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Imprese italiane, crescono se presenti all'estero, basso tasso natalità

Il marchio di Luxottica, una delle aziende italiane più note all'estero. Foto del 4 febbraio 2016. REUTERS/Alessandro Bianchi (Reuters)

ROMA (Reuters) - Le imprese italiane che sono cresciute di più durante la crisi sono quelle presenti sui mercati internazionali, rileva Istat, segnalando come la dinamica demografica delle aziende nel nostro Paese resti meno vivace rispetto a quella dei principali partner europei. Tra il 2010 e il 2013, secondo il Rapporto annuale Istat 2016, solo il gruppo delle imprese 'internazionalizzate spinte' è cresciuto sia in termini di addetti che di valore aggiunto (con variazioni mediane pari rispettivamente a +0,6 e +6%); nello stesso periodo una impresa su due ha registrato una diminuzione degli addetti (circa l'1%) e un aumento del valore aggiunto di almeno lo 0,8%. Rispetto ai principali Paesi Ue, in Italia nascono meno imprese. Nel 2013 il tasso di natalità era al 7,2%, contro il 14,1% del Regno Unito, l'8,6% della Spagna, il 9,5% della Francia e il 7,3% della Germania. Unico caso tra le maggiori economie del blocco, poi, l'Italia tra il 2008 e il 2013 ha visto salire il tasso di mortalità delle sue imprese di oltre un punto percentuale. Nel 2015 si è lavorato di più nelle imprese italiane, sulla scia di un trend avviato a fine 2014. Nell'ultimo trimestre del 2015 il monte ore lavorate, nelle unità con almeno dieci addetti, è salito del 4,5% su anno, l'incremento più elevato dal quarto trimestre 2007, dovuto per oltre due terzi alla crescita dei posti di lavoro e per un terzo a quella delle ore lavorate per dipendente. L'occupazione cresce soprattutto tra le medie imprese, mentre tra le microimprese (il 95% delle unità produttive italiane) la creazione di posti di lavoro è influenzata dall'età dell'imprenditore e dell'impresa stessa. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia