezzo alla settimana per gente che lavora è difficile da mettere in pratica. Le aspettative - sostiene - salgono per la prossima settimana. Si nota una differenza sulle fasce d'età – spiega in merito alle paure di contagiarsi Sartini che è anche presidente dell'Usot, l'associazione sammarinese degli operatori turistici -. Chi ha qualche anno in più sta un po' sulle sue, è molto timoroso, chiede determinate garanzie, mentre la fascia più giovane è più spigliata”. Per la vera ripartenza San Marino attende quindi l'Italia che ha già definito il suo calendario di riaperture dal 26 aprile: senza i turisti, gli italiani e in particolare i romagnoli, gli esercizi pubblici del Titano non reggono solo con la clientela locale. Le vaccinazioni con Sputnik Nel frattempo nel piccolo Stato le vaccinazioni anti-Covid stanno andando avanti speditamente soprattutto grazie al russo 'Sputnik V': il totale delle somministrazioni dall'inizio della campagna fino alla giornata di ieri è di 21.384 di cui 12.948 sono le persone vaccinate con la prima dose e 8.436 con anche la seconda. Se a questi dati si aggiungono coloro che hanno contratto il virus ne emerge che circa il 50% della popolazione target è già immunizzata. In caso di parere favorevole dell'Ema sul siero russo, potrebbe aprirsi la possibilità che il Titano collabori per somministrarlo ai lavoratori frontalieri che sono migliaia. Nei giorni scorsi i centralini del centro prenotazioni sono stati invasi da chiamate di italiani che chiedevano la possibilità di acquistare lo Sputnik, richieste che sono state tutte respinte poiché per il momento questo siero è riservato solo agli utenti seguiti dal servizio sanitario sammarinese. Casi di Covid in calo Scendono intanto sul Titano i casi totali di Covid: l'ultimo bollettino diramato dall'Istituto di sicurezza sociale ne conta in totale 215 considerati gli otto nuovi contagiati e i 42 guariti. Dall'inizio della pandemia San Marino ha contato 5.026 contagiati e 87 decessi. Nel piccolo ospedale statale sono attualmente ricoverate 22 persone di cui quattro si trovano nel reparto di terapia intensiva. Il nosocomio sammarinese ha affrontato settimane difficili in cui le rianimazioni hanno esaurito i loro posti a disposizione. Sul fronte degli spostamenti, come annunciato anche dall'Italia, anche il governo sammarinese sta predisponendo un pass che attesterà l'avvenuta vaccinazione. Un provvedimento atteso che però necessiterà, secondo le autorità locali, di un coordinamento europeo.