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Greggio vicino a massimi di quattro mesi, ma pesa aumento di esportazioni russe

Un martinetto nell'area di produzione di petrolio e gas naturale del Bacino Permiano, vicino a Odessa

LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio rimangono sostanzialmente stabili, vicino ai massimi di quattro mesi, ma pesa la prospettiva di un aumento delle esportazioni dalla Russia nel contesto degli attacchi ucraini alle raffinerie del Paese.

Intorno alle 11,25, il contratto futures sul greggio Brent per la consegna di maggio è in calo di 22 centesimi a 86,67 dollari al barile, mentre i prezzi del West Texas Intermediate (Wti) degli Stati Uniti sono in ribasso di 19 centesimi a 81,97 dollari.

Il contratto Wti di aprile, con scadenza domani, è in calo di 16 centesimi a 82,56 dollari.

Entrambi i benchmark nella seduta precedente hanno toccato massimi visti l'ultima volta a novembre, sostenuti dalla diminuzione delle esportazioni di greggio dall'Arabia Saudita e dall'Iraq e dai segnali di una domanda e di una crescita economica più forti in Cina e negli Stati Uniti.

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In Russia, aumentano le esportazioni dopo gli attacchi dei droni ucraini alle infrastrutture petrolifere del Paese, facendo pressione sui prezzi.

"Gli attacchi ridurranno probabilmente la produzione di greggio russo fino a 300.000 barili al giorno, oltre alle chiusure programmate per manutenzione", hanno scritto gli analisti di JP Morgan in una nota.

"Una minore produzione primaria, tuttavia, porterebbe a un aumento delle esportazioni di greggio", hanno aggiunto.

La Russia aumenterà le esportazioni di petrolio attraverso i porti occidentali a marzo di quasi 200.000 barili al giorno (bpd) contro un piano mensile di 2,15 milioni di bpd.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)