De Zerbi: "Servono 2-3 vittorie per inseguire l'Europa"
L'allenatore del Sassuolo ha parlato, in conferenza stampa, alla vigilia del recupero di campionato contro il Torino.
L'ex mister del Tottenham, esonerato nella giornata di lunedì, riprende la scena dell'assalto dei giornalisti nel tentativo di strappargli qualche parola.
AGI - Una giornata da dimenticare per Tesla: un doppio incidente a Houston, in Texas, è costato la vita a due persone, che erano a bordo di una Tesla model S a guida autonoma. Sabato sera, il veicolo stava accelerando quando si è schiantato contro un albero e si è subito incendiato. La tragedia ha avuto riflessi sensibili anche in borsa dove il titolo è andato giù: ha chiuso la seduta a Wall Street perdendo a fine sessione il 3,4% ma è arrivato a cedere anche il 6%. Sul grave episodio vogliono ora vederci chiaro la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) e il National Transportation Safety Board (NTSB) che hanno entrambi annunciato l'apertura di un'indagine.Il fatto che l'auto fosse a guida autonoma ha sollevato dubbi sull'affidabilità di questo tipo di veicoli, che rappresentano l'ultima frontiera dell'auto. Le autorità vogliono capire se il sistema avanzato di assistenza alla guida del veicolo, noto come Autopilot, fosse inserito al momento dell'incidente. E' la stessa funzione del pilota automatico a richiedere che la cintura di sicurezza del conducente venga allacciata per poter essere inserita, ed è anche progettata per avvisare il conducente se non sta tenendo le mani sul volante in modo frequente. L'incidente ha avuto eco anche al Congresso dove il senatore democratico Richard Blumenthal, membro della commissione Commercio, Scienza e Trasporti, ha chiesto una "supervisione completa" per prevenire le morti legate ai sistemi avanzati di assistenza alla guida. "Usare il sistema senza conducente di Tesla - o qualsiasi altro - non dovrebbe essere un rischio di morte", ha twittato. "I progressi nella tecnologia di guida devono prima di tutto essere sicuri". Autopilot è progettata per guidare mantenendo l'auto in una corsia di traffico e rallentando o fermando l'auto per evitare gli ostacoli davanti. Nello specifico, quel modello di auto la Tesla model S, potrebbe anche essere stato equipaggiato con una funzione più avanzata chiamata Full Self-Driving capability, o FSD, che è ora in fase di test ma per ora non si sa se la Tesla coinvolta nell'incidente di sabato scorso fosse dotata di questo software avanzato. No comment per ora da Tesla che in precedenza ha dichiarato più volte come Autopilot renda i suoi veicoli più sicuri di altri. Il fatto che sia inserito Autopilot non 'deresponsabilizza' il conducente: l'azienda infatti si raccomanda sempre di prestare comunque attenzione alla strada ed essere pronti a prendere il controllo del veicolo. Sul sito web, l'azienda nel dettaglio spiega che "le attuali funzioni Autopilot richiedono la supervisione attiva del conducente e non rendono il veicolo autonomo". E proprio nei giorni scorsi, prima che accadesse l'incidente, lo stesso ceo Elon Musk ha twittato che la funzione Autopilot è significativamente più sicura dei conducenti 'umani': "Tesla con Autopilot inserito ha 10 volte di meno la probabilità di fare un incidente rispetto al veicolo medio", ha detto. Secondo i dati citati da Musk e che sono quelli della National Highway Traffic Safety Administration, le Tesla con il pilota automatico inserito sono state coinvolte in un solo incidente ogni 4,19 milioni di miglia percorse nel primo trimestre di quest'anno. Gli stessi dati, ha ricordato Tesla, riportano un incidente ogni 484.000 miglia per le auto a guida umana. Ma coloro che criticano Autopilot evidenziano come questo tipo di confronti sulle miglia guidate non sia attendibile, dal momento che i conducenti che usano Autopilot possono essere più propensi ad attivarlo su autostrade ad accesso limitato dove ci sono minori possibilità di un incidente, mentre i dati della NHTSA riguardano tutte le miglia guidate, comprese quelle su strade locali con secondarie. Sempre secondo i critici, sarebbe sbagliato anche l'uso del nome "Autopilot", che incoraggerebbe i proprietari a credere che l'auto possa effettivamente guidare da sola. C'è da dire inoltre, come riportano alcuni media americani che proprio il National Transportation Safety Board, nel fare rapporto su un incidente mortale accaduto nel 2018 e che aveva visto coinvolta una Tesla con l'Autopilot inserito, aveva sentenziato che la casa automobilistica non stava facendo abbastanza per garantire che i conducenti rimanessero consapevoli e pronti a prendere il controllo dell'auto per evitare incidenti.
