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Bankitalia, Panetta: Ue usi bilancio comune per investimenti strategici

Un edificio della Banca d'Italia nel centro di Roma

(Reuters) - L'Europa deve agire unita e rafforzarsi per contrastare i rischi geopolitici e la frammentazione commerciale e finanziaria in corso, secondo il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta.

In particolare, l'ex membro del board Bce sollecita a utilizzare il bilancio comunitario per investire in settori strategici come la sicurezza energetica, la difesa e la transizione digitale, anche con l'emissione di bond comuni.

"Il ricorso al bilancio della Ue per finanziare investimenti in beni pubblici comuni determinerebbe forti vantaggi per la stessa governance europea. Investimenti finanziati con emissioni obbligazionarie comuni permetterebbero di creare un titolo europeo privo di rischio (safe asset)", dice intervenendo alla lectio magistralis per la laurea honoris causa all'Università Roma Tre.

Ad ascoltare Panetta anche due ex governatori di Bankitalia, Ignazio Visco e Mario Draghi.

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"La soluzione è rafforzare l'economia europea. Riequilibrando il suo modello di crescita e valorizzando il mercato unico. Rendendola più competitiva. Ponendola all'avanguardia in campo tecnologico ed energetico. Mettendola in grado di difendere la propria sicurezza esterna".

Pur sollecitando progressi nelle tecnologie per la produzione e l'utilizzo di fonti di energia pulita, Panetta critica il piano industriale del Green Deal varato dalla Commissione Ue che prevede, spiega, interventi che non sono finanziati con nuove risorse europee, ma che allentano le norme sugli aiuti di Stato.

"Questo meccanismo avvantaggia i paesi più forti dal punto di vista fiscale e rischia di segmentare il mercato unico, avviando una competizione deteriore al ribasso in cui ciascuno Stato membro mira a offrire incentivi superiori a quelli degli altri. Il risultato sarebbe una scarsa efficacia degli interventi e un minore guadagno di competitività per il sistema produttivo europeo nel suo complesso.

Panetta sottolinea come, a fronte dell'invecchiamento e del calo della popolazione nella Ue, sia necessario che gli Stati membri agiscano congiuntamente anche sul tema dell'immigrazione favorendo i flussi regolari.

"Una politica di immigrazione comune a livello europeo è necessaria sia per evitare squilibri tra Stati membri di fronte alla pressione asimmetrica esercitata dagli arrivi massicci da paesi del Sud del mondo, sia per coordinare gli ingressi regolari per motivi di lavoro".

"Per evitare un forte calo dell'offerta di lavoro e quindi della crescita potenziale dell'economia europea occorre uno sforzo significativo per consentire un ingresso regolare e controllato di immigrati e la loro integrazione nel mercato del lavoro".

(Francesca Piscioneri, editing Gianluca Semeraro)