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Il networking? Per farlo bene non basta l'ambizione

Fare rete non è per tutti, Domitilla Ferrari lo spiega in Due gradi e mezzo di separazione

Due gradi e mezzo di separazione, Domitilla Ferrari, Sperling & Kupfer 2014

Siamo tutti on line, meglio ancora sulle piattafome sociali, e pensiamo che inanellare contatti, meglio se di persone che nel nostro ambito professionale sono già al top, sia la via per fare progressi in campo personale o lavorativo. Ma fare networking è ben altro e per creare una rete di rapporti serve uno spirito diverso: generosità, abnegazione, fiducia negli altri sono i mezzi per costruire una tela di legami che in primis ci migliori la vita e poi ci permetta anche di realizzare idee, condividere progetti, trasformare sogni professionali in appaganti realtà. Lo spiega Domitilla Ferrari, blogger e social networker, nel volume edito da Sperling & Kupfer Due gradi e mezzo di separazione (192 pagine, 17 euro): per accorciare la distanza con gli altri, o con la prossima avventura professionale che desideriamo, servono grandi doti di empatia, voglia di spendere tempo e risorse mentali, un uso virtuoso della Rete e dei suoi strumenti. Yahoo! Finanza ha intervistato l'autrice, che ci rivela su cosa fondare il proprio network.

 

Scrive che il concetto di networking è comunemente frainteso: cosa ha contribuito a quest'equivoco, e perché continua ad attecchire?

Cercare qualcuno solo quando se ne ha bisogno è il contrario di ciò che è il networking. Quando le persone, invece, distribuiscono ciò che sanno portano vantaggi per tutti. L'equivoco nasce perché ancora non siamo abituati a ricevere in dono tempo, informazioni, contatti da qualcuno che non chiede nulla in cambio. Continua ad attecchire in chi ha poca fiducia negli altri e si aspetta che ogni scambio sottintenda secondi fini.


Argomenta che fare networking non serve a fare carriera, eppure molti rapporti professionali si generano dai contatti: come si coniuga un sano interesse per la carriera con uno spassionato approccio al networking?


Essere bravi fa fare carriera. Essere bravi e competenti. O almeno così dovrebbe essere. Chi sa fare networking sa fare lavoro di squadra, riconoscere i meriti altrui e valorizzare conoscenze e contatti al servizio dell'azienda per cui lavora. Caratteristiche sempre più apprezzate dal mercato del lavoro. Quindi, il networking magari non fa fare carriera nell'immediato, ma è un ottimo investimento a lungo termine.


Quali sono le regole vincenti per la costruzione di un network? Come si bilancia l'apertura agli altri con lo snobismo costruttivo verso chi non ci interessa, la generosità nel concedere tempo e attenzione con un sano egoismo per non finire in pasto a tutti?


Una buona rete si basa sull'interesse per i nodi che ne fanno parte. Essere selettivi aiuta a dedicare il giusto tempo ai rapporti che in quella rete si sviluppano. Amici è una parola grossa e andrebbe usata con attenzione: possiamo conoscere tante persone, ma includerne solo una parte nel nostro network in base a interessi e affinità.


Il giornalismo è l'esempio di un settore dove le spiccate capacità di networking fanno la differenza. Come si allenano queste capacità? Il networking è una versione più solare e democratica dell'eterno gioco del "capitalismo relazionale"?


Essere curiosi aiuta in ogni mestiere e la curiosità è una capacità che si può sviluppare prestando attenzione al contesto e ai suoi dettagli, facendo domande. Proprio ciò che rende bello il mestiere del giornalista: soddisfare e anticipare le curiosità, e sciogliere i dubbi, dei lettori. Ognuno di noi ha un tesoro di relazioni a cui tutti hanno accesso. Facilitare la crescita del proprio capitale sociale significa coltivare rapporti interessanti per sé e per gli altri.


Chi è un superconnettore? Come lo si diventa in contesti professionali dove il tasso di connettività è basso?


È vero che ci sono dei lavori in cui fare networking è più facile di altri, ma in tutti i contesti è possibile trasformarsi da hub a bridge.


Come vincere la preoccupazione che condividere competenze, sviluppare idee, palesare propositi possa rappresentare un boomerang, di fatto fornendo un assist a chi ha meno idee?


L'unico modo per tutelare le proprie idee è raccontarle agli altri e tentare di realizzarle con l'aiuto di chi ha tempo e le giuste competenze.


Avere molti interessi è un ostacolo alla costruzione di un network? Fare rete vuol dire guardare in tutte le direzioni,  ma non si rischia di disperdere energie e non far comprendere agli altri in cosa siamo forti?

Ognuno di noi ha più di un interesse, più di una passione. Un network si regge sul valore multiplo dei contatti. Le nostre competenze possono essere limitate, specifiche, mentre le caratteristiche che ci distinguono e che danno valore possono essere comuni.


Quali sono gli strumenti su cui continuare a puntare per fare rete, piattaforme sociali incluse?


Se sei online sai che Internet è un luogo. I social network sono strumenti e come tali possono cambiare. Ciò che ci rende attenti e utili al network è la nostra apertura verso gli altri su qualsiasi piattaforma avremo deciso di frequentare. Ognuno può trovare l'ambiente più adatto in base ai propri interessi.