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Appello Ruby, pg Milano chiede conferma condanna Berlusconi

MILANO (Reuters) - Il procuratore generale di Milano Piero De Petris ha chiesto la conferma della sentenza di condanna di primo grado a sette anni di reclusione per Silvio Berlusconi nell'ambito del processo d'Appello sul cosiddetto "caso Ruby" che vede l'ex premier imputato di concussione e prostituzione minorile. Il processo - che vedrà i giudici in camera di consiglio dal prossimo 18 luglio - ha un'importanza cruciale per il destino politico del leader di Forza Italia che, in caso di condanna, potrebbe vedersi revocare l'affidamento ai servizi sociali. De Petris ha anche chiesto che non vengano concesse le attenuanti generiche all'ex premier. In mattinata, il pg ha detto che l'ex premier telefonando alla Questura di Milano nel maggio 2010 per sollecitare il rilascio di Ruby commise un "abuso colossale". "Un abuso colossale che era stato immediatamente colto da [i funzionari della Questura] Piero Ostuni e Giorgia Iafrate" che, a dire del pg, si resero subito conto che il legame di parentela tra la ragazza e l'allora presidente egiziano Hosni Mubarak, addotto da Berlusconi, era "falso". "L'intento intimidatorio del presidente del Consiglioemerge in modo lampante", ha aggiunto. In particolare De Petris ha detto che con quella telefonata Berlusconi ha commesso una "concussione per costrizione e non per induzione" il che rende più difficile una richiesta di riduzione della pena per l'ex premier relativamente a questa accusa. Al termine del processo di primo grado, nel giugno 2013, Berlusconi è stato condannato a sette anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per aver fatto pressioni sulla Questura di Milano la notte del 27 maggio 2010, in qualità di premier, al fine di far rilasciare Karima el Marough, detta Ruby, nel tentativo di occultare la sua presunta relazione con la ragazza, all'epoca minorenne. Prima della condanna i pm avevano accusato Berlusconi per il reato di concussione per induzione ma i giudici lo hanno modificato nel più grave concussione per costrizione. Berlusconi ha sempre respinto le accuse. PG: NON SERVE SENTIRE ALTRI TESTI Poco prima, De Petris aveva detto che non serve rinnovare il dibattimento, come chiesto invece dalla difesa, spiegando che sentire nuovi testi o riascoltare quelli già sentiti in primo grado non aggiungerebbe elementi utili al processo di secondo grado. A decidere su questa richiesta sarà il collegio giudicante il 18 luglio quando potrebbe o giungere a sentenza oppure emettere un'ordinanza in cui accoglie appunto la richiesta dei difensori dell'ex premier. "La strada seguita dal Tribunale è corretta", ha spiegato De Petris aggiungendo che è "di interesse pari allo zero sentire testimoni come George Clooney o Cristiano Ronaldo". L'esito del processo ha un'importanza cruciale per il destino politico del leader di Forza Italia, perché in caso della conferma della condanna in appello e anche in Cassazione, l'ex premier perderebbe il beneficio dell'indulto di cui gode per la condanna definitiva sui diritti tv Mediaset e dovrebbe scontare una pena complessiva di 10 anni, con lo spettro della detenzione domiciliare e non più dell'affidamento ai servizi sociali. Il prossimo 15 luglio prenderanno la parola gli avvocati difensori. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia