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Ecatombe sisma: almeno 3700 morti tra Siria e Turchia

Ad Aleppo, in Siria, il terremoto di 7.8 che ha squassato Siria e Turchia all'alba di questo lunedì, e poi per tutta la giornata, ha buttato giù decine di edifici. 1500 circa le vittime, bilancio provvisorio, in tutta la Siria. Qui alla devastazione di 12 anni di guerra si aggiunge il terremoto: macerie su macerie nella città martire; colpita anche Idlib e i campi profughi al confine turco dove alloggiavano 3 milioni di sfollati.

In Turchia macerie a Gaziantep, Adana, Adiyaman, Diyarbakir e Sanliurfa

In Turchia, Gaziantep, Adana, Adiyaman, Diyarbakir e Sanliurfa, la città dove si presume nacque Abramo, sono solo alcuni dei centri abitati colpiti: tutto il sud-est del Paese è devastato. I morti nei 2 Paesi sono almeno 3400 ma i numeri sono destinati a crescere. Per l'Oms ci potrebbero essere fino a otto volte più vittime rispetto a quelle contate finora. La potenza della scossa è stata come di 130 bombe atomiche: l'Anatolia si è spostata di 3 metri e tutti i sismografi del mondo hanno tremato con quella scossa di 7.8 delle 4 e 17 di notte: in molti sono morti nel loro letto, dormendo. Superficiale l'epicentro: a 10 km di profondità, una sessantina di km a nord del confine siriano in Turchia, distretto di

Subito è scattata la solidarietà internazionale, alcuni Paesi europei tra cui Italia e Polonia hanno già inviato aiuti. La solidarietà supera i conflitti: sia la Russia che l'Ucraina aiuteranno Ankara anche se la guerra nell'ex repubblica sovietica continua pure oggi. Gli Israeliani aiuteranno anche i siriani oltre che i turchi e così faranno i greci nonostante le dispute per l'estrazione del gas nel Mediterraneo orientale e una storica rivalità.

Omar Sanadiki/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Aleppo, corpi lungo le mura di un ospedale - Omar Sanadiki/Copyright 2023 The AP. All rights reserved

António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, osserva un minuto di silenzio per i morti a New York, poi dice: "Le Nazioni Unite si stanno mobilitando per sostenere la risposta all'emergenza, quindi lavoriamo insieme in solidarietà per assistere tutte le persone colpite da questo disastro, molte delle quali avevano già un disperato bisogno di aiuti umanitari". Si tratta dei curdi, dei profughi della guerra, dei milioni di sfollati dopo che un altro terremoto, allora politico, quello dell'Isis, fece scoppiare la polveriera siriana.

Prima notte in rifugi di fortuna

In Turchia si dorme nei centri commerciali, negli stadi, nelle moschee, oppure in automobile. C'è bisogno di tutto ma il governo non riesce ancora a formulare una lista di priorità. 7 giorni di lutto nazionale, intanto, sono stati indetti dal presidente turco Recep Erdogan che guida un Paese già afflitto da un'inflazione al 64 % (dati di Ankara)  e che ora rischia di non rialzarsi più per un lungo periodo.