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Borsa Milano negativa in ultima seduta anno, scambi molto bassi, giù Tim, utility

Una donna davanti l'ingresso della Borsa di Milano

MILANO (Reuters) - Ultima seduta dell'anno con il segno meno a Piazza Affari che si appresta a chiudere il 2022 con gli indici in contrazione a due cifre, una delle peggiori performance in Europa.

Nel 2022 l'indice Ftse Mib registra ad ora un calo intorno al 12,25% da fine 2021, seguito dal Dax tedesco a circa -12% e dal Cac40 francese a -9,6%. Tra i principali mercati ha fatto peggio solo la borsa di Zurigo con un ribasso del 16%, sottolinea un trader.

La seduta di oggi si mostra intanto fiacca con poco da segnalare; in sottofondo restano i timori sull'andamento dell'economia globale dopo il nuovo balzo delle infezioni da Covid-19 in Cina.

Dopo la salita di ieri, i futures sugli indici Usa sono al momento in calo, facendo presagire un avvio debole anche a Wall Street.

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Intorno alle 12,35 il FTSE Mib è in calo dello 0,64%. Volumi sottili intorno a 240 milioni di euro.

Tra i titoli in evidenza:

TIM arretra del 2,45%, mentre le risparmio perdono il 2,25%, annullando il balzo della vigilia con il titolo che si muove in balia delle indiscrezioni sul processo di riassetto. La premier, Giorgia Meloni, ha ieri ribadito che l'obiettivo del governo rispetto a Telecom Italia è il controllo pubblico della rete da un lato e dall'altro la tutela dei posti di lavoro. Intanto, proseguiranno a gennaio gli incontri per trovare una soluzione per la rete.

Complessivamente vendute le banche, con UNICREDIT in calo dello 0,24% e INTESA SANPAOLO dello 0,85%. Positiva MPS in crescita dello 0,64% a 1,95 euro.

Ripiegano le società petrolifere in un anno comunque nel complesso molto positivo grazie al balzo del prezzo del Brent. ENI cede lo 0,7%, TENARIS l'1%, mentre SAIPEM è invariata.

Vendute le utility in un anno difficile per il comparto: ENEL in ribasso dello 0,5%, SNAM in calo dell'1%, ITALGAS a -0,75%. Stabili A2A, HERA e IREN. Un trader rileva che le utility si muovono sull'onda dell'andamento dei tassi di interesse e con il decennale che rende il 4,6% i titoli di stato diventano più competitivi rispetto alle quotate.

Infine, ribassi anche per le società del lusso che seguono il trend europeo con MONCLER a -0,6%, CUCINELLI a -1,4% e FERRAGAMO a -0,4%.

(Giancarlo Navach, editing Claudia Cristoferi)