Greggio in calo dopo impennata per disagi in Libia e rischi in Medio Oriente
LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio scambiano in leggero ribasso, dopo aver registrato un rimbalzo di oltre il 7% nelle tre sedute precedenti, a causa dei timori per un'escalation del conflitto in Medio Oriente e per la potenziale chiusura dei campi petroliferi libici.
Intorno alle ore 10,40 italiane, i futures sul Brent cedono 27 centesimi, o lo 0,3%, a 81,16 dollari il barile. I futures sul greggio statunitense West Texas Intermediate perdono 41 centesimi, o lo 0,5%, a 77,01 dollari il barile.
Dopo il balzo dei prezzi del petrolio a causa del rischio geopolitico in Medio Oriente e dell'interruzione della produzione in Libia, i trader rimangono in disparte per valutare ulteriori sviluppi, ha detto Yeap Jun Rong, stratega di mercato di IG.
L'aumento del 7% del Brent e del 7,6% del WTI nelle tre sessioni precedenti ha invertito una tendenza al ribasso più ampia da quando ha toccato i massimi del 2024 a 91,17 dollari ad aprile. La flessione è stata determinata dalle preoccupazioni per la domanda globale di greggio, in particolare da parte della Cina e durante l'estate, tipico periodo di picco della domanda.
Nell'est della Libia, i giacimenti petroliferi responsabili per quasi la totalità della produzione nazionale di 1,17 milioni di barili al giorno saranno chiusi e la produzione e le esportazioni saranno interrotte, ha detto ieri l'amministrazione orientale in seguito a crescenti tensioni sulla leadership della banca centrale libica.
Non ci sono state conferme da parte del governo riconosciuto a livello internazionale di Tripoli o della National Oil Corp (NOC), che controlla le risorse petrolifere del Paese.
L'escalation del conflitto tra Israele e Hezbollah sostiene il greggio, dopo che entrambi hanno lanciato missili in seguito all'uccisione di un alto comandante di Hezbollah il mese scorso.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Cristina Carlevaro)