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Crisi energetica: come cavarsela tra razionamenti e rischio blackout

 FOCUS - Crisi energetica: come cavarsela tra razionamenti e rischio blackout (Getty Images)
FOCUS - Crisi energetica: come cavarsela tra razionamenti e rischio blackout (Getty Images) (tommaso79 via Getty Images)

La guerra in Ucraina sta avendo ripercussioni pesanti sulle nostre vite. La riduzione di gas proveniente dalla Russia costringe gli Stati a cercare soluzioni. Nel frattempo, le bollette salgono alle stelle e, mentre l'Unione europea prepara un piano di razionamento energetico in vista del periodo autunno-inverno, sui social network c'è anche chi ventila il rischio di blackout generalizzati, se non addirittura totali. Ma è proprio così?

Rischiamo un blackout totale? Il rischio di blackout energetico è per ora uno scenario lontano, anche se i Governi ovviamente hanno valutato anche questa eventualità. E proprio per scongiurare il rischio, la Commissione europea valuta di introdurre un obbligo per gli Stati membri di riduzione del consumo di elettricità di almeno il 5% in determinate ore di picco. Ai Paesi il compito di individuare il 10% delle ore in un mese in cui il prezzo è maggiore e ridurre la domanda in tali fasce orarie. La Commissione propone di diminuire la domanda complessiva di elettricità di almeno il 10% fino a fine marzo 2023.

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Possono tagliarci la corrente? Per risparmiare l’energia elettrica e contenere i consumi dei cittadini europei, l’Unione Europea ha proposto di sfruttare i contatori intelligenti per abbassare la potenza dell'energia erogata. Così, se viene usato più di un elettrodomestico per volta il contatore scatterà.

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Cosa comporta per me questa decisione? I contatori "intelligenti" sono già installati in moltissime abitazioni e attività commerciali, possono essere regolati anche da remoto e "impostati" per ridurre la potenza dell'energia erogata. Ovviamente, questi tagli potranno essere operati nel rispetto dei contratti di fornitura già sottoscritti, in considerazione del margini di variabilità previsti.
La potenza prevalente erogata per le utenze domestiche in Italia è di 3 kilowatt, ma c’è un margine di tolleranza del 10% che impedisce il distacco del contatore se si sfora. Quel 5% in meno significa che in base al proprio contratto la potenza in alcune fasce orarie diminuisce proporzionalmente. Nelle ore centrali della giornata pensare di tenere accesi forno, lavatrice e tv simultaneamente potrebbe diventare complicato senza far saltare il contatore.

E se dipendo da un apparecchio salvavita? In questo caso sarebbe prevista una deroga. Così come, per motivi evidenti, è presumibile che a essere esentati dai possibili razionamenti saranno anche le strutture strategiche come ospedali, aeroporti, caserme delle forze di pubblica sicurezza.

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Quali disagi comporterà per me il razionamento energetico? L'ultimo episodio del genere in Italia risale al 1973. Guardando anche a quella esperienza, l'Osservatorio sull'energia uBroker ha stilato una "Classifica degli undici disagi da razionamento" in ordine crescente di probabilità: ad avere più difficoltà saranno disabili e anziani, che non potranno usare scale mobili o ascensori. Più problematiche potrebbero essere le conseguenze in caso di riduzione dell'illuminazione pubblica: se mal gestita e portata all'estremo, si potrebbero verificare incidenti stradali ed episodi di criminalità. Quanto alle utenze domestiche, il razionamento costringerà gli italiani a limitare il numero di docce calde e cucinare in orari scomodi, preferire pasti freddi anche durante l'inverno e coprirsi di più durante le ore serali e di notte.

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Qual è il rischio più estremo? Nel caso più estremo gli italiani dovranno: ricorrere a mezzi di illuminazione alternativi nelle giornate più buie (ad esempio, candele), oppure convivere con una scarsa illuminazione domestica durante il giorno; munirsi di batterie per alimentare computer e altri elettrodomestici essenziali come il frigorifero e i computer per gli smart worker.

E se dovesse verificarsi un blackout? Paesi come la Svizzera, la Francia e la Germania hanno pubblicato dei vademecum per i propri cittadini, nei quali si consiglia di dotarsi di una piccola scorta di cibo e acqua (il necessario per due o tre giorni, massimo una settimana) e dotarsi di coperte oppure stufe non elettriche e non a gas per far fronte al freddo.

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