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Terzo giorno di sciopero contro la riforma delle pensioni

Terzo giorno di mobilitazione nazionale in Francia contro la riforma delle pensioni proposta dal governo. Al richiamo dei principali sindacati i lavoratori hanno riempito le piazze francesi fin dalla mattina. A Parigi il corteo da place de l'Opéra a place de la Bastille è pomeridiano. Secondo la Cgt vi partecipano 400mila persone.

Si capisce già a fine mattinata che il tasso d'adesione cala rispetto al 31 gennaio ma i sindacati e la sinistra radicale non cedono e indirizzano un messaggio al presidente francese Emmanuel Macron. Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insumise "A meno che non sia diventato totalmente autoritario, in una democrazia, a un certo punto, qualcuno deve essere ragionevole ed è necessariamente Macron che deve diventarlo poiché è lui responsabile di aver creato questo conflitto dal nulla".

Qualcuno deve essere ragionevole ed è necessariamente Macron che deve diventarlo perché è lui che ha generato questo conflitto

In piazza non ci sono solo quelli che tra qualche anno andranno in pensione a 64 anni anziché 62 come vorrebbe il governo ma anche tanti giovani. Uno studente spiega di essere in piazza "perché stiamo assistendo a una crisi globale - dice - Non è solo la Francia o la Svizzera o la Germania. È globale. È l'era post-covid direi. E quando si guarda al lavoro, alla crisi energetica noi abbiamo molto da dire."

Trasporti perturbati in tutta la Francia

A causa dello sciopero treni a mezzo servizio in tutta la Francia (25 % il tasso d'adesione tra i ferrovieri contro il 36 % del 31 gennaio); perturbati i servizi locali: gli RER nella regione di Parigi e la metropolitana; nella funzione pubblica il tasso d'adesione è all'11 % in calo di 8 punti rispetto al 31 gennaio. Nella scuola pubblica il tasso di scioperanti è dello 12,87 % , il 31 gennaio era stato del 23 %. Proprio per questo Philippe Martinez, il leader della CGT, il maggiore sindacato, fa appello a mobilitazioni più massicce: già si parla di un'altra giornata di sicopero per il 14 febbraio.

Diversi analisti suppongono che tra le cause della minore adesione ci siano le vacanze scolari che obbligano molti lavoratori a mettersi in ferie, viaggiare et similia per stare con i figli.