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Greggio, prezzi stabili dopo crollo, tagli Opec+ non convincono

Il terminale petrolifero Kozmino vicino a Nakhodka

(Reuters) - I prezzi del greggio sono sostanzialmente stabili, dopo il calo del 2% di ieri, con il mercato che sembra non essere convinto che l'ultima serie di tagli alla produzione da parte dell'Opec+ sia in grado di risollevare i prezzi dalla recente flessione.

Alle 13,15 i futures sul Brent per febbraio salgono di 32 centesimi, o dello 0,4%, a 81,18 dollari il barile, nel loro primo giorno come contratto Ice Brent front-month.

I futures sul West Texas Intermediate (WTI) salgono di 24 centesimi, o dello 0,32%, a 76,2 dollari.

I produttori dell'Opec+ hanno concordato ieri un taglio di circa 2,2 milioni di barili al giorno (bpd) di petrolio nel primo trimestre del prossimo anno, compreso il rinnovo degli attuali 1,3 milioni di bpd di tagli volontari di Arabia Saudita e Russia.

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L'Opec+, che pompa oltre il 40% del petrolio globale, si sta concentrando sulla riduzione della produzione alla luce della discesa dei prezzi dai circa 98 dollari di fine settembre a causa dei timori di una crescita economica più debole nel 2024.

Tuttavia, il mercato ha accolto la notizia con scetticismo e confusione, a causa dei timori sulla affidabilità degli impegni, per la natura volontaria delle riduzioni, e delle precedenti aspettative degli investitori di tagli più importanti.

Gli investitori stanno anche osservando gli elementi macroeconomici sfavorevoli sul fronte della domanda.

A novembre i dati sull'attività industriale a livello globale sono rimasti deboli a causa della scarsa domanda, come dimostrano i sondaggi, mentre la zona euro ha continuato a contrarsi e sono emersi segnali contrastanti sull'economia cinese.

(Tradotto da Camilla Borri, editing Claudia Cristoferi)