L’attrattiva di ogni segmento obbligazionario può variare con l’evolversi dei cicli economici e del credito: Columbia Threadneedle Investments mira a diversificazione, reddito, rendimento totale e tutela del capitale
AGI - “Del rapporto dell'Oms non sapevo nulla, l'ho scaricato dal web. Non sapevo nemmeno chi fosse Zambon, l'ho saputo da Report. Quando l'ho letto, ho pensato che non c'era nulla di drammatico e che fosse un documento utilissimo per tutti gli altri Paesi”. Lo dice all'AGI il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, a proposito del documento sui punti di forza e di debolezza nella gestione italiana del Covid scritto da Francesco Zambon e altri ricercatori, poi pubblicato per poche ore prima di essere rimosso dal sito dell'Oms. Sileri parla anche della vicenda del mancato aggiornamento del piano pandemico, collocandola in una una lunga sequela di non risposte alle sue pressanti richieste di chiarimento a quelle che definisce “mele marce” nel ministero. “Ancora oggi - sottolinea - io non so cosa sia successo nel ministero dal 2010 al 2017, ancora mi chiedo se sia stato costituito o meno un Comitato pandemico nazionale per la pandemia, come previsto dal piano. Aspetto che la Procura lo chiarisca”. Il punto di partenza sono due mail, datate 15 e 21 aprile 2020, in cui il direttore dell'Ufficio Malattie trasmissibili, Francesco Paolo Maraglino, risponde alle richieste di precisazioni, scrivendo che il piano “è stato emanato nel 2006 ed è stato aggiornato con specifici documenti inerenti la pandemia influenzale da A/H1N1 nel 2009-2010 (la cosiddetta suina, ndr). E' tuttora vigente”. “Maraglino - spiega il viceministro - mi risponde dopo molte telefonate in cui chiedevo di mandarmi il piano. Io a quel punto ho un documento ufficiale della direzione generale che mi dice che il piano è stato rinnovato nel 2009. Ma ho bisogno di sapere cos'altro è stato fatto, da medico annuso che c'è qualcosa che non va proprio riflettendo sull'esistenza di quel Comitato pandemico, una sorta di ‘testa' che avrebbe dovuto coordinare tutte le attività pre-pandemiche. Nel frattempo viene da me Claudio D'Amario (direttore della Prevenzione del ministero da febbraio 2018 a gennaio 2020, ndr) e mi dice che sono state fatte riunioni, gruppi di lavoro interministeriali, esercitazioni e gli chiedo di fornirmi delle prove documentali di queste attività. D'Amario aggiunge che il piano è stato rinnovato al 2016 e che è pronto anche il nuovo”. A maggio 2020 Sileri chiede ancora, come risulta da altre mail agli atti dell'indagine in cui è stato sentito come testimone, ulteriori precisazioni sul tema. “Intanto vengo a scoprire dal programma ‘Report' che il piano è del 2006, non è stato più aggiornato e integrato, come mi era stato detto da Maraglino, con i documenti del 2009. Le dico la verità: dal 2010 a oggi io non so cosa è stato fatto anche se l'ho chiesto e richiesto. So che a metà maggio mi è poi arrivata la bozza