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Esclusiva, fondo sovrano Norvegia può disinvestire da aziende che finanziano guerra Israele a Gaza

Un'auto è parcheggiata accanto al muro israeliano a Betlemme

OSLO (Reuters) - Il fondo sovrano norvegese da 1.700 miliardi di dollari potrebbe dover cedere azioni di società che violano la nuova e più severa interpretazione degli standard etici per le imprese che aiutano le operazioni di Israele nei territori palestinesi occupati.

Il comitato per l'Etica del più grande fondo sovrano del mondo ha inviato una lettera al ministero delle Finanze il 30 agosto, visionata da Reuters, che riassume la definizione recentemente ampliata di comportamento aziendale non etico.

La lettera non specifica né il numero né i nomi delle società di cui potrebbero essere vendute le azioni, ma suggerisce che si tratterebbe di un numero esiguo, qualora il consiglio di amministrazione della banca centrale, che ha l'ultima parola, seguisse le raccomandazioni del comitato.

Una società è già stata identificata per il disinvestimento in base alla nuova definizione.

"Il comitato per l'Etica ritiene che le linee guida etiche forniscano una base per escludere alcune altre società dal Government pension fund global, oltre a quelle già escluse", ha scritto l'organismo di vigilanza, indicando il nome formale del fondo sovrano norvegese.

Il fondo è stato un leader internazionale nel campo degli investimenti ambientali, sociali e di governance (Esg). Possiede l'1,5% delle azioni quotate a livello mondiale di 8.800 aziende.

Dall'inizio della guerra a Gaza a ottobre, l'organo di controllo etico del fondo sta indagando per verificare se un numero maggiore di aziende non rientri nelle linee guida per gli investimenti consentiti. Nella lettera si legge che con la nuova politica "si prevede un certo aumento" delle esclusioni.

Tra le aziende che l'organo di controllo potrebbe prendere in considerazione ci sono RTX Corp, General Electric e General Dynamics. Secondo le organizzazioni non governative, queste producono armi utilizzate da Israele a Gaza, dove la sua offensiva militare ha ucciso quasi 41.000 palestinesi. Le aziende non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento.

Al 30 giugno il fondo deteneva investimenti in Israele per un valore di 16 miliardi di corone (1,41 miliardi di dollari) in 77 società, tra cui aziende del settore immobiliare, bancario, energetico e delle telecomunicazioni, rappresentando lo 0,1% degli investimenti complessivi del fondo.

(Tradotto da Laura Contemori, editing Stefano Bernabei)