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Greggio stabile grazie a crescita Pil Cina, calo tensioni in Medioriente

Una veduta aerea mostra un'industria del greggio della Idemitsu Kosan Co. a Ichihara

LONDRA (Reuters) - Il greggio si stabilizza grazie ai dati sul Pil cinese cresciuto oltre le attese e all'allentamento delle tensioni in Medioriente, anche se zavorrato dai timori rispetto alla possibilità che i tassi di interesse statunitensi possano rimanere più alti a lungo e, quindi, ridurre la domanda.

I dati ufficiali della Cina hanno mostrato che il prodotto interno lordo del primo importatore di petrolio al mondo è cresciuto del 5,3% nel primo trimestre dell'anno, ben oltre le aspettative degli analisti.

Intorno alle ore 10,35 italiane i futures sul Brent per la consegna di giugno guadagnano 5 centesimi, o lo 0,06%, a 90,16 dollari il barile. Il greggio statunitense per maggio scambia in rialzo di 3 centesimi, o dello 0,02%, a 85,42 dollari.

Il timore che l'Iran risponda all'attacco alla propria ambasciata a Damasco ha contribuito a far salire venerdì il Brent a 92,18 dollari, ai massimi da ottobre.

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I prezzi, tuttavia, sono calati ieri dopo che l'attacco iraniano nel fine settimana contro Israele si è rivelato meno dannoso del previsto, attenuando i timori di un rapido intensificarsi del conflitto, che potrebbe minare il trasporto di barili di greggio.

L'Iran risponderà a qualsiasi azione contro i propri interessi, ha detto il presidente Ebrahim Raisi, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Isna, il giorno dopo che Israele ha avvertito che risponderà all'attacco di Teheran con droni e missili avvenuto lo scorso settimana.

L'Iran produce più di 3 milioni di barili al giorno di greggio, uno dei principali produttori all'interno dell'Organizzazione dei paesi eportatori di ptrolio (Opec).

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Giancarlo Navach)