del nuovo piano attuale”. Nella mail di metà aprile Maraglino fa riferimento anche a un “piano che mi risulta secretato e da valutare se parlarne, ma è molto importante. Le sembra possibile che si scriva una frase così a un viceministro? Scusate, ma di che piano stiamo parlando? E' la testimonianza che nemmeno questo mi hanno detto. Io vengo a sapere quel giorno che c'è un piano di cui non sapevo nulla. Sono le proiezioni dello studio Merler o è un piano anti-Covid? Io ancora non l'ho capito”. Sileri riferisce di avere avuto le deleghe solo il 25 agosto del 2020, dopo essere stato nominato viceministro nel settembre 2019, il che significa un potere in quella fase molto più limitato. Alla domanda se prima dello scoppio della pandemia, sia mai stata affrontata la questione del piano pandemico risponde: “Il ministero lavora a tanti dossier e protocolli, quando devono essere rinnovati viene fatto un appunto per il ministro, il vice o un sottosegretario con deleghe specifiche. Abbiamo trovato solo due appunti indirizzati agli allora ministri Lorenzin e Grillo a firma Guerra e D'Amario. Nel febbraio del 2020 ci furono almeno due riunioni della task force in cui si parlò del piano pandemico”. Da lì in poi il suo racconto di continui tentativi di saperne di più con scarsi esiti. Spiega così la ragione per cui, una volta scoperto che era “un corpo estraneo” nel suo ministero, non si sia dimesso o abbia denunciato: “Mi sono fidato di ciò che mi hanno detto alcune ‘mele marce', non nella parte politica ma in quella ‘tecnica' e ho denunciato pubblicamente che il piano era del 2006 appena l'ho scoperto. Lo stesso Guerra continuava a dire che il piano era del 2016 e verbalmente questo si sentiva dire nel ministero. Ho chiesto pubblicamente anche la testa del segretario generale. I documenti che erano sul sito parlavano di piano aggiornato al 2016 e, se a me e al ministro si dice che il piano era del 2016, per noi è del 2016. Io da medico ho annusato che qualcosa non andava ma quando ho chiesto i documenti non mi sono mai stati dati. Ranieri Guerra quando se ne andò mi disse che c'era un piano pronto. In seguito mi ha chiesto di aiutarlo a capire se ci fosse questo piano perché, una volta andato, non aveva più accesso ai documenti. Dov'era questo piano? Va chiesto ai singoli, Ruocco (segretario generale del ministero, ndr), D'Amario e lo stesso Guerra, io e il ministro Speranza abbiamo trovato quello che abbiamo trovato”.
Gandini, presidente della Lega Basket Serie A, ha trattato i temi più caldi relativi al calcio italiano e non.
Possibile super finanziamento per fermare l'idea Superlega: Bloomberg racconta il rilancio UEFA
Malgrado l'elezione di Diaz-Canel a segretario del Partito Comunista, proseguono le proteste di democrazia sull'isolaView on euronews
Borja Mayoral si è preso la Roma: la scelta sul riscatto e tutte le cifre
Isola dei Famosi, Ubaldo aggredisce Vera: intervengono Massimiliano Rosolino e Ilary Blasi.
