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Paniere Istat: cos’ è e a cosa serve

Ogni anno i media lo attendono per raccontare come sono cambiati i consumi in Italia. Chi lo critica sostiene che non sia in grado di interpretare le attese, le esigenze e i problemi che una famiglia media ha.
Ma scopriamo innanzitutto cos’è il paniere Istat.
Per misurare l'inflazione l’Istat ha ideato uno strumento statistico, l’indice dei prezzi al consumo, che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere, che si crede rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in un determinato anno. L'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo:

  • il NIC, che misura l'inflazione per tutta la collettività nazionale, immaginando l'Italia come un'unica grande famiglia di consumatori;

  • il FOI, che analizza i consumi dell'insieme delle famiglie di operai e impiegati;

  • l'IPCA , l'indice armonizzato europeo, per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell'Unione Europea.

NIC e FOI si basano sullo stesso paniere, ma la popolazione di riferimento è diversa: per il NIC è quella presente sul territorio nazionale; per il FOI è l'insieme delle famiglie residenti  con a capo un operaio o un impiegato.
L'IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude le lotterie, il lotto e i concorsi pronostici.
Inoltre, mentre il NIC e il FOI considerano sempre il prezzo pieno di vendita, l’IPCA fa riferimento al prezzo effettivamente pagato dal consumatore e tiene conto, ad esempio di ticket o saldi e promozioni.

Cosa c’è nel paniere 2013?

1.429 prodotti, 46 in più rispetto all’anno scorso, raggruppati in 603 posizioni rappresentative, ovvero prodotti o di gruppi di prodotti per i quali vengono calcolati ogni mese gli indici dei prezzi al consumo.
Negli 82 comuni capoluogo di provincia considerati sono 41.300 le unità di rilevazione presso le quali sono stati monitorati i prezzi e 8.100 le abitazioni soggette alla rilevazione dei canoni di affitto che concorrono alla stima dell'inflazione

Cosa entra e cosa esce?

Nel 2013 la new entry più curiosa è il Reintegratore energetico di sali e vitamine, quella più eco il Gas metano per autotrazione, le più tecno-chic il Phablet, una fusione tra uno smartphone e un mini tablet, e il Tablet trasformabile, utilizzabile anche come notebook.
Al Nasello surgelato si preferisce il Filetto di merluzzo e al Brandy l’Amaro. La Lampada da tavolo fa la sua comparsa accanto alla posizione già esistente Lampada da terra. Non dimentichiamo la Lettiera per gatti. Nell’armadio dei bambini si trovano anche Giaccone, Giubbetto in tessuto, Tuta, Pigiama e Pullover, ma nello zaino non c’è più il diario scolastico.
Alcune voci sono divenute composite: ad esempio “Corsa urbana in Taxi” è affiancata da “Corsa per l’aeroporto in Taxi”, o Aceto è ora articolato nei due prodotti “Aceto di vino” e “Aceto balsamico”.
L’Anap, l’associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato, insorge e accusa il paniere Istat 2013 di essere troppo giovanilista e di non tenere conto dei bisogni commerciali e delle esigenze della popolazione anziana.
Anche Codacons lo critica, perché non è adeguato alle nuove abitudini di spesa delle famiglie colpite dalla crisi e sottostima l’inflazione effettiva: dovrebbe dare più spazio alle uscite obbligate, come le bollette e gli affitti, e diminuire il peso assegnato ad acquisti rinunciabili, come il ristorante e l’abbigliamento.
Insomma, sembra che cogliere l’evoluzione dei comportamenti dei consumatori sia un po’ più complesso che riempire un paniere come si farebbe col carrello della spesa.