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Borsa Milano in frazionale rialzo, FTSE Mib rivede quota 28.000 dopo 14 mesi

Una donna davanti l'ingresso della Borsa di Milano

MILANO (Reuters) - Piazza Affari in frazionale rialzo a fine mattina, con l'indice delle blue chip tornato brevemente sopra i 28.000 punti, sui massimi da 14 mesi.

Il tono positivo è però raffreddato dalla cautela degli investitori in attesa dell'intervento del presidente della Fed Jerome Powell al Congresso, da cui potrebbero arrivare indicazioni sulle prossime mosse della banca centrale Usa, dice un trader, evidenziando l'esiguità dei volumi e la scarsità di spunti sul mercato italiano.

I futures sugli indici di Wall Street sono appena positivi.

Intorno alle 12,40 l'indice milanese FTSE Mib sale dello 0,13% a 27.985,83 punti dopo un massimo intraday a 28.017.76 punti, massimo dal 5 gennaio 2022. Volumi per poco più di 710 milioni di euro.

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Tra i titoli in evidenza:

Inverte la rotta Nexi, che dopo un buon avvio (fino a +3%) in scia a conti e guidance passa a un calo di 0,5%. Secondo un trader i risultati erano interessanti ma in linea con le attese, e dopo l'exploit iniziale il titolo ha perso carburante. Secondo Barclays, la guidance - confermata - di crescita dei ricavi di oltre il 7% nel 2023 non è facile nell'attuale scenario di consumi.

Torna a salire Amplifon (+2,6%) dopo lo stop di ieri, bene Diasorin così come le utility, tutti premiati per la loro natura difensiva.

Si indeboliscono le banche, come in Europa, con Intesa Sanpaolo a -0,5% e Unicredit a -0,9%.

Ritraccia Tim (-1,1%) dopo la corsa di ieri, con gli investitori che aspettano di capire meglio i termini dell'offerta per la rete presentata da Cdp e Macquarie, dice un trader. Venerdì si riunirà il comitato parti correlate per esaminarla, hanno riferito due fonti.

Prevale il segno meno nel lusso dopo deboli dati macro diffusi dalla Cina. Recupera qualcosa Ferragamo, in calo Cucinelli, Tod's, mentre tiene Moncler.

Debole Saes Getters (-2,4%) dopo che l'amministratore indipendente Luciana Sara Rovelli ha rassegnato le dimissioni per "significative divergenze di visione strategica con particolare riferimento ai sistemi di remunerazione delle funzioni apicali manageriali".

(Claudia Cristoferi, editing Gianluca Semeraro)