Vivendi dovrà risarcire 1,7 milioni di euro a Mediaset e Rti per non aver rispettato gli obblighi "preliminari e prodromici" relativi all'acquisto di Mediaset Premium, ma il gruppo francese non ha violato i patti parasociali, né può essere accusato di concorrenza sleale. Con questa sentenza i giudici del tribunale civile di Milano hanno messo fine, dopo cinque anni, al primo round di una lunga e complicata partita in cui il gruppo di Cologno Monzese è pronto a fare appello solo per la cifra del risarcimento. La partita resta aperta sul piano penale. Nella sentenza dei giudici (Daniela Marconi, Amina Simonetti e il presidente Angelo Mambriani), che arriva a circa due mesi dall'ultima udienza dell'11 febbraio scorso, si stabilisce la violazione del contratto da parte di Vivendi ma si respinge l'idea che siano stati 'raggirati', stabilendo in 1,7 milioni di euro il risarcimento - oltre 1,2 milioni di euro in favore di Mediaset e circa 514 mila euro per Rti - ben lontana dalla cifra di 3 miliardi chiesta dal Biscione. Vivendi "avrebbe senza dubbio potuto invocare il rimedio risarcitorio per il deficit di informazioni di impatto rilevante sugli indicatori fondamentali dell’impresa, ma non esercitare il diritto di recesso o rifiutare la stipulazione del contratto definitivo di scambio azionario". Il collegio ha ritenuto che l’operazione di acquisto, da parte di Vivendi, di azioni Mediaset a partire dal dicembre 2016 per un quantitativo di poco inferiore al 30% del capitale "non sia avvenuto in violazione delle previsioni del contratto" e che l’operazione "non possa essere ritenuta illegittima" in ragione della sentenza della Corte europea di Giustizia del 3 settembre scorso. Insomma nessuna concorrenza sleale. Respinte le altre richieste avanzate dal gruppo guidato dalla famiglia Berlusconi, compensate le spese processuali, rigettata la richiesta di Fininvest di un risarcimento per danno di immagine per il passo indietro dei francesi, è la sintesi della sentenza di quasi 90 pagine. E' l'estate 2016 quando Vivendi si 'rimangia' il contratto firmato l’8 aprile, cambiando le carte in tavola e mandando all'aria quella che viene annunciata come "un'alleanza strategica" per cogliere "ogni opportunità di sviluppo nel nuovo scenario globale del settore media". Il 25 luglio il gruppo francese inoltra una proposta alternativa dell'operazione: confermato lo scambio del 3,5% del capitale di Vivendi e del 3,5% del capitale di Mediaset, ma viene proposto l'acquisto del 20% del capitale di Mediaset Premium e non più del 100% della pay tv e di arrivare a detenere in tre anni circa il 15% del capitale di Mediaset attraverso un prestito obbligazionario convertibile, con l'effetto di diluire il potere della famiglia Berlusconi. Il gruppo del finanziere bretone Vincent Bolloré chiede in sintesi di non farsi carico della tv a pagamento ritenuta poco conveniente e di avere più azioni di quella generalista che invece continua a macinare utili. Una proposta indecente per il gruppo di Cologno Monzese, mentre per l’amministratore delegato di Vivendi Arnaud de Puyfontaine, il cambiamento fa seguito a una "difformità nell’analisi dei risultati" di Premium. La decisione di non onorare il contratto dà il via alla battaglia tra i due gruppi e porta, nell'agosto 2016, all’atto di citazione per ottenere l’esecuzione coattiva del contratto e "il risarcimento dei danni sin qui subiti da Mediaset stimati per ora in un importo pari a 50 milioni di euro per ogni mese di ritardo nell’adempimento da parte di Vivendi a partire dal 25 luglio 2016". Nonostante i tentativi di trovare un accordo fuori dall'aula del tribunale, oggi sono i giudici di Milano, dopo più udienze a colpi di memorie e consulenze, a emettere il primo verdetto e un risarcimento che scontenta il gruppo del Biscione. Tutta ancora da definire, invece, la battaglia sul fronte penale. La procura di Milano ha chiuso le indagini per i vertici di Vivendi, Vincent Bolloré e il ceo Arnaud de Puyfontaine, proprio sull'operazione del 2016 che portò il gruppo francese a effettuare diversi acquisti sul mercato di azioni Mediaset fino a salire a circa il 29% del capitale sociale di Mediaset che secondo il Biscione nascondeva l'intenzione di una scalata ostile al gruppo a seguito della 'guerra' scoppiata tra le due società per il mancato perfezionamento dell'accordo sulla compravendita di Mediaset Premium. Per i manager francesi le ipotesi di reato sono di "manipolazione del mercato" e "ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza", relativi all'acquisto di azioni e su presunte comunicazioni ingannevoli.
