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Come l’intelligenza artificiale può risolvere la bolla cognitiva

Viviamo ogni giorno in una bolla cognitiva (Getty)
Viviamo ogni giorno in una bolla cognitiva (Getty)

di Fabrizio Arnhold

Non si leggono più i giornali, per informarsi si usa internet. Il web è il mezzo usato dal 70 per cento degli italiani, leggendo i dati diffusi dall’Osservatorio dell’Agcom, secondo solo alla televisione. Ma nel marasma dell’online, come ci arriva una notizia? Spesso dai social network, grazie agli algoritmi.

Gli algoritmi al lavoro

Viviamo ogni giorno in una bolla cognitiva, costruita attorno ai dati di preferenze rielaborati per fornire agli utenti dei contenuti il più possibile vicini ai loro gusti, con il risultato che quello che leggiamo è sempre in linea con i nostri interessi. Impossibile, o quasi, differenziare l’informazione per la maggior parte di chi si connette al web.

La bolla cognitiva

Come si può rompere questa bolla cognitiva? Lo abbiamo chiesto a Massimiliano Squillace, ceo di Entire Digital Publishing, impresa tutta italiana che ha sviluppato una sistema di intelligenza artificiale, il cui scopo è far scoppiare la bolla cognitiva. “Facebook ti fa vedere solo i contenuti che condividono i tuoi amici, in linea con i tuoi interessi”, spiega Squillace a Yahoo! Finanza. E come superare questo modello?

Massimiliano Squillace, ceo di Entire Digital Publishing
Massimiliano Squillace, ceo di Entire Digital Publishing

Oltre la bolla

La tecnologia sviluppata da Entire Digital Publishing parte da uno studio di dati di comportamento dell’utente e restituisce dei consigli di lettura che, a differenza di social e motori di ricerca, non aderiscono ai suoi gusti pre-esistenti ma potrebbero interessargli”, continua Squillace. “L’intelligenza artificiale procede per tentativi, affinando i suoi suggerimenti e proponendo un contenuto alternativo rispetto alla media degli interessi dati dalla navigazione dell’utente”.

Come funziona?

Il tentativo è quello di diversificare l’informazione. L’AI (l’intelligenza artificiale) suggerisce un contenuto che esula dalla bolla cognitiva, testando ciò che con altri utenti dal profilo simile ha funzionato. “Facciamo un esempio nell’ambito sportivo – spiega il ceo di Entire Digital Publishing -: a un amante del basket verranno proposti innanzitutto contenuti inerenti la pallacanestro. L’AI, sulla base di test precedenti, sa che ad altri utenti che amano il basket può piacere, ad esempio, anche il cricket, e così all’amante del basket verrà proposto un contenuto relativo al cricket, più volte. Se ha successo, questa assimilazione verrà riproposta nuovamente, altrimenti verranno associati altri temi differenti”.

La tecnologia al servizio dell’editoria

Gli algoritmi sono un supporto ma l’intelligenza artificiale non si sostituirà mai all’attività di scrittura del giornalista. “Abbiamo una rete di 10mila collaboratori in tutta Italia – specifica Squillacegli algoritmi ci suggeriscono quali notizie coprire e poi affidiamo la redazione del pezzo ad un giornalista in carne ed ossa”. Ad oggi, Entire Digital Publishing srl presenta un aumento del fatturato del 300% annuo e ogni mese, i contenuti diffusi dall’azienda raggiungono 150 milioni di persone, soprattutto tramite il portale Notizie.it.

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