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BCE sotto attacco

Alle volte può succedere che venga in tuo aiuto proprio chi meno ti aspetti possa farlo. É quello che è successo a Mario Draghi che nei giorni scorsi, dopo anni di critiche talvolta anche feroci e di opposizione ferrea da parte della Bundesbank, ha visto scendere in campo in sua difesa proprio il Presidente della Deutsche Bundesbank difendendolo dai continui attacchi dei politici tedeschi da sempre contrari alle politiche monetarie “morbide” della BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) .

Weidmann ha sottolineato che, nonostante non sia inusuale che un politico possa dare la sua opinione riguardo alla politica monetaria, è necessario che la BCE mantenga la sua indipendenza. La Banca Centrale Europea, ha aggiunto Weidmann, ha nel suo mandato il fatto di perseguire la stabilità dei prezzi (il che significa un’inflazione in area 2%) e l’attuale congiuntura rende appropriate le scelte di Mario Draghi.

I due sono praticamente sempre stati a capo delle opposte fazioni all'interno della BCE, Draghi a capo di chi sostiene le politiche monetarie espansive e Weidmann a capo di chi a ciò si è sempre opposto. É molto interessante vedere come in un periodo in cui la credibilità nelle banche centrali sta andando a diminuire e come i dubbi riguardanti i pericoli derivanti dai tassi negativi stanno montando giorno dopo giorno, Weidmann si sia andato a schierare dalla parte di Draghi. Come abbiamo più volte scritto nei giorni passati, il calo nella credibilità delle banche centrali se dovesse persistere porterà ad una situazione di pericolosa instabilità nelle istituzioni e sul banco degli imputati, primi tra tutti, andrebbero lo stesso Draghi ed il duo Abe-Kuroda. Non è difficile immaginare come ciò provocherebbe enormi tensioni sui mercati in quanto gli operatori vedrebbero nella cosa un fatto molto grave e cioè che nemmeno tutti gli sforzi fatti dalle banche centrali sarebbero stati sufficienti a sostenere l’economia e le conseguenze sarebbero in quel caso piuttosto pesanti per i mercati finanziari. Il fatto quindi che Weidmann si sia adesso allineato e che i “ribelli” abbiano quindi riposto le armi è da una parte un fatto positivo perché più unità nel comitato può portare ad una maggiore velocità nelle decisioni mentre dall'altra è preoccupante in quanto significa che la BCE, come istituzione, sta mostrando qualche fragilità ed è proprio per questo che anche i “ribelli” ora la difendono.

A questo punto, con Weidmann rientrato nelle fila, il nuovo e unico leader degli oppositori è il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble che, infatti, solamente qualche giorno fa aveva dichiarato come la BCE attraverso le sue politiche monetarie starebbe rapinando i cittadini europei della propria pensione. Anche la Francia ha recentemente iniziato a fare scudo intorno a Draghi e lo ha fatto nella persona del suo ministro dell’economia Michel Sapin che ha detto come la Germania dovrebbe smetterla di mettere pressione addosso alla Banca Centrale Europea e pensare più al fatto che per prima cosa va sempre rispettata l'indipendenza della BCE stessa.

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Certo è che gli attacchi tedeschi si stanno facendo sempre più duri; solamente una settimana fa Schauble aveva accusato Mario Draghi di essere il responsabile per la crescita nel consenso in Germania dell’estrema destra e alcune banche commerciali hanno addirittura organizzato una protesta dei risparmiatori contro le recenti decisioni della BCE (Dusseldorf: BCE1.DU - notizie) , frustrati dal vedere i loro risparmi non generare alcun rendimento.

La politica può e deve avere un’opinione riguardo alle azioni intraprese dalla banca centrale ma, in particolare in un momento delicato come questo, sarebbe buona cosa che certe opinioni venissero espresse di persona e non attraverso i media.

Autore: Bonetti Financial Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online