Un terribile lutto colpisce Scottie Pippen. La star Nba, compagno di squadra di Michael Jordan nell'epoca d'oro dei Chicago Bulls, ha annunciato sui social la morte del figlio Antron a soli 33 anni. "Con il cuore a pezzi annuncio che ieri ho detto addio al mio primogenito Antron", scrive Pippen su Twitter. "Entrambi -aggiunge- abbiamo condiviso l'amore per il basket. Antron soffriva di asma cronica e se non fosse stato per questo credo che sarebbe arrivato in Nba. Ma non si è mai lasciato abbattere: è sempre rimasto positivo e ha lavorato duro. Sono orgoglioso dell’uomo che era diventato. Per favore pregate per sua madre Karen e tutta la sua famiglia e i suoi amici. Un cuore gentile e un’anima bellissima se ne sono andati troppo presto. Ti amo, figlio mio. Riposa in pace finché non ci rivedremo". Antron era nato nel 1987 dal rapporto tra Pippen e Karen McCollum, diventata sua moglie l’anno dopo. La coppia ha divorziato nel 1990. Antron Pippen aveva giocato a basket per Texas A&M International e South Georgia Technical college.
AGI - Il Regno Unito ha registrato quattro decessi da Covid-19, segnando il livello di morti su base giornaliera più basso in oltre sette mesi. Come riportano i media britannici, il ministero della Salute ha annunciato altri 2.963 casi nelle ultime 24 ore, in calo del 17% rispetto ai numero della settimana scorsa. Il dato dei decessi del 19 aprile è il più basso dall'inizio di settembre ed è calato di quasi il 70% rispetto a sette giorni prima, quando si erano registrati 13 morti. Secondo i dati ufficiali, a oggi 10,1 milioni di britannici sono pienamente vaccinati contro il Covid-19 e quasi 33 milioni stanno aspettando il richiamo. Quasi un adulto su cinque è stato completamente immunizzato. Il primo ministro, Boris Johnson, ha sottolineato che il programma vaccinale del Regno Unito "ha gia' salvato migliaia di vite". "Voglio ringraziare il brillante staff e i volontari e sollecitare tutti coloro che sono chiamati a continuare a farsi avanti".
Il comandante dei carabinieri di Peschiera Borromeo Stefano Capenti è morto all'età di 47 anni a causa del Coronavirus.
È terminata l'assemblea della Lega Serie A: la posizione di Juventus, Inter e Milan.
Che look ha scelto Ilary Blasi per la decima puntata?
Amundi analizza gli afflussi ETF a livello globale nel mese di marzo e rileva un andamento positivo sia per l'azionario che per l'obbligazionario. Deflussi importanti anche per commodities e obbligazioni societarie. Rimane costante l'interesse per gli ETF ESG
Real, United, Arsenal, City e Chelsea verso l'esclusione da Champions ed EL? Venerdì la decisione
Si chiama Wariboko ed è la prima agenzia di management italiana per artisti afrodiscendenti
"Non mi permetto di commentare il padre da padre. Ma sul capo partito, sì". Lo dice Matteo Salvini a Quarta Repubblica su Rete4. "Spero che la linea difensiva di questo ragazzo -che mi auguro si riveli innocente- non sia che la ragazza abbia denunciato troppo tardi. La donna è vittima e l'altro deve giustificare anche se 4 contro 1 non è il massimo della vita...". "Io decine di volte ho difeso la sicurezza del mio Paese. Non da solo. Lo abbiamo fatto tutti insieme, poi al processo solo io... è palesemente un processo politico". "Mi sono arrivati tantissimi messaggi di giuristi e magistrati che mi hanno detto di vergognarsi per come suoi colleghi usano la toga" per intenti politici. "Sono incazzato perché a processo dovrebbero esserci i trafficanti di essere umani" e "io rischio più di uno stupratore". "Se ci fosse stato un dolo, delle omissioni che hanno portato a migliaia di morti... c'era un piano pandemico o no? si è perso tempo o no? Le risposte sono oggettive. Mentre nel mio sequestro di persone non è morto nessuno... Non mi vengano a dire che il piano dell'Italia, il piano di Arcuri e Speranza ha funzionato: l'Italia è il Paese con più morti". "Serve un riforma della giustizia perché non è possibile che a Bergamo funzioni in un modo e a Palermo in un altro". Soddisfatto da piano Draghi? "Ancora poco" dice. "Io sto al governo con un segretario di partito che fa le foto con chi mi vuole mandare in galera..." dice Salvini a proposito della foto di Enrico Letta con Oscar Camps, fondatore di Open Arms. "La pandemia come un'occasione per nuova idea della società? Questa è l'idea della sinistra, fa accapponare la pelle. Io al governo con questi che non stimo, ci sto per l'appello di Mattarella".
