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Russia, crolla il rublo, parte lo shopping anti svalutazione

Medvedev, riunione emergenza per rublo
Medvedev, riunione emergenza per rublo

Non è il Black Friday sovietico e nemmeno una mania da shopping compulsivo quella che ha portato ad assalire nei giorni scorsi i centri commerciali in Russia. Niente di tutto ciò.
Si tratta di un'esigenza dettata in seguito al crollo del rublo (la moneta russa), avvenuto ieri, mercoledì 17 dicembre, quando un dollaro è arrivato a valere 80 rubli e l'euro 100. Così, nel timore di una mega svalutazione, i russi stanno pensando di togliersi tutte le banconote dalle loro tasche prima che diventi carta straccia. Acquistando l'acquistabile, dai beni di prima necessità alle ultime tecnologie, in una corsa contro il tempo che vede in alcuni casi prezzi aumentare alle stelle.


Una situazione che si ripete e che Mosca aveva già conosciuto nel 1998, alla vigilia del default. Oggi, come allora, la gente si è messa in fila davanti ai negozi già a notte fonde, per accaparrarsi tutto il necessario, lasciando gli scaffali vuoti. Scaffali che in molti casi resteranno vuoti: secondo il  quotidiano Vedomosti, il crollo del rublo sta bloccando la distribuzione e la fornitura in Russia da parte di aziende straniere, come stanno facendo molte case automobilistiche e la Apple, che ha congelato le vendite online sul mercato russo per evitare di svendere i propr prodotti. Negli ultimi giorni il nuovo iPhone 6, ad esempio, a Mosca si poteva comprare per 587 dollari, rispetto al vero valore di mercato che è di 847 dollari.


Di questa situazione c'è chi ne approfitta: molti acquirenti infatti provengono da altri Stati, come Kazakistan, Bielorussia ma anche Armenia,Cina e le altre repubbliche ex sovietiche, pronte a spendere nell' "economica" Russia. Secondo fonti stranirere, lo shopping estero è aumentato notevolmente nell'ultimo anno: gli armeni, per esempio, hanno comprato il 123,64% in più, rispetto a novembre del 2013, mentre il valore degli acquisti dei cinesi è aumentato dell'85,73% e sono concentrati in gioielli e orologi. Bielorussi e kazaki, invece, hanno iniziato già a ottobre a comprare in modo molto più attivo soprattutto automobili.

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Se da una parte c'è chi blocca le vendite, dall'altra invece aumentano i prezzi, per evitare di veder svalutati i propri prodotti. Tanti sono i brand che hanno deciso di ritoccare il loro listino, come McDonald’s (+ 2,2% sul Big Mac),  Renault-Nissan e anche Ikea, che è stato il centro commerciale più assediato dagli acquirenti russi per via dei suoi prezzi già economici, ora ridicoli.

Nel frattempo in Europa il crollo del rublo ha spaventato i mercati e le banche che continuano a scendere per il timore di un prossimo default. Si arresta anche il settore dell'export: già negli ultimi mesi l'esportazione dei prodotti italiani era diminuita di 300 milioni di euro solo da agosto ad ottobre, per via dell'embargo dettato da Putin. Ora la situazione non potrebbe che peggiorare:  L'Italia è infatti uno dei maggiori partner commerciali di Mosca, con i suoi  10 miliardi in esportazioni e 18,3 in importazioni.


Prova a correre ai ripari la Banca centrale russa - che solo nella giornata di lunedì ha speso quasi 2 miliardi di dollari per difendere la moneta nazionale - annunciando una serie di misure per stabilizzare le banche: aiuti a ricapitalizzare le banche assieme al governo in una nazionalizzazione di fatto, una moratoria sulle coperture dei prestiti a rischio e prestiti in valuta estera.

Ecco alcune immagini della folle corsa agli acquisti dei russi.