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Greggio estende rialzo su timori offerta Kurdistan iracheno, calo tensioni banche

Una pompa petrolifera a Reims, Francia

LONDRA (Reuters) - Il greggio guadagna terreno per la terza seduta consecutiva, dopo che l'interruzione di alcune esportazioni dal Kurdistan iracheno ha sollevato i timori di una minore offerta, mentre l'attenuazione dei timori di una crisi bancaria globale ha sostenuto il sentiment al rischio nei mercati più ampi.

Le esportazioni di greggio di 450.000 barili al giorno dalla regione semi-autonoma del Kurdistan settentrionale iracheno sono state bloccate sabato a seguito di una decisione arbitrale che ha confermato la necessità del consenso di Baghdad per spedire il petrolio.

Alle ore 10,20 italiane, il Brent scambia in rialzo di 41 centesimi, o dello 0,52%, a 79,06 dollari il barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense guadagna 55 centesimi, o lo 0,8%, a 73,75 dollari il barile.

L'azienda petrolifera norvegese Dno ha detto di aver iniziato a interrompere la produzione nei propri giacimenti in Kurdistan. I giacimenti di Tawke e Peshkabir hanno registrato una produzione media di 107.000 barili al giorno nel 2022, pari a un quarto delle esportazioni totali del Kurdistan.

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A sostegno del sentiment, calano le preoccupazioni per il settore bancario, dopo settimane di volatilità sul mercato che hanno portato il greggio ai minimi di 15 mesi il 20 marzo, con i nervi degli investitori placati dalla vendita di attività di Silicon Valley Bank.

Secondo fonti di mercato a conoscenza dei dati dell'American Petroleum Institute, le scorte di greggio negli Stati Uniti sono diminuite di 6,1 milioni di barili.

Occhi puntati sui dati ufficiali Eia sulle scorte statunitensi, previsti alle ore 16,30 italiane, per vedere se il calo delle scorte di greggio sarà confermato.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Andrea Mandalà)