AGI - Chelsea, Real Madrid e Manchester City, tre club che hanno aderito al progetto di Super League, "dovrebbero essere espulsi dalla Champions League di questa stagione": lo ha detto alla tv danese DR il presidente della Federcalcio danese e membro del comitato esecutivo Uefa, Jesper Moller. La decisione, ha riferito Moller, sarà presa venerdì in una riunione straordinaria del comitato esecutivo. "I club stanno uscendo, e mi aspetto che accada venerdì. Poi dobbiamo vedere come finire la Champions League", ha detto. Riunione straordinaria della Lega Serie A alla quale hanno partecipato anche Juventus, Milan e Inter, nel giorno dell'annuncio della creazione della Super League di cui i tre club faranno parte. A quanto si apprende, la riunione si è conclusa ribadendo la posizione espressa nelle ore precedenti attraverso un comunicato congiunto con Uefa, le federazioni inglese, spagnola, Premier League, Liga e Figc, e cioè, di contrarietà al progetto. Alla riunione erano presenti tutti i club, collegati. E per la Juventus, a quanto si apprende, è intervenuto Andrea Agnelli che avrà un ruolo chiave nella Super League appena costituita e che è stata al centro del dibattito. E' emersa la contrarietà al progetto da parte degli altri club non coinvolti. Le Lega di Serie A tornerà a riunirsi martedì prossimo. Chi sono i fondatori Tre club italiani - Milan, Juventus e Inter - insieme con Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcelona, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham Hotspur hanno aderito in qualità di Club Fondatori. È previsto che altri tre club aderiranno come Club Fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare "non appena possibile", si legge in una nota. In futuro, i Club Fondatori auspicano l'avvio di consultazioni con Uefa e Fifa "al fine di lavorare insieme cooperando per il raggiungimento dei migliori risultati possibili per la nuova Lega e per il calcio nel suo complesso". La Uefa minaccia l'espulsione La Uefa e le autorità calcistiche dei tre paesi - Italia, Spagna e Inghilterra - hanno avvertito che i club saranno esclusi dalle competizioni nazionali e dalla Champions League e che ai giocatori dei club partecipanti "potrebbe essere negata l'opportunità di rappresentare le proprie nazionali". "Aiuteremo il calcio ad ogni livello e lo porteremo ad occupare il posto che a ragione gli spetta nel mondo" ha detto Florentino Perez, presidente del Real Madrid CF e primo presidente della Super League "Il calcio è l'unico sport davvero globale con più di quattro miliardi di appassionati e la responsabilità di noi grandi club è di rispondere ai loro desideri". Un nuovo modello di sviluppo “I 12 Club Fondatori hanno una fanbase che supera il miliardo di persone in tutto il mondo e un palmares di 99 trofei a livello continentale" ha detto Andrea Agnelli, presidente della Juventus e vicepresidente della Super League, "In questo momento critico ci siamo riuniti per consentire la trasformazione della competizione europea, mettendo il gioco che amiamo su un percorso di sviluppo sostenibile a lungo termine, con un meccanismo di solidarietà fortemente aumentato, garantendo a tifosi e appassionati un programma di partite che sappia alimentare il loro desiderio di calcio e, al contempo, fornisca un esempio positivo e coinvolgente”. La Juventus ha diffuso una nota in cui avverte che "i club fondatori faranno tutto quanto possibile per realizzare il progetto nel più breve tempo possibile" Tuttavia, "la Società non può al momento assicurare che il progetto sarà effettivamente realizzato né prevedere in modo preciso la relativa tempistica" e "non dispone quindi allo stato di tutti gli elementi necessari al fine di svolgere valutazioni di dettaglio sull'impatto che la Super League potrà avere sulle sue condizioni e performance finanziarie ed economiche". Joel Glazer, co-chairman del Manchester United e vicepresidente della Super League, ha aggiunto che "mettendo insieme i più grandi club e giocatori del mondo ad affrontarsi per tutta la stagione, la Super League aprirà un nuovo capitolo per il calcio europeo, assicurando