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Bce potrebbe alzare tassi a maggio per domare inflazione - Knot

Il logo Bce davanti alla sede di Francoforte

FRANCOFORTE/AMSTERDAM (Reuters) - La Banca centrale europea potrebbe dover alzare nuovamente i tassi a maggio per combattere l'inflazione, ha detto il governatore della banca centrale olandese Klaas Knot, unendosi al coro di banchieri centrali che chiedono una politica monetaria più restrittiva anche dopo le recenti turbolenze dei mercati.

La scorsa settimana la Bce ha aumentato i tassi di interesse di 50 punti base, portandoli ai massimi da fine 2008, ma non ha preso impegni riguardo alle mosse future, preoccupata che il recente crollo dei titoli bancari globali possa trasformarsi in una crisi più ampia.

Ma i direttori delle banche centrali di Germania, Austria, Slovacchia e Lituania, tra gli altri, hanno tutti detto che la Bce non ha ancora finito, perché l'inflazione è troppo alta e potrebbe essere più persistente di quanto previsto.

"Ritengo improbabile che a questo punto il nostro lavoro sia finito", ha detto Knot a Reuters in un'intervista. "È discutibile che mantenere i tassi solo in un territorio leggermente restrittivo... sia sufficiente a generare la disinflazione che probabilmente tutti ci auguriamo".

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"Penso ancora che sia necessario un altro passo a maggio, ma non ne conosco la dimensione", ha detto Knot in un altro momento, durante una conferenza stampa.

Il 'caveat' per qualsiasi piano di rialzo dei tassi è che le turbolenze dei mercati finanziari devono dissiparsi, ma Knot ha detto che l'Europa è "molto, molto lontana" da una crisi finanziaria e un'escalation delle turbolenze non è lo scenario di base.

"Non dobbiamo lasciarci ingannare" ha detto Knot. "Il nostro vero problema con l'inflazione è quello dei prezzi 'core', che non mostrano ancora alcun segno di rallentamento".

La scorsa settimana la Bce non ha pubblicato la consueta valutazione del rischio di inflazione ma Knot ha affermato che, a suo avviso, i rischi sono "chiaramente" quelli di un'inflazione al rialzo.

I salari stanno esercitando pressioni sui prezzi e le proiezioni sull'inflazione presupponevano un significativo inasprimento delle politiche, che ora è stato ampiamente prezzato dai mercati.

I mercati ora si aspettano un ulteriore incremento di 50 punti base del tasso di deposito della Bce, attualmente al 3%. L'incremento è la metà di quanto veniva ipotizzato solo due settimane fa, ma è comunque un grande cambiamento rispetto ai momenti peggiori vissuti durante le recenti turbolenze finanziarie, quando gli investitori avevano iniziato ad attendersi un taglio dei tassi da parte della Bce.

Secondo Knot, la crisi che ha portato all'acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs lo scorso fine settimana potrebbe ancora avere un impatto sulla politica monetaria se i costi di rifinanziamento del settore privato dovessero rimanere elevati, ma questo impatto deve avere un "forte carattere permanente" per cambiare le prospettive.

La buona notizia è che le trattative salariali per il 2024 mostrano un rallentamento, suggerendo che la credibilità della Bce nella lotta all'inflazione sia ancora intatta e che, invece di una spirale prezzi-salari, la crescita moderata dei salari finirà per spegnere la crescita dei prezzi.

Secondo Knot, i rialzi dei tassi devono essere integrati da un'ulteriore riduzione del bilancio della Bce, perché l'eccesso di liquidità nel sistema, pari a 4.000 miliardi di euro, è troppo elevato e la banca dovrebbe intensificare la riduzione del suo portafoglio di obbligazioni.

"Se non si verificheranno ulteriori turbolenze nelle prossime settimane, penso che potremo gradualmente procedere verso un'interruzione completa dei reinvestimenti del Quantitative easing, a condizione che ciò possa avvenire senza creare indebite turbolenze sui mercati obbligazionari dell'area dell'euro", ha detto Knot.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Sara Rossi)