una competizione e strutture di prim'ordine a livello mondiale, oltre a un accresciuto supporto finanziario per la piramide calcistica nel suo complesso". La creazione della Super League arriva in un momento in cui la pandemia, secondo i soci fondatori, ha accelerato l'instabilità dell'attuale modello economico del calcio europeo. "La pandemia ha evidenziato la necessità di una visione strategica e di un approccio sostenibile dal punto di vista commerciale per accrescere valore e sostegno a beneficio dell'intera piramide calcistica europea" si legge nella nota, "In questi ultimi mesi ha avuto luogo un ampio dialogo con gli stakeholders del calcio riguardo al futuro formato delle competizioni europee. I Club Fondatori credono che le misure proposte a seguito di questi colloqui non rappresentino una soluzione per le questioni fondamentali, tra cui la necessità di offrire partite di migliore qualità e risorse finanziarie aggiuntive per l'intera piramide calcistica". Come si disputerà la Super League Il format della competizione prevede 20 club partecipanti di cui 15 Club Fondatori e un meccanismo di qualificazione per altre 5 squadre, che verranno selezionate ogni anno in base ai risultati conseguiti nella stagione precedente. Saranno giocate partite infrasettimanali con tutti i club partecipanti che continueranno a competere nei loro rispettivi campionati nazionali, "preservando il tradizionale calendario di incontri a livello nazionale che rimarrà il cuore delle competizioni tra club". Ad agosto il calcio di inizio L'inizio è previsto ad agosto, con i club partecipanti suddivisi in due gironi da dieci squadre, che giocheranno sia in casa che in trasferta e con le prime tre classificate di ogni girone che si qualificheranno automaticamente ai quarti di finale. Le quarte e quinte classificate si affronteranno in una sfida andata e ritorno per i due restanti posti disponibili per i quarti di finale. Il formato a eliminazione diretta, giocato sia in casa che in trasferta, verrà utilizzato per raggiungere la finale a gara secca che sarà disputata alla fine di maggio in uno stadio neutrale. Si punta anche a una Super League femminile Dopo l'avvio della competizione maschile, non appena possibile, verrà avviata anche la corrispettiva lega femminile, "per contribuire allo sviluppo e al progresso del calcio femminile". L'obiettivo è fornire "una crescita economica significativamente più elevata ed un supporto al calcio europeo tramite un impegno di lungo termine a versare dei contributi di solidarietà senza tetto massimo, che cresceranno in linea con i ricavi della lega". Chi la finanzia L'accordo prevede "l'impegno di ciascun club a sottoscrivere una quota del capitale sociale della società, con un investimento iniziale di 2 milioni di euro incrementabili, ove necessario, fino a ulteriori 8 milioni". All'avvio effettivo della Super League e a seguito della commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi alla competizione, in base all'accordo è previsto che i club fondatori ricevano nel complesso un contributo indicativamente di 3,5 miliardi, che verrà erogato in un'unica soluzione. Questa somma, che sarà ripartita tra i club fondatori secondo percentuali da definire "in base al numero definitivo di club fondatori, sara' resa disponibile attraverso adeguati strumenti di finanziamento sottoscritti da primarie istituzioni finanziarie internazionali". I club francesi e tedeschi, compresi i campioni d'Europa in carica del Bayern Monaco e il Paris Saint-Germain, vincitore della finale di Champions League della scorsa stagione, non risultano ancora tra i fondatori della Super League. "Ringraziamo quei club di altri paesi, in particolare i club francese e tedesco, che si sono rifiutati di firmare per questo", ha detto la Uefa. Il presidente della Liga, Javier Tebas, ha paragonato i club della Super League agli ubriachi che lasciano un bar alle cinque del mattino "intossicati dall'egoismo e dalla mancanza di solidarietà". Il capo della Bundesliga Christian Seifert ha detto che la fuga potrebbe "danneggiare irreparabilmente i campionati nazionali".